
Non ci siamo mai illusi che questi giovani amministratori, per il solo fatto di avere trent’anni o giù di lì e non settanta, potessero dare qualità al governo del paese. No, non lo abbiamo mai pensato. Anzi, temevamo esattamente il contrario! Soltanto i poveri di spirito avvezzi ai luoghi comuni e al politicamente corretto potevano crederlo. Noi pensavamo che essi, proprio per il fatto di essere figli della decadenza e del disfacimento sociale, non avrebbero potuto che agire conformemente ai valori di riferimento di questa società. I fatti sinora ci danno ampiamente ragione.
La pecca più clamorosa ed evidente di questi nuovi barbari è ovviamente l'insensibilità. Non hanno la minima consapevolezza delle conseguenze di ciò che fanno o non fanno; dell’enormità di decisioni che, prese con l’ottusa leggerezza dell’insipienza o non prese per l'assoluta mancanza di autorevolezza e conoscenza, da un canto, ad esempio, annichiliscono in un niente decenni di storia e di memoria collettiva e dall'altro pregiudicano gravemente il presente e il futuro della salute pubblica e della nostra qualità della vita.
La pecca più clamorosa ed evidente di questi nuovi barbari è ovviamente l'insensibilità. Non hanno la minima consapevolezza delle conseguenze di ciò che fanno o non fanno; dell’enormità di decisioni che, prese con l’ottusa leggerezza dell’insipienza o non prese per l'assoluta mancanza di autorevolezza e conoscenza, da un canto, ad esempio, annichiliscono in un niente decenni di storia e di memoria collettiva e dall'altro pregiudicano gravemente il presente e il futuro della salute pubblica e della nostra qualità della vita.
Ma fa lo stesso, nessun problema. E' il gioco del potere bellezza: "Siamo o non siamo noi gli eletti?"
Così, giratisi dall’altra parte, eccoli sedersi dietro a un tavolo, in una sala qualsiasi di uno dei tanti templi culturali di questo paese analfabeta ed acchiappare ratti, con la consueta disinvolta noncuranza, il loro strumento preferito, il microfono, per parlare a vanvera di toponimi locali, presentare libri di storia patria e disquisire di tradizioni e del tempo che fu…
Purtroppo, come diceva il buon Alex Zanotelli, sono soltanto dei "tubi digerenti", arroganti, viziati e viziosi. Nessuna qualità precipua che ne caratterizzi il legame col territorio e la cultura di provenienza li distingue e li differenzia da altri amministratori di altri luoghi, tanto che, ad esempio, potrebbero essere perfettamente interscambiabili e posti a governare - si fa per dire - una località balneare.
In verità hanno un unico credo autentico, quello del non lasciarsi scappare e del cogliere con astuzia e cinismo, pro domo loro, ogni occasione che gli si presenti.
Non è un caso se questa giunta comunale, il peggior esecutivo della storia del paese, è guidata (in tandem con uno spregiudicato co-pilota) da una trentenne carrierista che non ha esitato a buttarsi in un’avventura davvero fuori dalla sua portata. Però era un’occasione unica per garantire ad entrambi i comandanti un futuro (e un presente) all’altezza delle loro smisurate ambizioni. E, appunto, l'hanno colta. Ma a nostro danno, visto che la loro canaglieria ha trasformato Tesero in un far west in cui vige soltanto la legge dell'appartenenza e dei leccaculo.
D’altronde, la politica della sciatteria e dei circenses non da oggi in questo paese 'paga'. Perché dunque cambiarla? Il problema a questo punto è - se possibile - come uscirne. Siamo pessimisti, i presupposti mancano del tutto. Finché la cassa di risonanza del malcontento sarà relegata in un blog dove le esternazioni di chi si oppone, per fobica paura o per vigliaccheria, non vengono mai sottoscritte e rivendicate alla luce del sole, questi scellerati continueranno a fare ciò che vogliono. Non c'è alternativa: bisogna creare una massa critica di persone ben identificabili (se ce ne fossero almeno dieci, sarebbe già una gran cosa). Soltanto allora si potranno far valere, almeno in parte, anche le ragioni della contrarietà. Se la si vuol capire, bene. Altrimenti non ci resterà che aspettare lungo le rive dell'Avés il passaggio dei loro cadaveri.