25/08/20

LA CANDIDATA CON LA FACCIA DI BRONZO

I quarant’anni suonati della televisione commerciale hanno modificato antropologicamente gli Italiani. L’importante è ridere, ridere, ridere. In ogni occasione e per qualsiasi cosa, triste od allegra che sia fa lo stesso, come ci hanno ben insegnato il Gabibbo e i tanti conduttori delle trasmissioni del Biscione. A farne le spese sono (stati) soprattutto, ma non soltanto, gli attuali ‘adulti’, i venti-trenta-quarantenni, nutriti e allevati davanti alla tv spazzatura, in questo clima da sagra paesana non-stop o da paese dei balocchi, a suon di spot e cretinate dalla mattina alla sera. La pervasiva onda televisiva di Cologno Monzese diffusa h24 dalle Alpi alla Sicilia obbliga gli abitanti dello Stivale alla leggerezza mentale permanente, al ‘ma cosa vuoi mai che sia…’, al ‘tutto è lecito, tutto è concesso’, al ‘dai buttiamoci, non facciamoci intimorire!’ e al ‘e chi se ne frega’! Serietà zero.
Disgraziatamente, come se da tutto questo ben di dio non fossimo già in overdose, è venuta a dar manforte allo sfacelo socio-culturale contemporaneo pure la Rete con i suoi annessi e connessi. In particolare con i cosiddetti “social”.  Sì, proprio loro.  Cosa faremmo ormai senza tweeter, senza istagram, senza facebook… E nei social, manco a dirlo, quei venti-trenta-quarantenni, svezzati dai Gabibbi e dalle Strisce, si sono tuffati all’impazzata. Senza paura né vergogna. Sicuri dell’impunità. Un porto franco dove scaricare (e caricare) tutte le stronzate possibili e immaginabili. Tra foto di profili curati con maniacale narcisismo ed emoticons asilesche, gli spudorati ‘amici’ mettono in quella piazza virtuale finanche il colore delle loro mutande prima di buttarle in lavatrice. In una gara grottesca a chi la spara più grossa e più sgrammaticata, cimentandosi in improbabili post conditi con centinaia di punti esclamativi, di pollici su e giù e di faccette arrabbiate o sorridenti. È là che la gente s’informa e straparla dell’orso e del lupo, del menù del rifugio, del concerto del coro, dell’orario della palestra di fitness e della necessità della pista da ski-roll. Insomma, è là il centro di gravità permanente dei pinocchi del terzo millennio.
Quando capita dunque di imbattersi in uno scritto più lungo delle tipiche 5 (cinque) parole in croce seguite dai settecento punti esclamativi e dalle quattro faccine gialle, il sospetto che qualcosa non quadri viene subito. E infatti…
Stavamo curiosando sui profili FB dei candidati teserani alle prossime comunali: solite amenità, soliti strafalcioni, solita narcisistica voglia di apparire più fighi e più in forma che mai, soliti post. Quand’ecco che la nostra attenzione viene rapita da uno scritto singolare, professionale, affatto diverso.
Niente di che, intendiamoci: molto fumo, giochi di parole in politichese ad effetto ed allusioni ad una vita… vissuta intensamente. Il tutto però confezionato con una certa abilità e stranamente più lungo del normale. Un post elettorale di tale Giulia Varesco: bella presenza, giovane, sorridente, spensierata. Un testo insolito. Stranamente insolito… Brava sta Giulia. Caspita! Questa sì! Ma senti quel che scrive! E con che proprietà! Una così, in consiglio servirebbe davvero, altro che quei fantasmi muti scalda-sedie con la valigia in mano. Ne beneficerebbe sicuramente Tesero, con questo piglio e con tutte queste qualità…
Eppure sta roba qua l’abbiamo già sentita. Ma dove? Ah, ostia, ecco! Ma certo! Estrapoliamo una frase dal testo, la copiamo sulla barra di ricerca di google... et voilà! Potenza della Rete.  Un plagio!
Testo copiato  di sana pianta da un volantino elettorale di un candidato PD alle regionali dell'Emilia-Romagna del 2010. Ma Giulia, cazzo! E noi che quasi quasi ci avevi convinti a votarti…
Morale della favola: quando la testa non aiuta, lo fa la Rete. In quel suo mare infinito puoi pescare ciò che vuoi e quel che più ti fa comodo. Ognuno, senza arte né parte, può oggigiorno  millantare (sui social, beninteso) qualsiasi cosa e qualsiasi qualità. Poi pubblichi su Facebook e il gioco è fatto: chi vuoi se ne accorga. Tanto, son tutti pinocchi.
Quasi tutti...
 
L'Orco
 
 
 

2 commenti:

  1. ..il post è stato tolto dalla pagina facebook della candidata. Adesso ci attendiamo pubbliche scuse visto che, con la sua presentazione, ha cercato di “imbrogliare” gli elettori , mentre da quanto ha scritto, o meglio ha copiato, emerge che per lei il rapporto con gli elettori rappresenta un “FARO”. Peccato che dopo questa brutta figura, questo faro si stia spegnendo.
    Se l’onestà, la serietà, la correttezza sono tra i principali scopi della lista nella quale la sig.ra Varesco si candida, auspichiamo che gli altri componenti si dissocino da tale comportamento.

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  2. Alla faccia della deontologia professionale della candidata che si definiva" giornalista e pubblicista"...ops...miracolo! Dalla sua presentazione è scomparsa anche questa dicitura.

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