27/04/18

FERMO IMMAGINE



Domenica 12  maggio 1946, ore 10,50. E' una luminosa giornata di primavera. Nel campo, non ancora seminato, un ignoto foto operatore immortala il diciottenne Lucillo Delladio (1928 - 1967) davanti a Maso Tira (attuale casa di Carmelo Delladio) e a Casa Menoni  dei fratelli Canal, oggi casa di Giuliano Jellici. Sullo sfondo troneggia il nuovo magnifico palazzo scolastico, inaugurato poco più di un decennio prima. Sul poggiolo dei Menoni un uomo e una donna osservano incuriositi l’insolito evento.
 
Finito il solenne scampanio, il silenzio la fa da padrone. I paesani, assolti gli obblighi religiosi, tornano a casa in attesa di un pasto poco più che modesto. Nell’ampia campagna di Fia la quiete regna sovrana: s’odono soltanto il gaio fischiettare dei merli e i cinguettii dei passeri in amore. Nessun rumore infastidisce e perturba il pensiero. I Valori di quella faticosa sopravvivenza, immutati e immutabili, trasmessi nei secoli, di generazione in generazione, sin lì custoditi con riconoscenza e gratitudine, sono ancora evidenti in quell’immagine. Nessun eccesso, nessuna trasgressione. Traspare sobrietà,  dignità, autenticità.
 
I miti futuristici della modernità, i disvalori che di lì a pochi anni avrebbero velocissimamente trasformato e irrimediabilmente compromesso quel passato e quella terra, non sono ancora immaginabili. Una piena montante sempre più impetuosa di equivoco progresso, di effimere conquiste, di antropologiche mutazioni,  che avrebbe travolto tutto e tutti, sì come, fuor di metafora ed a suggello di ciò, sarebbe realmente successo proprio qui, 39 anni dopo.
 
A.D. 

22/04/18

I HAVE A DREAM 2


Andare al lavoro costa. Soprattutto se fai l’assessore in provincia di Trento. Per recarsi da Cavalese al capoluogo provinciale e ritornare poi a casa il nostro sognatore, per il 2017, s’è fatto rimborsare 24.700 e rotti euro. Poco meno di 68 euro al giorno, ogni giorno dell’anno, sabati e domeniche inclusi. Siamo esterrefatti. Qualcosa ci sfugge, ben sapendo essere lui un ecologista convinto, già assessore provinciale all’ambiente, che una decina d’anni fa sognava e giurava di farci viaggiare in treno sulla 48, trasformando la sede stradale della statale delle Dolomiti in una rotaia.

La domanda che sorge allora spontanea è la seguente: ma con che razza di vettore si sposta il King cavalesano, per costare alla collettività questa enormità? Di certo non con quel treno, rimasto ahinoi un sogno, ma nemmeno con un’auto elettrica e neanche con un’ibrida. 
Ah, ecco, forse ci siamo. Con quei consumi lui a Trento ci va in carrarmato.

18/04/18

I HAVE A DREAM


Tempus fugit e le elezioni d’autunno sono già alle viste. È l’ora di sognare e di far sognare la nossa sente. A ottobre la Lega e i Cinquestelle potrebbero far male. L’UPT (acronimo di Uffa, Porca Troia!), il partitucolo senza base popolare inventato da Dellai un po’ d’anni fa, sostanzialmente per garantire a lui e ai suoi accoliti (per lo più servili 'amici' sindaci delle valli periferiche) uno scranno sicuro e perpetuo in Provincia, con un nome così rischia di pregiudicare l’esito del voto prossimo venturo, in questa terra trentina.  Il Luther King di Cavalese
 


 

