21/04/07

DEMOCRAZIA???? MA MI FACCIA IL PIACERE!!!!

Raramente capita di poter leggere sull’albo comunale, altrimenti chiamato albo pretorio, qualcosa di veramente interessante. Non a caso i pochi lettori che si cimentano con l’arida e spesso astrusa prosa burocratica dei resoconti amministrativi, dopo qualche sbirciata qua e là se ne vanno generalmente senza manifestare il benché minimo entusiasmo. Qualche sera fa però, soffermandomi davanti alla bacheca comunale, tra le pagine delle tante deliberazioni, ho notato con sorpresa qualcosa di davvero insolito e appunto interessante. Si trattava di una mozione sul "bene" acqua, promossa dal consigliere Alberto Carpella. Nonostante la scarsa luce e i riflessi sul vetro che impedivano un’agile lettura me la sono letta con attenzione. E alla fine, condividendone appieno il contenuto e constatando però che la “presa d’atto” del documento da parte del Consiglio comunale era stata condizionata dalla pretesa (accordata) di una sua parziale revisione chiesta dal consigliere De Godenz e dal Sindaco, non ho potuto non rifugiarmi in alcune amare considerazioni.
La questione portata all’attenzione del consesso comunale dal consigliere d’opposizione è come si dice “di pubblico dominio” e pertanto sarebbe ben logico e scontato aspettarsi che un pubblico amministratore (massimamente di un ente territoriale) avesse la massima consapevolezza del problema e agisse conseguentemente. Qui così però non è. La mozione come una perfetta cartina di tornasole ha smascherato (per l’ennesima volta) la spudorata faccia tosta di chi (da troppo tempo!!!) ci amministra: più esattamente di chi realmente batte il pugno sul tavolo dell’amministrazione e impone il suo volere. Il documento infatti è si stato approvato dal Consiglio, ma decurtato di ogni riferimento alla nostra realtà geografica. Come a dire che qui la questione non si pone. E' un problema planetario che per grazia ricevuta a Tesero fa eccezione. "Per favore non tiriamo in ballo il paese dei presepi, qui l’acqua c’è sempre stata e sempre ci sarà. I problemi riguardano altri, non noi. Noi siamo stati a Roma, dal Papa, gli abbiamo portato un presepe, lo abbiamo gratificato con la musica della nostra banda musicale, gli abbiamo cantato Signore delle Cime, come potete pensare che qui a Tesero l’acqua sia un problema? Qui si lavora, l’acqua serve, diamine! Ma che vi viene in mente! Scherziamo? No, no. Non possiamo accettare che qui l’acqua diventi un problema. E lo sci? E Pampeago? E il Centro del fondo? Ma siamo impazziti! Carpella, tu hai ragione, ma per l’amor di Dio cancella quei due toponimi: Cermìs e Gardoné. "
Ecco svelato lo straordinario "provincialismo" della nostra “politica”. Come si riuscirà a far maturare una collettività amministrata da siffatti personaggi? A sperare in una minima riforma dei comportamenti collettivi, a far prendere urgente consapevolezza dei gravissimi problemi incombenti? Se da 25 anni siamo prigionieri di un cameriere! Della sua presunzione, della sua ignoranza e della sua prepotenza.
Il limite della “democrazia” è tutto qui. Ma basta e avanza!!!

l'Orco



19/04/07

SUPERBIA


Seriamente parlando, l'Uomo è insuperbito dalle sue conquiste e avido di raccoglierne i frutti si ripromette di tesaurizzare a mille doppie i sensazionali progressi tecnologici e la rapida crescita eco­nomica. La paratonia di una spropositata rete d'informazione sotto­mette le coscienze al miraggio dell'avere senza limiti: più ric­chezza, più consumo, più felicità. Si favoleggia di un nuovo Mil­lennio senza povertà, senza guerre, senza malattie, senza inquina­mento. Poi, da statistiche e da proiezioni, balza fuori un'opposta re­altà: già adesso “quasi un miliardo e trecento milioni di indi­vidui vive con meno di un dollaro al giorno e quasi un miliardo manca del minimo fabbiso­gno alimentare.”; nei soli conflitti locali si pre­vedono pa­recchie centinaia di migliaia di vittime all'anno; frustrando i van­tati progressi in campo sanitario, raddoppieranno entro il 2020 i de­cessi per malattia non contagiosa ed entro il 2010 l'Aids mieterà 66 milioni di contagiati nei 23 paesi più colpiti; i danni all'ambiente in area mondiale, l'esteso inquinamento e la distru­zione degli ecosistemi son tali da avere conseguenze catastrofiche, salvo un'inversione di tendenza. A questo punto, se l'astrologo invece di crepare vede giusto, bisogna dire che l'Uomo ha seminato vento nel XX secolo per raccogliere tempesta nel XXI.
tratto da "La Coroncina dei Sette Vizi"

di Silvano Valenti

18/04/07

MA E' DAVVERO NECESSARIO?

