07/03/08

TRAFFICO IN FIEMME E FASSA, PROBLEMA IRRISOLTO.


Le valli di Fiemme e Fassa sembrano svegliarsi da un torpore durato troppo a lungo. Vengono al pettine i problemi che il mondo ambientalista ha denunciato per oltre vent’anni: la sensibilità ambientale fino ad oggi è rimasta isolata, offesa, e chi la proponeva ha subito anche minacce. La questione delle seconde case oggi è riconosciuta da quasi tutti gli amministratori come una emergenza: si è consumato territorio utile, si è inciso negativamente sul paesaggio, e sui comuni sono piovuti innumerevoli problemi, il più grave dei quali è dato dall’impossibilità per un giovane di costruirsi una abitazione con costi sopportabili, o peggio, in alcune realtà, perfino di trovare uno spazio utile alla costruzione della prima casa. La percezione della drammaticità della situazione è però arrivata fuori tempo massimo, quando ormai risulta impraticabile ogni risposta, ogni correttivo. Analogo percorso lo troviamo sul tema del traffico. Vent’anni fa gli ambientalisti locali denunciavano come la costruzione della strada di fondovalle e le circonvallazioni dei paesi di Fassa, fossero un errore urbanistico irreversibile. Con la strada di Fondovalle non solo si andava a distruggere uno dei più delicati fondovalle alpini e il relativo torrente, l’Avisio, ma nonostante il notevole costo, nonostante le forzature amministrative nell’assegnazione dei lavori (ricordiamo la discutibile e ancora oggi non chiara gestione di Mondialfiemme), non si sarebbe risolto alla radice il problema del traffico in valle di Fiemme. La nuova strada avrebbe solo offerto sollievo al traffico turistico destinato alla valle di Fassa. E così è stato. Oggi Cavalese non riesce a fornire ai suoi cittadini ed ai turisti una minima isola pedonale, il centro abitato è costretto a sopportare non solo il traffico turistico, ma anche quello proveniente dai comuni limitrofi, o destinato a Pampeago, i parcheggi sono risibili e tutti disposti nel centro storico. Identica la situazione per Tesero. Solo Ziano e Predazzo hanno risolto il problema. Se poi ci inoltriamo in valle di Fassa, l’imbuto si restringe e le colonne di auto, in troppi periodi dell’anno, forzatamente si allungano. I centri abitati di Moena, Pozza di Fassa e Canazei per mesi sono invivibili. Le macchine dominano ovunque e ovunque si impongono. Siamo a conoscenza di alcuni numeri su patologie tumorali di abitanti che vivono lungo la viabilità principale di accesso alla valle: sono numeri che da tempo avrebbero dovuto allarmare qualunque amministratore o operatore sanitario, che avrebbero dovuto imporre, già molti anni fa, l’emergenza traffico. Ora finalmente le due valli si stanno risvegliando. Non certo grazie al progetto estivo di viabilità della Provincia e dei comuni di Varena, Cavalese e Castello di Fiemme, come prevedibile miseramente fallito causa la debolezza della proposta, come abbiamo già scritto. Ma grazie alla sensibilità di diversi soggetti, in modo particolare della associazione Transdolomites. Si tratta di un gruppo di volontari che un decennio fa, partiti dal tema del traffico e dalla opposizione alla volontà di costruire una invadente circonvallazione a Vigo di Fassa, sono riusciti a coinvolgere residenti di tutta la vallata, amministrazioni pubbliche, istituzioni culturali e ricercatori anche di oltre confine, per far convergere energie e idealità nella ricerca di una soluzione definitiva e non impattante della mobilità nelle due valli. Dopo alcuni anni di convegni e insistenze, quest’anno Transdolomites ha organizzato a Moena, per il 25 e 26 ottobre, un convegno particolarmente intenso ed impegnativo. Il tema della mobilità è stato associato a quello altrettanto strategico del risparmio energetico e della diversificazione della produzione di energie, si sono analizzati diversi modi di muoversi all’interno di una vallata alpina. L’obiettivo finale è radicale: convincere il cittadino, l’operatore turistico e quindi il turista a rinunciare in modo drastico all’utilizzo del mezzo privato. Per arrivare a questo c’è chi invoca la ricostruzione della ferrovia Ora-Predazzo prolungandola fino