04/06/15

THE FACTORY OF IDEAS


Tourism promoters like English. They will change our valley and transform it into a green one through the factory of ideas. È bello sproloquiare in inglese. Appaga. Fortifica i concetti. Inframmezzando qui e là le locuzioni in italiano con qualche British word, il testo sembra addirittura acquisire più senso. Then heaven help us! Come siamo caduti in basso. Vezzo italico, in ossequio al C.L.I.L. (Content and Language Integrated Learning) qui in Trentino ostinatamente voluto da Rossi & C., indice di un inguaribile deleterio provincialismo.
 
L’ultima trovata degli anzidetti anglofili, già in precedenza proposta in altra salsa, è stata denominata ‘La fabbrica delle idee’. Si tratta in sostanza di un ‘tavolo’, o di un ‘confessionale’ al quale saranno invitati a partecipare e confessarsi i residenti di ogni ordine e grado, per trasformare la val di Fiemme – come recitava una nota pubblicità di calzature - in una valle verde. Ma pensa te. Le idee verranno raccolte e suddivise in base ai tempi teorici di realizzazione (dai sei mesi, ai dieci anni). Tre le questioni in ballo: la mobilità with its network services and green products, le sinergie tra soggetti economici diversi, l’allungamento ‘fuori stagione’ dell’offerta turistica. Null’altro è dato sapere. Né quale sarà il criterio di valutazione e di selezione delle opinioni accumulate, né con quali risorse le idee meritevoli d’encomio saranno eventualmente finanziate e quindi realizzate. L’impressione è che ci si trovi davanti all’ennesima sòla, ovvero a un pretesto per giustificare successivamente un obiettivo al momento ancora top secret. 
 
Noi, aderendo all’invito e con spirito partecipativo, il nostro contributo vogliamo comunque darlo. In particolare al tema della “Fiemme-Motion, mobilità e sostenibilità”, caro agli amanti del fuoristrada. Sì, perché a proporre la mobilità alternativa sono sempre quelli che, Giornata senz’auto a parte, un passo a piedi manco morti. Zero, picche, nisba, nada. Alla trasformazione in verde della mobilità e di tutto il resto, proprio loro, i gran sacerdoti della promozziòn, partecipano in concreto assai poco, sempre ed esclusivamente assisi sui loro enormi bianchi lucenti carrarmati. Quando, God willing, li vedremo girare con continuità in bicicletta o in sella al cavallo di San Francesco, recupereranno forse, oltre a un minimo di peso forma, anche un po’ di credibilità. 
Ecco dunque i nostri suggerimenti, che, per campanilismo, proponiamo ad uso e consumo esclusivo del nostro amato Tesero. Primo – Piazza Battisti. La sua trasformazione, così come prevista nei progetti secondo e terzo classificati al concorso di idee promosso dalla giunta Delladio circa sette anni fa, darebbe immediato sollievo al centro nevralgico del paese. Ne beneficerebbero le residue attività economiche di vicinato e la sicurezza stradale. Una piazza del tutto priva d’automobili, con le sue numerose possibilità di utilizzo, col sovrappasso pedonale a collegare Pedonda con Via 4 Novembre, sarebbe davvero il tanto atteso fiore all’occhiello del paese. Se ad essa si aggiungesse la prevista qualificazione di piazza Nuova, col relativo interramento delle auto oggi depositate in superficie, nessuna lamentanza potrebbe più essere sollevata da parte di quanti volessero avviare o ri-avviare attività di piccolo commercio nel centro.




Secondo – Collegamento pedonale Tesero – Piera. È un’infrastruttura arcinecessaria. Darebbe modo a chi volesse raggiungere la zona commerciale della frazione di arrivarvi in sicurezza senza dover usare obbligatoriamente l’automobile. Sarebbe anch’essa un’opera di grande valenza ecologica. Proposta già nel lontano 1993 dal gruppo consiliare dei Verdi, per eseguirla era stata promossa anche una petizione popolare. Realizzare un marciapiede con la possibilità di venir usato all’occorrenza anche come pista ciclabile, nell’anno di grazia 2015 non dovrebbe essere una mission impossible. Eppure sono passati 3 mondiali, ma quel chilometro e mezzo di strada ciclo-pedonale aggiuntiva non è stato ancora realizzato. Se Gilmozzi in occasione della penultima campagna elettorale provinciale vaticinava addirittura una ferrovia sulla 48, la sensazione di essere stati presi per il culo per oltre vent’anni c’è davvero tutta. Terzo e, per ora, ultimo suggerimento – Bandire la circolazione interna al perimetro del Centro Storico dai fuoristrada e dai S.U.V. (Sport Utility Vehicle) nella fascia oraria 18,00 – 06,00. Si creerebbe così una Z.T.L. light, capace di dare tranquillità ai pedoni estivi in movimento per le vie, di ridurre i rumori molesti e l’inquinamento e di aumentare invece il piacere sopraffino dei filò e del gossip outdoorTake note!

I wish you well
 
L'Orco 

03/06/15

UN TESERANO A TORINO



Ranieri Paluselli, uomo sensibile di vivido talento artistico, da anni risiede a Torino. Musicista eclettico, percussionista di livello assoluto, fotografo naturalista, showman.

02/06/15

E CHI CI CREDE...

L'Anonimo delle 14,05 del 2 giugno 2015 scrive: "malcontento sicuramente tanto, gran parte delle persone dicono di aver votato Barbolini però i conti non mi tornano, ora se vogliamo sapere cosa bolle in pentola bisogna saper attendere o se non sei armato di pazienza, basta chiederlo direttamente al Signor p (e non P)."

