Recentemente, durante una delle
tante due-ore di meditazione serale del venerdì Jacopo si chiedeva se avesse ancora senso (se
lo avesse mai avuto) insegnare musica nella scuola dell’obbligo. L’arte – diceva
– non è né per tutti, né di tutti; la
sensibilità musicale non è apprendibile, o ce l’hai dentro o non ce l’hai. È un istinto primigenio individuale. Chi ne è
portatore è naturalmente ‘obbligato’ ad assecondarlo... La scuola può dunque servire?
Per affinare quell’istinto forse sì, anche
se, scuola o non scuola, prima o poi esso in qualche modo si ‘arrangerebbe’. Ecco
perché – continuava – per quanto l’intento pedagogico possa essere ‘nobile’, per
una cosa così peculiarmente soggettiva, è insignificante abbozzarne l’idea tra un’ora di matematica e una di storia, in
una classe di alunni potenzialmente distratta e, appunto, ‘insensibile’.
Ai miei tempi quei 60 sgangherati
minuti li chiamavano l’ora di musica.
Ed in effetti – lo ricordo benissimo – quello spazio artistico altro non era
che un’ora aggiuntiva di ricreazione al cospetto di un insegnante frastornato, tra
le urla della classe e un grammofono che di funzionare non ne voleva sapere. A
battagliare in quella hit parade ‘classica’
erano di solito in due: "La Moldava" e “Le quattro stagioni”, che però mai si aveva grazia di gustare interamente perché quando l’insegnate finalmente riusciva a
domare il dispettoso giradischi, convincendolo con le cattive a diffondere dal
vinile graffiato quel gracchiante sonoro, l’ora
di musica se ne era quasi andata. Poi, con la faticosa evoluzione della
didattica arrivarono anche i flauti di plastica rossa e i tamburelli e dall’ascolto incompiuto della "Primavera"
vivaldiana si passò all’esecuzione del
“Fra’ Martino” a canone…
Insomma, Jacopo mi ha convinto:
quell’ora sarebbe meglio impiegarla a ripassare l’itagliano o la matem²atica.
Materie che potrebbero ancora servire a vivere prosaicamente il quotidiano e
forse a trovare un lavoro. Di sicuro ascoltare l’arte altrui a vivere così non
serve. Ma a sognare e a fantasticare, sì. Cose però anch’esse né per tutti, né
di tutti.
A.D.
così come è organizzata adesso l'attività musicale nelle scuole, in effetti, non serve certo ad "insegnare" musica....ci vuole altro !! ma perchè la musica dovrebbe essere solo cosa per pochi "unti"? io non sono certo fra questi, ma anche ad un analfabeta musicale come me la musica ha dato molto, io non mi soffermerei a considerare la musica come fine a se stessa, la musica contiene moltissime altre potenzialità
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