Beato
nòss
Süttirol,
diceva sospirando un po' d'anni fa il buon Guido
Spinel da Fascia,
a proposito della dilagante corruzione e del malcostume italico. Riducendo di molto l'orizzonte
gli facciamo eco sospirando e dicendo Beati
i Paoperi,
in questo caso per l'annichilente dabbenaggine di cui è
prigioniero il nostro povero Tesero, se, stando alla vox
populi
paesana, l'esito elettorale che portò al soglio di Pietro la
giovane speaker
della banda, fu determinato dal differente titolo di studio tra lei
e Barbolini. Laurea in giurisprudenza contro licenza media. Perbacco!
Avendolo saputo prima avremmo cercato di convincere il nostro amico
ingegnere a candidarsi: un tócco
27 da sindaco di questi tempi gli avrebbe fatto un gran comodo... E
noi stupidi pensavamo invece che un buon amministratore dovesse
soprattutto essere onesto, avere buone idee, metterci impegno e roba
di questo genere. Beata ingenuità. Adesso conta il titolo
accademico. E
infatti, pensandoci bene, l'Italia "va da dio" perché in
Parlamento di laureati non ce n'è nemmeno l'ombra...
Pazienza, scusateci, non eravamo aggiornati. Comunque ormai è
andata. Non pensiamoci più. Però, però, però ci sarebbe piaciuto
vedere come avrebbe governato Barbolini, pur con quel suo misero
titolo di studio, se quel 10 maggio 2015 non fosse stato per lui
così infausto. Forse si sarebbe ispirato al sindaco Vanzetta
(Gracco) di Ziano (pure lui sprovvisto ahinoi di laurea): un
progressista illuminato libero pensatore fuori dai luoghi comuni e
dalle logiche locali. Preso possesso delle stanze municipali zianesi
tra l’incredulità o lo sgomento di molti suoi paesani (e di gran
parte dei benpensanti valligiani), in soli due mandati, rifacendosi
proprio a quella piccola
buona amministrazione
soltanto in minima parte attuata dall’appena cessata amministrazione
di Tesero, ha cambiato (in meglio) i connotati al suo paese. O
forse, più verosimilmente, vincolato da un esecutivo non
particolarmente effervescente e motivato, il buon Alan avrebbe dovuto
barcamenarsi alla bell’e meglio, senza slanci ideali, attuando una
politica di piccolo cabotaggio, ripercorrendo i passi, né più né
meno, di chi lo aveva preceduto. O forse ancora, attraverso un suo
percorso originale, galvanizzando anziché no la sua squadra di
governo, sarebbe riuscito a cambiare finalmente volto a questo
spento paese. Chissà.
Sappiamo
invece come governerà la nuova sindaca Ceschini. Non perché
indovini capaci di leggere il futuro, ma perché nolenti ed
obbligati assaggiatori del menu che il suo mentore, il suo tutore, il
suo santo in paradiso e ora anche il suo tele-comandante ci propone e
apparecchia senza varianti da 30 anni in qua. Sarà la politica del
panem
et circenses
tanto cara a questo popolo
senza memoria
e
tutto sommato indifferente sia alla buona che alla cattiva
amministrazione
(chi
ha avuto, ha avuto, ha avuto,
chi
ha dato, ha dato, ha dato,
scurdammoce
'o passato, simmo 'e Tesero, paisá).
Una
politica fatta di tante “occasioni culturali” che impegneranno
“le migliori energie” delle tante associazioni paesane. Con messe
e campanili illuminati, tende, tendini e tendoni, palchi e
conchiglie, cori e coretti, bande e bandini, gróstóli
e cròfeni,
polenta e lüganeghe, premi, medaje e giacche a vento. Così che il
popolo, la gente (la sua
gente) divertita e distratta possa
accorgersi delle malefatte amministrative perpetrate a ripetizione
sempre con qualche annetto di ritardo
e soprattutto poi possa dimenticarle subito, tornando senza indugio
ad osannare il suo unico e vero profeta.
Su
questa falsariga è andata avanti l'azione politica teserana negli
ultimi 30 anni, i primi trent’anni del signor P, da costui in parte
direttamente “curata” e in toto suggerita. Azione amministrativa
esercitata attraverso ricatti,
sotterfugi, finzioni, illusionismi e inganni,
più o meno coperti e nascosti dal caratteristico clima festaiolo
permanente e dall'anzidetta dabbenaggine dilagante di questo paese,
che ha prodotto in questi tre decenni un considerevole numero di
porcate a
danno della collettività e a beneficio di pochi.
La
stessa politica che tra l'entusiasmo generale la nuova sindaca
riproporrà da qui al 2020 contribuendo a far assimilare per bene
anche alle nuove generazioni il cosiddetto Pensiero
Unico Teserano rubricato
sull’Elenco
Generale
dei Misfatti (del
quale un giorno pubblicheremo uno stralcio) all’acronimo simil
culinario CO.PRE.LA.PA.STA.
(Corte d.T. – Presepi – Lago Centro d.f. – Pampeago – Stava).
Evviva.
L’Orco
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