“Se me nona l’avèsse le rode sarìa ’n caridèl – i disèva ’na òlta – par rider. Ancö, podessan dirla, rebaltandola, ma par pianser, de le... mammmme! Se quela mammmma no l’avèsse l’aoto sarìa ancora ’na femena… Ah, ste mammmme moderne. Dio, quanto che le còn correr. No le ha pas. Sempre te n’aoto con ’na pressa del diaol. A scomenzàr da matina bonora sin che le va te ’l leto.”
Ci sono giorni, specie la mattina presto, in cui i neuroni di molte persone fanno fatica a mettersi in movimento. Ci sono giorni in cui la benzina non sembra trovarsi alla quota record di € 1,41/litro. Ci sono giorni in cui gli insistiti appelli a un uso più intelligente delle risorse energetiche sembrano rivolti ai marziani. Ci sono giorni in cui il narcisismo, la superficialità, la stupidità raggiungono picchi impensabili. Ci sono giorni in cui la già rodata, benemerita e salutare iniziativa provinciale denominata Mobilityamoci, disattesa dalla stragrande maggioranza dei genitori, sembra non sia stata neppure avviata. Oggi, venerdì 22 febbraio 2008, è un giorno di questi. È incredibile quanto si faccia fatica a capire e quanta sia la resistenza all’intrapresa virtuosa. Grande è la delusione nell’osservare che le zelantissime, benedette, iper-dinamiche mamme (soprattutto mamme!, ma non solo, sia chiaro), nonostante gli inviti gridati e scritti di insegnanti e autorità a non accompagnare in auto i propri figli, non si rendano ancora conto di quanto farebbe bene a quei bambini e a quei ragazzi (alle loro menti e al loro spirito) camminare quei dieci/quindici minuti (tanto è il tempo massimo che separa le loro case dalla scuola) prima di iniziare le lezioni. Che queste sportivissime ed esigentissime donne non si capacitino di quanto stupido sia auto-trasportare bambini nel pieno del loro sviluppo per poche centinaia di metri, boicottando in pratica l’intento dell’Amministrazione comunale. Che non comprendano quanto la loro “premura” sia controproducente tanto per i bambini a bordo quanto per quelli che, rispondendo civilmente e gioiosamente all’iniziativa, lungo il tragitto, camminando, devono respirare i veleni che fuoriescono dagli scappamenti delle loro autovetture. Per fortuna però (ci mancherebbe altro!) ci sono anche bambini, ragazzi e genitori a piedi. Genitori virtuosi che hanno capito e psicologicamente risolto la loro auto-dipendenza. Un elogio sincero a tutti essi. In particolare a una maestra, che probabilmente (tra tutte le genitrici) è quella che abita più lontano. Quasi ogni giorno raggiunge la scuola a piedi, perché proprio lì insegna, e il chilometro del tragitto lo percorre portando spesso in braccio o tenendo per mano il figlioletto. Lo fa – dice – perché le piace: camminare è bellissimo, e poi fa bene alla salute, la migliore attività fisica in assoluto. È solo questione di testa – continua – non ci sono scuse che tengano. Eh sì, ha ragione, è una questione di testa! Ma forse è proprio il cervello (di quelle mamme) che non funziona. Forse adeguarsi a uno stile più responsabile e salutista comporta per esse un troppo dispendioso e insostenibile consumo di fosforo, che i loro cervelli probabilmente non hanno. Peccato.
L’Orco
Ci sono giorni, specie la mattina presto, in cui i neuroni di molte persone fanno fatica a mettersi in movimento. Ci sono giorni in cui la benzina non sembra trovarsi alla quota record di € 1,41/litro. Ci sono giorni in cui gli insistiti appelli a un uso più intelligente delle risorse energetiche sembrano rivolti ai marziani. Ci sono giorni in cui il narcisismo, la superficialità, la stupidità raggiungono picchi impensabili. Ci sono giorni in cui la già rodata, benemerita e salutare iniziativa provinciale denominata Mobilityamoci, disattesa dalla stragrande maggioranza dei genitori, sembra non sia stata neppure avviata. Oggi, venerdì 22 febbraio 2008, è un giorno di questi. È incredibile quanto si faccia fatica a capire e quanta sia la resistenza all’intrapresa virtuosa. Grande è la delusione nell’osservare che le zelantissime, benedette, iper-dinamiche mamme (soprattutto mamme!, ma non solo, sia chiaro), nonostante gli inviti gridati e scritti di insegnanti e autorità a non accompagnare in auto i propri figli, non si rendano ancora conto di quanto farebbe bene a quei bambini e a quei ragazzi (alle loro menti e al loro spirito) camminare quei dieci/quindici minuti (tanto è il tempo massimo che separa le loro case dalla scuola) prima di iniziare le lezioni. Che queste sportivissime ed esigentissime donne non si capacitino di quanto stupido sia auto-trasportare bambini nel pieno del loro sviluppo per poche centinaia di metri, boicottando in pratica l’intento dell’Amministrazione comunale. Che non comprendano quanto la loro “premura” sia controproducente tanto per i bambini a bordo quanto per quelli che, rispondendo civilmente e gioiosamente all’iniziativa, lungo il tragitto, camminando, devono respirare i veleni che fuoriescono dagli scappamenti delle loro autovetture. Per fortuna però (ci mancherebbe altro!) ci sono anche bambini, ragazzi e genitori a piedi. Genitori virtuosi che hanno capito e psicologicamente risolto la loro auto-dipendenza. Un elogio sincero a tutti essi. In particolare a una maestra, che probabilmente (tra tutte le genitrici) è quella che abita più lontano. Quasi ogni giorno raggiunge la scuola a piedi, perché proprio lì insegna, e il chilometro del tragitto lo percorre portando spesso in braccio o tenendo per mano il figlioletto. Lo fa – dice – perché le piace: camminare è bellissimo, e poi fa bene alla salute, la migliore attività fisica in assoluto. È solo questione di testa – continua – non ci sono scuse che tengano. Eh sì, ha ragione, è una questione di testa! Ma forse è proprio il cervello (di quelle mamme) che non funziona. Forse adeguarsi a uno stile più responsabile e salutista comporta per esse un troppo dispendioso e insostenibile consumo di fosforo, che i loro cervelli probabilmente non hanno. Peccato.
L’Orco
Nessun commento:
Posta un commento