Riceviamo dal consigliere Alberto Carpella del Comune di Tesero, la mozione (totalmente disattesa dalla Maggioranza) presentata dal gruppo di Minoranza che qui pubblichiamo. Un chiaro esempio di quanto pesi la ragionevolezza in "democrazia".
Tesero, 11 giugno 2007
I sottofirmati consiglieri comunali della lista “Civica per Tesero” vogliono sottoporre a codesto Consiglio Comunale una serie di considerazioni in merito al problema delle deroghe urbanistiche.
Premesso:
- che l’istituto della deroga costituisce, come si evince dalla legge, l’esercizio di un potere eccezionale e proprio per questa caratteristica il provvedimento comunale previsto ai fini del rilascio della concessione ediliza in deroga alle previsioni degli strumenti di pianificazione deve essere sorretto da una congrua e puntuale motivazione; tale motivazione dovrà essere ancora più approfondita qualora la struttura abbia già usufruito di deroga negli anni precedenti; l’esercizio del potere di deroga è sì discrezionale, ma tale discrezionalità non deve spingersi al punto da consentire che intere categorie di attività possano ritenersi esenti dalle regole della pianificazione territoriale;
tutto ciò premesso si evidenziano:
- le insufficienti motivazioni con cui vengono di volta in volta rilasciate le deroghe e che sembra non rispettino correttamente i presupposti di legge;
- l’eccessiva frequenza con cui vengono richieste e soddisfatte le deroghe con particolare riferimento a quelle relative a singoli complessi alberghieri;
- l’aggravio territoriale a carico del comune che frequentemente monetizza la cessione di porzioni di terreno necessarie a garantire il rispetto di particolari parametri urbanistici non derogabili.
In particolare, per quanto riguarda la deroga di cui si tratta in questo Consiglio (la seconda per l’esercizio alberghiero in questione) e che segue di poco altre già rilasciate per gli alberghi di Stava, si evidenzia una situazione a dir poco paradossale.
In seguito alla tragedia era stato predisposto un piano di lottizzazione ad hoc per la piana di Stava, approvato in data 12.07.1990 con validità decennale, che dettava una serie di vincoli urbanistici ed architettonici, più o meno condivisibili, per la ricostruzione delle strutture alberghiere e dei fabbricati di civile abitazione.
Il piano recepiva i risultati di approfonditi studi su quella che doveva essere l’ ottimale capacità ricettiva degli alberghi della nuova Stava nel rispetto del modello a conduzione familiare prima esistente; tali studi indicavano in ottanta posti letto il numero ideale da considerare nella pianificazione.
Decorsi i dieci anni dall’approvazione il piano di lottizzazione è divenuto inefficace.
A distanza dunque di soli quindici anni da quella pianificazione urbanistica, la situazione degli alberghi di Stava risulta completamente stravolta con volumetrie eccessive che si rapportano in modo poco corretto con il contesto paesaggistico e disattendono quanto di buono era stato indicato per salvaguardare un posto unico come Stava.
La condizione che lascia maggiormente perplessi riguarda però la cessione di terreno comunale, già urbanizzato, per soddisfare gli standard di parcheggio, non derogabili, richiesti per l’ampliamento delle strutture alberghiere: sembra quasi che la deroga venga applicata due volte!
Il nostro gruppo, nel mentre preannuncia voto contrario al rilascio della deroga, vuole comunque sottoporre al Consiglio comunale la proposta di predisporre un regolamento interno sulle deroghe che, a partire dalla eccezionalità delle stesse e dal fatto che esse non devono costituire un provvedimento dovuto a priori a particolari categorie di attività, consenta all’Amministrazione di intervenire in modo sostanziale nell’iter progettuale dettando i vincoli urbanistici di volta in volta ritenuti necessari alla tutela del territorio e non meno importante alla tutela di altre categorie di persone che, in modo via via più marcato, percepiscono la deroga come un vero e proprio privilegio di pochi.
I sottofirmati consiglieri comunali della lista “Civica per Tesero” vogliono sottoporre a codesto Consiglio Comunale una serie di considerazioni in merito al problema delle deroghe urbanistiche.
