21/04/20

22/04/2020 GIORNATA DELLA TERRA


VIRUS E INQUINAMENTO

Domani è la Giornata Onu
della Terra: serve una nuova
conversione ecologica
perché la salute dell’uomo
è connessa coi cicli naturali




Il 2020 è l’anno dedicato dall’Onu alla biodiversità. Secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente circa il 75 per cento dell’ambiente terrestre e oltre il 60 per cento dell’ambiente marino sono gravemente alterati.
La Terra è un macrorganismo vivente in cui tutto si tiene: biologia, ecologia, economia, istituzioni sociali, giuridiche e politiche. La salute di ciascun individuo è interconnessa e dipendente dal buon funzionamento dei cicli vitali del pianeta. Il susseguirsi di malattie nuove e terribili sempre più frequenti e virulente (come Ebola, Hiv, influenza suina e aviaria) sono la conseguenza della alterazione dei delicati equilibri naturali.
L’abbattimento e gli incendi delle foreste tropicali, il consumo di suolo vergine, lo sfruttamento minerario, la caccia e il consumo di fauna selvatica, la concentrazione di allevamenti animali, l’agricoltura superintensiva, il sovraffollamento urbano e lo spostamento continuo di merci e persone sono le cause primarie dello scatenamento delle pandemie. Non c’è alcun “nemico invisibile”, tantomeno imprevisto e sconosciuto che ha dichiarato guerra al genere umano. Al contrario è il sistema economico che ha provocato un progressivo deterioramento dei sistemi ecologici.
La sottovalutazione dei fenomeni  in atto, l’impreparazione e l’incompetenza delle istituzioni pubbliche a ogni livello – laddove è prevalso il modello neoliberista – hanno indebolito i presidi socio-sanitari con definanziamenti e privatizzazioni. In particolare in Italia abbiamo dovuto constatare un tasso di letalità eccessivo, troppi contagi registrati tra gli operatori sanitari insufficienza delle attrezzature. Per mascherare questi fallimenti – quasi fossero inevitabili – molti mass-media, politici e persino dirigenti sanitari hanno scelto di raccontare l’impegno per contenere la pandemia da Coronavirus usando una terminologia bellica: “battaglie”, “armi”, “trincee”, “nemico”. Il linguaggio della medicina invece si esprime con parole di cura e di pace, non di guerra. Di salute psicofisica, di sollievo della sofferenza, di rispetto della dignità umana.

Le ripercussioni del lockdown sull’economia globalizzata porteranno a una crisi senza precedenti. Le pandemie non conoscono differenze di classe, ma si ripercuotono accentuando ancor di più le disuguaglianze e le ingiustizie sociali. Per uscirne non basterà inondare il mondo con una pioggia di denaro “a debito”. Bisognerà che quel denaro serva effettivamente ad avviare una profonda conversione ecologica e solidale degli apparati produttivi e dei comportamenti di consumo.

La salute è un bene comune globale. In quanto esseri umani siamo parte della natura. Esistiamo gli-uni-con-gli-altri, in reciproca connessione. Ognuno di noi dipende dall’aria che respira, dai cibi con cui si nutre, dal tipo di energia che usa per muoversi, riscaldarsi e comunicare, dall’organizzazione sociale in cui è. Siamo parte dell’universo bio-geo-fisico ed energetico.

Sono già passati cinque anni dall’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile dell’Onu e molti dei target intermedi fissati al 2020, nell’ambito dei suoi 17 macro obiettivi, sono stati clamorosamente disattesi. Non possiamo più fingere di non vedere. Speriamo che la Giornata della Terra del 22 aprile possa essere il momento di uscita dall’emergenza e di un di un nuovo inizio dell’impegno per una conversione ecologica integrale della società umana.

Paolo Cacciari (F.Q. 21/04/2020)


Il documento integrale è consultabile
su www.comune-info.net ed è stato
sottoscritto da centinaia di persone
tra cui Alex Zanotelli,
Gianni Tamino, Roberto Mancini,
Laura Marchetti, Michele Carducci,
Daniela Padoan, Guido Viale,
Cristina Simonelli, Francesco
Gesualdi, Anna Maria Rivera,
Marco Boschini, Ugo Mattei,
Marco Bersani, Marco Deriu

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