In un'intervista di qualche tempo fa, data alla stampa locale, il presidente di Transdolomites, Massimo Girardi, confrontava l'idea del "Treno dell'Avisio", che l'associazione sta promuovendo da anni, con il cosiddetto BRT (acronimo di bus rapid transit) la cui stazione di Cavalese è in fase di ultimazione. Tra le due soluzioni, per Transdolomites (e anche per noi) la prima sarebbe stata sicuramente preferibile per tutta una serie di ragioni che Girardi ha puntualmente elencato. Peccato che l’idea di una efficientissima mobilità pubblica, davvero alternativa a quella privata, Il Treno dell'Avisio appunto, preveda come scenario principale sul quale tradursi eventualmente in realtà, le valli avisiane di Fiemme e Fassa (Cembra, per sua fortuna, fa storia a sé) accomunate ormai dall'identica inguaribile magagna: l'over turismo.
Il progetto pare quindi di difficile realizzazione, non tanto per le difficoltà tecniche, oggigiorno ampiamente superabili, bensì per lo scoglio culturale insormontabile rappresentato dalle abitudini poco ecosostenibili della massa illimitata dei vacanzieri che invade questi territori da gennaio a dicembre senza soluzione di continuità.
Specialmente il turismo invernale (e di conseguenza i comportamenti di quanti ne fruiscono) è quanto di più distante dal concetto di sostenibilità ecologica si possa trovare. Il cosiddetto circo bianco è sostanzialmente popolato da persone con scarsa consapevolezza dei problemi ambientali connessi e derivati da questo tipo di attività economica. Persone che raggiungono le piste con l’unico scopo di consumare un prodotto, che l’industria dello sci ha furbescamente ben imbandito sulla tavola del divertimento coatto in più di quarant’anni di marketing martellante.
Turisti 4.0 che i grand commis dell’industria dello sci hanno plasmato a loro immagine e somiglianza: rispetto della montagna, dei suoi ritmi, dei suoi silenzi, della sua sacralità, zero! Piste in stile luna park, illuminate a giorno sino a mezzanotte. Neve artificiale, rigorosamente artificiale (perché più performante). Fuochi d’artificio e botti fragorosi come a Napoli a San Silvestro per ogni minima occasione. Questa danarosa moltitudine sin troppo spensierata, forzata dalla propaganda al divertimento senza fine, attirata dagli strateghi del marketing verso questa montagna denaturata e “plastificata” non raggiunge ovviamente la meta in torpedone o in taxi. Nell’andirivieni della statale 48, da Ora a Canazei, sfrecciano per lo più ciclopici suv e berline di gran lusso.
Pensare che questi indisciplinati fruitori del territorio altrui, abituati alla confort-zone dei loro esclusivi magnificenti autoveicoli si abbassino all’umiliazione di dover salire su un bus, ancorché efficiente e rapido, per percorrere un tratto di strada a stretto contatto con dei comuni mortali e, soprattutto, si assoggettino ai vincoli di un orario prestabilito, riteniamo sia pura utopia. Potremmo anche sbagliarci, ma molto probabilmente il BRT sarà un flop. Comunque sia, nessun problema. I lavori per la realizzazione della Hauptbahnhof BRT di Cavalese stanno procedendo e i relativi 12 milioni stanziati per l’opera finiranno come previsto nelle tasche giuste. Questo era il vero obiettivo del BRT. Obiettivo pienamente raggiunto!
L.D.