Lo
duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo
sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E
quindi uscimmo a riveder le stelle. (Dante - Inferno, canto XXXIII)
Evviva,
evviva la Specola di Tesero, inaugurata in gran pompa un po’ di tempo
fa al cospetto delle autorità civili accorse numerosissime (i buffet
a
gratis
sono un’irresistibile attrazione per i politici di ogni ordine e
grado) e religiose (ma che giammai lo sappia il Cicap!).
Gran
cosa davvero il nostro piccolo osservatorio con la sua cupoletta in
simil Monte
Palomàr.
Nostro, dico, di Tesero, perché pagato anche dalla collettività
paesana con denaro sonante (una cifra irrisoria: poco meno di un
milione di dollari). Oltre che con l’asservimento, vita natural
durante, di una parte di territorio comunale e l’accollo, per
altrettanto tempo, degli immancabili oneri di manutenzione (già
cinque finestre della nuova struttura hanno i vetri rotti), che
subito graveranno in capo alla nostra amministrazione. Non già a
quelle di Cavalese o di Predazzo, tanto per far due nomi. Ma tant’è,
la gloria, se la si vuole, costa eccome. Però, però… almeno un
po’ di sano amor proprio, diamine! Se per l’appunto quel sito
pseudoscientifico fosse stato edificato sul suolo in uno di quei due
paesi di certo non sarebbe stato chiamato Osservatorio
Val di Fiemme,
ma giustamente e campanilisticamente Osservatorio astronomico di
Cavalese, ovvero di Predazzo. Qui no. Noi siamo Cònchi
non Slargalòche o Lóvi
e qui è vezzo antico far conoscere al mondo il nostro smisurato
orgoglio paesano mascherandolo sempre con massicce dosi di falsa
modestia. Dunque, ligio a questa regola nostrana non scritta,
immaginiamo che quel birichino del Presidentissimo nulla abbia
eccepito allorquando venne decisa quell’ecumenica denominazione che
spartisce immeritatamente
la fama e gli onori della celeste struttura di Monte
Zanon
tra tutti i paesi della valle, ma niente affatto gli oneri e le rogne
a carico esclusivo di Tesero.
Con
l’orgoglio anzidetto ma con un po’ più di coraggio, facendo
omaggio ad un’illustre astrofisica da poco scomparsa che soggiornò
nel nostro paese in un paio d’occasioni, sarebbe stato giusto oltre
che bello chiamarlo Osservatorio
Astronomico di Tesero “Margherita Hack”.
Ario