Buon giorno a tutti. Mi chiamo Anita e sono la sorella di Enrico Vinante. Mi sento in dovere di dire la mia rispetto all'articolo scritto dalla Casa dell'orco perchè contiene un'imprecisione di fondo sulla quale è costruito tutto il testo. Nel 2015, anno in cui l'attuale amministrazione ha vinto le elezioni, anche mio fratello ha partecipato, candidandosi, ai tavoli di lavoro per la costruzione del programma elettorale per la lista "Per Tesero e la sua gente". Il suo entusiasmo, che ha sempre dimostrato per qualsiasi attività intrapresa nella sua vita, lo ha portato ad accettare la proposta di lavorare con questo gruppo nel quale ha trovato sintonia d'intenti e di pensieri. Ricordo ancora come fosse ieri, il giorno in cui, dopo la serata di lavoro con i partecipanti ai tavoli, mi ha annunciato il lancio dell'idea di poter creare a Tesero l'area sgambatura cani. Enrico aveva individuato, a mio avviso, un bisogno che Tesero e i suoi tanti turisti avevano: quello di poter avere uno spazio regolamentato, sicuro e protetto per poter far correre i cani da compagnia. Se ci pensiamo, i cani da caccia, hanno la possibilità di essere addestrati all'attività venatoria e ciò è regolato sia negli spazi che nei periodi, ma questo per tutti gli altri cani non è contemplato ad oggi nel paese di Tesero. Chiamare questo spazio "smerdisterio" è davvero riduttivo. Qui i nostri amici quadrupedi potrebbero seguire il loro istinto, tanto caro agli animalisti e cioè la loro necessità di correre a perdifiato e giocare con il loro padrone il quale non avrebbe la paura costante della macchine o delle multe. Perchè altrimenti quale potrebbe essere un'altra soluzione sensata? Propongo di vietare l'acquisto o l'adozione di cani da compagnia, così si risolverebbe il problema. Aldilà delle battute, mi pare poco corretto e profondamente sbagliato accusare la sindaca di voler strumentalizzare il fatto che Enrico non ci sia più per non giustificare la creazione di questa nuova opera pubblica. Io non faccio parte dell'amministrazione e nè io nè purtroppo Enrico abbiamo partecipato alla stesura del progetto; rispetto all'individuazione dello spazio, alla metratura, alle regole che lo sottendono, se ne può discutere certamente, ma in virtù della verità devo sottolineare che sì, Elena Ceschini ha ragione quando dice al giornale che l'idea è partita da Enrico. Bastava venire da me e dalla mia famiglia per chiedere informazioni rispetto a questo ed allora si sarebbe potuto scrivere l'articolo non sul chi, ma criticando, se vogliamo, il come. Buona giornata a tutti.
Anita Vinante
Cara
Anita, grazie per il tuo contributo. Premetto che questo blog non ha
la presunzione di esprimere la Verità, ma semplicemente opinioni.
Quando però c'è onestà intellettuale, talvolta, le opinioni
coincidono con la verità. Mi sembra quindi doveroso aggiungere una
precisazione. Se per te l'equivoco originario sul quale avrei poi
imbastito l'articolo è di aver scritto "presunto ideatore
dell'opera" anziché "ideatore dell'opera" sappi che
sei fuori strada: avrei fatto lo stesso
pezzo anche se dell'identità ne fossi stato certo.
Scusa,
ma sei tu che hai travisato. Il post non voleva entrare (e non è
entrato!) nel merito della questione (io contrario, tu favorevole,
per questi e questi motivi...) No! Intendeva semplicemente dire - e
qui ribadire - che la sindaca, data la polemica montante
intorno alla realizzazione del recinto canino, con la popolazione
nettamente divisa tra fautori e detrattori, ha ben pensato di
confezionare quell'articolo, attraverso il quale attribuirne ad
altri, in questo caso dunque a Enrico, la responsabilità o, se tu
preferisci, il merito.
E
non già (o non solo) per concedere a tuo fratello la paternità dell'opera, ma,
meno nobilmente, per lavarsene pilatescamente le mani e tirarsi
fuori attraverso un panegirico pro captatio benevolentiae,
così da impietosire i lettori, raffreddare la polemica e,
possibilmente, non perdere consensi. Nient'altro.
L'Orco
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