Pregiato Paolo

Pensando di fare cosa gradita mi ero ripromesso di scriverti, di tanto in tanto, per segnalarti fatti o azioni meritevoli di nota di cui mi avvedo girando in paese. E ciò nel sinergico intento di migliorare i servizi che codesta spettabile amministrazione comunale eroga alla cittadinanza. L’anno scorso – se ricordi – ebbi modo di dirti a voce (ti incontrai una domenica mattina davanti all’ingresso del teatro di Tesero) quanto a mio modo di vedere fosse esagerato, rispetto al merito, il servizio di sgombero neve. Mi rispondesti sostanzialmente che accontentare tutti non è facile, dato che taluni pretenderebbero che lo spazzaneve girasse in lungo e in largo ininterrottamente dalla caduta del primo fiocco sino alla fine della nevicata, mentre altri (come il sottoscritto) si “accontenterebbero” anche dell’opzione “zero passaggi”. Pur a malincuore convenivo con te che in effetti – essendo una comunità di persone fatta di tante teste e conseguentemente di tante idee – la tua giustificazione dell’operato dalle maestranze comunali con riferimento al servizio anzidetto, potesse anche stare in piedi. Sempre in quella occasione ti avevo anche riferito che lo sconquasso provocato dai passaggi reiterati degli sgombraneve con lama a terra aveva provocato decine e decine di profonde crepe nell’intonaco interno di casa mia tanto da dover far fresare e poi “cucire” le stesse mediante applicazione di speciali reti sulle tramezze e quindi imbiancare nuovamente i locali. E difatti così è stato. Restando in argomento, grazie a questo “bizzarro” andamento climatico pensavo di non doverti più disturbare dato che l’assenza di significative precipitazioni nevose in paese mi ha sinora risparmiato ulteriori sconquassi alla casa. Ma stamattina, inopinatamente, proprio mentre sopraggiungevo da Tesero in bici sul luogo di lavoro a Piera ed incrociando l’ “Unimog” del Comune che stava partendo con un carico di ghiaia non ho potuto non pensare che forse, oltre ad assecondare le pretese di parte della cittadinanza, in realtà ci sia anche da parte vostra la “necessità” di fare a prescindere. Perché, se mi concedi la critica, non riesco a capire che senso abbia inghiaiare le strade comunali considerato lo straordinario! accumulo di neve (1,5 mm distesi qua e là) che al risveglio tutti abbiamo potuto ammirare lungo le vie. Come ti dicevo sopra stamattina mi sono recato al lavoro regolarmente in bici (non col 4 x 4!!) percorrendo 2,5 chilometri di strada parte in paese e parte sullo stradone senza alcun problema. Mi viene davvero il dubbio che voi agiate esclusivamente per riflesso condizionato senza mai considerare preventivamente l’opportunità di tale agire. E mi rendo ben conto che concluso il periodo dedicato agli abbellimenti natalizi (da metà novembre all’ Immacolata), senza un goccio di neve da martoriare e quest’anno pure senza il presepio da allestire, le maestranze comunali si siano trovate presto disoccupate, visto che da San Martino a Pasqua queste sono normalmente le attività che più le impegnano. E altresì penso che mai come questa volta (maledetta l’idea di trasferire il Presepio a Roma!) delle anzidette maestranze risulti addirittura imbarazzante giustificarne la presenza. Ma con un po’ di fantasia e di buona volontà proprio in questo periodo di “fiacca” si potrebbero fare innumerevoli e necessari lavori diversi (sistemazioni stradali di campagna, ripuliture incolti, manutenzioni varie, eccetera) ed occupare gli uomini e i mezzi con maggiore profitto e soprattutto nel maggior interesse della collettività che li paga.

Ciao.

