04/09/10

GUAGIOLA: DUBBI, PENSIERI, RIFLESSIONI


Scusatemi. Provo a intromettermi nel vostro argomentare. Meno d'un anno fa, mi sono trovato casualmente ad assistere alla riunione di Consiglio Comunale nella quale tra le altre deliberazioni vi era appunto anche quella relativa alla approvazione e adozione del progetto dell'osservatorio. Non ricordo se il Sindaco l'avesse proiettato (immagino di sì) sul maxi-schermo a beneficio dei consiglieri presenti e dello striminzito pubblico (io soltanto). Ricordo però che sono sobbalzato visibilmente sulla “poltroncina” nel sentire le poche ed evanescenti ragioni portate dal sindaco a sostegno di tale intervento e al conseguente ammontare di spesa che tutto ciò avrebbe comportato. Le minoranze di allora nulla hanno osservato e obiettato. Le posizioni della maggioranza (in silenzio sacrale) si sono lasciate rappresentare dalle stanche frasi al cloroformio del sindaco riassumibili in:
elogio all'associazionismo. In perfetta coerenza col pensiero e parlare dominante di stampo Dellaiano;
“la valle risulta ancora sprovvista di una struttura...” che possa rispondere a questo tipo di bisogno;
la struttura paragonabile, più vicina, si trova da poco costruita a Collepietra Steinegg, sulla val d'Ega. Facendo capire che l'averlo costruito anche la vicina provincia amica, avvalorasse maggiormente l'intervento anche da noi. Lo scegliere, poi, il nostro comune come luogo di erezione del manufatto doveva essere considerato un vanto e non un umiliante sacrificio;
e da ultimo non poteva mancare l'accenno che, tale intervento, avrebbe contribuito ad arricchire ulteriormente l'offerta turistica di valle.

Nessuna osservazione urbanistica o tecnica, se non qualche scontato accenno al problema dell'inquinamento luminoso, che giustificasse in qualche modo la individuazione del sito Guagiola come luogo ove costruire il nuovo osservatorio.
Non ricordo se durante la discussione si fosse fatta menzione della Associazione Astrofili o del suo Presidentissimo. Sicuramente sì. Ma nella mia mente è balenato subito il ricordo di una frase detta da Indro Montanelli a proposito della precisazione fatta dal parlamentare dell'allora Forza Italia, Cicchitto, il quale giustificando il suo protagonismo (trasformismo) nel Partito Socialista prima e in quello di attuale militanza poi, con un “...ma dovrò pur vivere!”, aveva di rimando da Indro: “Francamente, non se ne sente la necessità!”
Ecco. Questo è ciò che in sintesi, spinto dall'emotività e nell'immediatezza delle parole sentite, ho pensato in quel momento del mondo degli astrofili e del suo Presidentissimo: Francamente non se ne sente la necessità!
Come è naturale che sia, il ritornare successivamente sull'argomento in uno stato di tranquillità e di confronto pacato con interlocutori competenti in materia, ancorché occasionali, m'ha portato a smussare la durezza di quell'istintivo pensiero. Che comunque oggi si sente ben rappresentato da quello di Ario, esposto con una chiarezza ed efficacia insolita; quasi che il silenzio epistolare che ci aveva imposto con la sua assenza ante-elezioni, sia stato per lui necessario e benefico per “ricaricar le pile”.
Come per la ricerca del sito per la localizzazione della nuova RSA (Valene), anche nel caso dell'Osservatorio si ha la sensazione che tutto, quindi anche e soprattutto l'aspetto urbanistico, sia stato portato avanti da una persona sola, il Presidente in quel caso, il Presidentissimo in questo. E che alle richieste dei medesimi sia seguito un supino adeguamento del consenso dell'Amministrazione. Le ragioni a supporto delle reali necessità di ambedue quegli interventi ma soprattutto di localizzazione sono note evidentemente solo agli addetti ai lavori. Il fatto è, però, che il cittadino comune, siccome è un persona che pensa pure lui, si permette di obiettare (contestare sarebbe troppo!) con lo strumento umile e spuntato che è la parola scambiata col vicino o lo scritto divulgato alla bell'e meglio.
Veramente, il risultato delle ultime elezioni ha rivalutato inaspettatamente addirittura l'efficacia del voto. Ma di questo sembra che l'attuale maggioranza non se ne sia accorta, visto che il giorno seguente il suo insediamento sono iniziati i lavori di sbancamento al centro del fondo di Lago: fiore all'occhiello dell'attuale minoranza. Ma questa è un'altra cosa!
Caro Ario, non condivido affatto invece la tua conclusione: che il Comune di Tesero avrebbe già dato a sufficienza in termini di territorio, che giudico limitata se non addirittura campanilistica. Comprensibile solo se letta come reazione emotiva immediata conseguente al fatto in sé. Le ragioni contrarie che tu adduci non giustificano l'intervento su quel tipo di luogo né nel nostro Comune né in altri.
Tutti i comuni hanno dato, e da lunga data, troppo territorio all'edificazione inutile e dannosa oltre che onerosa per le tasche del contribuente (vedi proliferare delle aziende agricole). Nessuno si salva eccetto forse quello più piccolo: Panchià! Teniamocelo caro, sia perché per noi è un vicino del quale andar fieri sia perché con lui siamo consorziati nella gestione di alcune importanti questioni non solo amministrative e sociali (la scuola), ma anche territoriali. Ho l'impressione che da quel Comune, noi, si abbia molto da imparare. Eccetto forse per la azzardata nuova espansione a ridosso della montagna e per la costruenda centralina idroelettrica sul Rio Cavelonte.
Ma queste mi sforzo nel vederle come eccezioni.

