Come tutti gli
strumenti, anche Facebook dovrebbe essere neutro. Le modalità d’impiego e le
loro conseguenze dipendono da chi lo utilizza, dalle situazioni e dai luoghi. Nel
Maghreb, per esempio, si dice sia stato il motore della cosiddetta Primavera araba. Da noi, in tutta evidenza se ne fa un uso meno rivoluzionario. Asseconda
soprattutto l’irrefrenabile necessità di esternare al mondo intero! frizzi,
lazzi e vacuità…
Da profani, il
primo contatto con la cosiddetta rete sociale ti sbalordisce, come una magia.
Creato l’account d’accesso, eccoti a tua insaputa e in tempo reale amico
di alcuni perfetti sconosciuti. Poi, se ti fai prendere dall’entusiasmo, in un
amen, di altri amici ancora. A quel punto, se non sei lesto a fermarti, nel
giro di pochi minuti il mondo è ai tuoi
piedi. E lì comincia il bello...
Essenzialmente
in Facebook puoi condividere, condividere, condividere. Che cosa? Teoricamente
ti tutto. Praticamente molto poco. Anche perché gli amici-a-tua-insaputa,
dopo un po’, mal sopportano la tua voglia di ragionamento o la tua eventuale vis
polemica. Sono apodittici, s’imbronciano e non ti parlano più. E se
t’intestardisci li fai proprio arrabbiare: ti mettono il lucchetto e fine
dell’amicizia.
Gli amici-a-tua-insaputa,
non solo scanzonati adolescenti, ma anche rispettabili funzionari di banca, valenti
imprenditori, irreprensibili amministratori pubblici, severi insegnanti, sopra
ogni altra cosa e di gran lunga in Facebook amano condividere le immagini. Prima
di tutto la loro, che soppesano e scelgono con grande attenzione. Con quella si
presentano al mondo. Una volta scelta la foto del profilo, il più è fatto. Lo
strumento ha già praticamente raggiunto lo scopo. Ma con un po’ d’ardimento ci
si può anche spingere oltre. E allora ecco le immagini delle ultime escursioni
in montagna, di un’alba, di un tramonto, delle nuove luminarie, di un
incantevole paesaggio invernale, dei presepi, come no. E poi ancora quella di un
piatto di lucaniche fumanti accompagnato dall’irresistibile didascalia “la
lucanica ha fretta, la dieta può aspettare”, tre slogan, alcune citazioni. Mi sono accorto che molti dei miei
amici-a-mia-insaputa sono fan della Nutella. Oltre alle immagini, gli amici-a-mia-insaputa
qualche breve parola comunque la dicono. Ma è cosa rara. Le Colonne d'Ercole di
questi impavidi navigatori del web generalmente sono le esclamazioni. Di
stupore. Di meraviglia. Un ohhh. Due ahhh.
Simpatica come
tutto il resto è la formula ritualizzata con cui in Facebook gli
amici-a-loro-insaputa condividono il loro virtuale mondo a effetti speciali: “Toni
ha inserito questo nuovo elemento. Bepo ha condiviso l’elemento di Toni. A Bepo
piace l’elemento inserito da Toni. Anche Menega ha condiviso questo elemento. A
Menega piace. Menega ha detto: Ohh, bello! Bepo ha detto: Che spettacolo! Toni
ha detto: Grande!”
Ario Dannati
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