lo ha capito e ne tenterà il restyling.
Il sognatore è già al lavoro e senza dubbio ci sorprenderà con pirotecniche novità.
Innanzitutto, dice, METTERE I CITTADINI AL CENTRO e cambiare il paradigma del partito: si passa dal glocal al lobal (?). Per tuffarsi a cascata in altre soluzioni ardite, altre scelte, altre energie, altri orizzonti. E prendere poi il buono del vecchio per costruire il nuovo con coraggio. E aprirsi a volti e idee nuove per avviare un progetto politico motore di un’alleanza (…) che sappia rinnovarsi e ridefinirsi come proposta per un governo responsabile dell’autonomia del Trentino, rifuggendo da facili approcci demagogici e strumentali (…).  Valorizzare i punti di forza del Trentino: l’autonomia, l’ambiente e la solidarietà. E molto altro ancora. Il tutto, mixato a dovere, promosso attraverso workshop e tavole rotonde sui temi strategici usando, perché no, i vetusti supporti cartacei, ma anche, perché sì, la rete. Si deve anteporre al leaderismo la logica del gruppo, puntando sulla concretezza, ma anche sulle emozioni.
Tabella di marcia cortissima, spiega King. Non c’è tempo da perdere! A giugno si chiude. Le elezioni di ottobre incombono. Tutti i membri del partito saranno pertanto chiamati a uno sforzo straordinario per ridefinire scopo e mission della nuova, vecchia creatura politica.
 
Basta leaderismo, dunque. Spazio ai cittadini. Avanti Popolo!
Fatti trovare pronto in piazza. Aderisci con fiducia alla politica immaginifica del lupo cavalesano. Fatti coinvolgere e partecipa a questa nuova avventura. Condividi questo nuovo sogno. È probabile, anzi certo!, che in ottobre, dato per arcinecessario IL CAMBIAMENTO, lui e il suo sodale di Propian si facciano da parte e liberino un posto proprio a te.
Al netto del sogno, del lobal e del glocal, del vecchio e del nuovo, della nuova alleanza, della mission, delle scommesse sull’ambiente, sull’autonomia e sulla solidarietà, dei workshop e delle tavole rotonde, 600.000 euro a giro (5 anni) non sono affatto male. O no?
 
L’Orco
 

15/04/18

FINALMENTE!



Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire. Forse ci siamo. La notizia, attesa da tempo, inizia a circolare in paese. Dunque, stando alle voci, si sarebbe costituito un non meglio precisato comitato con l’intenzione di supportare la nascita di una lista di pochi (forse troppo pochi, però) volenterosi e capaci concittadini, selezionati, indicati e coinvolti dallo stesso comitato, per cercare – nel 2020 – di “cambiare il verso” di questa disastrata comunità paesana. La misura da tempo è colma e il malcontento serpeggia ovunque. Il paese è intollerabilmente ostaggio di un manipolo di personaggi che definire farabutti è fargli un complimento. Malversatori e truffatori che tra una festa campestre, una sagra, una processione del corpus domini a mani conserte appena dietro al prete e un selfie col papa ogni tre per due, usano l’amministrazione comunale per coltivare i propri esclusivi interessi di bottega.
 


In un paese normale, ove la cittadinanza non fosse silente oltre l’indecenza, come purtroppo lo è qui, questi signori non arriverebbero nemmeno a concludere la loro avventura amministrativa e verrebbero scacciati dal palazzo con i forconi e a pedate. Ma a Tesero, si sa, dominano le associazioni e tutto da esse discende e dipende. Basta alimentarle e controllarle, direttamente o indirettamente, e puoi fare ciò che vuoi.

Lo abbiamo scritto infinite volte: per cambiare le cose è necessario tagliare il cordone ombelicale tra Comune e la selva selvaggia dei sodalizi paesani. Impedir loro di paralizzare il paese con le loro infinite menate. Sono la nostra piovra da eradicare! È ora di finirla. Le amministrazioni amministrino. Le associazioni facciano col loro e non impediscano, con la loro interferenza e le loro continue richieste, la buona amministrazione fatta di competenza, imparzialità, rigore, cura ed attenzione. Se qualcuno coltiva una propria passione, lo faccia col suo: si compri il clarinetto, si paghi il viaggio, guardi al firmamento col proprio telescopio! Basta commistioni, finanziamenti pubblici continui, ricatti, tacitazioni! Da quarant’anni questo paese è schiavo di un presepio, di un albero di Natale, di un tendone o di una gara di sci. Da più di trenta le priorità qui sono Stava (ricostruzione alberghiera e dintorni), Pampeago (ITAP, del Nostro campione part-time) e Lago (Centro del Fondo, sempre del Nostro campione part-time). Il resto dell’azione amministrativa si è risolta per lo più buttando soldi pubblici a cazzo per progetti di lavori spesso non necessari e poi, se fatti, fatti male. Mentre, tre mondiali dopo e all’alba forse di un quarto o di un’olimpiade, il degrado del paese storico è scandalosamente evidente e insopportabile. Solo chiacchiere, chiacchiere, roboanti e inverosimili promesse e nulla, assolutamente nulla di concretamente qualificante. Guardare per credere.

