12/04/07

LETTERA A EUGENIO DEFLORIAN

Caro Eugenio,

se non ti disturbo gradirei prestassi un po’ d’attenzione alla presente. Ieri sera il tuo approccio così inusuale e senza preamboli mi ha lasciato sbalordito. Sulle prime non ho capito, poi ho realizzato che anche tu evidentemente dovevi essere stato “pizzicato” dai cosiddetti amici della terra. Me ne aveva parlato tempo fa l’Alberto Carpella che mi recapitò via posta elettronica una richiesta di chiarimenti piuttosto perentoria con riferimento a una lettera che aveva ricevuto il giorno prima, “firmata” anonimamente da una non meglio identificata associazione Amici della Terra dietro la quale secondo lui si nascondeva un sicuro mandante: il sottoscritto! Cadendo dalle nuvole, dopo l’ovvio iniziale stupore lo invitai pertanto a farmene avere una copia. E così fu. Dalla lettura della stessa e dalla constatazione che l’indirizzo elettivo della fantomatica associazione ne indicava la sede presso la biblioteca comunale o comunque a quel numero civico, trassi la conclusione che doveva trattarsi di una “goliardata” organizzata da qualche studente. Pur tuttavia nella lettera non trovai nulla di offensivo. Tuttaltro! Anche Alberto alla fine convenne che tutto sommato in essa si dicevano cose del tutto condivisibili. Pur continuando a sottolineare “sdegnato” il fatto che quella missiva gli era stata recapitata in forma anonima. Proprio per questo, ragionando, deducemmo entrambi che gli estensori potevano essere appunto degli studenti che approfittando del contemporaneo invito dell’Amministrazione comunale alla giornata ecologica avevano “colto l’occasione” per un’azione concertata senza doversi esporre direttamente. Ad ogni modo, dissi ad Alberto, anonimo o non anonimo che fosse, se io avessi ricevuto un documento siffatto non mi sarei per nulla indignato, ma piuttosto avrei fatto semplicemente un esame di coscienza e ponderato il senso delle parole in esso contenute. Perché a mio parere ciò che discrimina tra un fatto comunque accettabile e un fatto disdicevole o addirittura offensivo, non è conoscerne o meno l’autore, bensì la sostanza oggettiva del fatto medesimo. E a me, ti ripeto, quella è sembrata una lettera con intenti positivi e lontanissima dall’intenzione di offendere chicchessia. E qui chiudo sperando di essermi chiarito. Adesso però visto che mi hai tirato in ballo vorrei entrare nel merito della questione perché il tuo approccio di ieri, riflettendoci a freddo, mi è parso volutamente tendenzioso e insinuante. Sappi allora che il sottoscritto da due anni abbondanti sta interessando l’opinione pubblica (in primis l’Amministrazione comunale tutta) con riferimento al problema del traffico e dell’inquinamento nel nostro bel paesello. Non so se te ne sei accorto (da come ti “muovi” penso di no!) ma io che per lo più giro ancora a piedi (senza per questo sentirmi un eroe) posso garantirti che nel centro storico di Tesero non si respira affatto aria buona e da tre anni (e cioè da quando ho cambiato residenza), nonostante le finestre siano nuove e ben insonorizzate per dormire mi devo mettere i tappi di cera. Questo non solo non è giusto, questo è vergognoso! Perché Il diritto alla salute e alla tranquillità precede di gran lunga quello cosiddetto “alla mobilità”. Se i signori della Tesero alta (tra i quali mi permetto di includerti) non fanno più uso del cavallo di san Francesco non sono certo fatti miei, ma sia chiaro che non per questo possono ledere un mio (e di molti altri compaesani) diritto sacrosanto. Quindi ho suggerito al Comune di cominciare a fare dei sensi unici e di obbligare chi abita dal Brustol in su (via Rododendri inclusa) che eventualmente decidesse di scendere in paese in automobile a percorrere la circonvallazione ovest lungo il rio Stava. Questo per distribuire un po’ su tutto il territorio l’onere del disturbo che reca il traffico. Chiaro il concetto? Ho altresì scritto che è intollerabile che in un centro storico dimensionato e strutturato a misura d’uomo o al massimo di bue, i pedoni debbano “sfregolare” i muri per camminare lungo la pubblica via. Chiaro? Se i signori dell’ ”hinterland” paesano si sono impoltroniti, non c’è problema, purché non scarichino la loro poltroneria (che sarebbe il meno) e soprattutto i veleni e i molesti rumori dei loro motori su quelli che casualmente si trovano pro tempore a vivere nel mezzo del paese. E ti dico di più: è scandaloso (e questo la dice lunga sui cosiddetti montanari) che in un centro abitato dalle dimensioni de ‘n linzől dal fen come è quello di Tesero, con le distanze massime da luogo a luogo che si percorrono a piedi in non più di 10-15 minuti, non si riescano a fare 30 (trenta) metri senza avere dietro o davanti al culo una merdosa auto (quando va bene, più spesso un merdosissimo fuoristrada) che ti rompe i coglioni e ti avvelena. Chiaro? Il paese va liberato! da questa generale, deleteria, anacronistica stupidità. Da questa inciviltà. Se non sbaglio (e se sbaglio ti chiedo scusa)tu sei (o eri) un gran camminatore: vai (o andavi) per “trosi” di montagna, fors’anche per corozzi, scii o almeno un tempo sciavi (ricordo di aver visto una tua foto sul libro della Cornacci del Remo de la Centrale)e dunque credo non ti manchi né la forza né il piacere di muoverti. E allora perché sei così riluttante a percorrere a piedi le strade del paese (destinate per costituzione fisica prioritariamente all’uso pedonale)? Perché il centro paese deve trasformarsi in un abbruttente volgare deposito di lamiere barbaramente abbandonate ovunque? Perché alla cittadinanza deve venire sottratta la vivibilità, il piacere della conversazione, la tranquillità, per assecondare il narcisismo e la stupidità di chi non riesce più a ragionare? Mi piacerebbe poter continuare ma purtroppo ho altre cose da fare e non avevo previsto di doverti scrivere, sarò lieto di potermi confrontare con te in un’altra eventuale auspicabile occasione su queste e altre questioni che mi stanno a cuore. Ovviamente la conditio sine qua non è di poterti incontrare strada facendo, o magari in piazza Nuova, luogo ove un tempo si ascoltava con piacere “’l Genio” che s’avventurava col diabolico Tancredi: oggi purtroppo anche l’ascolto della Banda in piazza è andato a farsi benedire per far posto agli stupidi “porta poltroni”!
Ti dovevo queste righe scritte in fretta e magari ineleganti perché ci tenevo a farti sapere che io mi firmo. Sempre! E ho intenzionalmente calcato la mano così che se ti capiterà una prossima volta di ricevere una lettera, prima di incazzarti per la mancanza della firma (e poi prendertela erroneamente con chi la propria firma non ha problema a metterla) verifica e pondera il contenuto della stessa!

Cordialità.




Tesero, paese dei presepi, addì 12 aprile 2007

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