03/10/20

'L PIERIN GIAZINTÈL

Classe 1921, Pietro Longo, per quelli di Tesero di una certa età 'l Pierin Giazintèl, compirà 99 anni tra pochi giorni. Stava salendo l'altra mattina lungo la erta de le scöle come fa ogni giorno per tornare a casa, col suo solito passo. Gli abbiamo chiesto di concederci uno scatto fotografico. Ha sorriso e si è gentilmente fermato un momento. Poi ha proseguito.

Uomo tranquillo, silenzioso, di poche parole e di convinta fede. Mai un'imprecazione, mai un gesto di stizza, mai dentro le istituzioni locali. Nonostante l'età 'l Pierin Giazintèl si reca quotidianamente in chiesa, ma non è (e non è mai stato) un 'fedelìn' nell'accezione esatta del termine.¹

È l'uomo residente più anziano del paese. E, di Tesero, quello che può vantare un primato davvero particolare: aver portato la croce a un santo. Proprio così. Accadde il 17 luglio 1988 in occasione della visita di papa Wojtyla a Tesero. Il Pierin, forse per intercessione divina, si trovò a sorreggere la croce di ferro a Giovanni Paolo II, durante la commemorazione celebrata quel giorno a Stava dal pontefice.

A noi, che per ragioni anagrafiche dagli anni Sessanta in poi abbiamo potuto osservare soltanto il graduale ma veloce passaggio dalla società a preminente vocazione contadina del paese - ove il territorio, sacralmente curato e custodito, era fonte primaria ed esclusiva di vita e dove le persone si dovevano confrontare ogni giorno col concetto di finitezza delle risorse - a quella odierna a trazione turistico-commerciale, rattrista non poco dover constatare che 'l Pierin, data l'inesorabilità del tempo, è uno degli ultimi testimoni rimasti di quell'epoca e di quel paese.



In meno di 100 anni siamo dunque passati da quella società agricola patriarcale ancorata nei secoli a valori immutabili, nella quale i nuclei familiari si costituivano intorno al padre del padre, depositario per anzianità del sapere e della saggezza e perciò, sino alla fine, in quanto capo riconosciuto di quel nucleo, premurosamente accudito dai figli, dalle nuore e dai nipoti, all'attuale società del divertimento e dello spettacolo: leggera, frivola, liquida, giovanilista, iper tecnologica, ove il concetto di saggezza è del tutto scomparso, i padri e i figli si confondono e si scambiano di ruolo e dalla quale l'anziano non più utile e ingombrante, spesso, a 'fine carriera'  viene espulso e scaricato, come un pacco, dentro asettiche e lussuose RSA.

Meno di cent'anni, ma una distanza siderale. Da quel vivere semplice, sobrio, limpido, rispettoso - perché consapevole - dei valori fondamentali da cui dipendeva, a questa sopravvivenza dorata, disgregata, inconsapevole, confusa, che per inedia si trastulla e si bea immergendosi nei disvalori contemporanei.

Meno di cent'anni, la vita di un uomo, per perdere il senso del tutto, rinnegare l'identità originaria e giungere sull'orlo dell'abisso. Un procedere insostenibile, da ogni punto di vista. Tra non molto ne faremo le spese tutti.

A.D.


¹ Fedelìn (agg. e sost. maschile)

Di persona che mostra zelo esagerato più nelle pratiche esterne che nello spirito della religione, osservando con ostentazione e pignoleria tutte le regole del culto, aggiungendovi, a dosi variabili, falsità, fideistica e acritica sottomissione al capo, ostracismo nei confronti del 'diverso', dabbenaggine.

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