Benedetto XVI se n’è andato via.
Farà l’eremita. Gli scandali di Santa Romana Chiesa lo hanno prostrato. La sede
apostolica è vacante e i cattolici, in attesa del nuovo papa, sono privi di
guida spirituale. Poco male.
L’Italia è in ambasce. L’economia,
nonostante Monti, è in caduta libera. La disoccupazione cresce, il reddito
disponibile è al minimo. Nel Sulcis la pazienza è finita, si stanno oliando
fucili e pistole. E nell’ex produttivo Nord-Est la voglia di passare alle vie di
fatto è forte. L’esito delle elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio scorsi è
stato disastroso. Nessuna formula di governo ora è praticabile. Lo stallo politico
produrrà ulteriore tensione sociale. Le prospettive sono brutte, anzi pessime. Gli
italiani sono in braghe di tela e senza guida materiale. Tra poco,
probabilmente, la situazione degenererà cruentamente. Molto male.
In val di Fiemme, ‘isola felice’
tra i monti trentini, le cose invece vanno decisamente meglio. Oggi si
concludono le manifestazioni sciatorie mondiali. Nonostante l’inclemenza del
tempo di fine febbraio il pubblico, ben carburato da fiumi di birra e di vino
bollente, s’è fatto vivacemente sentire. Le moidele vikinghe si sono scatenate come dio comanda. L’onda sonora dei loro campanacci allacciati in vita, delle trombe e delle
sirene si è propagata allegramente nell’aria frizzante della piccola Lago. Un
mare d’auto, nel rispetto assoluto dello slogan Fiemme Vallevvvivvva e dei due
poveri bus elettrici, ha occupato ogni giorno i prati circondanti la frazione,
distillando sulla neve e sulla ciópa fradicia pressata dagli pneumatici grigie
gocce di particolati incombusti. E pazienza se il medagliere italiano è rimasto
vuoto, ché non era questa ovviamente la ragione del tutto. Importavano i
contatti televisivi mandati per il mondo. Ottocentomilioni, pensate. Ventimila
dei quali, birichini, hanno addirittura bucato l’atmosfera finendo sulla Luna. Ora,
grazie ad essi ovunque conoscono la nostra bella valle. Dalla Lapponia alla Terra
del Fuoco, dal Bangladesh alla Mongolia, passando per Hanoi, Pechino, Atene,
Chicago, Honolulu e Bogotà. Se poi, accidentalmente, a Salorno o a Dro, chiedendo al primo
passante che incontrate un parere sulle tribune mondiali di Lago di Tesero, vi
sentite rispondere “Lago di che?”, chi se ne frega. E frega niente anche se i
750.000 norvegesi, ospitati sti giorni a Cavalese, per i prossimi 10 anni nessuno
li rivedrà da queste parti. L’intento di questa bella manifestaziòn non era di
incrementare negli anni a venire le presenze turistiche in Fiemme. Tutt’altro! D’altronde
nell’epoca della globalizzazione, di internet, di facebook e del bombardamento
mediatico 24 h 24, soltanto i babbei potevano credere che sarebbero
bastati 12 giorni di inquadrature ai quadricipiti e ai sederi di fondisti
e fondiste per far memorizzare indelebilmente
all’intera umanità un prato innevato di una piccola località, di una, a sua volta
piccola, provincia italiana. La scopo non dichiarato di tutta questa messinscena mediatico-televisiva era che a
convincersene fossero alla fine proprio i fiemmazzi, tanto da essere disposti tra
qualche anno a farsi infilare lietamente la nuova supposta. Saranno loro
infatti a subire la quarta irripetibile edizione tra 8 o 10 o 12 anni. Purtroppo,
per allora le eccellenti strutture e infrastrutture mondiali testé certificate
e premiate, ‘fiore all’occhiello’ della valle e del Trentino intero, non
saranno più adeguate. Ma guarda te la sfiga! Quindi sarà necessario, per la
quarta volta, aggiungerne di nuove, riadattare quelle appena fatte, allargare e
allungare le piste, aggiungere parcheggi, modificare l’orografia del territorio
e, naturalmente, realizzare l’arcinecessaria bretella di collegamento Piera (o Tesero) –
Fondovalle. Tutto questo per buttare di
nuovo nel cesso altri 30 o 40 milioni sottratti all’esausto contribuente
nazionale, e, dopo altri 12 giorni di op, op, op, di moidele vikinghe, di campanacci
e ubriacature collettive, riaprire la caccia alla quinta assegnazione.
Ma non corriamo troppo. Da domani la
propaganda inizierà a dare i numeri. Cifre grosse, roboanti, per far titoli
cubitali in cronaca locale. Come anticipato la prima intervista al capo supremo
dell’organizzaziòn sarà data in esclusiva a R.F.104. Poi, raffreddate le luci
sull’evento inizierà il lavorio sottotraccia del Nostro.
Il momento non è buono e chissà quale sarà l’evoluzione politico-economica italiana ed europea di qui a qualche tempo. Difficile prevederlo. Lo spettro di una crisi alla greca aleggia minaccioso sull’Italia. Noi fiemmazzi però siamo fiduciosi. Ma quale crisi d’Egitto, basta coi menagramo. In fondo ce la siamo sempre cavata. Succederà di nuovo, ne siamo certi. E in un giorno radioso, affacciandosi al balcone di palazzo Firmian per la quarta volta il gran capo esclamerà alla piazza acclamante tra sventolii di palme: “Nuntio vobis gaudium magnum! Habemus mondialem.”
Il momento non è buono e chissà quale sarà l’evoluzione politico-economica italiana ed europea di qui a qualche tempo. Difficile prevederlo. Lo spettro di una crisi alla greca aleggia minaccioso sull’Italia. Noi fiemmazzi però siamo fiduciosi. Ma quale crisi d’Egitto, basta coi menagramo. In fondo ce la siamo sempre cavata. Succederà di nuovo, ne siamo certi. E in un giorno radioso, affacciandosi al balcone di palazzo Firmian per la quarta volta il gran capo esclamerà alla piazza acclamante tra sventolii di palme: “Nuntio vobis gaudium magnum! Habemus mondialem.”
Ario
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