a Canazei. Progetto problematico, visto che il passaggio da Moena o da Pozza è interdetto da una logica edificatoria irresponsabile e dissennata del passato. Altri propongono la costruzione di una tramvia, forse l’intervento meno invasivo dal punto di vista strutturale. Altri ancora invocano un investimento radicale sul trasporto pubblico, arrivando a considerare le due valli come una città diffusa, divisa in tanti piccoli quartieri che devono tutti essere serviti. In questi ultimi anni abbiamo visto come il tema sia maturato nella coscienza civile e all’interno delle amministrazioni pubbliche con tempi veloci, impensabili. Dopo il convegno, sul tappeto rimarranno aperti gli studi per valutare fattibilità economica e ambientale di tanti progetti. Servono risorse, ma sembra che la via indicata dal tracciatore Dellai, quella di una serie di gallerie lunghissime che portano su Trento, sia proprio la meno praticabile, la meno sostenibile: dal punto di vista della fattibilità, dei costi, del consumo energetico e dell’efficacia dei risultati per le due valli. Anche in Fiemme si discute animatamente sul problema. In vista della candidatura della valle ai mondiali di sci nordico del 2013 si sono costituite più commissioni, di amministratori e cittadini, che dovranno indicare i percorsi utili per costruire un appuntamento sportivo basato sulla vivibilità e sulla sostenibilità ambientale. Presso l’Azienda di Promozione turistica di Fiemme si crede con forza in questo progetto ed in tempi rapidi la commissione mobilità porterà all’attenzione della Provincia una serie di indicazioni che dovranno essere valutate. Anche in Fiemme l’obiettivo è da tutti condiviso: fermare le auto, sostenere e rafforzare il sistema pubblico. Rimane da valutare la soluzione tecnica: più autobus di linea? Un treno o una metropolitana leggera? Alcune funivie che dal fondovalle raggiungano i paesi di mezza costa e poi le aree sciistiche? Questi fermenti non vanno sottovalutati: ormai a tutti è evidente come il tema della mobilità sia un’emergenza, perché continuando in questo modo, cioè favorendo l’uso del mezzo privato, i paesi soffocheranno e si arriverà all’immobilità. Le superfici urbanizzate dei paesi sono ormai occupate per oltre il 40% da spazi destinati a parcheggi o servizi all’auto. Oggi i sindaci, probabilmente senza nemmeno rendersene conto, stanno rispolverando le soluzioni che gli ambientalisti proponevano alla fine degli anni ’80, durante il duro dissenso contro la costruzione della strada di fondovalle. Allora i documenti non venivano nemmeno letti, si dava incarico a qualche giornalista di demonizzare ogni proposta "verde", di dipingere queste persone o come degli irresponsabili o degli affamatori della valle. Le proposte "verdi" di allora oggi divengono progetti credibili: la costruzione di parcheggi interrati alle estremità ovest ed est di Cavalese e Tesero, una circonvallazione in galleria per tutti e due gli abitati, l’avvio di un servizio autobus continuo che colleghi tutti i paesi e le frazioni della valle. Certo, anche qui si arriva tardi, ma almeno la consapevolezza e la volontà di risolvere il problema è maturata, e in modo significativo. La resistenza più forte la troviamo però a Cavalese, dove il sindaco Walter Cappelletto e la sua giunta sembrano intenzionati a non voler nemmeno provare in modo sperimentale la chiusura al traffico del centro urbano; dicono di voler attendere prima la costruzione delle infrastrutture di servizio, anche se consapevoli che per arrivare a questo i tempi saranno lunghissimi. Anzi, fanno di peggio: invece di investire energie nella costruzione dei parcheggi esterni all’abitato, hanno dato il via alla progettazione di un parcheggio in pieno centro: come intenzionati ad attirare e favorire l’uso dell’auto privata, come sempre pavidi davanti ad ogni innovazione che presenti il minimo rischio. Se Cavalese conferma questa diffidenza e questo ritardo culturale il fatto non è di poco conto: stiamo parlando dell’abitato più importante di Fiemme, del vero capoluogo e dell’anello che in materia di traffico presenta la situazione più pesante e invivibile.


