In
occasione del prossimo referendum sulle fusioni di alcune
municipalità della provincia invitiamo i lettori a ripescare
dall’archivio del blog
il post
‘Pecore
e Pecorai’ dell'ormai
lontano 2007. Mutatis
mutandis,
la storia pressappoco si ripete.
Diversamente
dal solito però, per centrare l’obiettivo e far vedere a Roma
quanto sono davvero intenzionati a diminuire la spesa corrente della
'macchina' burocratico-amministrativa trentina in questo caso i
nostri uomini d'oro da 190 mila euro
non
inviteranno gli elettori a disertare le urne referendarie.
Anzi, tutt'altro! Ne andrebbe, manco a dirlo, dell'immagine del
nostro ricco Trentino. Dunque tutti al voto, appassionatamente.
Venghino,
venghino ai seggi signori, venghino pure senza timore e votino,
votino bene!
Tutto
è stato predisposto con cura e i municipi trentini, popolo o non
popolo, entro qualche anno saranno drasticamente ridotti di numero.
Comunque, per non sbagliarsi e limitare al massimo il rischio di
inaspettate quanto improbabili brutte figure, i
pecorai incravattati di Trento,
in modo furbesco ed arbitrario, hanno deciso addirittura di abbassare
la soglia del quorum portandola dal 50% al 40% (più uno).
E
il popolino (il nostro di sicuro), diligente e somaro come sempre,
correrà a votare (e a larghissima maggioranza voterà SÌ), come
auspicato e richiesto dai pastori in grisaglie. D’altronde il
dibattito nel merito che si è acceso in paese lo conferma
ampiamente.

Eee,
che dir, ‘l Bandin, cogneràlo nar sul campanil de Pancià da San
Valantin? Ma še ša bèn! Ghé volerìa an quela. No, no. I šé
range i Panciai con la šò sagra giaciada… Ma dime Carlo, ae sentü
che ogni tanto cognerón ‘mprestarghe ‘l camion dei nossi
pompieri a quei de Pancià? Saral po’ vera? Ma no, no! L’ camion
‘l resta a Tieser, sempre! A che vöss che i lo dore i Panciai, ‘l
camion? E i presepi? Cognerone manar via l’ünimog con la mésa e
doi omeni a fargheli šü? Ma no, ostia. Che vegnelo föra! E po’ i
Panciai – šé no me sbaglio – no i ne fa nean presepi… Ah,
cossì? Ö madona! Questa pó…
Alora,
šé no cambia niente l’è ben polito trarše ‘nšema! Sì, sì.
Ne trasón con i Panciai! Ne trasón con i Panciai! Ŝon a votar SÌ,
ŝon a votar SÌ, che šé la deventa quei da Trento i ha ‘mprometü
che dapò i ne mana šü an soldi… Adiritüra! Dal bòn? Sì, sì.
Cossì almanco i ha dito. I ne mana šü soldi. E tropi an…’
Dunque,
se tutto – come probabile - filerà liscio e le fusioni,
democraticamente
e senza brogli
saranno confermate nelle urne dal Popolo
sovrano,
il compitino preteso da Roma (un esercizio facile facile di spending
review a
scadenza ritardata) potrà dirsi svolto e l'immagine virtuosa di
questa nostra provincia nuovamente confermata.
Nel
frattempo, sino all’entrata a regime della nuova municipalità di
Tesero-Panchià, l’ancora autonoma amministrazione cònca,
come sempre sovrintesa e suggerita dalla premiata ditta P
& Co.,
potrà tranquillamente continuare a buttare nel cesso copiose
quantità di danaro pubblico, per
tamponare le falle dei vecchi e dei prossimi ‘investimenti’
laghèri.
Dopodiché,
alla buon’ora, dal 2020, accorpati di fatto ai Panciai
sotto un unico vessillo, gli obbedienti creduloni del nuovo comune
medio-avisiano riceveranno ogni primo sabato del mese una grande
busta verde contenente pro
quota
i risparmi del mese precedente dell'unificata amministrazione
comunale finalmente virtuosa,
riformata e risparmiosa.
Così, dal primo
de l’ann
a san Silvestro. In
saecula saeculorum.
Amen.
E' la democrazia
bellezza. Democra... che? Democrazia! Ah sì, democrazia. Che
parola ridicola!
L’Orco