
Tra le tante sagre di Tesero che qui ricordiamo, Sant’Eliseo profeta (14 giugno, patronale), Madonna de le Grazie (2^ de maggio, Lago), Santissima Trinità (maggio/giugno, rione Pedonda), Madonna Addolorata (3^ de settembre, Stava) e San Bartolomeo (24 agosto, Pampeago), ve n’è una dimenticata che si festeggiava, ancora sino a 50, 60 anni fa, nel pomeriggio dell’ultima domenica d’ottobre. Era la sagra del rione di San Gianardo (da Casa Rana e Casa Löbela sino al Brüstol) chiamata “sagra dei ravalessi”. Era una sagra atipica per Tesero. L’unica pagana (e forse per questo abbandonata). Come tutte le feste pagane, che venivano e vengono tutt’ora festeggiate in questo periodo stagionale, celebrava il passaggio dalla fertilità al riposo vegetativo delle campagne, dalla luce alla tenebra e in modo più criptico e simbolico dalla vita alla morte. Era una festa di ringraziamento a conclusione dell’anno agrario (che corrispondeva più o meno a quella di origine celtica, detta di Halloween, che si festeggia il 31 ottobre). Nel rione, per l’occasione, si lessavano i ravi (tipica orticola autunnale) che venivano serviti a tavola assieme a patate tonde e miel de saügo. Contemporaneamente i ragazzi si recavano te Piasòn per il caratteristico lancio de le móncele (le più grosse rape raccolte) facendole ruzzolare a valle. Questa particolare festa meriterebbe forse di venire riscoperta e riproposta ad uso e consumo dei soli residenti, visto che, da qualche tempo, è in discreta ripresa la coltivazione della campagna locale. Suggeriamo quindi al Comitato sagre di Tesero di farci un pensierino per il prossimo anno, allestendo davanti ai Conventi e alla chiesa di San Gianardo dei banchetti di pietanze fumanti, magari aggiungendo ai ravi, alle patate tonde ed al miel de saügo, del vino novello e delle castagne. E condendo il tutto, naturalmente, con la sopraffina musica de ‘l Bandin.
L’Orco
P.S.
A proposito di fine anno agrario e di ringraziamenti il presidente onorario della Mi.Sa.Po., signor Mario Delladio, non potendolo fare personalmente, ci chiede di far pervenire agli ignoti (e idioti) buontemponi che anche quest’anno si sono divertiti a roncare con motocross o fuoristrada le campagne di Milón e Porina, la sua più profonda gratitudine.
L’Orco
P.S.
A proposito di fine anno agrario e di ringraziamenti il presidente onorario della Mi.Sa.Po., signor Mario Delladio, non potendolo fare personalmente, ci chiede di far pervenire agli ignoti (e idioti) buontemponi che anche quest’anno si sono divertiti a roncare con motocross o fuoristrada le campagne di Milón e Porina, la sua più profonda gratitudine.