
E
poi – come ben scrive il cronista – muoversi a piedi nel bosco
tra funghi e conifere fa bene alla salute di chi abita per la
maggior parte del tempo in città. Vera, vera, ostia! Sinora si
pensava bastasse l’aria condizionata dei suv, le strade veloci, i
posteggi capienti, le vetrine ben allestite e i pali da pole-dance in
camera per fare turismo a quattro stelle, adesso invece i cervelloni
del marketing fiemmese hanno scoperto questa nuova risorsa.
Fantastico. Meglio tardi che mai...
Però,
però, sì cè un però. Anche le grandi scoperte hanno il loro
risvolto negativo, purtroppo. Tutto ha un costo. Ergo, se si promuove
un'intera valle, è giusto che l'onere sia suddiviso equanimemente.
Saranno dunque i comuni di Fiemme a pagare in parte (quasi tutto) il
permesso di raccolta funghi ai turisti che bontà loro soggiorneranno
da adesso sino a inizio ottobre nelle strutture ricettive private
della valle per almeno tre giorni consecutivi. In pratica con i soldi
sinora introitati grazie ai permessi dei fungaioli pendolari ‘volontari’ provenienti per lo più dal bresciano e dal vicentino, si
pagheranno le licenze di prelievo micologico alle orde dei nuovi
forzati della raccolta ospitati negli alberghi. Con un piccolo sforzo
mentale in più le volpi dell’APT avrebbero potuto cogitare e poi
far pagare direttamente ai censiti anche le spese di soggiorno,
imponendo alle municipalità l’istituzione di una nuova piccola
gabella ad hoc
tipo Tassa Comunale Alberghi Ödi
(TA.C.A.Ö.).
D’altronde,
visto che tutti gli altri comparti economici tirano che è una
meraviglia, vorrai mica lasciare sü
l'ass
da le persécche
solo i poveri
albergatori! Un piccolo contributo collettivo e ben giusto darglielo.
O no?
A.D.
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