Euro

LETTERA SENZA RISPOSTA


trasmessa il 4 febbraio 2007



Alla cortese attenzione del Signor CIRO TOMASI

il clima sta cambiando. Ormai lo hanno capito anche i sassi. Ma qui sembra che a nessuno importi. Scrivo a te perché sei il responsabile tecnico del centro del fondo, quello che, immagino, sovrintende il processo di produzione della neve artificiale. E che magari ci mette pure le braccia, che attacca e stacca le pompe, che controlla la temperatura, eccetera. Insomma, tu sei la “figura” professionale che rappresenta l’innovazione tecnologica al servizio del turismo invernale. Da tempo sto pensando se ti sarai mai chiesto il senso di tutto questo brigare per innevare luoghi che sempre più raramente possiamo ammirare naturalmente imbiancati. Io sinceramente non riesco a capacitarmi di questa irrazionale pervicacia. Questa voglia mai doma di sfidare l’evidenza dei fatti. Ricordo che tu stesso, anni fa, avevi detto pubblicamente che tra non molto, la neve, sarebbe stato difficile addirittura produrla artificialmente. Lo avevi detto in un’assemblea tenuta a Lago dove si questionava di servitù di passo da applicare alle proprietà private della piana delle Noalacce, organizzata dal Fernando Barbolini cui aveva partecipato un consigliere provinciale. In quegli anni gli inverni erano per lo più miti e piovosi. Poi sono tornati decisamente più rigidi e i cannoni hanno potuto tornare a “sparare” tranquilli per alcune stagioni. Quest’anno ancora problemi. E caldo. E niente precipitazioni. E niente neve naturale. Ma la questione vera (sulla quale in molti equivocano) non si riferisce alla possibilità o meno di raggiungere temperature fredde per poter produrre neve artificiale. Verosimilmente (dato il sempre maggior numero di macchinari che vengono dispiegati sul campo) la neve si riuscirà a produrla a sufficienza anche se i rigori del tempo saranno limitati a poche notti nell’intera stagione. Il problema – caro Ciro – è dato dalla sempre più evidente crisi del ciclo dell’acqua. Ovviamente lo conosci bene anche tu, ma lo ricordo lo stesso: l’acqua si fa (soprattutto) con la neve, quella naturale, con le precipitazioni, con gli accumuli sul terreno e i conseguenti rilasci primaverili nelle falde. È un ciclo vitale e complesso che meriterebbe la massima consapevolezza da parte di tutti e che invece ci si guarda bene dal mettere in evidenza. Quante riserve d’acqua abbiamo ancora? E chi lo sa! Se tu parlavi in giro qui in paese, due settimane fa, la preoccupazione non era data dalla scarsità d’acqua, ma dalla mancanza di neve per fare la Marcialonga!!! Non so se mi spiego. D’altronde la nostra Amministrazione comunale non ha mai sentito la necessità di convocare la cittadinanza per spiegare (ammesso che essa ne sia a conoscenza) lo stato delle riserve idriche locali. Si capisce che le cose non sono propriamente al meglio soltanto perché i brenzi del paese da mesi sono stati quasi tutti chiusi. E ti ripeto che l’acqua è il problema! Stiamo in piena emergenza ambientale e non lo ho detto io: lo ha detto il Papa recentemente, lo ha detto il 6 gennaio scorso nell’apertura dell’edizione delle 20 il Tg1!, lo dicono da tempo (univocamente) gli esperti di tutto il mondo e ci sono su Internet siti e siti che non parlano d’altro, ma le persone comuni non sembrano affatto rendersene conto. Basta che faccia freddo e che i cannoni possano “sparare”! E dell’acqua chi se ne frega! Si continua a pensare e ad agire come se tutto questo brigare non comportasse alla fine un pesante fio. Un dazio che pagheremo tutti, sia quelli che da tutto questo vorticoso “gioco” speculativo fatto di piste e di innevamenti artificiali, di strade e di nuove strade e conseguente ipertrofica mobilità privata, di case e di seconde case, di “occasioni irripetibili” che ormai si ripetono ogni quattro anni, di contributi pubblici che sembrano non finire mai, eccetera, si sono arricchiti e quelli, come me e tanti altri, che da tutto questo hanno solo avuto, come si dice, i danni e le beffe. I danni per il costo della vita sempre più alto, i danni per una tranquillità che non c’è più, i danni per una società che della montagna ha perso totalmente il ritmo lento e il senso, i danni per un territorio in costante e irreversibile modificazione e le beffe per essere appellati come retrogradi disadattati. Certo mi dirai che questo è il costo necessario per mantenere un’economia che dà lavoro a centinaia e centinaia di lavoratori nei settori turistico e artigianale della valle. E io ti rispondo chiedendoti: ma siamo ben sicuri che non c’è alternativa a questa offerta? Che di questa il turista non potrebbe assolutamente farne a meno? Che in questa valle noi non potremmo vivere di turismo senza doverne svendere il territorio e pregiudicarne il futuro prossimo venturo? Io credo che i tempi sarebbero più che maturi per ragionarci su. Per cercare di promuovere un turismo diverso (anche quello invernale). Ma chi l’ha detto che in inverno si deve andare con gli sci? Chi l’ha detto che non è rigenerante una camminata in montagna in pieno inverno, muniti soltanto di scarponi (o al limite – vista la nuova moda – dei bastoncini da passeggio? Purtroppo gli ingordi appetiti sviluppati da questa giostra di interessi hanno fatto perdere il lume della ragione a molti nostri compaesani e convalligiani. Te lo dico sinceramente, a me tutta questa insensibilità, questa incapacità di “leggere” i messaggi di s.o.s. che la Natura ci invia con sempre maggiore frequenza, mi fa paura. Ma i tempi per un forzato rinsavimento generale sono vicini. Speriamo non sia troppo tardi.

