Misteri
gaudiosi. Monsignor Ernesto Galli della Loggia scopre che il populismo
non è il Male Assoluto. O, quantomeno, che si è fatta molta confusione
sul populismo e arriva a legittimarlo anche in certi aspetti del nazismo
(Corriere 27/2). I nostri fini dicitori, che dovrebbero essere gli
interpreti della realtà, a furia di star chiusi nelle loro stanze di
professori, han finito per non capirne nulla, sono stati sorpresi
dall'exploit di Grillo e ora cercano disperatamente di riposizionarsi
per far dimenticare che per decenni sono stati complici di quella
partitocrazia che 5Stelle sta per spazzar via, offrendo i loro servigi
al nuovo vincitore. Lo stesso è accaduto agli uomini politici che,
saltabeccando da una TV all'altra, parlando in teatrini compiacenti,
confabulando in Transatlantico intenti a confezionare sofisticate
strategie, non si sono resi conto, fino all'ultimo, che lo 'tsunami' non
era una parola ma un'onda che li avrebbe travolti. Eppure non era tanto
difficile da capire, bastava scendere in strada, entrare in un bar,
prendere un autobus, per capire che aria tirava.
Adesso
Bersani, dopo averlo coperto di insulti («indegno», «uno che porta la
gente fuori dalla democrazia») implora Grillo di concedergli almeno l'
'appoggio esterno' e gli promette la presidenza della Camera. Ma Grillo
ha già risposto con un regolamentare 'vaffa'. Non penso nemmeno,
nonostante il leader di 5Stelle si sia espresso in contrario, che Grillo
accetterà di votare i singoli provvedimenti che rientrano anche nel suo
programma. Perchè non gli conviene contaminarsi, anche solo
marginalmente, con una classe dirigente che ha dichiarato di voler
spazzar via, tutta. Gli conviene aspettare, come ha fatto finora, che si
finisca da sola. L'unica possibilità di formare un governo è una
'Grosse Koalition' fra Pd e Pdl. Ma in tal caso i due ex maggiori
partiti si sputtanerebbero definitivamente davanti a quel che resta dei
loro elettori e un governo del genere, per le sue insanabili
contraddizioni interne, cadrebbe nel giro di pochi mesi. L'altra ipotesi
è che si vada alle urne subito, dopo aver cambiato la legge elettorale.
In un caso o nell'altro 5Stelle non prenderà più il 25,6% ma il 40 o il
50. Il voto del 26 febbraio è stato solo il primo colpo. Il prossimo
sarà quello del ko definitivo.
Il
progetto di Grillo va oltre quello di eliminare una classe dirigente
degenerata. E' molto più ambizioso. Intende rivedere da cima a fondo un
modello di sviluppo, quello occidentale, che ci sta portando al tracollo
economico dopo aver realizzato quello sociale, etico, umano. Non so se
lo si è davvero capito ma Beppe Grillo è un tradizionalista che utilizza
strumenti modernissimi, il web, contro le storture della Modernità.
Basta pensare al suo discorso sul lavoro:«Il lavoro è importante, ma non
puo' essere tutta la nostra vita, che è fatta di altro». Tradotto
significa: meno lavoro, meno guadagni, meno produzione, meno consumi ma
più tempo, che è il vero valore della vita, per noi. Una partita
difficilissima, che avrà contro tutti gli attuali establishment e che
impegnerà le generazioni a venire. Ma almeno il 26 febbraio è stato
dato, in Italia, paese storicamente laboratorio, il calcio d'inizio.
Massimo Fini
Il Fatto quotidiano, 2 marzo 2013
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