E’
andata. Nei fatti, così come previsto. Non nelle dimensioni. Nove
voti sono davvero un niente. Corrispondono, per capirci, a
cinque-elettori-cinque che cambiano opinione all’ultimo istante,
per l’elemosina di un bicchiere di birra offerto mezz’ora prima
di votare da un candidato dello schieramento avverso… Perdere fa
sempre male. Perdere così può far vacillare e abbattere anche una
quercia come Barbolini. A maggior ragione se sai che quella
differenza, soltanto un mese fa molto più ampia e ardua da colmare,
l’avevi praticamente annullata del tutto.
Comunque,
a prescindere, per le troppe negatività assommate in questa disputa,
l’esito, come avevamo con abbondante anticipo pronosticato, non
poteva essere diverso. Hanno remato contro, pesando evidentemente in
maniera diversa: il carattere di Barbolini (a Tesero avere
personalità non aiuta, anzi!); l’appartenenza dello stesso alla
famiglia sbagliata (se l’assessore uscente, tanto per fare un
esempio, fosse disceso dalla Gens
Clementi,
per fargli quell’ultimo sgambetto, di bicchieri ai votanti i suoi
avversari ne avrebbero dovuto “offrire” molti, ma molti di più.
Peraltro, Barbolini non solo non fa parte di quella dinastia, ma
orrore! appartiene invece ai paria dei Zìghere.
Un sindaco di quella schiatta, giammai!
Ma
è di un Giuda lo scacco finale. Un suo ex sodale politico, che nelle
notti insonni vegliate al lume del rancore,
per ‘regolarizzare’ non si sa bene quali conti, decise di
fargliela pagare e di tradirlo, facendo votare le sue pecore a favore
della competitrice. Senza quel tradimento inaspettato e malevolo,
come tutti i tradimenti, oggi la storia sarebbe però diversa.
L’ancien
régime
sarebbe stato confinato nuovamente all’opposizione e le tresche del
solito noto (forse) almeno in parte limitate. Peccato e pazienza. Si
ricomincerà il giro con nuovi apprendisti e vecchi ‘maestri’, e
con l’orologio dell’Historia
Teseri
riportato al maggio 2010, nell’immutabile circolarità di questa
nostra enclave palermitana. In un paese siffatto, dove per un po’
si va a braccetto e poi ci si accoltella, dove il voto di scambio è
prassi, dove i voltagabbana non sono le mosche bianche, ma quelle
nere, dove al Padrino nessuno si ribella (quello non lo si tradisce
mai!) e dove da questa sottocultura simil-siciliana si seleziona la
‘classe dirigente’, pensare ad una major
release 2.0
dell’amministrazione resterà ancora per lungo tempo una pia
illusione.
E
poi c’è Lui, naturalmente. Lui con quella sua proverbiale capacità
di corrompere il popolino, assecondandone le sue infinite effimere
smanie. Questa volta nemmeno l’azzardo di una proposta così
scandalosamente inappropriata come quella di far sindaca una giovane
senza arte né parte è bastata a far rinsavire metà di questo
nostro misero cosiddetto popolo sovrano. Insomma, come dicevamo così
doveva
andare e così è
andata.
E
se poi l’altra metà del popolo rimarrà per cinque anni senza
adeguata rappresentanza, no
problem!
Sono princìpi caduchi, del tutto teorici. Domani o posdomani nessuno
ci penserà più.
Più
importanti saranno invece le conseguenze pratiche di questo esito
elettorale. Stando alle promesse dei “vincenti”, attraverso la
loro azione Tesero, come la Fenice, risorgerà dalle sue ceneri. Le
piccole attività imprenditoriali del centro storico rifioriranno,
anche grazie alle nuove iniziative in cantiere: per ogni giorno della
settimana ci sarà un “Usciamo stasera!” dal lunedì alla
domenica compresa. Le associazioni ritroveranno smalto, ché in
effetti si erano assai opacizzate e non le si sentiva più. Saranno
aggiunte opere al C.d.F. e il taccone annuale a carico del Comune
(visto che a nessuno gliene importa) aumenterà. Il nuovo piano
urbanistico, ritagliato a misura d’uomo, (a Mario il fondo te
Narlasa e a Franco il fondo ta 'l Peoco), garantirà a tutti i
bisognosi di farsi la villetta fuori porta. Certo, il territorio verrà
ulteriormente decurtato di biodiversità, ma in compenso si
arricchirà di solido cemento e di profumato asfalto. Sul palazzo
comunale ritornerà finalmente la scritta MUNICIPIO (dal latino
munera capĕre…),
come espressamente richiesto dal signor P.D. I dossi rallentatori
spariranno da via Restiesa cosìcché venga esaudita l’istanza dei
possessori di Hummer. La viabilità riformata tornerà al caos
precedente e i pedoni al loro status di intralci. Insomma il ritorno
al passato tanto caro a questo paese sarà assicurato.
Evgeny
ora potrà dormire tranquillo, la lista dei problemi da lui qui
indicata troverà puntuale soluzione. Il suo bomber in Provincia,
sistemato palazzo Firmian, potrà adesso intercedere e dedicarsi H24
per il bene nostro e del nostro amato paese. Così sia.
Ario