“Sante parole” chiosava il recente articolo del Sole un lettore, curioso di capire di cosa sarebbero capaci (di fare) i Trentini senza l’autonomia, ovvero senza il massiccio ricorso in ogni ambito al copioso budget provinciale. Un altro invece, contro-cantando, ribatteva sprezzante nei confronti di chi (Maugeri) avrebbe ‘a sproposito’ osato mettere in discussione questa Autonomia, palesando così di appartenere a quell’ampia maggioranza di Trentini per la quale, a prescindere dal merito, più denaro eguale più benessere. Maggioranza che include, manco a dirlo, la classe politica trentina più ‘alta’, quella che sta seduta sulle poltrone del consiglio provinciale. Sarà pure una considerazione qualunquista, ma se il ‘governatore’ Dellai, a capo di un lembo di terra con poco più di 500mila persone, come politico guadagna più di Obama, che di persone ne amministra 300milioni ed è capo della più grande potenza economica-militare occidentale, qualche considerazione nel merito dovremmo forse farla…
Noi apparteniamo alla minoranza dei Trentini che ‘pensa male’, e ci schieriamo con Maugeri, che però non è trentino e con Giugni che lo è solo d’adozione. Crediamo che lo spirito autonomistico originario sia stato travisato nei fatti e che in troppi abbiano equivocato scambiando l’Autonomia proprio per un bancomat. D’altronde Fiemme è un osservatorio privilegiato, visto che negli ultimi 27 anni, ‘grazie’ a Stava e al Cermis la valle è stata inondata di denaro pubblico provinciale. E però, evidentemente, nonostante i templi, le lapidi e i monumenti alla memoria, in troppi hanno già dimenticato e quindi non ne colgono il nesso.
Tornando alla curiosità del lettore si può azzardare un elenco di cosa per esempio, senza quei denari, non sarebbero stati capaci di fare a Tesero.
Accenniamo soltanto a tre opere tra le più significative, completate o in fase di ultimazione, in virtù dei copiosi contributi P.A.T.
1) La Nuova Casa di Riposo, con ‘prontezza postuma’ rinominata in paese le Presón de le Valene. Una struttura di grande impatto paesaggistico, la cui licenza edilizia venne rilasciata forse in base al principio che a caval donato non si guarda in bocca… e neanche dove lo si mette. In questo caso, se la Provincia non fosse stata ancora affetta dalla ‘sindrome di Stava’ e in bocca a quel cavallo avesse dato un’occhiata, a quella struttura in quel luogo avrebbe sicuramente detto no, tacitando le smanie e le pressioni (che furono tante) di chi proprio lì, pervicacemente ne pretese invece l’edificazione.
2) Una Provincia libera da sensi di colpa non avrebbe nemmeno promosso, dopo la prima, nuove edizioni dei cosiddetti mondiali di sci nordico, accollandosene gran parte dell’onere. Se così fosse stato noi avremmo assistito alla sola edizione del 1991, ‘regalata’ dalla P.A.T. a Fiemme proprio per ‘sdebitarsi’ dalle gravissime colpose inadempienze di Stava e il Comune non avrebbe dovuto sostenere i pesanti e imperituri costi di gestione del Centro fondo di Lago, dato che, per imbonire i proprietari dei terreni, in quella occasione si allestirono strutture mobili che vennero smantellate a conclusione delle gare. 3) A chiusura di questa piccola finestra sulla ‘buona amministrazione’ di Tesero ricordiamo fugacemente (perché di essa qui già ne abbiamo parlato) l’incredibile fresca e controversa vicenda della copertura del campo di pattinaggio di Lago (costo 2.213.000 euro in gran parte finanziati dal solito ‘bancomat’), causa non secondaria, peraltro, della recente crisi di Giunta in Comune.
Passando dal pubblico al privato, l’abuso del bancomat provinciale è altrettanto evidente. Per esempio nelle ristrutturazioni alberghiere partecipate a fondo perduto al 35 - 40% dalla Provincia, di cui beneficiano anche strutture quasi nuove. Ovvero nella zootecnia di montagna, alla quale l’ente pubblico letteralmente regala macchinari agricoli del valore spesso superiore al capitale d’impresa complessivo. E ancora nel settore strategico degli impianti di risalita. Und so weiter, giù giù, sino a perdersi nel mare magnum del volontariato e dell’associazionismo. Una miriade di fonti di spesa alimentate per la ragione più o meno evidente di garantire lo scranno di chi se ne fa procuratore politico. Per restare nel nostro piccolo, rientrano in questa fattispecie innumerevoli iniziative. Eccone un breve e casuale elenco. L’osservatorio astronomico di Zanon, di prossima realizzazione. I mirabolanti viaggi, ormai di routine, del grande presepio di Tesero, da Cracovia a L’Aquila, da Roma a Betlemme. La gita di ‘rappresentanza’, di qualche tempo fa, del coro Genzianella nelle lontane Orcadi. La rinnovazione del parco macchine dei pompieri, divenuta ormai quasi patologica: mezzi praticamente nuovi, con un chilometraggio bassissimo, sostituiti tanto per non sfigurare nei confronti del corpo del paese vicino… Per finire con i 130 mila euro, elargiti per la recente sostituzione delle divise della banda musicale. Quelle ‘vecchie’, conti alla mano, in 15 anni di servizio non avevano sopportato più di 100/120 giorni complessivi di… logoramento. Eccetera. Eccetera. Eccetera.