Da qui alla fine di questo disastroso quinquennio gli attuali ‘illegittimi’ di palazzo Firmian faranno ancora danni. Questo è certo e purtroppo inevitabile. Ma dovranno essere gli ultimi! Il tempo per arrivare pronti al prossimo appuntamento elettorale c’è, anche se il lavoro del comitato non sarà facile. Speriamo bene e, comunque sia, da parte nostra, auguri!

L’Orco

25/03/18

DAL VANGELO SECONDO MATTEO

Beati i perseguitati per la causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli.
 
Mentre in quel di Trento la Corte dei Conti... contava, a Roma, nei sacri palazzi vaticani, il nostro Toni da Lagundo assideva per la terza volta al cospetto di un uomo vestito di bianco.
L'immagine, risalente a qualche giorno fa, lo ritrae in prima fila in compagnia di alcuni noti pubblicani locali.
 

14/03/18

L'INTRALCIO



Al di là delle differenze tecnico-giuridiche tra amministratore delegato, direttore generale e dipendente part-time, dire che il consigliere provinciale Pietro De Godenz non è assolutamente estraneo ai processi decisionali di ITAP spa è una verità lapalissiana che nessuno qui osa confutare.

In tal senso l’elenco degli esempi a suffragio di questa  evidenza è sterminato. Se l'affermare  a sua discolpa di essere soltanto un dipendente ITAP part-time (e dunque  lì non contare ormai più un cazzo n.d.r.) fosse vero, non si capirebbe in che veste lo scorso anno, per l’interposta persona della signorina sindaca, maldestramente coinvolgendo l’amministrazione comunale di Tesero, perorò la causa del nuovo bacino artificiale di Pampeago e organizzò una pubblica assemblea per informare della cosa la cittadinanza, mettendosi successivamente a disposizione in prima persona per ragguagliare dettagliatamente (e rassicurare)  la minoranza consiliare, che sull’argomento era subito scesa sul piede di guerra. In veste di semplice (ma plenipotenziario) dipendente ITAP part-time, di consigliere provinciale o di padrino/padrone della maggioranza comunale?




De Godenz, in qualsivoglia opportuna veste desideri apparire, è l’indiscusso deus ex machina della società impiantistica teserana. Qui lo sanno anche i sassi. Tutte le decisioni operative della società, anche in questa fase di allontanamento virtuale dalla 'sala dei bottoni' ITAP, sono sempre da lui suggerite e pilotate. Come sempre è accaduto e accade da una trentina d’anni in qua. Che poi i distinguo nominali possano liberarlo dal ‘peso’ dell’incompatibilità, questo è un altro paio di maniche.

Ad ogni modo, da che egli siede pure sui ben remunerati scranni del Consiglio provinciale la sua incompatibilità fattuale si è ulteriormente ingigantita!

Se la Guardia di Finanza sta indagando per verificare ‘soltanto’ la sua incongruenza fiscale, probabilmente dovrà alzare bandiera bianca. Se invece intende capire anche se egli sia il decisore supremo di quella società e, senza ombra di dubbio, il titolare di un gigantesco conflitto di interessi, la questione non si pone nemmeno. Basta chiedere al primo mona che passa.

L’Orco


04/03/18

DO UT DES



Dopo lo svolgimento della campagna elettorale per il rinnovo del parlamento nazionale, ieri, e oggi pure, sarebbe stato  il momento della cosiddetta riflessione.

Dalla mezzanotte di venerdì 2 marzo ultimo scorso tutti i partiti ed i rappresentanti politici sono (sarebbero) obbligati al silenzio elettorale.

Non è possibile fare alcuna propaganda elettorale che sia essa di invito a votare se stessi od il proprio partito o che sia denigratoria degli altri al fine di ottenere indirettamente il consenso per sé.

E’ un divieto che vige ovviamente per tutti.

