03/10/07

PECORE E PECORAI


C’è qualcosa che mi accomuna all’arcivescovo di Trento: la totale sfiducia nel cosiddetto corpo elettorale. Da tempo penso che il suffragio universale vada abolito. Il voto popolare è uno strumento troppo potente che non si può concedere a chicchessia senza un’adeguata “patente”. Anche il vescovo Bressan sembra del mio stesso parere, tant’è che prima del recente referendum sul finanziamento pubblico alle scuole private, da buon pastore ha esortato le sue pecorelle alla diserzione dei seggi. Aveva evidentemente paura che all’interno delle cabine di voto potessero confondersi tra un si e un no! O forse, più probabilmente, era consapevole di quanto esse fossero disinteressate a qualunque altra cosa, se non alla sazietà. E – come si sa – votare con la pancia piena ma con la testa vuota è molto pericoloso! Ci si può distrarre, o si possono avere dei capogiri e scambiare il candidato cattivo per quello buono… Credo che trovarsi in un regime democratico sia, allo stato delle cose e dei cervelli, una colossale turlupinatura. Democrazia oggi è una parola svuotata del suo originario significato. Non è affatto sinonimo di volontà o di potere popolare, è invece una logora prassi cui il potere oligarchico fa riferimento ogni qual volta ha necessità di riconfermarsi: solo allora, con finta umiltà invoca il “popolo sovrano” alla reinvestitura, nella certezza che esso gli rinnoverà la fiducia senza opposizione e senza contestazione. I referendum, al di là del merito (quasi tutti e quasi sempre) sono le cartine di tornasole di tutto questo: nell’unica occasione in cui il popolo avrebbe facoltà di decidere in proprio di qualcosa si rifiuta di farlo. È allergico all’esercizio diretto della democrazia. Quando il popolo ha la pancia piena tutto va bene e tanto gli basta! Quell’opportunità costituzionalmente sancita non lo lusinga; quando gli è richiesto di usare autonomamente le proprie capacità di giudizio e di analisi non sa, non conosce, non è informato, non è interessato. E così l’accidia cronicizzata diventa malattia. Sessant’anni di democrazia hanno profondamente modificato i comportamenti delle masse popolari. Oggi c’è un individualismo esasperato e invidioso che essenzialmente agogna di incrementare all'infinito la propria ricchezza materiale; alla socialità, all’arte, all’etica, allo spirito, gli concede soltanto spazi residuali. Oggi il popolo aspira soprattutto a mangiare tanto e divertirsi, possibilmente senza dover pensare e senza riflettere e il bimillenario panem et circenses, liberamente adattato ai tempi e tradotto in ceesburger, coca-cola & s.u.v. è ancora di assoluta attualità. Questo popolo è un gregge disunito che ha un estremo bisogno di pastori, laici o religiosi che siano, che dicano e impongano ciò che va o non va fatto. Se lasciata incustodita questa volubile massa popolare non riuscirebbe nemmeno a capire che differenza ci sarebbe votando, alle prossime “provinciali”, il signor Dellai anziché il signor Malossini e, a dirla tutta, nemmeno noi! Stiano dunque attenti gli appena citati politici. Non si lascino andare troppo alla politica alta. Quella politica gridata proprio dal nostro governatore dopo il voto di domenica: “I trentini hanno capito!”. L’anno prossimo vedremo se hanno capito veramente. Lì in ogni caso il popolo correrà a votare. Ah se correrà!!! E dei due pastori quello che avrà promesso più strade per i s.u.v. e più campi da golf o gridato con più voce e brandito il bastone con più forza verrà incoronato ancora una volta dal Popolo Sovrano.


L’Orco

02/10/07

OTTOBRE


Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulle vigne saccheggiate.

Sole d'autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell'anima.
Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t'inoltri
e sei lì per spirare.
E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch'è tutta una dolcissima agonia.


Vincenzo Cardarelli

30/09/07

CONFUTAMI


Venerdì sera in biblioteca in presenza di altre persone mi sembrava inelegante ribattere a una tua provocazione. Dunque ti rispondo brevemente da questo “spazio” che, da quanto ho capito, frequenti con grande riluttanza e risentimento. Ma sia chiaro che nessuno ti obbliga a farlo, non te lo ho chiesto io, non te lo ha prescritto il medico, non te lo ha consigliato il parroco. L’arbitrio è tuo, solo tuo. Nel post in cui, en passant, venivi citato avevo indicato soltanto l’iniziale del nome per dare concretezza al ragionamento e per garantire al tempo stesso l'anonimato delle persone citate ad esempio. Ti ribadisco che un blog è uno spazio privato disponibile alla pubblica visione, alla lettura e al confronto. Certo mi rendo conto che confronto e discussione non siano affatto nelle corde di questa comunità. Tu sei amministratore di questo comune da decenni e per anni ne sei stato assessore quindi, sperabilmente, saresti titolato a rispondere e controargomentare nel merito di quanto ho scritto e sostenuto in quella analisi. Quel post parlava di un problema serio che anche il tuo comportamento contribuisce ad alimentare e che non puoi eludere con una battuta rancorosa. Le mie analisi da osservatore qualunque possono anche essere opinabili, ma penso che un amministratore degno di questo appellativo avrebbe l’obbligo di considerare e di verificare comunque. Non credo che amministrare significhi soltanto organizzare feste e gite o sfilare tra le autorità alla processione del Corpus Domini o ancora presenziare a un’inaugurazione. Amministrare credo invece significhi soprattutto analizzare la realtà, valutare le conseguenze venture delle scelte amministrative che si fanno oggi, cogliere i problemi, prevenirli o cercare di risolverli. E risolvere vuol dire trovare e applicare la soluzione. Mi capita attraverso questo spazio, tra l'altro, di segnalare dei problemi e mi permetto, forse irriguardosamente, di suggerire anche delle soluzioni. Di più non posso fare perché non sono io che amministro. Sono una voce, marginale che, almeno così mi sembra, agisce nell’interesse generale. Caro signor X, gli errori, le insufficienze e la cattiva gestione della cosa pubblica sono conseguenza anche della mancanza di confronto con tutte le voci fuori coro. E questo a sua volta deriva dalla presunzione che la delega democraticamente ricevuta dal popolo certifichi la qualità superiore, l’intangibilità e l’incontestabilità di chi viene eletto. Non è così! Come scrivevo tempo fa al sindaco, nell’esercizio del voto l’elettore agisce spesso per riflessi condizionati sulla base di simpatie o antipatie epidermiche, di legami parentali, di antichi pregiudizi o semplicemente di piccole convenienze. Il tutto con un livello di riflessione molto basso. Ma è ovvio, naturale e del tutto logico che così sia. Sarebbe perciò importante riconoscerlo, soprattutto quando ci si trova, pro tempore, nella funzione di decisore.


euro

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

Archivio blog