23/02/08

CI SONO GIORNI


“Se me nona l’avèsse le rode sarìa ’n caridèl – i disèva ’na òlta – par rider. Ancö, podessan dirla, rebaltandola, ma par pianser, de le... mammmme! Se quela mammmma no l’avèsse l’aoto sarìa ancora ’na femena… Ah, ste mammmme moderne. Dio, quanto che le còn correr. No le ha pas. Sempre te n’aoto con ’na pressa del diaol. A scomenzàr da matina bonora sin che le va te ’l leto.”

Ci sono giorni, specie la mattina presto, in cui i neuroni di molte persone fanno fatica a mettersi in movimento. Ci sono giorni in cui la benzina non sembra trovarsi alla quota record di € 1,41/litro. Ci sono giorni in cui gli insistiti appelli a un uso più intelligente delle risorse energetiche sembrano rivolti ai marziani. Ci sono giorni in cui il narcisismo, la superficialità, la stupidità raggiungono picchi impensabili. Ci sono giorni in cui la già rodata, benemerita e salutare iniziativa provinciale denominata Mobilityamoci, disattesa dalla stragrande maggioranza dei genitori, sembra non sia stata neppure avviata. Oggi, venerdì 22 febbraio 2008, è un giorno di questi. È incredibile quanto si faccia fatica a capire e quanta sia la resistenza all’intrapresa virtuosa. Grande è la delusione nell’osservare che le zelantissime, benedette, iper-dinamiche mamme (soprattutto mamme!, ma non solo, sia chiaro), nonostante gli inviti gridati e scritti di insegnanti e autorità a non accompagnare in auto i propri figli, non si rendano ancora conto di quanto farebbe bene a quei bambini e a quei ragazzi (alle loro menti e al loro spirito) camminare quei dieci/quindici minuti (tanto è il tempo massimo che separa le loro case dalla scuola) prima di iniziare le lezioni. Che queste sportivissime ed esigentissime donne non si capacitino di quanto stupido sia auto-trasportare bambini nel pieno del loro sviluppo per poche centinaia di metri, boicottando in pratica l’intento dell’Amministrazione comunale. Che non comprendano quanto la loro “premura” sia controproducente tanto per i bambini a bordo quanto per quelli che, rispondendo civilmente e gioiosamente all’iniziativa, lungo il tragitto, camminando, devono respirare i veleni che fuoriescono dagli scappamenti delle loro autovetture. Per fortuna però (ci mancherebbe altro!) ci sono anche bambini, ragazzi e genitori a piedi. Genitori virtuosi che hanno capito e psicologicamente risolto la loro auto-dipendenza. Un elogio sincero a tutti essi. In particolare a una maestra, che probabilmente (tra tutte le genitrici) è quella che abita più lontano. Quasi ogni giorno raggiunge la scuola a piedi, perché proprio lì insegna, e il chilometro del tragitto lo percorre portando spesso in braccio o tenendo per mano il figlioletto. Lo fa – dice – perché le piace: camminare è bellissimo, e poi fa bene alla salute, la migliore attività fisica in assoluto. È solo questione di testa – continua – non ci sono scuse che tengano. Eh sì, ha ragione, è una questione di testa! Ma forse è proprio il cervello (di quelle mamme) che non funziona. Forse adeguarsi a uno stile più responsabile e salutista comporta per esse un troppo dispendioso e insostenibile consumo di fosforo, che i loro cervelli probabilmente non hanno. Peccato.