Ritornando invece all'Osservatorio suggerisco ai lettori e ai curiosi di girare sui siti riservati allo specifico argomento per vedere come altre realtà o associazioni utilizzino o abbiano localizzato le strutture per l'osservazione dei fenomeni che avvengono nello spazio.
Ho trovato interessante la documentazione fotografica e i link degli osservatori (Sternwarte) di Austria e Germania oltre ovviamente quello di Collepietra Cornedo all'Isarco BZ, quelli di Basovizza-Trieste, di Padova in cima a una Torre, di Brescia, di Bergamo, ecc. Per questo basta solo entrare su GoogleEarth.
Curiosando sulle iniziative di altri, da incompetente in materia, mi sono reso nuovamente conto (ma lo sapevo già da un pezzo!) che la curiosità e il benessere che se ne riceve nell'osservare a naso all'insù oppure supini su un prato o su una panchina dei giardini, il firmamento e tutti i suoi fenomeni, con strumentazioni particolari o anche a occhio nudo, magari aiutati da un normale binocolo, è un qualcosa di veramente salutare, che sarebbe bene contagiasse proprio tutti.
E nel contempo mi sono sorte alcune domande.
Quanto effettivamente influisce (negativamente) la luminosità al suolo nelle adiacenze di un piccolo (come pretese) osservatorio.
Quanto la strumentazione attualmente a disposizione delle associazioni e degli studiosi nonché le innovazioni che ci si attende a breve interverranno su quella tecnologia, faciliteranno l'azzeramento del disturbo causato dalla luminosità al suolo.

Quanto attutisce la luminosità il bosco.
Quanto condiziona la visione dei fenomeni il manto nevoso.
Quanto è importante per un osservatorio l'ampiezza del suo orizzonte scrutabile.
Si può ubicare un Osservatorio in zone normalmente urbanizzate?
Si possono localizzare Osservatori in pianura?
Quelli di montagna sono migliori?
Si possono localizzare Osservatori su piattaforme petrolifere o comunque al largo delle coste marine dove la luminosità al suolo si riduce al solo riflesso della luna o delle stelle sulla superficie marina?
Gli avventurieri del mare sono stati coloro che hanno letto il firmamento come bussola per le loro scorrerie.
E nel deserto?
Alcune di queste domande m'è venuto spontaneo collegarle alla localizzazione del nuovo Osservatorio a Guagiola.
E' veramente quello il posto più indicato per la localizzazione della cupola-osservatorio? Non azzardo risposte. Però alcune perplessità sorgono:
Il Cornaccio che gli si para a est, quanto limita l'orizzonte in quella direzione?
La sua luminosità (fenomeno di riflessione notturna intrinseca,) in quanto roccia dolomitica, quanto condiziona l'efficacia degli strumenti di osservazione?
La luminosità che sale dai paesi di fondovalle nel residuo cono di visibilità a sud e a ovest, quanto consente una efficace lettura dei fenomeni celesti con la strumentazione in possesso all'Associazione Astrofili?
La barriera naturale a nord dovuta alla Pala Santa e a Cucal, quanto chiude l'orizzonte in quella direzione?
E' sufficiente avere un limitato cono di visibilità solo attorno alla verticale, oppure sono necessari i 180° tutt'intorno; per cui la cima della montagna sarebbe l'unica soluzione proponibile?
E la vasta area del Lagorai?
Mi piacerebbe essere ulteriormente guidato nel pormi e nel porre all'Associazione queste e altre domande, ma soprattutto mi piacerebbe avere risposte convincenti in modo da poter dormire sogni tranquilli, che quella di Guagiola è la localizzazione ottimale e unica possibile al di là di ogni ragionevole dubbio sulla volontà del Presidentissimo di pretendere a tutti i costi quell'Osservatorio sul territorio comunale del suo paese, quale monumento al suo innegabile impegno di divulgazione di una sensibilità altrimenti destinata a scomparire al pari del Suo Firmamento; colpa il moltiplicarsi dissennato della illuminazione a tutti i costi.
Salvo poi piegare completamente l'utilizzo delle centraline idroelettriche al soddisfacimento di quegli smisurati fabbisogni o consumi.