Premesso:
- che l’istituto della deroga costituisce, come si evince dalla legge, l’esercizio di un potere eccezionale e proprio per questa caratteristica il provvedimento comunale previsto ai fini del rilascio della concessione ediliza in deroga alle previsioni degli strumenti di pianificazione deve essere sorretto da una congrua e puntuale motivazione; tale motivazione dovrà essere ancora più approfondita qualora la struttura abbia già usufruito di deroga negli anni precedenti; l’esercizio del potere di deroga è sì discrezionale, ma tale discrezionalità non deve spingersi al punto da consentire che intere categorie di attività possano ritenersi esenti dalle regole della pianificazione territoriale;
tutto ciò premesso si evidenziano:
- le insufficienti motivazioni con cui vengono di volta in volta rilasciate le deroghe e che sembra non rispettino correttamente i presupposti di legge;
- l’eccessiva frequenza con cui vengono richieste e soddisfatte le deroghe con particolare riferimento a quelle relative a singoli complessi alberghieri;
- l’aggravio territoriale a carico del comune che frequentemente monetizza la cessione di porzioni di terreno necessarie a garantire il rispetto di particolari parametri urbanistici non derogabili.
In particolare, per quanto riguarda la deroga di cui si tratta in questo Consiglio (la seconda per l’esercizio alberghiero in questione) e che segue di poco altre già rilasciate per gli alberghi di Stava, si evidenzia una situazione a dir poco paradossale.
In seguito alla tragedia era stato predisposto un piano di lottizzazione ad hoc per la piana di Stava, approvato in data 12.07.1990 con validità decennale, che dettava una serie di vincoli urbanistici ed architettonici, più o meno condivisibili, per la ricostruzione delle strutture alberghiere e dei fabbricati di civile abitazione.
Il piano recepiva i risultati di approfonditi studi su quella che doveva essere l’ ottimale capacità ricettiva degli alberghi della nuova Stava nel rispetto del modello a conduzione familiare prima esistente; tali studi indicavano in ottanta posti letto il numero ideale da considerare nella pianificazione.
Decorsi i dieci anni dall’approvazione il piano di lottizzazione è divenuto inefficace.
A distanza dunque di soli quindici anni da quella pianificazione urbanistica, la situazione degli alberghi di Stava risulta completamente stravolta con volumetrie eccessive che si rapportano in modo poco corretto con il contesto paesaggistico e disattendono quanto di buono era stato indicato per salvaguardare un posto unico come Stava.
La condizione che lascia maggiormente perplessi riguarda però la cessione di terreno comunale, già urbanizzato, per soddisfare gli standard di parcheggio, non derogabili, richiesti per l’ampliamento delle strutture alberghiere: sembra quasi che la deroga venga applicata due volte!
Il nostro gruppo, nel mentre preannuncia voto contrario al rilascio della deroga, vuole comunque sottoporre al Consiglio comunale la proposta di predisporre un regolamento interno sulle deroghe che, a partire dalla eccezionalità delle stesse e dal fatto che esse non devono costituire un provvedimento dovuto a priori a particolari categorie di attività, consenta all’Amministrazione di intervenire in modo sostanziale nell’iter progettuale dettando i vincoli urbanistici di volta in volta ritenuti necessari alla tutela del territorio e non meno importante alla tutela di altre categorie di persone che, in modo via via più marcato, percepiscono la deroga come un vero e proprio privilegio di pochi.
Ciao Orco, ti segnalo questo appuntamento:
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Si terrà all'EURAC di Bolzano (EURAC Europaische Akademie, via Druso)
x info http://tower.eurac.edu/index_it
antropocene
L'era dell'uomo nel bene e nel male
5 luglio 2007
ore 20:30
L'epoca geologica nella quale viviamo si chiama antropocene: l'era dell'uomo. Un'era che si distingue da quelle che l'hanno preceduta per
l'impatto determinante dell'uomo sul clima e sull'ambiente.
Dalla rivoluzione industriale la qualità della vita è migliorata,
ma non mancano effetti devastanti sul nostro pianeta.
Siamo davvero destinati a soffrire il freddo o la sete? Possibile che
la tecnologia non riesca a trovare una soluzione ai gas serra?
L'unico rimedio al clima impazzito e all'inquinamento è un
regresso della modernità?
Se ne parlerà con
Luca Mercalli,
climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana, metereologo nella tramissione Che tempo che fa RAI tre - Torino
Federico Paolini,
storico dell'ambiente – Università di Siena
Marc Zebisch,
Istituto per l'Ambiente Alpino – EURAC
Modera
Mirco Elena,
fisico, ambientalista - Trento
Uomomantice.