Riferendosi
alla storiella dei Nostri in Vaticano che abbiamo recentemente pubblicato, scrive con ironia un anonimo
lettore: …
perché
sua Santità ha chiesto un obolo per i poveri e sopratutto ha chiesto
se avessero letto l'enciclica Laudato Si e ne ha ricordato i suoi
appelli rivolti al rispetto dell'ambiente a "proteggere la casa
comune", "controllando surriscaldamento climatico e altri
danni ambientali", ricordando anche che è necessario un
cambiamento di "stile di vita". Dopo tutto questo a loro
non rimaneva che scappare con le pive nel sacco. !!! Siete d'accordo?
Se
si fossero davvero trovati a tu per tu con Francesco con l'obbligo di
sottoscriverla, pena immediata scomunica, probabilmente sì. Ma,
conoscendo il Personaggio in commedia, forse scappava il Papa. Al di
là della facile battuta, saremmo curiosi di sapere in quanti avranno
qui e là letto quella fondamentale enciclica,
e in quanti ne avranno soltanto sentito parlare. In pochi,
probabilmente. Se i cattolici battezzati e comunicati di tutto il
mondo, mettessero in pratica appena l’ 1% delle esortazioni in essa
contenute, vivremmo probabilmente in un nuovo paradiso terrestre…
Di sicuro però i suoi dettami non sono praticati né dalla
maggioranza dei cosiddetti sportivi, né da quella degli albergatori
e degli impiantisti delle valli dolomitiche trentine, sempre pronti,
questi ultimi, a piangere miseria e a banalizzare e/o a minimizzare
con scherno le
via via più gravi, complesse ed impellenti questioni ambientali.
Per
essi l’importante è far soldi. Tanti. Subito! Senza se e senza ma!
Poi - diranno - ci penserà la scienza a trovare le soluzioni ai
conti che non tornano.
C'è
troppo traffico? Facciamo nuove strade! Siamo ingorgati d'auto?
Spianiamo i paesi e costruiamo posteggi! Piove d'estate e per
l'abbronzatura di sole non ce n'è abbastanza? Chiediamo alla
Provincia lo stato di calamità naturale e un giusto rimborso! In
inverno non nevica quanto vorremmo? Non c’è problema! Neve
artificiale a volontà! Tanto, l’acqua è in esubero e non è
quella degli acquedotti. Ma, - osa replicare il solito ambientalista
coglione - e i danni provocati dagli additivi refrigeranti? Quali
additivi? Non ci sono additivi, basta con queste scemenze! E
l’inquinamento acustico notturno? Ma quale inquinamento notturno
d’Egitto! E gli spropositati consumi di energia elettrica per
azionare i cannoni? In effetti quello è
il problema: siamo fiduciosi che tra non molto se ne faccia però
carico al 100% l'ente pubblico! Dulcis
in fundo,
(a proposito della recente polemica sulla Marcialonga): ma e
l'inquinamento prodotto dai camion per il trasporto della neve? Beh,
i camion per il trasporto della neve qualcosa inquinano sì… Però
anche il legname del bosco si trasporta con i camion, o no? Giusto,
ineccepibile… Così si (s)ragiona!
Purtroppo,
finché il denaro per le ristrutturazioni alberghiere, per gli
impianti di risalita, per l’illuminazione a giorno delle piste, per
i paravalanghe, per l’acquisto e il funzionamento dei cannoni, per
l’ampliamento della rete stradale di collegamento, per i bacini di
accumulo acqua, eccetera, eccetera, lo metterà al 60, 70, 80% la
Provincia, i signori di cui sopra minimizzeranno, semplificheranno (e
se la rideranno), in
un delirio di onnipotenza e di protervia crescenti.
I dubbi non fanno parte del loro bagaglio culturale. Loro conoscono
(e vogliono) solo certezze!
Scrive
un altro anonimo commentatore: La
Marcialonga ha indubbiamente il suo fascino. Sportivo, culturale,
storico, ha segnato negli anni un'appuntamento importante negli
inverni della gente di Fiemme e Fassa. Fa riflettere però come
l'uomo abbia la presunzione di avere il controllo assoluto, anche
sulla natura. Condivido le affermazioni di Martinelli sull'utilizzo "
ecologico" dell'h20 ma comunque rimane una forzatura innevare 70
km in una situazione di assenza totale di neve. Ma
mi fanno riflettere ancora di più le affermazioni dei nostri
politici provinciali che stanno studiando delle strategie per
innevare tutte le stazioni turistiche invernali in un tempo che va
dalle 48 alle 72 ore!!! creando nuovi bacini, impianti di
raffreddamento dell'acqua, ecc... non sarebbe forse meglio impegnare
le risorse per studiare un "nuovo" turismo invernale? Sono
convinto che le realtà simili alla nostra che investiranno in questa
direzione, dimostrando lungimiranza e visione a lungo termine,
saranno un passo avanti. Cosa questa che si dimostrerà vincente sia
dal punto di vista ambientale che economico.
Giusto, condivido.
