In etterno verranno a li due cozzi:
questi resurgeranno del sepulcro
col pugno chiuso, e questi coi crin mozzi.
Mal dare e mal tener lo mondo pulcro
ha tolto loro, e posti a questa zuffa:
qual ella sia, parole non ci appulcro.
Or puoi, figliuol, veder la corta buffa
d’i ben che son commessi a la fortuna,
per che l’umana gente si rabuffa;
ché tutto l’oro ch’è sotto la luna
e che già fu, di quest’anime stanche
non poterebbe farne posar una".
(...)
Dante - Inferno Canto VII
Mancano solo pochi giorni. I demoni dell’avidità e del denaro “facile” sono quasi pronti a scatenarsi. Dal 30 novembre prossimo, prima domenica d’avvento (non soltanto di nostro Signore Gesù Cristo, ma, soprattutto, dei kamikaze che si riverseranno in queste valli per essere letteralmente spennati) inizierà la più grande predazione della storia ai danni di questo territorio, che in una crescente frenesia giungerà al parossismo tra una sessantina di giorni.
La parte più “indemoniata” e insaziabile dei residenti, manco stesse uscendo dalla più nera miseria postbellica…, sta ultimando l’allestimento della grande trappola olimpica acchiappa denaro. Dagli alberghi e dai ristoranti rimessi a nuovo, alle ristrutturazioni edilizie private pronte a cavare 10.000 euro a settimana, siamo agli ultimi dettagli (la posa sulle fioriere dei coppi di brugo bicolore e delle “dase” di peccio), poi la famelica attesa di quell'ingorda minoranza finirà.
“Oro, oro, altro che pézi!” diceva al tempo dei primi mondiali di sci un anonimo entusiasta “profeta” ai microfoni di Radio Fiemme. Ed in effetti, a ragion veduta, quel “profeta” ci ha preso in pieno: da allora i "pézi" delle nostre foreste (l’oro verde di un tempo) si sono ridotti abbondantemente, mentre l’oro giallo nei caveau della cassa rurale s’è accumulato a dismisura.
Nel frattempo, anche le comunità locali, solidali, autentiche, sinergicamente legate a questi luoghi e al suo territorio, identificate nei valori quasi millenari rappresentati dalla Magnifica Comunità (Generale) di Fiemme si sono sostanzialmente dissolte. Delle rustiche e tenaci Genti di Fiemme rimane ben poco, retaggio di un mondo ormai scomparso. Il “grande evento”, dunque sancirà l’ingloriosa fine dell’identità fiemmese.
Adesso il centro di gravità permanente di chi abita questa vallata è proprio la cassa rurale, ingranditasi a dismisura grazie a quei demoni.
È questo il nuovo tempio che gli accumulatori seriali dello sterco del demonio frequentano riverenti ogni giorno e dove al prezioso metallo, custodito nei suoi blindati sotterranei, tributano le lodi più grandi.
L'Orco
