Se
volé pònti strenti e, so 'n Porina, strade che va ‘n slavina,
votà democristina
(Mario Zen, 1951).
Durante le dispute elettorali paesane dell’immediato dopoguerra si
battagliava e si cercava il consenso anche così. A
dimostrazione di quanto
in quegli anni lontani fosse sentito dall'intera comunità il
problema della buona viabilità intercomunale di servizio.
Allora l’agricoltura e la zootecnia erano la prima economia del
paese e le strade che conducevano agli arativi (ogni metro quadrato
veniva sostanzialmente coltivato) dovevano essere tenute al meglio
per garantire il transito sia ai carri a trazione animale, sia ai
caridié
a trazione umana. Adesso in campagna per lavoro e non per spasso ci
vanno solo pochi irriducibili stacanovisti, ostinati coltivatori di
un campetto qui e uno là, nonostante le rese economicamente
sconvenienti. Forse è per questa ragione, o forse per atavica
trascuratezza, che la manutenzione dei collegamenti dal paese alle
due principali località agricole, Saltogio e Porina/Milon, da tempo
non è più una priorità per le nostre amministrazioni comunali. Di
tanto in tanto, quando proprio un minimo di aggiustamento è
improcrastinabile, vi si manda una squadra di manutentori recuperata
attraverso le cooperative per l’impiego temporaneo, senza un ordine
di servizio preciso e attrezzata alla bell’e meglio, così tanto
per far giornata. Di solito la squadra si arrangia e lavora "a sua
discrezione", senza cioè che il capo
omeni
del comune ‘l sé 'nfestidie
di fare un salto sul posto per darle un’occhiata. Ed è proprio a
seguito di quelle sistemazioni improvvisate e ad
libitum
che per l’utente occasionale di passaggio il rischio d’incidente
aumenta. Se sei stato informato dei lavori appena eseguiti, prima di
recarti nel campo ti conviene fare una scappata in chiesa e recitare
almeno cinque "Angelo di Dio...". Se invece nessuno ti ha
avvisato e ti rechi soprappensiero, per esempio te Milón,
per cavare un paio di solchi di patate,
rischi se ti va bene di ritrovarti con l’ammortizzatore anteriore
dell’Ape in cabina e gli attrezzi riposti nel cassone so
par i óri.
La settimana scorsa il caso volle mi trovassi proprio su quella
strada. Stavo salendo a piedi dalla vecia
di Porina quando giunto al trivio con la növa
e quella per Tradü m’imbattei in un Ape che scendeva. Fu una
fortuna (per il conducente) incontrarmi in quel punto. Riuscii così
ad avvisarlo di fare attenzione alle nuove canalette di scarico
(semplici ma fonde trasversali tagliate di piccone) che avrebbe
trovato in sequenza da lì in avanti. Proseguì quindi cauto e pochi
metri dopo riuscì a fermare il mezzo prima di affossarsi nella
prima della serie. Se l’avesse presa appena più velocemente si
sarebbe probabilmente scassato il motocarro.
Dunque,
egregio vicesindaco, ti scrivo nella speranza tu abbia la compiacenza
di recarti in zona in sopralluogo e adottare le conseguenti misure
riparatorie. La sede stradale, per come versa - e non solo a parer
mio - andrebbe fresata completamente. Adesso ci sono tratti in cui il
colmo interno della carreggiata è di 20 - 25 centimetri più alto
dell’esterno. E’ pericoloso e il rischio che la ruota sterzante
di un Ape scivoli da una parte o dall’altra spingendo il mezzo
fuori strada è alto. Con l’occasione potrai vedere le canalette di
scarico dell’acqua piovana, di fresco escavate dalle squadre di
manutenzione. Sono dei veri capolavori di (in)competenza e
(in)perizia, con i relativi pozzetti che scaricano la ghiaia dello
sterrato direttamente sui prati privati sottostanti. E se per
sfortuna ne prendi una a sette all’ora ti viene su la prima, la
seconda e anche la terza comunione…

Lo
so sono lavori che non portano granché in termini di voti, perché
poco visibili e ormai, purtroppo, di residuale interesse economico.
Però converrai che l’incolumità di chi percorre le strade del
paese, interne all’abitato o di campagna poco importa, dovrebbe
essere tutelata a prescindere da qualsiasi altra valutazione. Grazie
per l'attenzione e saluti.
A.D.