
Ma riuscita di che? Come osservava bene Max, sarebbe riuscita se ieri mattina a scuola non fossero sfilate le solite carovane di “mamme terribili”, come accade ogni santo giorno. Se a Piera, in bici, anziché in tre ci fossimo recati almeno in quattro, se alla “coopera”, a piedi, da via Restiesa non fosse scesa soltanto la signora Giovanna (la quale peraltro, per le sue difficoltà motorie, sarebbe tra le poche persone giustificate ad usare la vettura), se almeno ieri l’autista della Trentino Trasporti non fosse passato contromano in via Stava per scendere sullo stradone col suo bel fuoristrada, come fa ogni mattina, impenitentemente e senza pagar dazio, da tre anni in qua!, u.s.w.
Dopo la prima edizione 2009, da questa tribuna, avevo suggerito alcuni correttivi da apportare alla sicura riproposizione della giornata car free. Risultato? Zero correttivi apportati, ma in compenso parecchi diversivi aggiunti, tanto per confondere ancora di più i già confusi partecipanti. Errare humanum est, perseverare diabolicum. Purtroppo, credo che così come per Metroland, anche in questo caso ci si trovi di fronte a un’impostura. Probabilmente non c’è una reale convinzione politica a sostegno dell’iniziativa. La si promosse l’anno scorso perché faceva parte di una strategia d’immagine. Giusta per i tempi e per l’avvicinamento all’Evento. Perché insomma, come per Metroland, era politicamente corretta.
Tuttavia, nonostante la pietosa evidente inconsistenza, parafrasando Max, dico che piuttosto che niente meglio piuttosto, restando convinto che la funzione educativa, rispettando quella sequenza operativa indicata all’inizio, possa alla lunga avere un senso, purché non la si deleghi a dei cattivi maestri. In questo caso, si è deciso invece di affidarsi ancora una volta a costoro. Come, con diversa valenza, è d’uopo, qui a Tesero, fare con le Corte. Lì, in quella sera d’agosto, te li trovi agghindati di grembiuli e cappelli col gams, che simulano quelli di un tempo, armeggiando mestoli, falci e rastrelli. Qui, in una mattinata d’ottobre, te li ritrovi, diversamente vestiti, a fare gli educatori festosi, con la stessa teatrale baldanza e senza il benché minimo senso del pudore. Bastava farsi un giro domenica in piazza Battisti a Tesero per scovarne diversi tra i gazebo allestiti per l’occasione. Ma Tesero, per questa sua specificità, sicuramente è un caso a parte.
Concludo affermando che oltre alla leva culturale appena accennata occorrerebbe agire, e poter contare, anche sulla leva del controllo. Cioè su un buon servizio di polizia municipale, con vigili a loro volta convinti e decisi a qualificare ed educare gli utenti della strada. Mi pare di poter dire invece che il servizio non sia dei migliori e pochi siano quelli in divisa che “sentono” la propria professione come qualcosa di più di un semplice lavoro. Voglio credere che ciò dipenda da problemi di organico e dalla impossibilità quindi di darsi alla causa come essa pretenderebbe. Certo è che senza un servizio efficiente e puntuale che reprima e scoraggi le tante infrazioni al codice perpetrate ogni giorno all’interno dei paesi, la scuola dei cattivi maestri aumenterà a dismisura i propri iscritti. E poiché tutto si tiene, finché le lezioni di educazione civica saranno affidate proprio a codesti signori, i cattivi maestri appunto, ciò che ne risulterà nella sostanza non potrà essere che un’ ipocrita messinscena.
L’Orco