Diceva il divo Giulio che a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Orbene, la vicenda del nuovo ospedale di Fiemme non può non indurre in tentazione. Perché i personaggi in commedia, i silenzi, le tempistiche, le reticenze, le bugie, le excusatio non petite, le opacità invogliano altroché al pensiero negativo e a supporre che in tutto questo valzer di detti, non detti e contraddetti, che con la volontà di qualificazione dell’‘offerta sanitaria’ valligiana ben poco hanno a che fare, possa esserci stato anche qualche tentativo di corruzione! D’altronde, dal progetto del primo nuovo ospedale (quello a totale carico della PAT che avrebbe affiancato ai Dossi l’attuale funzionante struttura) a quello ipotizzato in località Orto dei peci della cordata privata Mak & C., la torta dell’affare è enormemente lievitata, passando dai 32.000.000 del primo ai 138.000.000 del secondo!
Al di là del merito dei due progetti, affatto diversi, il costo dell’opera, più che quadruplicato in poco più di due anni, avrebbe in ogni modo dovuto far sorgere qualche dubbio in primis ai presidenti delle due comunità fiemmesi (Boninsegna e Zanon) che invece si sono colposamente trincerati nel silenzio. Anzi, stranamente, fu proprio Boninsegna a un certo punto a dismettere le vesti istituzionali laiche di Scario della Comunità e a indossare quelle religiose di frate questuante (a raccattar terreni) per conto della Mak. Altrettanto strana – alla luce di quanto dichiarato dal consigliere regionale Degasperi nel breve video qui pubblicato – appare l’autoassoluzione (“Io sono un uomo onesto”) del capo dell’altra comunità territoriale (Zanon): una excusatio non petita che sa di clamorosa gaffe. Nondimeno, pure l’informale consesso dei sindaci di valle (la cosiddetta Conferenza dei sindaci), generalmente al corrente di tutti i pettegolezzi di paese, in questa occasione, altrettanto stranamente, dichiarava qualche giorno fa di non sapere nulla di quel che stava bollendo in pentola. Il che, visti appunto i personaggi in commedia tutti più o meno legati dallo stesso filo rosso, appare poco credibile. Insomma, come già scritto, il quadro è fosco e puzza di imbroglio e, rifacendoci nuovamente al suggerimento del divo Giulio, pensiamo che quasi tutti fossero stati al corrente e abbiano colposamente/dolosamente taciuto, lasciando che le cose procedessero in un certo modo per favorire la cordata Mak.
L’Orco
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