
Marco Travaglio
Innanzitutto un meritato “bravi!” alla banda di Dodiciville–BZ e alla M^ Cäcilia Perkmann per il concerto di mer. 19/11 (l’esibizione era in realtà una prova generale del prossimo impegno ufficiale previsto per sabato 28/11 a BZ). Come l’anno scorso, anche questa volta si è trattato di una notevole lezione di musica bandistica per il pubblico presente, purtroppo composto da non più di 40-50 persone in tutto, in gran parte bandisti e appassionati della musica per banda, recatisi al concerto per ascoltare. Una banda di questo livello meriterebbe senz’altro un pubblico più numeroso, ancorché silenzioso ed attento (elementi che, purtroppo, spesso mancano). Detto ciò, non posso non commentare il post “Che banda!”, dato che tira in ballo, con uno sfogo abbastanza gratuito, la banda di Tesero (che, ricordo, era coinvolta dal punto di vista organizzativo nell’evento di cui sopra -allestimento conchiglia su richiesta del CML-; inoltre, è il caso di ricordare che la BSEDT promuove la musica bandistica da 14 anni a questa parte anche con una rassegna primaverile, fuori stagione, che vede la partecipazione di bande di buon livello e che è sempre stata intesa come opportunità, offerta a bandisti e pubblico nostrano, di ascolto e di crescita musicale). Alcune considerazioni sintetiche circa le osservazioni poste da A.D.1. Perché chiamare in causa la banda di Tesero in un articolo teso a promuovere un concerto di un'altra realtà? Non bastava dire “stasera suonerà una banda che merita di essere ascoltata, siete tutti invitati”? O lo scopo principale era quello di denigrare, appunto gratuitamente, la banda di Tesero (e non solo, visto che il riferimento è a “qualsivoglia altro gruppo teserano”)? A che pro? Cosa abbiamo fatto di male ad A.D.? O forse trattasi di provocazione per il solo gusto di vedere la nostra reazione? Oppure il bersaglio era soprattutto il pubblico che viene ai nostri concerti e che, ahimè, latita in occasioni come quella cui sopra?
2. Dov’è tutta questa retorica sovrabbondante nei nostri concerti? Presentare (in maniera positiva, ovviamente) al pubblico il frutto di mesi di prove e impegno è per caso vietato? Mica diciamo, e ci mancherebbe altro, che siamo la miglior banda in circolazione o cose del genere: lungi da noi questo atteggiamento auto-celebrativo. Siamo consapevoli dei nostri limiti (come pure delle nostre potenzialità), tipici di un gruppo di musicisti amatori.
3. I ringraziamenti agli enti, oggettivamente, sono doverosi (per il sostegno sul piano economico di cui le associazioni come la nostra possono beneficiare) e sono aspetti che rientrano nell’evento “concerto”, non si possono certo eliminare. Mi sembra che ai nostri concerti quest’aspetto sia sotto controllo e rientri nella norma.
4. Il post apre con un riferimento alla sobrietà, alla “poca retorica”.Tuttavia, in contraddizione con questo auspicio, viene poi pubblicato il curriculum della banda di Dodiciville: non è forse anch’esso un po’ autocelebrativo? D’altra parte una presentazione in campo musicale, come in tanti altri ambiti, non può che essere connotata in senso positivo e auto-promozionale. 5. Il discorso del “suonare come motore aggregante di un gruppo di musicisti dilettanti” è senz’altro condivisibile e, poiché la critica era rivolta -di riflesso- alla nostra banda, va detto che siamo pienamente convinti dell’importanza di questo aspetto e il nostro costante impegno è proprio in quella direzione, senza tuttavia trascurare il piano sociale, aspetto che deve essere la naturale conseguenza dell’aggregazione intorno all’elemento fondante del suonare in gruppo, possibilmente al meglio delle proprie capacità.
6. Infine un’ultima precisazione: la banda di Dodiciville mer. 19/11 era sì composta da 40-45 elementi come viene detto nel post, ma in realtà l’organico al completo è di quasi 60 suonatori (cfr. www.mkz.bz.it/mitglieder.php e www.vsm.bz.it/de/bezirk bozen/musikkapellen.asp). Una quindicina di loro però mercoledì sera erano assenti.
Cordialmente, Massimo Cristel - BSEDT
Gentile Massimo, permettimi di dire che ti fa onore l’aver difeso le ragioni della banda che presiedi su una ‘tribuna’ non allineata come questa. Altri al tuo posto, in perfetto stile teserano, avrebbero soprasseduto. La dialettica è importante. Così si fa! Data la qualità del tuo scritto e la puntualità delle argomentazioni contrapposte alle mie lo ripropongo all’attenzione di chi legge e mi permetto qui di seguito una breve replica.
