“La casa brucia, non c’è più tempo da perdere” grida
il prode Alfano. Ha ragione, ma dimentica di nominare la lunga schiera dei
piromani, alla quale lui stesso appartiene. La situazione è grave e la crisi politico/istituzionale nazionale
riflette esattamente quella economica e sociale del Paese. Tutto lascia
intendere che la via d’uscita, se mai ne esista una, sia ancora molto lontana.
Non si pensi però che le ragioni del disastro economico-sociale italiano originino esclusivamente dalla sciatteria e dalle malversazioni di “Roma ladrona”. Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito, eccome, al rogo del Belpaese. Per esempio, votando per vent’anni, anche recentissimamente, con demente inconsapevolezza gli attizzatori anzidetti. E poi, più specificatamente, permettendo con altrettanta demente inconsapevolezza, che proprio qui, nella nostra amata terra natia, un comitato d’affari, legittimato fra gli altri da 1300 gaudenti volontari, sperperasse indecentemente e reiteratamente pubbliche preziose risorse finanziarie.
Non si pensi però che le ragioni del disastro economico-sociale italiano originino esclusivamente dalla sciatteria e dalle malversazioni di “Roma ladrona”. Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito, eccome, al rogo del Belpaese. Per esempio, votando per vent’anni, anche recentissimamente, con demente inconsapevolezza gli attizzatori anzidetti. E poi, più specificatamente, permettendo con altrettanta demente inconsapevolezza, che proprio qui, nella nostra amata terra natia, un comitato d’affari, legittimato fra gli altri da 1300 gaudenti volontari, sperperasse indecentemente e reiteratamente pubbliche preziose risorse finanziarie.
Dunque, passando dal macrocosmo nazionale al
microcosmo paesano, finiti nel
dimenticatoio i mondiali di fondo e smaltite le conseguenti ubriacature
collettive, si torna alla routine.
L’amministrazione tace e guarda preoccupata alle
casse vuote. I lavori di manutenzione ambientale in attesa di urgente risposta,
per esempio della strada di campagna Tesero/Saltojo che sta andando alla
malora, dovranno aspettare tempi migliori. Così come quelli per la
realizzazione del marciapiede Tesero/Piera, da tempo inutilmente invocati… Soprattutto
però l’Amministrazione tace perché non ha nulla da dire. Il consiglio comunale,
ovvero, teoricamente, il cenacolo del pensiero, dell’analisi e della proposta,
non riesce né a elaborare idee né ad analizzare problemi. Niente slanci, niente
sogni, niente di niente. L’amministrazione Delladio – glielo si deve riconoscere – verso la fine
del suo lungo governo, bandì un concorso di idee per la sistemazione di piazza
Battisti. Fu quello, senza dubbio, il momento più alto dell’attività ideativa
da parte di un’assemblea comunale teserana che a memoria si ricordi. Non se ne
fece nulla, purtroppo. Ma da allora in poi, non si è riusciti nemmeno più a
pensare: solo ordinaria amministrazione e bolso
inseguimento delle idee altrui, spesso non esattamente di interesse generale.
E’ curioso, tanto per dirne una, che il tema della mobilità sosteniblie non abbiano sinora suscitato nei componenti di quel cenacolo alcun interesse
reale. Argomento questo che da solo, se concretamente risolto, avvicinerebbe le
valli avisiane all’eccellenza turistica svizzera. Ma evidentemente ai capi
popolo la questione non preme. “Cosa volete che c’interessi del treno
dell’Avisio. Utopie! ‘Creiamo’ piuttosto qualche posto macchina in più…”
pare essere il pensiero unanime del consiglio…
È sconfortante ma è così: le colonne d’Ercole del
paese sono le Corte, i Presepi, Lago e Pampeago! Non ci si aspetti nient’altro.
Il volar alto non è nel corredo genetico di questa amministrazione. Rassegnamoci.
E si rassegni anche il presidente di Transdolomites, qui recentemente
ospitato, ché da questi illuminati non riceverà né sostegno, né collaborazione.
La mobilità alternativa intesa dai nostri la si pratica solo una volta o due
all’anno, d’intesa con le altre municipalità di valle e corrispondendo alla
richiesta dei promotori turistici. In
allegria ed anarchia. Con calessi, mongolfiere, monopattini e pedalò. Tutto fa
immagine e promoziòn. L’importante è che alla fine, dopo sei ore di
divertimento collettivo, i valligiani possano usare nuovamente lo Stradone per
esercitare l’unica mobilità che conoscono e amano veramente.
A.D.
"condividiamo il piano mobilità nella sua filosofia, ma non nella pratica....." questo fu l'incipit del documento con le osservazioni presentato dai nostri amministratori al piano mobilità presentato dalla PAT, dimenticando, forse,che le opere si fanno con la pratica partendo da delle idee e non con la filosofia. Nuovo antico politichese per dire e non dir,e per fare e non fare, per mettersi al riparo, per non assumersi responsabilità etc etc
RispondiEliminae intanto la Comunità di VALLE fa ricerche sull' araldica..........yuppi!!!
RispondiEliminaEuro Euro, quanti commenti, quante parole, perchè non ti attivi di persona magari alle prossime elezioni della Comunità di Valle? magari riesci a cambiare la nostra bella Valle di Fiemme, speriamo non in peggio.
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