Tuttavia, ieri e verosimilmente pure oggi, i telefonini di moltissimi Teserani sono stati tempestati, come d'abitudine, dai consueti sms provenienti dal nostro campione in Provincia, con l'invito rivolto ai suoi affiliati, notoriamente incapaci di valutare autonomamente alcunché e sempre genuflessi al suo cospetto, a votare per il signor Lorenzo Dellai.

Un'azione che contravviene alla legge 4 aprile 1956 n. 212, integrata da interventi successivi.

Avremmo molto da scrivere in proposito e la tentazione è forte, ma lasciamo perdere. Non ne vale la pena. Conosciamo troppo bene questa comunità di anime perse.

Ci limitiamo solo a denunciare attraverso questo blog tale azione e, vanamente, a segnalarla agli organi competenti.


L'Orco

06/02/18

NOSTRA SIGNORA DELL'IPOCRISIA

Alla fine della baldoria c'era nell'aria un silenzio strano,
Qualcuno ragliava con meno boria e qualcun altro grugniva piano;
alle sfilate degli stilisti si trasgrediva con meno allegria
ed in quei visi sazi e stravisti pulsava un'ombra di malattia.
Un artigiano di scoop forzati scrisse che Weimar già si scorgeva
e fra biscotti sponsorizzati videro un anchorman che piangeva.
E poi la nebbia discese a banchi ed il barometro segnò tempesta,
ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa.

Il mercoledì delle Ceneri ci confessarono bene o male
che la festa era ormai finita, ormai lontano il carnevale
e proclamarono penitenza e in giro andarono col cilicio
ruttando austeri:"Ci vuol pazienza! Siempre adelante ma con juicio!"
E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell'ipocrisia
perché una mano lavasse l'altra, tutti colpevoli e così sia,
e minacciosi ed un po' pregando incenso sparsero al loro Dio
sempre accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io.

La domenica di Mezza Quaresima fu processione di etére di Stato,
dai puttanieri a diversi pollici, dai furbi del chi ha dato ha dato
ed echeggiarono tutte le sere come rintocchi schioccanti a morto,
amen, mea culpa e miserere ma neanche un cane che sia risorto
e i cavalieri di tigri a ore e i trombettieri senza ritegno
inamidarono un nuovo pudore, misero a lucido un nuovo sdegno;
si andò alle prime con casto lusso e i quiz pagarono buoni milioni
e in pubblico si linciò il riflusso per farci ridiventare buoni.

Così domenica dopo domenica fu una stagione davvero cupa,
quel lungo mese della quaresima rise la iena, ululò la lupa,
stelle comete ed altri prodigi facilitarono le conversioni,
mulini bianchi tornaron grigi, candidi agnelli certi ex-leoni.
Soltanto i pochi che si incazzarono dissero che era l'usato passo
fatto dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là in basso.
Poi tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare,
solo qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare.


Francesco Guccini

03/02/18

IL NUOVO CONFLITTO D'INTERESSI

 
Principi di carattere generale. Sussiste conflitto di interessi nei casi in cui chi ricopre una carica di governo “sia titolare di un interesse economico privato tale da condizionare l’esercizio delle funzioni pubbliche ad esso attribuite o da alterare le regole di mercato relative alla libera concorrenza” (art. 4). Il DDL è rivolto a chi ricopre cariche politiche: membri del governo nazionale e regionale, membri del Parlamento e dei consigli regionali (previa legge regionale), componenti delle autorità indipendenti (Trasporti, Antitrust, Comunicazioni, Energia elettrica, gas e sistema idrico, ANAC, Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, Commissione di Vigilanza sui fondi pensione, CONSOB, Garante Privacy, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e Banca d’Italia) (artt. 2, 11 e 12).

Incompatibilità (art. 6). Sono incompatibili con le cariche politiche sopra esposte i seguenti incarichi, anche se ricoperti all’estero:

1 - ogni ufficio pubblico diverso dal mandato parlamentare che non sia ricoperto in ragione della funzione di governo svolta;

2 - qualunque impiego pubblico o privato;

3 -  l’esercizio di attività professionali o di lavoro autonomo, anche in forma associata o societaria, di consulenza e arbitrali, anche se non retribuito;

4 -  l’esercizio di attività imprenditoriali anche per interposta persona o attraverso società fiduciarie;

5 - qualunque funzione di gestione in imprese o società pubbliche o private, comprese le società in forma cooperativa, in enti di diritto pubblico, anche economici, o in fondazioni ad eccezione di quelli ricoperti in ragione della funzione di governo svolta.
 