Cordialmente.

Euro Delladio

17/04/07

IL DIBATTITO


LA PROPOSTA (lettera a Mario Vinante)


Egregio Presidente,

immagino, dato che è ormai emergenza planetaria, che tu sia ben informato sui cosiddetti cambiamenti climatici terrestri. La comunità scientifica internazionale è unanimemente convinta che gli sfasamenti dei delicati sinergici equilibri delle dinamiche delle correnti marine e dei cicli meteorologici planetari siano al 90% di origine antropica. L’ effetto serra, fenomeno del tutto naturale e necessario per garantire la vita del nostro pianeta, determinato da alcune sostanze (anidride carbonica, metano, vapore acqueo, eccetera) è stato alterato gravemente dalle spaventose emissioni di CO2 prodotte dalle attività umane esponenzialmente aumentate a partire soprattutto dalla metà del secolo scorso. Ciò sta comportando (e lo abbiamo potuto ben notare proprio quest’inverno) un innalzamento medio delle temperature. Per di più altre gravi “anomalie” si sono sovrapposte a tale fenomeno in questo “quadro” a tinte sempre più fosche ed inquietanti: il buco dell’ozono O3 (il filtro naturale che impedisce ai raggi ultravioletti di passare la nostra atmosfera), le piogge acide e altro ancora. Le risultanze di tutto questo sono il deterioramento sempre più evidente e accelerato delle condizioni di vita naturali della nostra biosfera. Minori precipitazioni, desertificazioni avanzanti, scioglimento delle calotte polari, riduzione dei ghiacciai, concentrazione di inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, eccetera. Ebbene? dirai, che centriamo noi amanti del firmamento e dell’osservazione notturna delle galassie? Beh, dico io, potreste cominciare ad occuparvi un po’ più frequentemente oltre che di Cassiopea, di Saturno o del Pianeta rosso – i cui destini, tutto sommato, non s'intersecano con quelli della maggioranza dei comuni mortali – del nostro Pianeta azzurro, la cui sempre più cagionevole “salute” andrà invece a pregiudicare le sorti prossime venture di miliardi di persone. O no? Potreste invitare, magari questa prossima estate, qualche "esperto" a spiegare come ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a “contenere” se possibile il problema e a non provocare ulteriori danni. Credo sia tempo che tutte le persone consapevoli delle future nefaste conseguenze dei nostri suicidi comportamenti quotidiani (tra le quali auspico di poterti annoverare) facciano la loro parte per far si che chi invece consapevole non lo è ancora, lo diventi al più presto. L’associazione che presiedi potrebbe dunque inserire (permettimi il suggerimento) nel prossimo calendario delle serate divulgative “indoor” un incontro sul risparmio energetico (ma quello vero non quello che deriverebbe dallo spegnimento delle lucette degli stand-bye televisivi), un altro sull’acqua, elemento vitale la cui disponibilità a breve diverrà verosimilmente un problema anche da noi. Vedi Presidente, la stupidità è ovunque. Purtroppo. E benché lo “sforzo” individuale richiesto per arginare il progressivo collasso dell’ecosistema sia tutto sommato ben poco, l’impresa riformatrice dei comportamenti individuali appare davvero titanica. L’attuale popolazione adulta attiva, quella inclusa tra i venti e i sessantacinque anni, la cui intera esistenza è stata immersa nel più sfrenato consumismo, è incapace di porsi criticamente nei confronti del sistema. Perlomeno la maggior parte di essa sembra non capire che la crisi ambientale, i cui segni sono ogni giorno più evidenti, dipende totalmente dal proprio modus vivendi. Agire non è facile soprattutto perché l’economia mondiale rema contro e l’azione riformatrice troppo spesso risulta di retroguardia e subalterna all’interesse economico che nel comune sentire è ancora prioritario. Non vi è dubbio che i danni ormai certi potranno essere contenuti in qualche modo solo se si riuscirà nel più breve tempo possibile a riconsiderare proprio i principi base dell’economia occidentale il cui presupposto è il consumo. Consumare a prescindere dal merito e dalle necessità. Il punto è proprio questo. Sembra davvero difficile smontare la comune convinzione che il sistema possa sostenersi soltanto se riuscirà e potrà continuare a “crescere” e consumare all’infinito. Eppure