
“De tüto ven ‘na fin” ripete, di tanto in tanto, la mia vicina di casa Anna Delladio in Zorzi, classe 1914.
Ha ragione. Infatti sta per finire anche il regno del signor P. L’aria in paese si è fatta pesante. La pentola a pressione sibila pericolosamente. Bisognerebbe abbassarle il fuoco sotto. Ma i pompieri sono fuori servizio e in troppi sperano di godersi il grande spettacolo della città in fiamme. C’è un clima da notte dei lunghi coltelli. Questa volta non ci saranno santi, il botto si sentirà lontano. La resa dei conti è alle porte e non ci risparmierà macerie e feriti. A Toronto, o a Vancouver, o in qualsiasi altro diavolo di posto si trovi in questo momento, i sonni del Grande Cameriere si stanno agitando. Le telefonate Italia – Canada e ritorno in questi giorni non si contano. Accidenti, proprio adesso, con tutti gli intrallazzi in corso… Non ci voleva davvero, cazzo!
Ma chi poteva immaginare un epilogo così imprevisto? Le cose sono precipitate (addosso al signor P) per la sua troppa supponenza. O forse per uno di quei casi del destino che ti si ritorcono contro proprio mentre credi di poter girare a tuo favore, ancora una volta, una situazione non esattamente positiva. E’ stata l’uscita dalla Giunta di un assessore, con violentissima sbattuta di porta, a non venire sufficientemente valutata nelle sue conseguenze. E da lì la catena degli eventi si è dispiegata a tutto vantaggio dell’uscente e di quelli che a lui si sono subito aggregati. Guarda un po’ te, alle volte…
Per la prossima legislatura il signor P aveva già programmato per bene le cose, certo di poter contare su un Consiglio ecumenico, tranquillo e obbediente. Per potersi avvicinare all’Evento con le redini dell’Amministrazione comunale ben salde in mano. Come sempre gli era capitato di tenere da trent’anni in qua. Tra le sue annate migliori, il nuovo quinquennio amministrativo, che si aprirà tra qualche mese, includerà il fatidico 2013, e far che tutto giri e fili liscio restando fuori dalla Stanza ovale sarà ardua veramente, anche per un filibustiere come lui. Prima di cedere, comunque, come capita a ogni despota che si rispetti, Il Grande Cameriere le proverà tutte in questi due mesi di manovre che gli restano. Ma non basterà! Non gli basteranno i voti delle maestranze Bortolas, né quelli arcisicuri provenienti dal suo feudo di Pampeago. Né gli sarà d’aiuto subissare di sms il suo fido, interessato elettorato. Né pagar grappe e grappini a destra e a manca. Né prometter ulteriori favori e patrocini. Questa volta non ha scampo. Non ci saranno 22 voti di scarto a suo favore, bensì oltre 100 a suo danno. Questa volta la squadra che gli fregherà la vittoria è ben assortita ed equilibrata. Ed è stata allestita con strategia inaspettata, piazzandogli con sapienza dei ruba-voti ovunque: nella Banda, nel Genzianella, nella Cornacci, nelle associazioni di categoria…
Finisce così un’era lunghissima, durata oltre 30 anni. Esce di scena il personaggio che più di tutti ha rappresentato la teseranità: il Grande Cameriere che, con indubbia capacità, è riuscito a soggiogare per 3 decenni consecutivi la quasi totalità del popolo locale. Allettandolo con sapienti equilibrismi, giochi e cotillons e disponendone poi a piacimento. L’uomo che ha saputo trarre il massimo vantaggio anche dalle pesantissime tragedie patite dalla valle (dal Cermìs 1 al Cermìs 2, passando per Stava). L’uomo che all’indomani del 3 febbraio 1998, con i 20 cadaveri ancora caldi all’obitorio, in televisione ebbe il coraggio di dire “Adesso i Mondiali dovranno darceli per forza”.
L’Orco
Ha ragione. Infatti sta per finire anche il regno del signor P. L’aria in paese si è fatta pesante. La pentola a pressione sibila pericolosamente. Bisognerebbe abbassarle il fuoco sotto. Ma i pompieri sono fuori servizio e in troppi sperano di godersi il grande spettacolo della città in fiamme. C’è un clima da notte dei lunghi coltelli. Questa volta non ci saranno santi, il botto si sentirà lontano. La resa dei conti è alle porte e non ci risparmierà macerie e feriti. A Toronto, o a Vancouver, o in qualsiasi altro diavolo di posto si trovi in questo momento, i sonni del Grande Cameriere si stanno agitando. Le telefonate Italia – Canada e ritorno in questi giorni non si contano. Accidenti, proprio adesso, con tutti gli intrallazzi in corso… Non ci voleva davvero, cazzo!
Ma chi poteva immaginare un epilogo così imprevisto? Le cose sono precipitate (addosso al signor P) per la sua troppa supponenza. O forse per uno di quei casi del destino che ti si ritorcono contro proprio mentre credi di poter girare a tuo favore, ancora una volta, una situazione non esattamente positiva. E’ stata l’uscita dalla Giunta di un assessore, con violentissima sbattuta di porta, a non venire sufficientemente valutata nelle sue conseguenze. E da lì la catena degli eventi si è dispiegata a tutto vantaggio dell’uscente e di quelli che a lui si sono subito aggregati. Guarda un po’ te, alle volte…
Per la prossima legislatura il signor P aveva già programmato per bene le cose, certo di poter contare su un Consiglio ecumenico, tranquillo e obbediente. Per potersi avvicinare all’Evento con le redini dell’Amministrazione comunale ben salde in mano. Come sempre gli era capitato di tenere da trent’anni in qua. Tra le sue annate migliori, il nuovo quinquennio amministrativo, che si aprirà tra qualche mese, includerà il fatidico 2013, e far che tutto giri e fili liscio restando fuori dalla Stanza ovale sarà ardua veramente, anche per un filibustiere come lui. Prima di cedere, comunque, come capita a ogni despota che si rispetti, Il Grande Cameriere le proverà tutte in questi due mesi di manovre che gli restano. Ma non basterà! Non gli basteranno i voti delle maestranze Bortolas, né quelli arcisicuri provenienti dal suo feudo di Pampeago. Né gli sarà d’aiuto subissare di sms il suo fido, interessato elettorato. Né pagar grappe e grappini a destra e a manca. Né prometter ulteriori favori e patrocini. Questa volta non ha scampo. Non ci saranno 22 voti di scarto a suo favore, bensì oltre 100 a suo danno. Questa volta la squadra che gli fregherà la vittoria è ben assortita ed equilibrata. Ed è stata allestita con strategia inaspettata, piazzandogli con sapienza dei ruba-voti ovunque: nella Banda, nel Genzianella, nella Cornacci, nelle associazioni di categoria…
Finisce così un’era lunghissima, durata oltre 30 anni. Esce di scena il personaggio che più di tutti ha rappresentato la teseranità: il Grande Cameriere che, con indubbia capacità, è riuscito a soggiogare per 3 decenni consecutivi la quasi totalità del popolo locale. Allettandolo con sapienti equilibrismi, giochi e cotillons e disponendone poi a piacimento. L’uomo che ha saputo trarre il massimo vantaggio anche dalle pesantissime tragedie patite dalla valle (dal Cermìs 1 al Cermìs 2, passando per Stava). L’uomo che all’indomani del 3 febbraio 1998, con i 20 cadaveri ancora caldi all’obitorio, in televisione ebbe il coraggio di dire “Adesso i Mondiali dovranno darceli per forza”.
L’Orco