È
appena iniziata ‘la festa’ e già le voci di una possibile quarta volta si
stanno diffondendo. Non è bastato il netto no di Bolzano alla proposta
Mella-Degò di candidare la regione alle Olimpiadi bianche del 2022 per far
desistere l’irriducibile coppia d’assi trentina dal rilancio. Sì, sì! avranno
esclamato all’unisono Bepo & Toni – evidentemente ancora convinti di
abitare nel paese dei chèga dinari – che ce ne importa še i todeschi no i gh’en völ šavér. Il
vecchio Durny, che di soldi se ne intende come e più de quei da Trènt,
era stato chiaro e il suo rifiuto non basava su motivazioni preconcette: “No,
grazie! Per noi non è tempo di trovate mangiasoldi.” Ma si sa, l’Altoadige non è il Trentino e il buon
Luis di cognome non fa Dellai.
E sì
che anche l’economia locale comincia a risentire dell’effetto Monti: occupazione in caduta
libera e tasse in incremento. In prospettiva dunque tempi magri. Lo si capisce
benissimo guardandosi intorno. Eppure in Provincia si fa finta di niente. Anzi
il capo s’incazza pure perché a Roma qualcuno è tentato (sinora purtroppo solo
a chiacchiere) di chiudere un po’ i rubinetti. Caro Dellai è inutile
inalberarsi e dire che il governo nazionale non distingue tra chi governa bene
e chi invece sperpera. A parte l’ottimo esempio di coerenza, candidandoti
proprio con la lista di Monti, non ci sembra che i baraccamenti di Lago che
mondiale dopo mondiale si sono via via aggiunti possano essere annoverati come opere di buon
governo e di oculatezza amministrativa. Speriamo che chi l’autunno prossimo finalmente
ti sostituirà capisca che le risorse, inevitabilmente sempre più scarse, devono
servire a risolvere problemi veri, sentiti da tutta la collettività, e non a creare
laghetti artificiali, costruire totem, tagliare il territorio con nuove inutili strade e scavalcare i torrenti
con ponti pedonali in legno.
Ma
la macchinetta acchiappa citrulli è ben oliata ed ecco che in rapida
successione l’Informazione, dopo la bella trovata degodenz-mellariniana, ci
informa che in Trentino c’è un solo comparto economico che ancora si barcamena
bene, quello turistico-alberghiero. Che ti dicevo! avranno esclamato in coro i
soliti Toni & Bepo. Ma santa ingenuità! Certo che alberghi e impianti
girano meglio del resto. Ci mancherebbe pure che non fosse così, vista la valangata
di quattrini che l’ente pubblico liquida da sempre al settore. L’ISTAT, o chi
per lui, dovrebbe però anche dirci chi
ne beneficia esattamente e quanta occupazione muove. Non certo la maggioranza
della potenziale forza lavoro locale. Cuochi e camerieri? 200 chef, pagati il
giusto, non è che ti cambino il segno economico e nemmeno 2000 camerieri
sottopagati (quasi tutti stranieri), che se non fosse perché arrotondano
elemosinando e si arrabattano dopo lavoro in ambiti al limite dell’illegalità,
per le paghette che ricevono dai signori albergatori non riuscirebbero a
mettere insieme il pranzo con la cena. Tutte cose qui già dette, che però
ribadiamo per non farci passar per fessi, come la puntuale propaganda, verosimilmente
suggerita dall’anzidetta coppia, così intenderebbe.
Insomma,
per il bene di tutti c’è da sperare che
questa logora classe politica, insieme al Principe che domani tenterà di farsi
regalare un biglietto per Roma, finita la festa, si squagli con la neve
mondiale ed entro l’autunno (in vista delle prossime elezioni regionali) si
possa intravvedere una nuova e più responsabile classe dirigente.
L’Orco
P.S.
Son
passati 900 giorni circa, ma sembra un secolo fa. Giuliana se ne è andata
(all’opposizione) e Alberto ha definitivamente abbandonato il Palazzo.
Francesco resta in sella e il processo ‘normalizzatore’ è compiuto. Che rimane
di quella lista “alternativa” e del suo programma? Boh! Vorremmo che Alberto, libero adesso dai legacci istituzionali che lo
hanno frenato, intervenisse su queste pagine. E ci dicesse come e perché il
progetto è naufragato ancora prima di iniziare a dispiegarsi. Forza Alberto, scrivici
e dicci tutto. “A feri molai”!
Caro Orco
RispondiEliminaaccoglierò prossimamente il tuo invito a proporre, magari anche con il contributo di Giuliana, una disamina delle ragioni che, a mio parere, hanno ostacolato il progetto/programma di cambiamento e crescita proposto in origine dalla lista "Cambiare per crescere" nata come giustamente dici "alternativa" ma rientrata troppo presto nella "normalità" di un modo di amministrare consolidato.
Sarà una riflessione pacata, non a "feri molai" perchè sono consapevole che il confine tra la ragione e il torto è molto sottile, sicuramente molto personale.
Questo dilemma è ricorrente nei miei pensieri quando rivisito la mia breve avventura amministrativa vista dalla parte di chi ha/aveva la "ciave de l'olto" come tu ebbi a definire su questo blog coloro che hanno in mano le "sorti" del paese.
Alberto