L’Orco

20/02/08

L'INTRALCIO DELLA PREISTORIA


Da tre anni non riescono a finire i lavori di costruzione del garage seminterrato che dovrebbe servire la loro abitazione, costruita nel 2004 in località Sottopedonda. A bloccare la realizzazione della rampa sono... gli ex abitanti della zona: una tribù retica che ha abitato sulle sponde dell'Avisio oltre duemila anni fa. È una battaglia a colpi di carte bollate e destinata probabilmente a trasferirsi al Tribunale amministrativo regionale, dopo l'ultimo atto firmato venerdì dalla giunta provinciale, quella che oppone Erica Iellici e Davide Brigadoi alla Soprintendenza per i beni archeologici della Provincia. I due avevano ottenuto la concessione edilizia il 26 marzo 2004 per costruire la propria abitazione in località Sottopedonda di Tesero. Quando fecero le carte, il terreno era già inserito nel Prg del 2001 come zona «a rischio archeologico» perché tra il 1981 e il 1987 erano affiorati resti di alcune case risalenti al sesto secolo avanti Cristo e suppellettili datate tra il sesto e il secondo secolo. Ma anche se l'avessero saputo, probabilmente avrebbero scelto di correre il rischio: d'altra parte, mica tutti sono proprietari terrieri! Così, mattone su mattone, la casa è venuta su, ma in fase di scavo sono «venuti su» anche altri reperti archeologici, nell'area a ridosso del margine sud di una particella interessata ai lavori: il tratto corrispondente alla rampa di accesso del garage ( nella foto, gli scavi e uno dei garage ). Immediata la sospensione del cantiere da parte della Soprintendenza, fino al completamento delle ricerche, terminate nel 2005, ma senza che si sbloccasse la situazione, per i proprietari della casa. Iellici e Brigadoi hanno atteso fino al settembre 2006, quindi hanno presentato domanda di revoca (o di conferma definitiva) della sospensione lavori. La risposta ottenuta, definita poco chiara, li ha indotti a depositare, l'11 luglio 2007, la denuncia d'inizio attività per completare il garage. Il giorno dopo, la Soprintendenza è scattata, aprendo la procedura per la dichiarazione d'interesse culturale del sottosuolo dei terreni interessati dalla costruzione, con la sola esclusione di quelli sotto la casa. Gli avvocati di Iellici e Brigadoi hanno presentato ricorso alla giunta provinciale, per far ritirare la determinazione: lo studio legale Corti - Deflorian di Bolzano ha contestato infatti l'imposizione di un vincolo poco motivato e gravido di conseguenze pratiche per i proprietari. Per i legali, la soluzione tampone per accedere ai garage permessa nel 2005 non può essere scambiata per definitiva, come fatto dalla Soprintendenza. Inoltre, viene anche contestato il fatto che l'imposizione del vincolo sia avvenuto a prescindere da ogni prospettiva di valorizzazione di quanto scoperto. La giunta provinciale ha però respinto il ricorso, ritenendo giusto invece porre dei vincoli in una zona in cui «è decisamente alto il rischio di trovare altre testimonianze simili a quelle rinvenute», mentre i lavori progettati - se portati a termine – avrebbero sicuramente danneggiato l'area archeologica.


Giorgia Cardini – L’Adige 19/02/08


Io sto con i Reti!

A Tesero, la questione “Reti a Sottopedonda”, è nota al cittadino comune da oltre 40 anni. Ne seppe qualcosa la speculazione immobiliare già negli anni settanta perché proprio lì mosse i suoi primi passi e trovatasi costretta a dialogare col Sevizio Beni Archeologici, ma oramai sazia, decise di chiudere i suoi programmi per spostarsi altrove.
Ne sanno qualcosa gli Amministratori del dopo Stava e in particolare il sindaco di allora Adriano Jellici, geometra, che trovarono i vincoli urbanistici molto allentati sotto la spinta dell’onda emotiva della Ricostruzione.
Ne sapevano quindi molto sia il sindaco attuale Gianni Delladio, geometra, sia i proprietari della casetta-garage dei quali Jellici ne è genitore e suocero quando, 6 anni fa, ognuno per la propria parte, si mossero affinché quell’area divenisse edificabile nonostante i vincoli e le perimetrazioni cartografiche sconsigliassero tale scelta.
Ecco perché io sto dalla parte dei Reti!
E la P.A.T.? Per quale motivo ha consentito, nei fatti, che il Servizio Urbanistica e Beni Archeologici si sconfessassero a vicenda e tra loro si infilassero gli avvocati?

