Egregia
Elena, ho ricevuto, lunedì 13 aprile 2020, come ogni altro
compaesano, la busta contenente le famose mascherine sanitarie, della
cui distribuzione da qualche giorno la P.A.T. aveva già informato i
residenti in provincia.
Orbene,
acclusa alla busta contenente i due d.p.i. ho trovato anche una Tua
lettera. Ti confesso che dopo averne attentamente letto il testo i
santissimi mi si sono moderatamente girati. Naturalmente due righe
d’accompagnamento alla consegna dello straordinario plico, da parte
della prima cittadina, ci stanno; e ribadire alcuni concetti, magari
anche. Però l’opinione personale sul tempo che stiamo vivendo
diffusa urbi et orbi a mezzo stampa, infarcita di abbondanti
dosi di captatio benevolentiae e lisciamenti di pelo dal
chiaro sapore propagandistico, no.
Che
a Te, vista la Tua giovane età, questo periodo sembri… la fine
del mondo posso capirlo (anche se faccio fatica a crederTi). Ma
questo è il Tuo parere, che non collima affatto col mio e immagino
neanche con quello di altri concittadini. Per me, che ho qualche anno
più di Te, e che ho una sensibilità affatto diversa dalla Tua,
questo periodo, certamente straordinario e drammatico dal punto di
vista sanitario per chi sfortunatamente è stato colpito dalla
malattia e per le strutture ospedaliere, in virtù della parziale
serrata delle attività produttive e del confinamento domestico
forzato della popolazione è parso invece un momento di tregua
ambientale, col ritorno, purtroppo solo temporaneo, a quella
tranquillità, persa ormai definitivamente, che caratterizzava il
paese e la valle all’incirca sino al 1980. Poi, la progressiva
accelerazione turistica, conseguente, nel nostro paese, alla tragedia
di Stava, ha via via dequalificato l’ambiente nel suo insieme e la
vivibilità di questi luoghi. In questi due mesi circa abbiamo
beneficiato, tanto per fare qualche esempio, di aria pulita (poche auto e Misconel
chiuso), abbiamo goduto del silenzio notturno, non abbiamo dovuto
registrare incidenti stradali né constatare ulteriori furti in
casa, eccetera. E, da quando la stampetta locale s'è dovuta occupare
del Covid19 e non più di M49, dell'orso ce ne siamo dimenticati in
fretta e le 'efferate' stragi dei lupi, ingigantite dai giornaletti
provinciali da avanspettacolo a uso e consumo dei poveri di spirito,
sono state anch'esse derubricate. Se di questi positivi effetti
collaterali la lettera avesse in qualche modo fatto menzione, avrei
potuto anche condividerla. Invece, le Tue parole testimoniano una
visione riduzionistica delle cose, dando per scontato che finita
l’emergenza tutto tornerà come prima e che questo e solo questo è
e sarà il modo di procedere anche in futuro. Forse hai ragione, ma
non illuderTi. Se non ci trovassimo al cospetto di persone,
massimamente quelle più giovani, totalmente incapaci di vedere
l’evidenza dei fatti, questa pandemia avrebbe potuto, anzi, dovuto
essere l’occasione non già per ribadire slogan bambineschi e poco
rispettosi (chiedere ai familiari di chi di corona virus è defunto),
affiggendoli addirittura al balcone del palazzo comunale, bensì,
prima che sia troppo tardi, per proporre una meditazione generale sul
come stiamo procedendo e dove vogliamo arrivare. Certo, l’intoppo della
macchina economica
provocato dal contagio sortirà contraccolpi di un qualche rilievo,
ma dire che la situazione è surreale perchè gli alberghi e i
ristoranti sono chiusi e le strade sono quasi deserte... e che
viviamo come sospesi, in un silenzio cui non siamo più abituati...
conferma quanto scriveva qualche giorno fa Marco Travaglio in un suo
editoriale sul Fatto
“(…)
quando tutto sarà finito, sarebbe una tragedia tornare alla
normalità di prima, perché prima nulla era normale. Ma, se non ci
diamo da fare per convincere un po’ di gente, riaprirà presto quel
gigantesco manicomio dove un 99,9 percento di matti che si credono
sani tratteranno da matti lo 0,1 percento di sani.”
Ecco,
siccome le cose, senza alcun dubbio, peggioreranno ancora, (gli
ultimi vent'anni sono stati un' escalation di eventi drammatici
precedentemente inimmaginabili) pretendere di continuare in questo
modo, anzi auspicarne un rilancio, è pura follia. E se così la
pensa, ahimè, l’albergatore insaziabile o l’impiantista spregiudicato
me ne faccio una ragione, ma non posso accettare che la pensi così anche chi di questa comunità pretende di esserne la guida.
L'Orco
P.S.
Da
più di due mesi sto aspettando la Tua risposta a una mia legittima
istanza consegnata brevi manu in Comune (Prot.733 del
30/01/2020). All'epoca il Covid19 non era ancora una priorità
dell'Amministrazione e il tempo per duellare sui quotidiani locali a
strettissimo giro di posta con un Tuo probabile prossimo avversario
elettorale lo trovavi sempre. "Stare vicina in tutti i modi
alla popolazione" in tempo di guerra, come in tempo di pace,
vuol dire anche confrontarsi e dare risposte con celerità a chi,
come il sottoscritto, versa annualmente a codesta Amministrazione
imposte comunali per importi assolutamente incongrui rispetto ai
servizi e alla qualità della vita che da questo Comune riceve.