questo è ciò che tutti i governi occidentali (più correttamente le economie che li sovrintendono) perseguono prospettando questo unico possibile stile di vita alle popolazioni del cosiddetto primo mondo. Lo strumento principale di incanalamento nella gabbia dorata del “benessere” delle masse dell’Occidente è la pubblicità televisiva. Ed attraverso lo spregiudicato uso di esso il sistema economico riesce a privare della capacità critica milioni e milioni di persone. Ora siamo giunti al capolinea. Il mito della sostenibilità è stato superato. L’ecosistema è allo stremo. Tra i principali fattori, che hanno determinato la rottura dell’equilibrio ambientale globale vi è la mobilità privata. In Occidente l’incremento esponenziale delle auto private (che è vicina all’assurdo rapporto 1:1 auto/persona) in poco meno di sessant’anni (dalla fine della 2° guerra mondiale ad oggi) ha prodotto un formidabile “parco macchine” oggi stimabile in 2,7 – 3 centinaia di milioni di autoveicoli circolanti (35 milioni solo in Italia) che sono l’autentico tabù di questo decadente inizio del terzo millennio. Tabù che solo pochissimi hanno il coraggio di metter in discussione. Nel contempo il cittadino comune subisce uno spaventoso quotidiano bombardamento pubblicitario che lo ha ridotto sostanzialmente ad essere un inconsapevole ed obbediente adoratore del “feticcio di latta”. Dietro questa vergognosa istigazione al “consumo” di mobilità ci sono in realtà interessi economici enormi. Soprattutto le grandi compagnie mondiali del petrolio Exxon, Shell, BP, Chevron, Total, eccetera. Una forza d’urto con disponibilità finanziarie impressionanti, che sembra davvero impossibile poter ostacolare. Ci vorrebbe cultura e coscienza in ogni individuo. Ma questi attributi da tempo non fanno più parte della dotazione cerebrale dell’Uomo del “primo” mondo. Per di più a creare ulteriore confusione nelle già confuse teste degli emancipati abitatori del primo mondo ci sono i cosiddetti divulgatori scientifici, i vari Piero Angela, che nel magnificare le illimitate capacità della ragione e della scienza fanno credere che il tutto sia appunto nelle mani della ricerca, cui spetta di risolvere i problemi e che dunque tutti possano tranquillamente continuare nei comportamenti demenziali. Ciò fa parte del gioco. Perché il presupposto dello status quo economico è ottenere l’uomo vuoto di ogni alternativa a una dipendenza totale dal consumo, massimamente da quella di una mobilità perpetua e ad ogni costo. Per questo dunque le coscienze critiche risultano elementi destabilizzanti del sistema e quindi pericolosi, che vanno espulsi o emarginati. Fuori tutti gli eretici! Non è ammessa la contestazione, L’uomo del XXI secolo è un “tubo digerente”, come giustissimamente lo ha definito Alex Zanotelli, che lavora non per vivere ma per soddisfare sostanzialmente solo bassi bisogni materiali artatamente creati dall’industria, la cui “rinuncia” (qualora rientrasse tra le ipotesi) deve condurlo nello stato d’astinenza esattamente come accade in una vera e propria tossicodipendenza. Il tutto in una mortifera spirale di consumo di risorse ambientali ed energetiche e frenetica smania efficientista e produttivista. Mai con la mente vigile al presente, all’attimo fuggente, perché troppo impegnata a produrre “risorse” finanziarie ed economiche, ma perennemente rivolta a un domani che si vuole sempre insaziabilmente più ricco di materialità e di possibilità di consumare. Case (sempre più lussuose e vuote d'anima), auto (sempre più ingombranti e veloci), viaggi, ostentazioni di potenza, eccetera. E avanti così. Crescendo, crescendo, crescendo. Senza fine. I risvolti di tutto questo innaturale procedere si palesano attraverso la disgregazione sociale, l’espansione urbanistica inarrestabile, la costante diminuzione delle identità culturali, la sempre più evidente frenesia generale e un conseguente vertiginoso aumento dei delitti e delle psicosi, l’indiscriminato ricorso a sostanze stupefacenti, l’incapacità di dare un senso “altro” alla Vita di centinaia e centinaia di milioni di individui. Le conclusioni non le “tiro”. Però auspico che chi ha ancora cervello per capire, se può, faccia qualcosa. Ti ringrazio per l’ascolto.