Marzio Vinante

GLI ALIENI


Sono atterrati da mondi lontanissimi con un unico sogno nel cuore: salvare l’Italia, riparando i guasti dei soliti ignoti. C’è il marziano S. B. che vuole ridurre le tasse e snellire la burocrazia, a differenza di quanto abbiano fatto i governi di sinistra e quel suo sosia meno capelluto che in cinque anni di maggioranza bulgara non riuscì a liberalizzare neppure una pianta di ficus. E c’è il venusiano W. V., che evoca con toni onirici la necessità di una riscossa della politica, come se lui finora avesse fatto parte dell’Ordine dei notai o dei trapezisti, insieme a molti dei suoi probabili ministri, gli stessi del governo Prodi. Il plutoniano F. R. si ricandida a sindaco di Roma «auspicando un forte rinnovamento»: recenti scavi archeologici dimostrerebbero che negli ultimi tre lustri Roma non è stata governata dallo stesso F. R. e da W. V., ma da Caligola, con Nerone capo dei pompieri e Vespasiano assessore alla nettezza urbana. Da qualche pianeta misterioso è giunta poi un’astronave chiamata Rosa Bianca, che si batte per farla finita una volta per tutte con le solite facce. A guidarla è Baccini, che sembrava un vecchio democristiano già quand’era giovane. Dovrà vedersela con un altro figlio di Star Trek, il vulcaniano Pierferdi, al quale sono bastate poche ore (e vent’anni di Parlamento) per scoprire che l’Italia non ha un piano energetico e che la meritocrazia conta meno della raccomandazione di una zia. Siamo ancora in attesa dell’atterraggio del lunare Bassolino: quando scoprirà che Napoli è sommersa dai rifiuti, c’è da scommettere che si indignerà moltissimo.