Dunque, chiariamo, brevemente. In pentola bolle la solita minestra. Peraltro alquanto rancida. Fase uno: il voto del 10 maggio. Doveva normalizzare alcune anomalie amministrative, che più o meno casualmente, dal 2010 avevano impedito alla premiata ditta GI - DE s.n.c. di dare fondo a tutte le sue potenzialità. Le anomalie in questione, sino a quella fatidica data, erano tre. L'amministrazione comunale di Tesero, guidata da Francesco Zanon, l'amministrazione comunale di Ziano guidata da Fabio Vanzetta (Gracco) e l'ex Compresorio, ora comunità di Valle, guidato da Raffaele Zancanella. A Tesero Barbolini, il successore designato di Francesco Zanon, è stato eliminato come sappiamo e a Cavalese Zancanella, essendo quella carica espressione dei consessi comunali, sarà defenestrato a breve e sostituito da tale Michele Malfer (pedina di GI), anziché - come prevedeva inizialmente lo spartiò tra GI e DE - dall'attuale vicesindaco di Tesero. L'unico sassolino che il duo d'assi provinciale non è riuscito a togliersi dalle scarpe è il sindaco di Ziano, plebiscitato dai suoi concittadini per la terza volta consecutiva. Pazienza, avranno pensato i due. In fondo Ziano non è né Cavalese, né Predazzo, né Tesero, e il suo peso specifico è, tutto sommato, poca cosa. Normalizzate quindi le amministrazioni più autonome, la fase due (già avviata) prevede di alimentare una campagna giornalistica a favore della candidatura di Fiemme per l'organizzazione del quarto mondiale di fondo. In questi giorni infatti i due main stream locali (Adige e Trentino) hanno aperto il fuoco sull'argomento quasi in simultanea. "Volontari in festa", "I volontari sognano il quarto mondiale", eccetera. Non appena il popolino avrà metabolizzato per bene questa seconda fase e la quarta edizione da semplice 'sogno del volontariato' si trasformerà miracolosamente in Generale Volontà Popolare, la candidatura potrà essere ufficializzata. La terza fase (quella che soprattutto interessa geometri e imprese) per intanto rimarrà sottotraccia. Sarà soltanto l'upper class fiemmese a parteciparvi. Essa dovrà cogitare le opere "necessarie" per l'Evento. A quel punto la GI - DE accoglierà in Provincia le istanze vere o presunte dei maggiorenti locali, le smanie delle amministrazioni più furbe e più forti, i suggerimenti delle casse rurali, le piccole pretese delle associazioni: la bretella lì, il sottopasso qua, la nuova sala là, eccetera, eccetera, sulle quali inizeranno a ricamare le 'argomentazioni' a sostegno che verranno più o meno velocemente fatte circolare. E come nella celebre aria del Barbiere rossiniano:

Un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
 
esse si insinueranno a tal punto che, improvvisamente, un giorno a caso, diventeranno Opere Imprescindibili di Interesse Generale.

 
L'Orco

31/05/15

LA MASSA CRITICA E IL FENOMENO DELLA CENTESIMA SCIMMIA


Il concetto di «massa critica», che in fisica individua la quantità di materiale fissile (uranio, plutonio) necessaria ad innescare una reazione a catena, viene utilizzato per analogia dalla nuova cultura emergente per indicare un processo di cambiamento sociale indotto da una minoranza attiva quando raggiunge un certo grado di numerosità o di intensità. L’antropologa statunitense Margaret Mead scriveva: «Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. Questo infatti è quanto è sempre successo». Esempio assai citato per spiegare il processo di mutamento socioculturale per massa critica è il cosiddetto fenomeno della centesima scimmia raccontato, in termini metaforici, dallo scrittore inglese Lyall Watson, che prese spunto da una reale ricerca sul comportamento di un gruppo di scimmie giapponesi, del genere «macaca buscata». Alcune di tali scimmie avevano imparato spontaneamente a lavare le patate per eliminare la sabbia e altre incrostazioni prima di mangiarle. La nuova conoscenza si diffuse nel gruppo molto lentamente, per imitazione, ma ad un certo momento, quando il numero delle scimmie che adottavano questa nuova abitudine raggiunse una certa soglia numerica, la pratica si diffuse in un tempo brevissimo all’intera comunità delle scimmie, e tutte iniziarono a lavare le patate. Fu un «macroshift», un cambiamento improvviso e radicale di comportamento dovuto al raggiungimento di una massa critica. Watson prese spunto da questo fatto e, arbitrariamente, ipotizzò che il gruppo che lavava le patate fosse di 99 scimmie (rispetto alle migliaia che non le lavavano) e che una «centesima scimmia» che aveva anch’essa imparato a lavare le patate aveva determinato il raggiungimento della «massa critica» che aveva indotto quel vistoso cambiamento collettivo di costumi. La metafora della centesima scimmia, o della soglia di innesco del cambiamento, anche se ancora non scientificamente provata, è intuitivamente plausibile ed è stata recepita da milioni di persone come realtà potenziale: se un numero sufficiente di persone cambia in meglio un comportamento o realizza una nuova consapevolezza, si crea una «massa critica» che catalizza in una società (o nell’intera umanità) una trasformazione pressoché istantanea, una reazione a catena.

Tratto da "I CREATIVI CULTURALI" Xenia Edizioni


INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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