Luigi Casanova

04/03/08

A UN AMICO (PRIMO BILANCIO DELLA NUOVA VIABILITA')


Con abbondante ritardo ti scrivo. Mi avevi invitato a farlo un po’ di domeniche fa, anche se tu, chiaramente, sfottevi. Raccolgo però la provocazione ed esaudisco il tuo desiderio. Pur ribadendoti che non mi va più di disturbare. D’altronde, come hai ben capito, io i miei interessi li ho già fatti!! e dunque che senso avrebbe a questo punto insistere? Ti informo che sto ancora aspettando un cenno da “la tiesera” che finora non s’è fatta viva e, preparando la documentazione che mi ero ripromesso di farle eventualmente avere, ho riletto un po’ di roba vecchia di quasi vent’anni. Ti ricordi il Comitato pro Val di Fiemme? Volantini e scritti di allora? Rileggendo quelle cose posso, se non altro, menar vanto di non avere (insieme ad altri ed anche a te) detto e scritto fregnacce, visto e considerato che quasi tutto quello che avevamo previsto allora si è poi effettivamente verificato. Una cosa sola è andata diversamente. Pensavamo infatti che l’aumento del costo della vita in valle, causato dalla grande spinta turistico-speculativa che allora si stava per lanciare, avrebbe fatto scappare molti residenti per l’impossibilità di sostenerne le conseguenze. Invece no. Non è scappato quasi nessuno. Si sono adeguati e, stoicamente, sono rimasti in questa valle che nel frattempo s’è trasformata in una sorta di bengodi. Il tutto naturalmente non gratis et amore Dei. Si sono messi a correre. Le nuove coppie corrono (in senso proprio e pure metaforico). Corre lui e corre lei. Per “starci dentro” perché per arrivare alla fatidica 4ta settimana uno stipendio (medio) non è più sufficiente. Sarebbe interessante se qualcuno proponesse uno studio sul cambiamento socio-economico provocato dalle ripetute “occasioni irripetibili”. E quanto questa innaturale e imposta accelerazione economica si sia ripercossa sullo stile di vita, sui rapporti interpersonali, sulla perdita dell’identità locale, sulla sempre più frequente disgregazione delle nuove famiglie, sull’uso sempre più preoccupante di psicofarmaci e droghe da parte soprattutto dei giovani, eccetera. Si potrebbe fare un interessante confronto con realtà a noi vicine come la Valsugana, o la val di Cembra. Ma è certo che non si farà. Meglio far finta che tutto vada bene. Anzi benissimo! Gli studi su commissione pubblica si fanno sempre quando c’è la volontà di fare qualcosa, mai quando ci sarebbe la necessità di disfare. Nel 1988, ricorderai, a Cavalese la P.A.T. fece monitorare il grado di inquinamento in centro paese per giustificare la strada di fondovalle. Adesso il traffico è triplicato e nei paesi ciò che allora era causato dal transito turistico è provocato dal traffico interno ma a nessuno viene in mente di rifare la prova! Il rovescio della medaglia meglio non vederlo. Comunque ho capito che anche tu ti sei adeguato all’andazzo. E che ti piace pure. Vabbè, tu sei un uomo al passo coi tempi. Bravo, così si fa! Questo, d’altronde, è il pensiero dominante… Ah, dimenticavo: sai di quanto sono aumentati qui i prezzi degli immobili in poco più di un decennio? Quarant’anni fa, qui una famiglia di sei persone viveva con un solo stipendio molto più modesto di quanto lo sia mediamente uno attuale, le mamme di allora facevano le mamme e non le globetrotter e i bambini erano molto più tranquilli, meno viziati e più gioiosi. E un capo famiglia (con un reddito da dipendente) con cinque persone a carico riusciva da solo (con un sacrificio relativo) ad acquistare una casa intera (non un singolo appartamento) spendendo in proporzione molto meno di adesso. Eppure nessuno fiata. Scusa se sono categorico ma credo ci sia un inconsapevole moto di diffusa imbecillità. Almeno tanto sembra a me che però – come scriveva bene “la tiesera” – non sono al passo coi tempi. Quando, di fronte all’evidenza dei fatti, c’è chi mi dice che comunque noi siamo dei privilegiati, perché possiamo goderci strutture ed eventi che soltanto a 30 chilometri da Tesero se li sognano, non riesco a non pensare all’imbecillità. Ma di queste evidentissime assurdità te