Massimo Gramellini

18/02/08

RIFIUTI TOSSICI


"L’Italia lancia un appello ai fratelli tedeschi. Dichiarateci guerra. Ci arrenderemo volentieri. Non dovrete sparare neppure un colpo di fucile. Lanceremo violacciocche e mimose ai vostri Franz e Gunther in sfilata. Siete la nostra ultima speranza. Intanto, mentre riflettete e preparate i vostri carri armati, vorremmo che vi prendeste cura dei nostri dipendenti pubblici. Ogni giorno vi inviamo i nostri rifiuti dalla Campania in treno. I nostri politici sono rifiuti tossici, basta aggiungere qualche vagone in più, ben chiuso per farli arrivare a Berlino o a Colonia. Prendete anche loro per favore. All’arrivo termovalorizzateli subito, sono contagiosi più dell’Ebola e della febbre del Nilo. Vi pagheremo bene. Vi do la mia parola che non avrete in cambio bond della Parmalat, il più grande fallimento della Storia, o della Cirio e neppure azioni dell’Alitalia, che perde un milione di euro al giorno. Posso rassicurarvi anche sui titoli di Stato: non faranno parte del compenso. L’Italia ha il debito pubblico più grande di Europa, circa 1.626 miliardi di euro. Se dovesse rimborsare tutti i BOT e i CCT lo Stato italiano dichiarerebbe bancarotta e la gente sparerebbe per le strade. Vorrei suggerirvi qualche nome per i passeggeri dei vagoni piombati. Molti li conoscete, sono famosi anche all’estero come Berlusconi che ha offeso un vostro rappresentante alla Comunità Europea dandogli del kapò. Un uomo che si è fatto da solo con un piccolo aiuto da parte degli amici. In Italia l’amicizia è sacra e se gli amici si chiamano Bettino Craxi, morto latitante in Tunisia, o Marcello Dell’Utri, condannato per frode fiscale e false fatturazioni e creatore di Forza Italia, o Licio Gelli, condannato per aver infiltrato la sua organizzazione, la P2, in tutti i settori dello Stato italiano, si può chiudere un occhio. Gli amici non si tradiscono mai, soprattutto se ricambiano. Craxi, ad esempio, gli ha permesso con un decreto legge ad hoc di disporre di tre canali televisivi nazionali con cui fa propaganda politica per il suo partito e Gelli lo ha iscritto alla sua organizzazione di delinquenti. Berlusconi possiede anche la Mondadori, il più importante gruppo editoriale italiano. Se lo è aggiudicato grazie alla corruzione di giudici del suo avvocato di fiducia, Cesare Previti, poi finito in galera. Se la Merkel possedesse tre televisioni e 40 tra giornali e settimanali non avrebbe bisogno di fare la Grosse Koalition. Alle elezioni avrebbe l’80% dei voti. Perché non glielo proponete?Il conflitto di interessi da noi è una barzelletta che ci racconta da anni il centro sinistra. I suoi esponenti passano in realtà il loro tempo a parlare di banche e di assicurazioni al telefono, qualcuno va in barca, qualcuno ad Arcore a rassicurare Berlusconi. Si chiamano Violante, Fassino, D’Alema. Gli ultimi due sono sotto indagine da parte della Procura di Milano. Il giudice si chiama Clementina Forleo, i suoi genitori sono morti in uno strano incidente dopo essere stati minacciati e lei è stata fatta passare per matta dai media, messa sotto processo e trasferita. Vorrei che vi prendeste anche Veltroni, il nuovo che ci avanza, un politico formatosi negli anni 70 e riverniciato con i colori del Partito Democratico (PD). Un nuovo brand che sostituisce quello dei Democratici di Sinistra (DS) che aveva rimpiazzato il nome Partito Democratico della Sinistra (PDS) che veniva dopo il Partito Comunista Italiano (PCI). I nostri politici sono come i camaleonti, cambiano nome e colore rimanendo sempre gli stessi. Sperano che gli elettori si dimentichino che la politica italiana è stata la peggiore di Europa negli ultimi vent’anni. Non vorrei che vi dimenticaste Mastella che vive a Ceppaloni. Un signore che ha fatto divertire il mondo. Lui credeva di fare il ministro della Giustizia, ma era una comparsa. Lo hanno fatto ministro con un lecca lecca gigante e con un incarico preciso: fare l’indulto. Il primo atto del governo Prodi è stato la messa in libertà di 24.000 detenuti e la non messa in carcere di centinaia di funzionari pubblici, legati ai partiti. Mastella ha passato così tanto tempo a farsi fotografare in carcere con i galeotti che loro lo hanno adottato. Si è dovuto dimettere perché sua moglie è finita agli arresti domiciliari per concussione insieme a un numero imprecisato di esponenti del suo partito a conduzione familiare. Dini, un ex presidente del Consiglio, è un rifiuto extra tossico. Ha 77 anni e i suoi organi interni, in particolare il cervello, sono decomposti. La sua bella moglie è stata condannata per bancarotta a due anni e qualche mese. In Italia è un merito e lui ne è giustamente orgoglioso. Vi chiedo di fare una retata in Parlamento per riempire i vagoni. Troverete 24 condannati in via definitiva per reati che vanno da associazione in banda armata, alla truffa, alla falsa testimonianza, all’associazione mafiosa. Ai magnifici 24 vanno aggiunti i condannati in primo e in secondo grado e i prescritti, in tutto un centinaio di gaglioffi. Prescritto da noi significa che la condanna è arrivata troppo tardi per finire in galera. Il campione mondiale di questo reato è il novantenne Giulio Andreotti, da scortare al binario in carrozzella. E’ stato condannato per contiguità con la mafia, ma a tempo scaduto. Per questo è stato promosso senatore a vita. Forse siete venuti a conoscenza del fatto che il Governatore della Sicilia è stato riconosciuto colpevole in gennaio, per aver favorito alcuni mafiosi, con una condanna a cinque anni, oltre all’interdizione dai pubblici uffici. Ha mangiato un piatto di cannoli per festeggiare (pensava di prendere molto di più) e poi è stato costretto alle dimissioni. Ma non farà neppure un giorno di galera anche se sarà condannato in via definitiva (da noi ci sono tre gradi di giudizio). Due anni sono abbonati a ogni cittadino e tre sono un grazioso regalo della legge sull’indulto del facondo Mastella (ha un giro vita di 200 centimetri, mangia come un facocero). In compenso Cuffaro entrerà in Parlamento nominato dal suo partito. Infatti, la nostra legge elettorale, imposta con un colpo di mano da Berlusconi prima di mollare la presidenza del Consiglio nel 2006, prevede che deputati e senatori siano nominati dalle segreterie di partito e non eletti dagli italiani. In parlamento ci sono mogli, amanti, impiegati, portaborse, signorsì, pregiudicati, mafiosi, camorristi. Il cittadino può solo fare una croce su un simbolo. Molti dicono che faremo la fine dell’Argentina, in realtà l’abbiamo già fatta, ma ci vergogniamo a dirlo in giro. Ci sono quasi sei milioni di precari in Italia che lavorano un mese si e uno no. I più fortunati guadagnano 800 euro al mese. Sono ragazzi e ragazze che non avranno mai una pensione. Ogni anno aumentano. L’industria italiana è la Fiat e poco altro. I grossi gruppi sono concessionari dello Stato, autostrade, telecomunicazioni, energia: sono dei monopoli. Gli investimenti stranieri in Italia sono crollati. La Spagna ci ha superato. Nelle classifiche europee siamo sempre penultimi o ultimi, ce la giochiamo ogni volta con la Grecia. L’Italia ha il più alto numero di truffe nei confronti della Comunità Europea. I fondi europei, circa 9 miliardi all’anno, finiscono quasi tutti a tre Regioni italiane, Campania, Calabria e Sicilia, dove comandano Camorra, Ndrangheta e Mafia. Un buco nero di commistioni tra politica e criminalità organizzata. Potrei andare avanti per ore, ma mi manca il coraggio e lo spazio. Fate partire il treno al più presto e invadeteci. Gli italiani sono dalla vostra parte. “Cry for me, Deutschland”.