Ma di che ti stupisci? Pensavi forse che la Provincia avesse (dovesse
avere) una visione del domani un po' più ampia e illuminata di
quella del signore che tu citi? Anch'io un tempo lo pensavo. Ma non è
così. A puro titolo d'esempio, sappi che una delle prime
interrogazioni in Consiglio Provinciale del nostro Toni da Lagundo
(il primo consigliere provinciale espresso dal nostro paese! l'uomo
che dà del tu a papi e santi!) perorava esattamente questo tipo di
intervento pubblico. E non pago della risposta che a suo tempo gli fu data,
pochi giorni fa si è rifatto sotto ripetendo la stessa richiesta,
che qui in calce per conoscenza ti allego.
E'
avvilente, ma - e qua mi ripeto - finché il sistema di selezione
della cosiddetta rappresentanza democratica contemplerà il suffragio
universale, e cioè concederà di votare indiscriminatamente a tutti,
giocoforza non saranno i più meritevoli ad essere ‘eletti’, ma quelli che
sapranno vendersi meglio al popolino minchione. E quindi, dato che a
decidere le nostre sorti saranno poi rappresentanti selezionati in
tal guisa, spesso di indegna levatura, c’è ben poco da
meravigliarsi se anche nell’olimpo provinciale troppe volte il
dibattito politico scivola nello (s)ragionamento e nello sproposito
così come nello (s)ragionamento e nello sproposito scivola
normalmente la chiacchiera tra avvinazzati dopo le 23 e 03 nelle
osterie di paese…
L’Orco
De
Godenz (Upt):
urgono
risorse Pat perpotenziare bacini e
impianti innevamento
Pietro
De Godenz chiede se a fronte della crisi del settore turistico dovuta
alle scarse precipitazioni nevose di quest’inverno, la Giunta non
intenda stanziare ulteriori e specifiche risorse con cui finanziare
il potenziamento dei bacini idrici e degli impianti che consentono
l’innevamento, e per l’eventuale creazione di nuovi bacini e
impianti per la neve programmata, prevedendo la possibilità di
intervenire anche sui costi dell’energia elettrica che gravano
sulle società dalle quali questi impianti sono gestiti.
La
risposta: Dallapiccola ha richiamato la delibera della Giunta del 26
ottobre scorso e il Piano per l’utilizzo dei bacini di accumulo per
la produzione di innevamento programmato, oltre che per
l’irrigazione, la zootecnia, come misure antincendi e di protezione
civile. Momentaneamente il piano ha esaurito la propria capacità
finanziaria, occorrerebbe implementare le risorse affidate a Trentino
sviluppo in tal senso e finanziare il potenziamento dei bacini idrici
atti all’innevamento esistenti.
Degodenz
ha ribadito l’evidenza dell’importanza di questi investimenti per
società che fanno da volano all’economia di questo territorio: è
importante che venga implementata la disponibilità del Piano sia per
gli investimenti, che per le risorse.
Question
time P.A.T. del 26/01/2016
Ciao Orco, una precisazione: il commento di cui sopra non l'ha scritto il Sig. Clerio ma un' anonimo frequentatore del tuo interessante (W.R.permettendo) blog.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione. Mi scuso con Clerio per avergli attribuito temporaneamente il secondo commento inserito nel post.
RispondiEliminaL'Orco
In riferimento alla questione Marcialonga, oggi, su di uno dei due quotidiani locali, c'è stata una risposta dell'ex presidente Weiss. Oltre a citare i grandi campioni usciti dalle nostre valli, i soliti 1200 volontari, il fatto che nella storia gli abitanti di Fiemme e Fassa usassero gli sci come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro o per andare a caccia ( troppi viaggi in terra scandinava forse?), cita anche i 900 anni della Magnifica Comunità di Fiemme. "La Marcialonga perchè ha successo? Perchè è organizzata in due valli montane dolomitiche, in un ambiente naturale straordinario dove la gente da sempre, per non emigrare, ha sempre lavorato con il principio della solidarietà della sussidiarietà, del volontariato per poter rimanere e vivere in questo territorio. Quanto sia confermata questa cultura basti ricordare che la Magnifica Comunità di Fiemme ha celebrato nel 2011 i suoi primi 900 anni di costituzione ufficiale. Questo è accaduto in una valle alpina periferica. Nell'anno in cui in Inghilterra veniva costituita la Carta dei Comuni???, in Fiemme si costituiva, per lo SVILUPPO e per LA DIFESA DEL PROPRIO TERRITORIO, un'organizzazione che oggi è oggetto di studio e di interesse mondiale"
RispondiEliminaIndubbiamente interessante questa parte dello scritto di Weiss, peccato che ai nostri politici ritorni saltuariamente in testa, spesso solo per " lavarzen la boca!" e non come memoria storica "pro" futuro!
I nostri avi, naturalmente commettendo anche qualche sbaglio...errare humano est, hanno si difeso il loro-nostro territorio ma non solo, hanno contribuito al suo sviluppo culturale, sociale ed economico! Hanno sempre guardato avanti ( spesso molto avanti!!!) non dimenticando mai il passato!! Lungimiranza gente, lungimiranza!!!
Ciao Orco, ti segnalo un'interessante dibattito radiofonico tenutosi questa mattina durante la trasmissione " tutta la città ne parla" sul canale di Radio Tre. L'argomento trattava dei cambiamenti climatici. E' riascoltabile sul podcast della radio cliccando su: tuttalacittàneparla.rai.it ( C.D.)
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