Euro

Tesero, 11 marzo ’07
LA RISPOSTA (di Mario Vinante)
Egregio sig. Delladio,

ho letto con attenzione la tua lettera, e seppur il problema che tu sollevi sia, a mio modo di vedere, molto più complesso di quello che può sembrare, alcune considerazioni in risposta alle tue sollecitazioni desidero farle.

Innanzi tutto "suggerisci " di attivare la mia Associazione per organizzare una conferenza sui cambiamenti climatici. Ebbene ti farà piacere sapere che il 17 agosto abbiamo già inserito nel nostro calendario una conferenza proprio sul questo tema. Come vedi non siamo insensibili all'argomento, anche se questo non riguarda le scienze astronomiche e quindi non sarebbe un tema per così dire istituzionale. So, o almeno credo, che tu sia parte attiva di un gruppo ambientalista, quindi il suggerimento sarebbe più corretto se lo facessi io a te, piuttosto che viceversa. Chiunque può decidere di invitare un esperto per una conferenza.

Come certamente saprai, se segui la nostra Associazione, anche dall'esterno, in quanto non abbiamo mai avuto il piacere di averti come socio, ci occupiamo eccome di inquinamento, naturalmente nel nostro caso si tratta di inquinamento luminoso, e certamente non ti sfuggirà che una più adeguata e mirata illuminazione pubblica comporta un minor consumo di energia e quindi un minor spreco. Inoltre un nostro esponente fa parte del Comitato Scientifico Tecnico per Inquinamento Luminoso (CSTIL) in seno a Cielobuio, organizzazione nazionale che si occupa del tema. Infine posso dire che il netto miglioramento dell'illuminazione pubblica del nostro comune, è un pò anche merito nostro a seguito dei suggerimenti e pressioni fatte presso l'Amministrazione Comunale.
Quindi credo di poter dire che l'Associazione che ho il privilegio di guidare da quattordici anni, per quello che le compete, oltre che ad occuparsi di Cassiopea, di Saturno e del Pianeta Rosso, si occupa dell'argomento in modo continuo. D'altro canto non spetta di sicuro a noi salvare il pianeta da un esagerato consumo di energia.

Per quanto concerne il merito della tua missiva, e cioè l'esagerato utilizzo di energia derivante dagli idrocarburi e derivati, o più comunemente i combustibili fossili e la conseguente alterazione degli equilibri geologici, devo dire che se da una parte condivido le tue affermazioni, dall'altra dissento molto dalla tua visione della situazione e specialmente dalle soluzioni che proponi.
Premetto che non sono un esperto, quindi faccio considerazioni in base a quello che i miei occhi, la mia conoscenza e la mia sensibilità mi fanno vedere.
Possiamo senz'altro ammettere che le attività antropiche contribuiscono ad alterare lo stato della biosfera. (perlomeno per quanto rigurda l'effetto serra, differente è il discorso per il buco nell'ozono)
Non sono certo in che misura, e , a quanto ne so non è del tutto concorde nemmeno la comunità scientifica.
Non mi sento di bollare come stupidità il comportamento medio (perchè eventualmente è di questo si tratta, e non dello sconsiderato comportamento di qualche individuo) dei popoli occidentali, ma ormai non solo di quelli, perchè questo comportamento è dettato dai fattori più disparati, non bisogna dimenticare che il benessere materiale personale necessita di consumo di energia e che la società stessa ci propone di star meglio e noi stessi ricerchiamo il benessere, questo vale per tutti e sottolineo tutti. Oltre a ciò il nostro comportamento non si è modificato nel volgere di un giorno ma bensì un pò al giorno, per tutti i giorni per decenni. Cosa questa che ragionevolmente impedisce un cambiamento significativo dei comportamenti delle masse in quanto esso comporterebbe implicitamente un rivoluzionamento completo della società come la intediamo oggi, con tutto ciò che ne consegue. Comunicazione, cultura, divertimenti, spostamenti, ma sopratutto lavoro, tecnologia, salute e aspettative di vita subirebbero stravolgimenti non del tutto prevedibili.
Intendo dire che se ottant'anni fa i nostri nonni avevano l'aria pulita ma morivano a cinquantacinque anni, sfiancati dalle fatiche o per una banale infezione, forse stiamo meglio noi oggi con l'aria inquinata , ma viviamo ottant'anni e conosciamo il mondo. Questo vale per noi occidentali, ma in misura differente anche per i paesi del terzo o del quarto mondo che comunque beneficiano del benessere, infatti se oggi circa 800 mln di individui soffrono la fame su 7/8 miliardi di persone, un tempo la percentuale era ben differente e solo una minima parte per così dire viveva nel benessere come oggi tutti noi conosciamo, e al momento non esistono studi che dimostrino il crepuscolo di questo sviluppo.

Con questo non voglio dire che così va tutto bene, ma è senz'altro complicato sentenziare cosa dobbiamo e cosa possiamo o non possiamo fare e chi deve limitare il consumo e come, perchè banalizzando, ma non poi tanto, fare quattro passi in più fa certamente bene, riferito all'individuo, ma meno chilometri significa anche meno automobili e meno posti di lavoro.
In quanto alla ricerca, trovo profondamente sbagliato non riconoscerle il ruolo e i meriti che le spettano, che è quello di capire i principi di funzinamento e conoscere i meccanismi del mondo che ci circonda, dopodichè attraverso di essa possiamo curare le malattie ma anche scrivere e-mail, abitare in case tecnologicamente avanzate e confortevoli, spostarci per studio lavoro o divertimento, ma anche usufruire di energie rinnovabili. La medicina giusta ancora non c'è ma credo che solo la ricerca, possa passo dopo passo trovarla. Oggi, come dici in Italia abbiamo 35 mln di autoveicoli, ma questi consumano molto meno ed inquinano singolarmente molto meno di 10mln di veicoli di 30 anni fa. Certo, ci sono in ballo interessi economici enormi, ma non mi scandalizzo per questo dal momento che ne beneficio, come tutti del resto.