Beppe Grillo

17/02/08

UN NOVO SOCIALISMO


Sui giornali e alla televisione continua l'elogio del libero mercato, cioè di qualcosa che non esiste, smentito dalla realtà. E mentre si celebra la morte delle ideologie, delle utopie, delle promesse ingannevoli, sale il concerto di lodi al “capitalismo natura”, cioè la corsa al profitto come unico premio ai cittadini laboriosi e unico freno ai pigri e ai disonesti. La giustificazione ripetuta sino alla noia è il solito così siamo fatti o così fan tutti. Basta aprire gli occhi e guardare cosa succede nel nostro Paese e nel mondo per capire che questo libero mercato non è libera concorrenza, ma uno scontro di giganti che dispongono di montagne di miliardi e dell'appoggio dei politici al potere, non libero mercato, ma spartizione tra i più forti. E allora, perché appendergli addosso virtù che non ha e nascondere anche i difetti più macroscopici? Il libero mercato, nel senso di un mercato senza regole che può portare alla fine del genere umano, è la filosofia delle alluvioni, dei terremoti: venir trascinati verso la rovina universale continuando a dire che si tratta di un processo naturale e benefico. Il libero mercato come selezione dei migliori? Quel che succede realmente in Italia è l'esatto contrario, la corsa al profitto seleziona i peggiori: ci sono province nel nostro Meridione in cui il ceto dirigente, la borghesia al potere negli uffici e nelle industrie, quella che dovrebbe combattere le associazioni malavitose, diventa Mafia, crea la nuova società capovolta dove sono premiati i delinquenti e puniti gli onesti. Dal libero mercato si passa al partito degli affari, dallo Stato di diritto allo Stato mafioso dove a comandare sono le associazioni dei furbi e ladri. La decomposizione dello Stato di diritto è manifesta: l'applauso del Parlamento a un deputato che difende l'impunità sua e della sua casta, il perdurante e crescente elogio del “martire” Craxi, cioè del politico che ha creato il sistema delle 'dazioni', i pedaggi che la politica pretende dalla società civile, un politico condannato in modo definitivo dai tribunali della Repubblica, uno che considerava giusto e normale usare ai suoi fini personali i miliardi delle aziende di Stato. Difeso e lodato dal partito degli affari perché aveva ridotto la politica a un affare. A volte si ha l'impressione che si avvicini la catastrofe finale. La vergognosa vicenda napoletana di una grande città sommersa dalla spazzatura perché i furbi e i ladri per fare soldi non hanno voluto spazzarla via, indica però la via a un socialismo nuovo, non più utopico e romantico, non più evangelico e filantropico, ma da stato di necessità. Un socialismo obbligatorio che s'imporrà per la sopravvivenza, perché il mondo ha dei limiti, perché non ha più posto per tutti i desideri e tutti i soprusi. Il libero mercato sta portandoci all'autodistruzione: se non provvedi a rimuovere la tua spazzatura, te la ritrovi sulla porta di casa. Il rimedio dei ricchi di passare le loro spazzature ai poveri non è più facile e indolore. Al posto del libero mercato il socialismo della sopravvivenza arriverà, speriamo, al mercato possibile. Mettendo fine al mercato libero dell'autodistruzione, degli sprechi, dei furti, per passare al mercato ragionevole dei consumi compatibili con le risorse, del benessere esente dagli sprechi e dalle competizioni insensate. E alla rinuncia a una cultura di stampo militare, fatta di continue conquiste e di continui riarmi.

Giorgio Bocca – L’Espresso 15 febbraio 2008

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

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