Insomma ce n’è per tutti i gusti e la critica di chi ci guarda da fuori, specie in questi tempi di magra, è ben giustificata. Sarebbe opportuno che anche i Trentini (tutti) aprissero gli occhi e si sforzassero di ragionarci sopra almeno un po’.
Se vogliamo mantenere questo privilegio, chiamato Autonomia, ‘strappato’ a Roma giusto 40 anni fa sulla base di presupposti storici, geografici, economici, finanche linguistici (Accordo De Gasperi – Gruber del 1946) oggigiorno senz’altro superati, a questo ‘allegro’ procedere dobbiamo dire basta.
L’Orco
Noi apparteniamo alla minoranza dei Trentini che ‘pensa male’, e ci schieriamo con Maugeri, che però non è trentino e con Giugni che lo è solo d’adozione. Crediamo che lo spirito autonomistico originario sia stato travisato nei fatti e che in troppi abbiano equivocato scambiando l’Autonomia proprio per un bancomat. D’altronde Fiemme è un osservatorio privilegiato, visto che negli ultimi 27 anni, ‘grazie’ a Stava e al Cermis la valle è stata inondata di denaro pubblico provinciale. E però, evidentemente, nonostante i templi, le lapidi e i monumenti alla memoria, in troppi hanno già dimenticato e quindi non ne colgono il nesso.
Tornando alla curiosità del lettore si può azzardare un elenco di cosa per esempio, senza quei denari, non sarebbero stati capaci di fare a Tesero.
Accenniamo soltanto a tre opere tra le più significative, completate o in fase di ultimazione, in virtù dei copiosi contributi P.A.T.
1) La Nuova Casa di Riposo, con ‘prontezza postuma’ rinominata in paese le Presón de le Valene. Una struttura di grande impatto paesaggistico, la cui licenza edilizia venne rilasciata forse in base al principio che a caval donato non si guarda in bocca… e neanche dove lo si mette. In questo caso, se la Provincia non fosse stata ancora affetta dalla ‘sindrome di Stava’ e in bocca a quel cavallo avesse dato un’occhiata, a quella struttura in quel luogo avrebbe sicuramente detto no, tacitando le smanie e le pressioni (che furono tante) di chi proprio lì, pervicacemente ne pretese invece l’edificazione.
2) Una Provincia libera da sensi di colpa non avrebbe nemmeno promosso, dopo la prima, nuove edizioni dei cosiddetti mondiali di sci nordico, accollandosene gran parte dell’onere. Se così fosse stato noi avremmo assistito alla sola edizione del 1991, ‘regalata’ dalla P.A.T. a Fiemme proprio per ‘sdebitarsi’ dalle gravissime colpose inadempienze di Stava e il Comune non avrebbe dovuto sostenere i pesanti e imperituri costi di gestione del Centro fondo di Lago, dato che, per imbonire i proprietari dei terreni, in quella occasione si allestirono strutture mobili che vennero smantellate a conclusione delle gare. 3) A chiusura di questa piccola finestra sulla ‘buona amministrazione’ di Tesero ricordiamo fugacemente (perché di essa qui già ne abbiamo parlato) l’incredibile fresca e controversa vicenda della copertura del campo di pattinaggio di Lago (costo 2.213.000 euro in gran parte finanziati dal solito ‘bancomat’), causa non secondaria, peraltro, della recente crisi di Giunta in Comune.
