2015,
fioccano anniversari: il Centesimo dell’inizio della Prima Guerra
Mondiale, il Settantesimo della fine della Seconda, il Cinquantesimo
di fondazione degli Amici del Presepio e il Trentesimo della Tragedia
di Stava. Ce n’è per tutti i gusti. Per alcuni (pochi) queste
celebrazioni nel loro complesso saranno occasione di riflessione, per
altri invece, ad esempio gli A.d.P., ulteriore pretesto per
festeggiare. E, in ogni caso, poiché l’immersione obbligata nella
temperie postmoderna dilava le coscienze dal gravame del ricordo,
lasceranno i più nell’assoluta indifferenza. Le nuove generazioni,
guidate dalla stella polare dell’edonismo, di quelle memorie sono
addirittura prive. Non possono, né vogliono girarsi indietro.
Denaro,
Potere, Velocità, Prestanza fisica
sono le parole d’ordine a cui si rifanno. Per i cosiddetti nativi
digitali, sottoposti d’ora in poi pure alla didattica ‘veloce’
e giocoforza superficiale del C.L.I.L.,
che per sua natura deve
trascurare l’approfondimento
fondamentale per
ogni popolo che si rispetti
della conoscenza del proprio sostrato,
il passato non può essere che un’inutile zavorra.
Mens
sana in corpore sano,
è questa l’unica antica locuzione che si imprime indelebile nei
loro cervelli. Per vivere
bene,
com’è nell’ordine naturale delle cose, ci vuole soprattutto
fisico, anzi oggigiorno basta
il fisico! Se quello c’è, l’intelligenza (quella poca necessaria
per agire all’interno di uno schema preordinato praticato dalla
stragrande maggioranza dei contemporanei) vi è di sicuro ‘allegata’…
E poi, naturalmente, serve disfarsi delle fisime, dei rimorsi e degli
scrupoli di coscienza, inaccettabili retaggi dell’uomo debole,
reietto, aborrito, morto e sepolto tanto tempo fa. Che
leggerezza sia, sempre e comunque!
Dunque
gentile W.R. che scalpiti veemente, non devi prendertela troppo.
Accontentati di essere testimone del salto nell’abisso nel quale
siamo ormai caduti. La politica oggi, immersa anch’essa in questa
brodaglia culturale ‘futurista’ condita di smemoratezza,
furbizia, presunzione e irresponsabilità è la sublimazione delle
anzidette parole d’ordine. Se in essa cerchi lungimiranza,
pensiero, senso del dovere, civismo, spirito di servizio, non li
trovi. Oggi anche quella del più basso livello, su cui giustamente
scagli i tuoi velenosi dardi, è esercizio di potere e ricerca di
arricchimento personale ricoperti di uno spesso strato di
cialtroneria. Certo la spinta inerziale degli anni buoni su cui
possiamo ancora contare fa sì che qui in Trentino le cose per ora
vadano meglio che altrove. Ma come vedi il vento sta cambiando e la
buona amministrazione, che fece di questa terra un esempio,
sarà presto un lontano ricordo. La perdita di identità, processo
inevitabile della globalizzazione, agisce a tutti i livelli e a farne
le spese è di solito la Qualità. Qui, come a Roma, siamo
prigionieri del trasformismo politico. Si
cambia casacca, si salta sul carro del vincitore, si malversa, ci si
improvvisa statisti, o semplicemente sindaci, con leggerezza e
spudoratezza!
Sin tanto che a servire le carte saranno gli oligarchi (grandi o
piccoli poco importa) ci sarà ben poco da fare. Loro hanno bisogno
soltanto di venir legittimati ogni cinque anni attraverso quel voto
che una pur sempre più esigua maggioranza continua purtroppo a
concedergli. Ma tanto a quei cialtroni serve! Niente di più. Poi,
finita l’effimera festa del popolo
sovrano,
il potere lo gestiscono come gli pare e piace.
Bisogna
fare massa critica (ma
all’uopo – se permetti - l’anonimato o l'uso di un simpatico
nomignolo non identificabile non aiuta).
E nel frattempo boicottare,
togliendo quanta più acqua possibile alla ‘turbina’ del potere,
sorvegliando, controllando, denunciando. Solo così e con molta
pazienza, forse le cose potranno cambiare. Altrimenti, noi potremo sì
continuare ad inveire, ma saranno loro a ridere e arricchirsi
impunemente alle nostre spalle.
L’Orco