Ecco
perché l'ex assessore Alan Barbolini uscì sconfitto dal confronto elettorale del
prossimo 10 maggio 2015. Per i frequentatori abituali del blog le
ragioni erano in verità già note e facilmente rintracciabili in
precedenti vecchi post. Ma per l'occasionale lettore delle nostre
pagine ricapitoliamo i motivi principali dell'annunciata débacle. Il
primo (il clamoroso peccato originale) fu l'aver scelto cinque anni
fa l'uomo sbagliato. L'allestimento della lista civica Cambiare per Crescere , con l'intenzione di "cambiare verso" al paese dopo i 15
anni ininterrotti della premiata ditta Delladio & Degodenz, pur
auspicata da gran parte di uno stanco elettorato, partì con il
grosso handicap della mancanza in canna di un candidato sindaco.
Ovverosia, né Barbolini, né Carpella, né Iellici (col senno di
poi, proprio lei sarebbe stata la miglior scelta possibile per
cambiare davvero le cose) se la sentirono di caricarsi direttamente
sulle spalle l'onere di quella poltrona. Cercarono quindi altrove e
alla fine riuscirono a convincere il semisconosciuto Francesco
Zanon. Sulle prime l'accettazione del Fiera sembrò un
segno della Provvidenza. Per Carpella si trattava addirittura della
miglior figura possibile per il passaggio dal vecchio regime
all'auspicato rinascimento paesano: uomo moderato, con disponibilità
di tempo, fuori da ogni pregresso gioco di palazzo e dunque - cosa a
Tesero tutt'altro che secondaria - capace di non disturbare la
suscettibilità dell'elettorato moderato. Purtroppo Zanon si dimostrò
immediatamente non all'altezza del compito. Troppo inesperto per potersi
imporre da subito all'interno degli Uffici comunali, troppo estraneo
per garantire l'unità della lista e, quando accadde, troppo debole
per difendere i suoi assessori di peso dagli "attacchi" del
segretario comunale. Le conseguenze all'interno della Maggioranza di
quel peccato originale si ripercossero a valanga per quasi tutta la
consigliatura con incomprensioni, doppigiochismi, rimpasti di giunta,
abbandoni, dimissioni, subentri e sostanziale annacquamento del
progetto politico elaborato nel 2010. Permettendo altresì ad
una minoranza pur bolsa e zeppa di scheletri nell'armadio di
esercitarsi con continuità nel tiro al piccione. Alla fine,
superati i due terzi del faticoso cammino Barbolini, vice di Zanon,
si trovò a doversi addirittura caricare di fatto oltre che del suo
anche del ruolo del sindaco. Allora però, in prospettiva di una sua
probabile candidatura diretta a primo cittadino, quell'onere
aggiuntivo forse lo ritenne vantaggioso. Ad ogni modo per fortuna
intanto il tempo passava e gli strepiti delle fazioni contrapposte
andarono via via affievolendosi. Il quinquennio che avevamo
speranzosi salutato come la Primavera di Tesero (cioè trasparenza
amministrativa, discussione dei problemi illuminata dalla ragione e
non dal gionco, analisi accurata delle priorità, oculatezza e
prudenza nella spesa, affrancamento dalle interferenze esterne e dai
ricatti dell'associazionismo paesano, buona piccola amministrazione)
stava malinconicamente per chiudersi. Ma non fu questa però la
principale ragione della sconfitta di Barbolini, che, onore al
merito, per dinamismo e impegno quotidiano fu senza ombra di dubbio
il miglior assessore ai lavori pubblici che a memoria si ricordi.
Nondimeno, detto per inciso, un grandissimo merito va comunque
riconosciuto a questa sbrindellata armata Brancaleone che il
popolino teserano - c'è da scommettere - avrà probabilmente
bocciato per inconcludenza: NON HA NEMMENO FATTO GRAVI DANNI E
ZAVORRATO IL PAESE DI ULTERIORI ONERI! E non è davvero poco! (Unico
rimpianto - probabile conseguenza degli avvicendamenti in Giunta che
fecero perdere il treno all'Esecutivo - la mancata realizzazione della
seconda centrale sul Rio Stava, la sola opera che obiettivamente
avrebbe avvantaggiato il Comune).
No,
non furono né l'inconsistenza della Maggioranza, né la mancata
aggiunta di inutili grandeur al palmarès già zeppo di
misfatti economico-ambientali realizzati nell'anzidetto quindicennio di
D. & D. (l'incompiuto Ecomostro de le Valene e il Green Monster de le Noalacce
sono i due più noti e recenti esempi), né gli errori tattici
commessi in campagna elettorale a far svanire i sogni di gloria del
Nostro. Fu, ancora una volta, la malefica interferenza del signor P.
Proprio lui. Lo pensavamo ormai lontano, preso nel suo nuovo ruolo di
consigliere provinciale in quel di Trento, a curare colà i suoi
interessi personali e a tessere le sue ragnatele in vista della sua
riconferma (con rilancio) nel 2018. Credevamo di essercene liberati
e invece... E invece eccolo di nuovo dietro le quinte del misero
teatrino della politica teserana. Nel suo ruolo prediletto di
mestatore, del quale era e resterà insuperabile maestro. La lista
antagonista che decretò la sconfitta del prode Barbolini è opera
sua. La nuova sindaca, la giovane albergatrice di Lago, una sua
imposizione. La scelta dei candidati, ora consiglieri di Maggioranza,
un suo interessato suggerimento: pescando nell'inesauribile bacino
dell'associazionismo teserano, che da sempre, rarissime eccezioni a
parte, garantisce i numeri pressoché certi per la vittoria. Tutto è
stato calcolato con precisione. Pure il dinosauro del consiglio
comunale Corrado Zanon (35 anni di anzianità dietro i banchi del
Sinedrio) è stato aggregato nuovamente alla lista non per caso. Sarà
ancora assessore e farà al contempo il fido pastore (o il filo con
la scossa) al muto gregge delle reclute di Maggioranza in
consiglio alle quali il grande Tessitore per riconoscenza, obbedienza
e soprattutto silenzio darà poi gloria nei tanti consessi "culturali"
del paese. Questa volta non ci sono state sorprese. Di fronte alla
soverchiante forza d'urto dell'esercito allestito da Degodenz,
Barbolini non poteva avere scampo.

Peraltro,
in filigrana il disegno del signor P era chiaro da tempo. Garantirsi
attraverso il nuovo esecutivo Ceschini, che lui telecomanderà da
Trento e al quale garantirà i suoi buoni uffici in Provincia, quella
visibilità e soprattutto quel consenso, che, diversamente, da qui
alle prossime elezioni provinciali sarebbe stato destinato
inevitabilmente in parte a perdere. Per riconfermarsi tra tre anni
nel parlamento trentino e poter ambire a uno scranno da assessore
(al turismo, ovviamente!) il signor P ha assoluta necessità di
accaparrarsi ancora una volta i voti dei Teserani visto che il suo
attuale ruolo di semplice consigliere non gli permette di coltivare
sufficiente gradimento fuori paese. Il voto "conco" sempre
benigno nei suo confronti gli sarà ancora indispensabile. Almeno
sino al 2018. Poi, forse, toglierà definitivamente il disturbo. Solo
una sua creatura, posta sullo scranno più importante di Tesero, poteva
quindi assicurargli la prossima remuneratissima riconferma a Trento.
Così
pensò. Così decise. E così fu!
L'Orco