09/11/21

UN CHIARO E ARGOMENTATO NO!

Due giorni dopo la pubblicazione del precedente post, col quale lamentavo tra l’altro il silenzio dei valligiani sulla questione ‘Ospedale di Fiemme’, ho trovato nel mio archivio file una lettera di Ruggero Vaia uscita su l’Adige lo scorso 17 ottobre. Mi scuso dunque con l’autore per la svista e (ri)pubblico, doverosamente, il suo intervento.

Ario



Egregio Direttore,

vorrei brevemente esprimere una personale opinione sulla vicenda dell'Ospedale di Fiemme che sta dominando la cronaca di valle sul Suo giornale. Qualche anno fa, ma sembrano decenni, la politica si impegnava a convincerci che gli ospedali "periferici" sono inutilmente costosi e poco specializzati: andavano ridotti a centri di salute diurni e i ricoveri andavano centralizzati nel più efficiente ospedale provinciale, anche in vista della realizzazione del grande Nuovo Ospedale del Trentino. Fino a pochi anni fa nei nosocomi di valle si stavano ancora smantellando interi reparti, finché l'Amministrazione provinciale ha cambiato rotta, stabilendo che gli ospedali periferici hanno un ruolo importante per varie specialità, che vanno quindi mantenuti e nel caso ristrutturati. Per l'Ospedale di Fiemme sito a Cavalese si è approntato un progetto esecutivo di ristrutturazione da circa 46 milioni di euro, quasi tutti già finanziati. Poi cambia la regìa in Provincia e - toh! - in Val di Fiemme pare serva una "Città della Salute" da realizzare sui pregiati terreni agricoli del fondovalle tra Lago di Tesero e Masi di Cavalese. I milioni per la ristrutturazione dell'esistente ospedale vengono revocati. La formula del "finanziamento di progetto" ("project financing", maledetto anglicismo di chi non sa l'inglese) lancia i costi in orbita: 120 milioni di euro! A chi la raccontano, questi politici, che sia indispensabile un tale sperpero per mandare i poveri malati a marcire di depressione nell'umidità del fondovalle, senza poter vedere il sole per 3 mesi all'anno? A chi la raccontano che si possa rinunciare all' "Orto dei pézi" dove crescono le piantine per il rimboschimento? Poi serviranno altri servizi: negozi, edicola, parcheggi, un albergo per i parenti che assistono i malati... E cosa ne sarà dell'attuale ospedale, che è pur sempre una grande struttura? Risposte zero. Chi sta nella stanza dei bottoni ha già deciso: si facciano girare i milioni. A pensar male si fa peccato, ma io penso male: credo che ci sia una forte propensione a spendere i denari pubblici in opere di edilizia, piuttosto che investirli nella vera necessità urgente: assumere medici e infermieri, che attualmente ‘ultralavorano’, perché sono pochi. È il personale la vera grande risorsa su cui la sanità trentina deve investire. È in malafede chi connette la realizzazione dell'ospedale, comunque sia, "all'appuntamento olimpico del 2026". Alle valli dell'Avisio serve un Ospedale di Fiemme efficiente sempre, non per una settimana o due con qualche atleta in giro! Ci siamo già cascati con le varie opere "urgenti per i mondiali" eccetera, ma ora i Sindaci devono parlare chiaro! Sono rimasti pochi i sempliciotti che si bevono la retorica delle "grandi sfide" per gli eventi sportivi: è meglio avere una sanità efficiente, per i cittadini, e che non sia sprecona. Quindi, auspico che i Sindaci di Fiemme e Fassa si ritrovino, presto, e ritrovino anche il senso del mandato della cittadinanza: dicano chiaramente che questo balletto con i privati è assurdo e fa perdere solo tempo e (tanti) soldi alla collettività.

Ruggero Vaia - Cavalese

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