Passando dal pubblico al privato, l’abuso del bancomat provinciale è altrettanto evidente. Per esempio nelle ristrutturazioni alberghiere partecipate a fondo perduto al 35 - 40% dalla Provincia, di cui beneficiano anche strutture quasi nuove. Ovvero nella zootecnia di montagna, alla quale l’ente pubblico letteralmente regala macchinari agricoli del valore spesso superiore al capitale d’impresa complessivo. E ancora nel settore strategico degli impianti di risalita. Und so weiter, giù giù, sino a perdersi nel mare magnum del volontariato e dell’associazionismo. Una miriade di fonti di spesa alimentate per la ragione più o meno evidente di garantire lo scranno di chi se ne fa procuratore politico. Per restare nel nostro piccolo, rientrano in questa fattispecie innumerevoli iniziative. Eccone un breve e casuale elenco. L’osservatorio astronomico di Zanon, di prossima realizzazione. I mirabolanti viaggi, ormai di routine, del grande presepio di Tesero, da Cracovia a L’Aquila, da Roma a Betlemme. La gita di ‘rappresentanza’, di qualche tempo fa, del coro Genzianella nelle lontane Orcadi. La rinnovazione del parco macchine dei pompieri, divenuta ormai quasi patologica: mezzi praticamente nuovi, con un chilometraggio bassissimo, sostituiti tanto per non sfigurare nei confronti del corpo del paese vicino… Per finire con i 130 mila euro, elargiti per la recente sostituzione delle divise della banda musicale. Quelle ‘vecchie’, conti alla mano, in 15 anni di servizio non avevano sopportato più di 100/120 giorni complessivi di… logoramento. Eccetera. Eccetera. Eccetera.
Insomma ce n’è per tutti i gusti e la critica di chi ci guarda da fuori, specie in questi tempi di magra, è ben giustificata. Sarebbe opportuno che anche i Trentini (tutti) aprissero gli occhi e si sforzassero di ragionarci sopra almeno un po’.
Se vogliamo mantenere questo privilegio, chiamato Autonomia, ‘strappato’ a Roma giusto 40 anni fa sulla base di presupposti storici, geografici, economici, finanche linguistici (Accordo De Gasperi – Gruber del 1946) oggigiorno senz’altro superati, a questo ‘allegro’ procedere dobbiamo dire basta.
L’Orco
Ora quindi siamo tutti a chiederci le proposte alternative dell'Orco per risolvere i problemi della comunità. Una volta tanto penso che ci si possa arrogare il diritto di fare a Lei alcune domande su questioni di carattere politico-sociale:
RispondiElimina1) Dove costruirebbe la nuova casa di Riposo? Sopra casa sua? Le viene in mente una collocazione alternativa?
2) Le schifa tanto che dei turisti "invadano" il "Suo" territorio? Visto che la Nostra economia si basa sul turismo, Le scoccia tanto che turisti portino entrate economiche cospicue in occasioni dei Mondiali 2013? Lei ospiterebbe le gare sempre all'interno della Sua dimora o preferirebbe ci fossero delle strutture apposite?
3) Molte strutture alberghiere in Trentino sono ormai vecchie e obsolete. Non trova che sia intelligente incentivare, anche economicamente, il rinnovo di queste strutture per incentivare, a loro volta, i turisti a trascorrere le loro ferie in Trentino?
4) Ormai, se non alle Corte de Tiezer che critica tanto, non esiste più l'agricoltura fatta con i buoi e l'aratro, e se esiste è fallimentare in quanto non competitiva sul mercato. Le sembra sbagliato contribuire ad acquistare nuovi macchinari per le piccole-medie imprese per contribuire a preservare il patrimonio agricolo/forestale della Nostra Provincia?
5) Non crede che la costruzione di un osservatorio astronomico potrebbe attirare una cerchia di interessati in quanto unico nella zona? Anche se venisse costruito a scopo divulgativo, Le sembra errore trasmettere la Conoscenza?
6) Ha mai sentito parlare di pubblicità? A cosa crede servano i "mirabolanti viaggi del Presepio"? Anche se fossero pensati per l'incontro di diverse Culture, ciò Le sembrerebbe sbagliato e riprovevole?
7) Il Coro Genzianella è un ottimo coro. Visto anche il suo importante ruolo sociale all'interno della comunità locale, Le sembra sbagliato che in segno di gratitudine l'Amministrazione comunale co-finanzi un viaggio per scoprire nuove culture e per diffondere la nostra tradizione corale?
8) Ne riparleremo quando e se (mi auguro non accada) la Sua casa prenderà fuoco. La sicurezza dei propri cittadini deve essere per l'Amministrazione comunale (o Provinciale che sia) il primo obiettivo. Non ne conviene con me?
9) Se avesse partecipato ai vari incontri che hanno spiegato le motivazioni che hanno spinto la Banda sociale "E. Deflorian" avrebbe sicuramente compreso le ragioni di questa scelta. Dipendesse da Lei, farebbe vestire alcuni bandisti con una divisa e altri con un'altra, dal momento dell'esaurimento della stoffa in giacenza?
Confidando in una Sua pronta e illuminante risposta, voglia gradire i miei più sinceri e cordiali saluti.
Anonimo (non veneziano).