Alcuni giorni fa un quotidiano locale ha dato notizia delle dimissioni del direttore della nostra Casa di Riposo, dott. Luca Nicolelli. In tale occasione sono state riportate alcune considerazioni che lo stesso Direttore ha voluto rendere note sul futuro delle Case di Riposo: «NON È POSSIBILE - ha detto Nicolelli - ACCETTARE QUELLO CHE SI STA VENTILANDO PER IL FUTURO DELLE CASE DI RIPOSO DEL TRENTINO, METTENDO A RISCHIO LA FUNZIONALITÀ E LA STORIA DELLE NOSTRE STRUTTURE, CON LA PROSPETTIVA CHE VENGA SGRETOLATO IL MONDO DELL’ASSISTENZA. Certo, mi dispiace lasciare la Casa di Riposo proprio nel momento in cui, dopo anni di lavoro, sta finalmente per trasferirsi, probabilmente all’inizio del prossimo autunno, nel nuovo edificio lungo la val di Stava, MA NON ME LA SENTO DI SUBIRE UNA SIMILE POLITICA DI DISGREGAZIONE di una storia che ha rappresentato e rappresenta in modo degno ed efficace le nostre realtà».
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di esprimere i propri dubbi, per una proposta di riforma delle Case di Riposo e dell’assistenza, “necessaria” come sostiene la Provincia, ma che forse può far sorgere qualche perplessità. Si legge sui quotidiani che in Trentino ci sono più posti letto per gli anziani rispetto al resto d’Italia. L’hanno confermato anche gli esperti, nientemeno che dell’università Bocconi di Milano, incaricati dalla Provincia di studiare i nostri servizi di assistenza agli anziani.
Ma tornando alle Case di Riposo, ora chiamate Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, (A.P.S.P.) o Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) sembra che per loro la Provincia veda un futuro solo se sottoposto ad una regia provinciale. E’ prevista anche l’unificazione delle Apsp per farne una in ogni ambito di Comunità di Valle. Potrebbe addirittura verificarsi che per ridurre i tempi di attesa ci sia una sorta di “migrazione” degli anziani non autosufficienti e che non abbiano una particolare urgenza, in case di riposo più lontane dalla loro residenza.
Si legge sempre sui quotidiani, che alle nuove RSA potranno essere affidate tutte le competenze socio sanitarie-assistenziali e quindi si troveranno (se la riforma verrà approvata) a gestire in maniera coordinata e integrata tutti i servizi per la non autosufficienza. Un componente del consiglio di amministrazione dell’UPIPA (Unione provinciale Istituzioni per l’assistenza) scrive: unificare, coordinare ed estendere i servizi per la non autosufficienza, sia quelli residenziali come quelli domiciliari, è una sfida complessa che va condotta condividendo le modalità di applicazione, una sfida che va condotta bene con grande attenzione e coinvolgimento di tutti gli attori sul campo: Enti Locali, Apsp, terzo settore e Provincia. Questo ultimo punto è stato oggetto di un interessante intervento pubblicato sull’Adige di oggi (19.6.) a firma delle sigle sindacali CGIL- CISL –UIL.
Cosa possiamo chiedere noi cittadini ai nostri politici locali? Che prestino la massima attenzione a questa riforma e che riflettano attentamente sugli accorpamenti. Che sia una riforma sostenibile che regga all’aumento delle domande di servizi, visto il costante aumento delle non-autosufficienze e l’invecchiamento della popolazione e che presenti dei presidi in grado di rispondere in maniera adeguata ai bisogni degli utenti.
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di esprimere i propri dubbi, per una proposta di riforma delle Case di Riposo e dell’assistenza, “necessaria” come sostiene la Provincia, ma che forse può far sorgere qualche perplessità. Si legge sui quotidiani che in Trentino ci sono più posti letto per gli anziani rispetto al resto d’Italia. L’hanno confermato anche gli esperti, nientemeno che dell’università Bocconi di Milano, incaricati dalla Provincia di studiare i nostri servizi di assistenza agli anziani.
Ma tornando alle Case di Riposo, ora chiamate Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, (A.P.S.P.) o Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) sembra che per loro la Provincia veda un futuro solo se sottoposto ad una regia provinciale. E’ prevista anche l’unificazione delle Apsp per farne una in ogni ambito di Comunità di Valle. Potrebbe addirittura verificarsi che per ridurre i tempi di attesa ci sia una sorta di “migrazione” degli anziani non autosufficienti e che non abbiano una particolare urgenza, in case di riposo più lontane dalla loro residenza.
Si legge sempre sui quotidiani, che alle nuove RSA potranno essere affidate tutte le competenze socio sanitarie-assistenziali e quindi si troveranno (se la riforma verrà approvata) a gestire in maniera coordinata e integrata tutti i servizi per la non autosufficienza. Un componente del consiglio di amministrazione dell’UPIPA (Unione provinciale Istituzioni per l’assistenza) scrive: unificare, coordinare ed estendere i servizi per la non autosufficienza, sia quelli residenziali come quelli domiciliari, è una sfida complessa che va condotta condividendo le modalità di applicazione, una sfida che va condotta bene con grande attenzione e coinvolgimento di tutti gli attori sul campo: Enti Locali, Apsp, terzo settore e Provincia. Questo ultimo punto è stato oggetto di un interessante intervento pubblicato sull’Adige di oggi (19.6.) a firma delle sigle sindacali CGIL- CISL –UIL.
Cosa possiamo chiedere noi cittadini ai nostri politici locali? Che prestino la massima attenzione a questa riforma e che riflettano attentamente sugli accorpamenti. Che sia una riforma sostenibile che regga all’aumento delle domande di servizi, visto il costante aumento delle non-autosufficienze e l’invecchiamento della popolazione e che presenti dei presidi in grado di rispondere in maniera adeguata ai bisogni degli utenti.
Giuliana Iellici
la rinascita della GIULIANA IELLICI, fatti sentire anche sulle dinamiche della nostra amministrazione che c'è bisogno di qualcuno che si faccia sentire.
RispondiEliminaVogliono unificare tutte le case di riposo per sanare le difficoltà delle meno virtuose a scapito delle più virtuose!! Ma non è che magari quella in via Piave a Trento è una di quelle in difficoltà?....
RispondiEliminapurtroppo è cosi! quella di Tesero è virtuosa e probabilmente andrà a sanare debiti di altri.
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