Un cordiale saluto. Marzio.

APOLOGIA FURBETTA DEL PENSIERO FORTE


Ripetiamo un concetto già trattato su queste pagine. L’uomo contemporaneo è scientista inconsapevole per necessità. Immerso nella tecnologia, figlia della ricerca scientifica è obbligato a fidarsi della scienza. È una condizione a cui non può sottrarsi. Ciò nonostante, a volte egli si pone delle domande perché il conto spesso non gli torna. Il nucleare, gli organismi geneticamente modificati, la clonazione, ancorché mitizzate frontiere dell’evoluzione scientifica, gli provocano inquietudine. Perché, come si dice, se la scienza è neutra, quasi nessuna delle sue applicazioni pratiche lo è. Diversamente chi invece appartiene alla più esigua schiera degli scientisti consapevoli confida incondizionatamente nella scienza, senza se e senza ma. Nutre per essa fiducia totale. Non ha dubbi. Qualsiasi sua “conseguenza” o applicazione gli va bene: dal mais transgenico al traffico automobilistico, dal fallout di Chernobyl all’inquinamento dell’aria prodotto dal traffico, dalla mostruosità dei chemioterapici alla perfezione della riproduzione digitale. E secondo costui tutto, in nome del Progresso, va accettato, sempre. Ci sconcerta quindi constatare che questo positivista a tutto tondo, per farsi poi la casetta dove abitare preferisca il verde di un prato fuori porta anziché un luogo in pieno centro, ove i “prodigi” del Mito in cui confida la fanno da padroni, e ancora, esattamente come un qualsiasi “retrogrado” ambientalista, inaspettatamente cerchi pure la ristorante frescura di un bosco, la salubre salsedine di un mare pulito, la tranquillità di un posto silenzioso, insomma tutto ciò che la tecnologia, figlia di quel mito, non ha ancora “toccato”. E’ questa contraddizione che non sopportiamo, questo esaltare le virtù della scienza, le sue generali ed infinite capacità “risolutrici”, deridendo beffardamente chi dice altro ed è meno entusiasta, e poi fregare proprio quell’altro, facendo marameo con la manina, e da quei prodigi scientifici allontanarsi, furbettamente, per goderne sì i frutti, ma a debita distanza, nell’incontaminato, tra gli augelletti e i prati, là dove la scienza non è proprio di casa. Siamo ovviamente consci, così provocando, di prestare il fianco alla facile infilata dei Nostri. Che c’azzecca – diranno – essere sostenitori del pensiero forte con i piaceri del vivere e l’edonismo innato dell’Umano? C’azzecca – diciamo noi – in quanto tutto si tiene e la coerenza, quand’è possibile e massimamente per un positivista, non dovrebbe essere un’opzione.
Ciò detto e premesso, e ritornando su una “vecchia” residuale questione che a noi sta a cuore, la pervicace volontà di costruire un osservatorio astronomico a Guagiola conferma in pieno questo atteggiamento incongruo. Così, dopo averci inebriato con un profluvio di retorica e apologia della scienza e delle sue virtù, il tempietto sotto forma di “finestra” sullo Spazio, gli scientisti locali lo pretenderebbero non già coerentemente nel bel mezzo della piazza centrale del paese, ma, furbettamente appunto, in una radura boschiva, lontani dal rumore, dall’inquinamento, dalle auto, che della scienza (e della tecnica) sono figli.
Per noi lunafili non va bene. Per questa volta allora saremo noi gli strenui “difensori” della scienza e delle sue infinite capacità di dare soluzioni ai problemi. Avanziamo dunque la seguente proposta.
Data ormai per certa la volontà del Comune di Tesero di sistemare Piazza Battisti, anzi, di cambiarne radicalmente i connotati, c’è da pensare ben bene di come utilizzare al meglio quell’area che andrà a liberarsi. Gli elaborati del concorso di idee a suo tempo commissionati ed ora a disposizione del Comune hanno prodotto diverse ipotesi alternative di trasformazione virtuosa di quello spazio. Tutte le soluzioni presentate hanno un denominatore comune: via le auto e largo alla vivibilità. L’occasione è allettante, anche se non esattamente a buon mercato. Facciamone l’agorà della Cultura e della Scienza teserane! Un luogo vicino, centrale, a chilometri zero, raggiungibile da tutti a piedi, disponibile per la musica e per il teatro all’aperto in estate, per l’incontro delle persone in ogni stagione, per la discussione, per la politica, per la libera circolazione delle idee, e anche, perché no, per posizionare nella sua parte estrema verso sud, un osservatorio astronomico. Il posto c’è, il cielo al di sopra anche. Il problema dell’inquinamento luminoso che effettivamente esiste sarà facilmente superato. Altrimenti sarebbe una povera scienza se non riuscisse a dare soluzione a una questione così "piccina", pur in un contesto logistico particolare qual è quello all’interno di una piazza! In questo modo, tra l’altro, le scolaresche che poi saranno avviate ai corsi di astronomia non avranno necessità di spostarsi con navette a spese della collettività e si eviteranno tutti quei costi certi che già abbiamo elencato (si mormora che la sola realizzazione dell’osservatorio di Guagiola e delle sue infrastrutture più vicine costerà al Comune circa 500 mila euro!) e quelli ancora incerti che però non si potranno escludere in un futuro non troppo lontano. Alla luce di queste nostre semplici e incomplete osservazioni invitiamo l’Amministrazione comunale in carica, nel momento in cui essa si accingerà a dare il via ai lavori di piazza Battisti, di tenere in debito conto l’opportunità di inserire colà anche il tempietto osservativo per gli Astrofili.