I divulgatori come Piero Angela che tu citi non fanno altro che portare alla conoscenza del popolo, tramite, ancora una volta i mezzi di informazione, che consumano energia, argomenti che l'uomo di cinquant'anni fa nemmeno si poneva all'attenzione, semplicemente perchè non li conosceva, ma per fare un esempio, la desertificazione di alcune aree del pianeta era in atto già prima che i nostri nonni nascessero. Ma lo stesso vale per la conferenza che ci suggerisci di organizzare e che come ho già detto abbiamo già in calendario.

Non ultimo, la ricaduta in termini benefici dei vari programmi NASA Gemini e Apollo per non parlare del più recente Voyager e di tanti altri è sotto gli occhi di tutti, anche se ha comportato investimenti e consumi enormi.
Oggi tutti ammiriamo la crescita esponenziale di paesi come la Cina e l'India, ma questi consumano come l'Europa non ha mai consumato, ed esemplificando sono tutti felici di acquistare il telefonino cinese o coreano che non costa nulla, poi se è stato costruito usando catene di montaggio dismesse da noi vent'anni fa in fabbriche dove i diritti dei lavoratori come li conosciamo noi non esistono, o in fabbriche poco sicure con orari per noi improponibili, fa lo stesso.Ma non bisogna dimenticare che se questi Paesi possono offrire questi prodotti è perchè hanno fatto enormi investimenti in termini di ricerca.

Le fonti rinnovabili se da un lato vanno verso un risparmio in termini di combustibili fossili e di conseguenza una minore emissione di CO2 , dall'altro hanno costi e non solo economici non sempre sostenibili dai comuni cittadini. Se tutti montiamo pannelli solari o pale a vento o comperiamo auto eletrriche e per questi vogliamo contributi pubblici, altrimenti i vantaggi si ridurrebbero notevolmente, le istituzioni fallirebbero e questo senza considerare gli impatti ambientali ( da notare che oltretutto senza ricerca oggi non esisterebbero ne pannelli solari ne impianti eolici ne i moderni impianti a biomasse ne le auto elettriche che fraparentesi inquinano eccome) e la comunque minima resa di questi impianti che pur in determinate situazioni sono senz'altro da favorire. Figuriamoci se questi costi li devono sotenere gli Stati, quali sarebbero le richieste ai cittadini in termini di tasse, visto e considerato che una buona fetta delle entrate statali che poi si tramutano in welfare provengono dalle accise sui carburanti.
Bisogna mettere tutti i pesi sulla bilancia e non so se questo viene sempre fatto.

Un discorso diverso merita il nucleare che al momento è l'unica fonte di energia relativamente pulita. In questo caso, il costo da pagare è in termini di sicurezza per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie (le centrali di nuova e nuovissima generazione riducono i rischi di un disastro nucleare, che può pur sempre succedere, a livelli accettabili) bisognerebbe sacrificare qualche sito in aree desertiche e sicure in termini tellurici e comunque lontanissime dalle zone abitate in attesa di riuscire (grazie alla ricerca) a trovare metodi di smaltimento più efficaci, magari i vulcani , ma anche questo discorso è molto complicato perchè non sappiamo come sarà il nostro pianeta fra diecimila anni. Sperando di arrivare un giorno a governare la fusione nucleare.

Quello che intendo dire è che non credo possiamo fare a meno di energia, anzi ne avremo sempre più bisogno, ma la gente comune credo possa far ben poco, forse molto di più potrebbero fare le istituzioni, naturalmente tenendo ben presente le necessità del mondo evoluto come quello in cui noi tutti viviamo e sfruttiamo.
Come vedi questo è un discorso che potrebbe andare avanti all'infinito, solo esprimendo opinioni che non necessariamente sono condivisibili, ma comunque non prive di fondamento.

Quello che penso è che sia troppo difficile saper cosa fare e troppo facile pretendere di saperlo. Quello che invece so è che tutti vogliamo energia ma nessuno vuole le centrali, di qualunque tipo esse siano, alla stessa maniera che tutti produciamo immondizia, ma nessuno vuole la discarica.
Intendo dire che l'acqua calda non l'ha inventata nessuno....