ne freghi perché ci hai fatto l’abitudine. Forse nemmeno te ne accorgi. Sei talmente convinto che a questa impostazione delle cose non ci sia alternativa che ti pare tutto ovvio e scontato. E tu continui a correre. E, grazie anche a te, il sistema si consolida perché esso si struttura sullo stile che i singoli comportamenti individuali adottano. Tutto è frenesia, superficialità, rumore, stress, nervosismo, mascherato da un sedicente benessere. E proprio per questo poi palesi la tua insofferenza nei confronti di una mia proposta: che la Municipalità, e non io, ha fatto propria e messo in pratica! Tu sfottendo insisti, ma in verità non c’è nessun interesse personale. Caso mai l’interesse procurato è generale! E dunque, a quasi tre mesi dall’avvio della nuova viabilità, mi permetto di fare un piccolo bilancio dell’iniziativa. Come avevo previsto e fatto notare alla Giunta comunale, attraverso il mio insistito carteggio, la situazione nel centro storico, specie nelle ore serali e notturne, è migliorata di gran lunga. Tolto il viavai del traffico gratuito ed insistito dei residenti nella zona alta del paese (via Rododendri, Cerin e Stava) il movimento autoveicolare degli abitanti del centro adesso è pressoché nullo. Si nota, finalmente, gente per strada che conversa e cammina e che lo può fare con discreta tranquillità e maggior sicurezza. A proposito – per non equivocare – sottolineo che il piano viario non è stato fatto per diminuire l’inquinamento come sento che taluni (contrari) argomentano, bensì, soprattutto, per ragioni proprio di sicurezza stradale e di tutela della quiete pubblica. Specificando meglio ti dico che se prima ogni incrocio autoveicolare comportava l’arresto di uno dei due automezzi con manovre correttive e lo scansarsi dell’eventuale pedone in transito a ridosso dei muri delle case adiacenti, adesso il flusso auto (che comunque è la metà di quello di prima!) è più seguente e i pedoni possono tranquillamente camminare mantenendo il passo senza doversi fermare. Certo nel centro storico la nuova viabilità ha anche ridotto l’inquinamento (ovviamente). Tu (e molti altri) ribatti che però è aumentato da qualche altra parte. Ti rispondo con una domanda: prima di adesso quanto ti preoccupavi (tu e molti altri) dell’inquinamento che provocavi a danno di chi sta in centro storico? Come mai questa improvvisa premura? Fatte salve le ottime ragioni anzidette, adesso, perlomeno, l’inquinamento aggiuntivo si diluisce su un territorio più vasto e con meno conseguenze dirette sulle persone. Ma l’auspicio, in prospettiva, se il piano riuscirà a far rinsavire anche i più ostinati abitudinari dell’auto forever, via via lo ridurrà un po’ ovunque.. Dunque in conclusione devo dire che il piano è migliorativo e lo sarà ancora di più quando verrà “metabolizzato” da tutti i residenti. Di ciò ringrazio in particolare l’assessore Barbolini che ha avuto il coraggio di portare avanti un provvedimento impopolare. Lui per fortuna il problema lo ha capito. D’altronde, come diceva qualche giorno fa un famoso architetto italiano, le cose, in mancanza di un forte substrato culturale, non si riesce mai a farle partire dal basso. Ci vuole che qualcuno le imponga d’imperio. Così come accadde per la raccolta differenziata (di cui tanto si parla in questi giorni causa il disastro campano) che proprio il nostro sindaco difese all'epoca convintamente. Ricordo quanta resistenza ci fu anche allora da parte di molti paesani e valligiani, mentre adesso invece tutti ne riconoscono la bontà e la lungimiranza.
Caro Amico, concludo con la speranza che tu riesca a fartene una ragione e che capisca che un futuro a misura d’uomo, giunti ormai al parossismo del consumismo, sarà caratterizzato da parole d’ordine che a te suoneranno certamente strane come decrescita, lentezza, risparmio, moderazione. Ma, volente o nolente, se vorremo sopravvivere a questa ondata di diffusa stupidità, così dovrà essere. Non c’è alternativa possibile.
Ciao.

euro

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VIA STAVA ANNI '30

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