A.D. – Presidente protempore Lunafili Semplici

01/09/10

LA VELINA ISLAMICA


Ci mancava la velina islamica, dopo la donna tangente. Degna commistione fra due paesi mediterranei diversamente retrogradi, ma entrambi contraddistinti dall’abitudine a trattare la femminilità come ornamento del potere. Naturale quindi che anche la velina islamica sia vincolata alla consegna del silenzio, come il suo corrispettivo che va in onda a ogni ora del giorno e della notte sulle tv del Belpaese. Il silenzio è requisito della sottomissione, e come tale lo impone la zelante agenzia Hostessweb, pena il mancato pagamento delle centinaia di ragazze scritturate a modica tariffa, confidando sul loro bisogno di lavorare. La religione, com’è ovvio, non c’entra nulla. Nessun buon musulmano prende sul serio Gheddafi, né il suo appello alla conversione islamica dell’Europa. Se davvero la suprema Guida della Jamahiriyya fosse mosso da intenti di proselitismo, avrebbe convocato intorno a sé un pubblico misto di interlocutori, non si sarebbe rivolto a un’agenzia di hostess precisando che servivano signorine bella presenza, provocanti ma non troppo, secondo il gusto maghrebino. C’entra invece, eccome, il bisogno di dimostrare che la grazia e la sensualità possono essere comprate col denaro. Il dittatore libico si rivolge al suo popolo prospettandogli la meraviglia delle belle donne da marito di cui l’Italia è percepita anche laggiù come il giacimento. Lui può permettersele, i suoi sudditi vedremo. Nessuna altra capitale europea avrebbe tollerato il ripetersi, per tre volte in un anno, di una simile esibizione. Ma l’Italia è la patria delle veline, dove d’estate è normale che un sedicente rivoluzionario autore televisivo impieghi pure anziane signore nella parodia ossessiva dell’avanspettacolo, e dove perfino il capo del governo rincorre il mito dello sciupafemmine per sentirsi amato. Perché negarci dunque l’eccesso fantasioso della velina islamica? Nonostante gli oltre quarant’anni ininterrotti al potere, in fondo Muammar Gheddafi resta pur sempre meno anziano rispetto al nostro presidente del consiglio. Hanno in comune la maschera patetica di chi insegue la longevità con camuffamenti giovanilistici. Da questo punto di vista, sono leader intercambiabili. Se oggi Berlusconi minimizza di fronte allo squallore dei raduni di giovani femmine italiane sottomesse, che Gheddafi non oserebbe mai convocare in un santuario di preghiera islamica, e si limita a definirli “folklore”, non è solo per imbarazzo diplomatico. Lui che per anni ha esercitato un indubbio potere seduttivo sulla maggioranza delle donne italiane, soffre di una vera e propria mutilazione culturale: vittima del suo stesso anacronismo, gli è preclusa la sensibilità necessaria anche solo a figurarsi le donne al di fuori di una dimensione subalterna. Gli verrebbe più facile parlare arabo che notare un evidente problema nazionale come la dignità femminile calpestata. Ora Gheddafi, aspirante colonizzatore di Roma, viene a dirci che in Libia le donne sono più libere che in Occidente. Immagino che lui e il nostro premier scherzeranno, in privato, di tale fandonia. Per quanto tempo ancora?


Gad Lerner

29/08/10

SOGNI

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

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