Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni della Fondazione Stava 1985 rispetto a quanto da noi commentato (blog post "LA CARTINA DI TORNASOLE" del 11/08/2008, "PREVENZIONE" del 14/08/2008, "MASI, CERMIS E DINTORNI" del 18/08/2008) a proposito del nuovo bacino di accumulo per l’innevamento del Cermis.
Internet è un formidabile strumento di informazione ma anche, purtroppo, di disinformazione. Ne è un esempio quanto si legge nel blog di Euro Delladio a proposito dei rapporti fra la Fondazione Stava 1985 Onlus e il Comitato per il NO al bacino di raccolta delle acque per l’innevamento artificiale sul Cermis. Vi si afferma fra l’altro, riferendosi alle cause della catastrofe di Stava, che “all’epoca i bacini di Prestavel erano stati ritenuti sicuri”. Vero è, come risulta dalla sentenza penale di condanna per il disastro di Stava, che in oltre 20 anni le discariche non furono mai sottoposte a serie verifiche di stabilità da parte delle società concessionarie o a controlli da parte degli Uffici pubblici competenti. Quanto ai rapporti fra la Fondazione Stava 1985 Onlus e il Comitato per il NO al bacino sul Cermis chi scrive non sa dell’incontro avvenuto nei primi mesi del 2007 fra i rappresentanti del Comitato e quelli della Fondazione. In quell’incontro i rappresentanti della Fondazione avevano più volte ribadito che la catastrofe di Stava è avvenuta non già perché erano stati costruiti i bacini di decantazione della miniera di Prestavel, ma perché i bacini in questione sono stati costruiti male. Nel corso dello stesso incontro era stato precisato che la Fondazione Stava 1985 Onlus non appoggia alcuna scelta di opposizione preconcetta alla costruzione di qualsiasi opera, compresi i bacini per l’innevamento artificiale ovunque essi vengano progettati, ed offre invece collaborazione per eventuali verifiche tecniche volte ad assicurare che, se necessarie, tali opere vengano costruite bene. Allorché il 19 luglio 2007 apparve sui quotidiani locali una nota del Comitato nella quale si affermava che la Fondazione “appoggia l’iniziativa del Comitato del NO all’ampliamento del bacino del Cermis volta a scongiurare che si ripeta una nuova Stava”, la stessa Fondazione aveva scritto una lettera al Comitato, e per conoscenza al Sindaco di Cavalese, nella quale si precisava quanto affermato nel corso del citato incontro e si faceva notare “la coincidenza strumentale con l’anniversario della catastrofe di Stava con la quale il Comitato ha diffuso la citata nota”.
Tutto il resto è disinformazione e polemica strumentale.
Graziano Lucchi
Presidente
Fondazione Stava 1985 Onlus
Internet è un formidabile strumento di informazione ma anche, purtroppo, di disinformazione. Ne è un esempio quanto si legge nel blog di Euro Delladio a proposito dei rapporti fra la Fondazione Stava 1985 Onlus e il Comitato per il NO al bacino di raccolta delle acque per l’innevamento artificiale sul Cermis. Vi si afferma fra l’altro, riferendosi alle cause della catastrofe di Stava, che “all’epoca i bacini di Prestavel erano stati ritenuti sicuri”. Vero è, come risulta dalla sentenza penale di condanna per il disastro di Stava, che in oltre 20 anni le discariche non furono mai sottoposte a serie verifiche di stabilità da parte delle società concessionarie o a controlli da parte degli Uffici pubblici competenti. Quanto ai rapporti fra la Fondazione Stava 1985 Onlus e il Comitato per il NO al bacino sul Cermis chi scrive non sa dell’incontro avvenuto nei primi mesi del 2007 fra i rappresentanti del Comitato e quelli della Fondazione. In quell’incontro i rappresentanti della Fondazione avevano più volte ribadito che la catastrofe di Stava è avvenuta non già perché erano stati costruiti i bacini di decantazione della miniera di Prestavel, ma perché i bacini in questione sono stati costruiti male. Nel corso dello stesso incontro era stato precisato che la Fondazione Stava 1985 Onlus non appoggia alcuna scelta di opposizione preconcetta alla costruzione di qualsiasi opera, compresi i bacini per l’innevamento artificiale ovunque essi vengano progettati, ed offre invece collaborazione per eventuali verifiche tecniche volte ad assicurare che, se necessarie, tali opere vengano costruite bene. Allorché il 19 luglio 2007 apparve sui quotidiani locali una nota del Comitato nella quale si affermava che la Fondazione “appoggia l’iniziativa del Comitato del NO all’ampliamento del bacino del Cermis volta a scongiurare che si ripeta una nuova Stava”, la stessa Fondazione aveva scritto una lettera al Comitato, e per conoscenza al Sindaco di Cavalese, nella quale si precisava quanto affermato nel corso del citato incontro e si faceva notare “la coincidenza strumentale con l’anniversario della catastrofe di Stava con la quale il Comitato ha diffuso la citata nota”.
Tutto il resto è disinformazione e polemica strumentale.
Graziano Lucchi
Presidente
Fondazione Stava 1985 Onlus
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