Grazie dell'attenzione

15/04/07

A SATANA


A te, de l'essere
Principio immenso,
Materia e spirito,
Ragione e senso;
Mentre ne' calici
Il vin scintilla
Sí come l'anima
Ne la pupilla;
Mentre sorridono
La terra e il sole
E si ricambiano
D' amor parole,
E corre un fremito
D' imene arcano
Da' monti e palpita
Fecondo il piano;
A te disfrenasi
Il verso ardito,
Te invoco, o Satana,
Re del convito.



Via l'aspersorio
Prete, e il tuo metro!
No, prete, Satana
Non torna in dietro!


Vedi:la ruggine
Rode a Michele
Il brando mistico,
Ed il fedele
Spennato arcangelo
Cade nel vano,
Ghiacciato è il fulmine
A Geova in mano.



Meteore pallide,
Pianeti spenti,
Piovono gli angeli
Da i firmamenti.



Ne la materia
Che mai non dorme,
Re de i fenomeni,
Re de le forme,
Sol vive Satana.



Ei tien l'impero
Nel lampo tremulo
D' un occhio nero,
O ver che languido
Sfugga e resista,
Od acre ed umido
Pròvochi, insista.


Brilla de'grappoli
Nel lieto sangue,
Per cui la rapida
Gioia non langue,
Che la fuggevole
Vita ristora,
Che il dolor proroga
Che amor ne incora.



Tu spiri,
o Satana,
Nel verso mio,
Se dal sen rompemi
Sfidando il dio
De' rei pontefici,
De' re cruenti:
E come fulmine
Scuoti le menti.




A te, Agramainio,Adone, Astarte,
E marmi vissero
E tele e carte,
Quando le ioniche
Aure serene
Beò la Venere Anadiomene.



A te del Libano
Fremean le piante,
De l'alma Cipride
Risorto amante.


A te ferveano
Le danze e i cori,
A te i virginei
Candidi amori,
Tra le odorifere
Palme d'Idume,
Dove biancheggiano
Le ciprie spume.



Che val se barbaro
Il nazareno
Furor de l'agapi
Dal rito osceno
Con sacra fiaccola
I templi t'arse
E i sogni argolici
A terra sparse?



Te accolse profugo
Tra gli dèi lari
La plebe memore
Ne i casolari.


Quindi un femineo
Sen palpitante
Empiendo, fervido
Nume ed amante,
La strega pallida
D'eterna cura
Volgi a soccorrere
L' egra natura.



Tu a l'occhio immobile
De l'alchimista,
Tu de l'indocile
Mago a la vista,
Del chiostro torpido
Oltre i cancelli
Riveli i fulgidi
cieli novelli.



A la Tebaide
Te ne le cose
Fuggendo, il monaco
Triste s'ascose
O dal tuo tramite
Alma divisa
Benigno è Satana;
Ecco Eloisa.


In van ti maceri
Ne l'aspro sacco
Il verso ei mormora
Di Maro e Flacco
Tra la davidica
Nenia ed il pianto;
E, forme delfiche,
A te da canto,
Rosee ne l'orrida
Compagnia nera,
Mena Licoride,
Mena Glicera.



Ma d'altre imagini
D'età più bella
Talor si popola
L'insonne cella
Ei, da le pagine
Di Livio, ardenti
Tribuni, consoli,
Turbe frementi
Sveglia, e fantastico
D'italo orgoglio
Te spinge, o monaco
Su 'l Campidoglio.



E voi, che il rabido
Rogo non strusse,
Voci fatidiche,Wicleff ed Husse,
A l'aura il vigile grido mandate:
S'innova il secolo
Piena è l'etade.



E già tremano
Mitre e corone
Dal chiostro brontola
La ribellione,
E pugna e prèdica
Sotto la stola
Di fra' GirolamoSavonarola.



Gittò la tonaca
Martin Lutero:
Gitta i tuoi vincoli,
Uman pensiero,
E splendi e folgora
Di fiamme cinto;
Materia, inalzati:
Satana ha vinto.



Un bello e orribile
Mostro si sferra,
Corre gli oceani,
Corre la terra:
Corusco e fumido
Come i vulcani,
I monti supera,
Divora i piani;
Sorvola i baratri;
Poi si nasconde
Per antri incogniti,
Per vie profonde;
Ed esce; e indomito
Di lido in lido
Come di turbine
Manda il suo grido,
Come di turbine
L'alito spande:
Ei passa, o popoli,
Satana il grande.



Passa benefico
Di loco in loco
Su l'infrenabile
Carro del foco
Salute, o Satana
O ribellione,
O forza vindice
De la ragione!
Sacri a te salgano
Gl'incensi e i vóti!
Hai vinto il Geova
de i sacerdoti.



Giosuè Carducci

INCANTO NOTTURNO

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Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

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TESERO 1929

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PASSATO

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ANCORA ROSA

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VIA STAVA ANNI '30

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TESERO DI BIANCO VESTITO

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LA BAMBOLA SABINA

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SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

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