L'albergo
Avisio e il suo quasi dirimpettaio albergo Lagorai hanno
rappresentato, anche iconograficamente, il turismo estivo di Lago
sino agli inizi degli anni '70. Quel turismo del tutto scomparso,
fatto da persone che dalle città 'fuggivano' e si trasferivano armi
e bagagli in luoghi ameni e silenziosi per tre settimane/un mese e
spesso anche qualcosa in più. Ospiti alla buona, modesti e
rispettosi che qui chiamavamo impropriamente "i siori" (ma tra gli ospiti del Lagorai soggiornarono anche 'siori' veri, personaggi di fama nazionale, come Eugenio Cefis e Renato Squillante), che si adattavano
ai luoghi così com'erano e non viceversa, come accade oggi. Non
pretendevano strutture particolari, locali aggiuntivi, piscine,
saune, solarium, campi da tennis, sale gioco, dancing, parcheggi,
anche perché arrivavano generalmente con i mezzi pubblici (sino al
1963 addirittura in treno!).
Per
la stessa ragione non girovagavano annoiati e insofferenti tre
quarti del tempo con inutili, ingombranti fuoristrada, come ci tocca osservare di continuo. Per ricaricarsi si 'accontentavano', turisticamente
parlando, della migliore qualità in assoluto gratuitamente disponibile, che ora invece, dopo
cinquant'anni di continui aggiornamenti e aggiunte all'offerta,
all'interno dei nostri paesi purtroppo non siamo più in grado di
garantire, e cioè il silenzio, la tranquillità e la possibilità
di muoversi in un contesto ambientale sano e più a misura d'uomo. Già
allora in città l'odore caratteristico era quello delle benzine
combuste e il rumore prevalente quello delle autovetture. Qui da noi,
a quell'epoca, girando si sentivano invece ancora distintamente
l'odore delle stalle e il profumo della legna accatastata sotto i
poggioli delle case. I rumori serali erano pochi e di giorno, oltre
alle persone a piedi, transitavano per le strade per lo più carri a
trazione animale. Lago offriva tutto questo. Niente
di meno, niente di più.
Ma il tempo fugge inesorabilmente e le vicende familiari degli originari
proprietari delle due strutture alberghiere, per ragioni diverse,
pregiudicarono il prosieguo delle loro attività ricettive e uno dopo
l'altro, prima l'Avisio e poi il Lagorai, vennero definitivamente
chiusi.
Così,
dopo aver ospitato negli ultimi decenni soltanto ricordi e fantasmi,
qualche giorno fa l'albergo Avisio è stato demolito.
Al
suo posto ora saranno edificate 'doe o tré növe
'cašòte,
ma ben... piciole'. Occuperanno complessivamente una
superficie quadrupla rispetto a quella occupata dalla struttura
abbattuta e sottrarranno altri prati e altro verde alla località
aggiungendovi nuovo cemento, nuove aree asfaltate e nuovi imprescindibili posti auto. In compenso però, come
commentò soddisfatta la nostra sindaca in occasione
dell'approvazione dell'ultima variante al Piano di Fabbricazione comunale, i
nostri artigiani avranno nuove opportunità di lavoro...
A
conferma, una volta di più, di quanto miope sia la visione del
tutto, ed il rispetto, l'attenzione, il senso del limite, la
salvaguadia del territorio siano, qui più che altrove, soltanto vuote
e impraticate parole. Continuiamo così.
Ario Dannati
Bando alle ciance, ma avete visto che bellissimi fiori che stanno sbocciando artificiosamente a Tesero? I turisti dei NOSTRI alberghi ne saranno entusiasti!!!
RispondiEliminaCarissimo Ario una semplice domanda: perché hai ristrutturato ad uso residenziale non uno ma bensì due immobili del nostro bel paese? Non avrai sottratto prati e verde ma hai dato anche tu un bel contribuito ad aumentarne il carico urbanistico. Senza offesa...
RispondiElimina