Dunque, la mia non è una provocazione gratuita. È una provocazione presuntuosamente speranzosa di vedere finalmente un soprassalto di coscienza collettiva che attendo invano da 30 anni. Che ancora non vedo. Che ancora non c’è. Che forse non ci sarà mai. Non che mi illuda, però magari, di provocazione in provocazione... Chissà. Ti sconcerto perché vedi da parte mia un attacco alla banda di Tesero? Non è esattamente così. Non è un attacco alla banda in senso stretto. È un attacco allo stile locale, al quale anche la banda dà naturalmente il suo bel contributo. Questo sì. È vero che voi benemeritamente promuovete concerti per banda e mettete a disposizione la vostra capacità operativa. E di questo ve ne sono grato. Ma un’associazione culturale musicale i concerti, oltre a promuoverli e a organizzarli, dovrebbe pretendere che perlomeno i suoi affiliati soprattutto li presenziassero. L’altra sera di bandisti al concerto ce n’erano una quindicina all’incirca, e gli altri 55 dov’erano? Ma non è questo il punto, perché gli impegni sono tanti e può anche capitare di non avere il tempo per. Il punto è che così è sempre. Non una volta ogni tanto. Fu così anche l’anno scorso in occasione della prima visita della banda di Dodiciville. E così accadde con la rassegna bandistica primaverile da voi organizzata; tant’è che per mancanza di pubblico dopo qualche anno modificaste la formula originaria che prevedeva due appuntamenti pomeridiani domenicali. Eccetera. Accade sempre, sistematicamente, quando non ci sono i nostri a fare la loro “bella fegüra!” (è una citazione dotta, molto significativa, di un tuo vecchio predecessore). È una defezione ‘fisiologica’ che mette a nudo la verità delle cose e cioè che in questo paese si millanta. Dopo anni di osservazione non ho più alcun dubbio in merito. E di millanteria in millanteria qualcuno poi potrebbe convincersi di essere ciò che non è e introiettare supponenza, che, come ben sai, inibisce ogni proposito di miglioramento. E qui certo il mio ragionamento include altre realtà paesane. Lo snobismo vale, con gradazioni diverse, per tutte le attività associazionistiche locali. Da un lato tutto viene sovrastimato, dall’altro, quasi tutto denigrato, e quasi sempre boicottato. Se sono dei nostri, teatro pieno, se sono foresti, teatro vuoto! Se facciamo noi, bellissimo, se fanno gli altri, merda…
Basterebbe soltanto un po’ di curiosità. Ascoltare, girare e confrontare per rendersi conto che neppure la produzione artistica locale è puro oro colato. Anche da noi ci si arrangia come si può e come fanno tutti. Con la differenza che dalle altre parti si ha il buon gusto di non enfatizzare troppo. E invece a Tesero (tornando alla banda) ad ogni vostro nuovo concerto l’autorità di turno che sale sul palco per i rituali saluti dell’amministrazione comunale ripete come un disco rotto che la sensibilità musicale di Tesero non ha eguali (un sindaco di un po’ di tempo fa si spinse addirittura a dire che forse, dal punto di vista musicale Tesero non ha pari in Europa!!!). Beh allora, se permetti che faccia 1 + 1, dico che c’è qualcosa che non va. Ci si vuole far passare per fessi. Perché se in campo musicale asserisci di essere il paese più sensibile d’Europa il teatro, con gioia ed attenzione, lo devi riempire sempre, non soltanto quando suona la banda del paese! Tanto più se a suonare (o a recitare, o a cantare) arriva qualcuno che sai essere di livello superiore al tuo. A questo proposito ti ricordo che persino l’orchestra Haydn, che dopo Stava si era resa disponibile a offrire annualmente un concerto commemorativo, ben presto, con un qualche pretesto, rinunciò a riproporsi al cospetto di un pubblico così sopraffino (‘memorabile’ fu l’adagio dell’ “Eroica” eseguito tra gente che russava in sala e un indecente andirivieni).
Questa è la retorica sovrabbondante cui mi riferivo. Posso capire il politico che ne approfitti, magnificando urbi et orbi alla platea in visibilio qualità e meriti che non ci sono; perché è qui che lui deve prendere i voti, non a Dodiciville! Capisco un po’ meno chi di fronte anche a prestazioni non eccezionali, o addirittura mediocri, accetti sempre e con rinnovato compiacimento l’encomio immeritato. Questa è un’ incapacità di autocritica pericolosa, che se non corretta o ravveduta sprofonda nel campanilismo più deteriore. Ma forse mi sbaglio e se è così chiedo scusa a te, al Maestro e a tutti i bandisti. Ciao
A.D.