Inoltre i titolari delle cariche “non possono, nell’anno successivo alla cessazione dal loro ufficio, svolgere attività di impresa né assumere incarichi presso imprese private o presso imprese o enti pubblici o sottoposti a controllo pubblico, se non previa autorizzazione dell’Autorità che, considerata l’attività precedentemente svolta in qualità di titolare della carica di governo, accerti l’insussistenza di conflitti di interessi”. In caso di violazione del divieto accertata, viene applicata una sanzione amministrativa pecuniaria parli al “doppio del vantaggio economico ottenuto” dalla funzione vietata.

I dipendenti pubblici e privati che assumono una carica di governo nazionale sono collocati in aspettativa o nell’analoga posizione prevista dagli ordinamenti di provenienza, con decorrenza dal giorno del giuramento o comunque dell’effettiva assunzione della carica. I titolari delle cariche iscritti in albi o elenchi professionali sono sospesi di diritto dai relativi albi professionali per la durata della carica di governo.


 

01/02/18

SE


Se, come avverte beffarda la scienza, tutto, proprio tutto, non dipendesse dalla chimica, travestita da fisica, ovvero dalla fisica imbellettata di chimica ed il Dasein, prescindendo da qualsivoglia accidente, potesse davvero autodeterminarsi e dispiegare il suo libero arbitrio, allora potremmo pur dire che la vita ha un senso.


Ma, appunto, la scienza conferma inappellabilmente che tutto, proprio tutto per noi è già determinato dalla fisica di cui siamo costruiti e dal tempo e dallo spazio (nonché dagli accidenti, o dall'imponderabile) in cui siamo caduti e in cui ci tocca stare. Dunque nessuno sforzo, nessuna volontà potrà modificare quello che comunemente chiamiamo destino.
 
Qualcuno

31/01/18

VA TUTTO BENE


Ha vinto ancora lui, Pauli Sitonen, l'inossidabile. Il finlandese ha coperto i settantatré chilometri della 53^ Marcialonga in 2h 20' e 53'', alla ragguardevole media di 31 e rotti all'ora. Bravo.
 
Come al solito, tutto è filato liscio. D'altronde la macchina è talmente oliata che sarebbe stato da stupirsi del contrario. Quest'anno poi ci ha messo del suo anche il Padreterno, imbiancando il paesaggio con un mirabile manto nevoso. I volontari, nelle loro variopinte giaccheavento, hanno fatto il resto. Puntuali e gentili lungo i tanti punti di assistenza, si sono prodigati per la miglior riuscita della gara. Bravi. E poi la direttrice: meravigliosa. Una macchina da guerra. Precisa, competente, duttile. Our Passion, your Life, o qualcosa del genere, come usa dire con perfetto accento cambrigiano. Proprio oggi compie i suoi primi quarant'anni. Auguri!

Non poteva mancare la banda, reduce dai trionfi del bicentenario. Ancora carica d'energia, nonostante il tour de force per la serie infinita di impegni dell'anno appena concluso, ha eseguito impeccabilmente l'inno degli alpini nelle lande ghiacciate delle Giae, mentre i Veci in un cantone piangevano commossi. Struggente.

Ma ritorniamo alla gara, la cosa che interessa di più il popolo televisivo. I like toko gialla da Masi alla Cascata, I like Toko verde dalla Cascata al traguardo e I like Toko blu da Moena a Campitello.
Queste le scioline usate da Sitonen, come ci ha informato puntuale Radio Fiemme, nell'imperdibile ping-pong tra Auto Uno e Auto Due. Una radiocronaca accurata, dettagliata, per permettere anche agli invalidi e agli ammalati di vivere l'evento al 100%. Grazie.

Una menzione conclusiva anche ai manifestanti per la difesa dell'Ospedale. Hanno agito sottotono, ma con vigore, senza disturbare. Come aveva richiesto l'Organizzazione. Un lenzuolo a Gazo, bello evidente. Niente di più. Servirà alla causa. Bravi.
 
Giusy

26/01/18

OSPEDALE, DISTRAZIONE DI MASSA


Nemmeno per un capopopolo di professione è facile risolvere i problemi e tranquillizzare gli animi esacerbati. Soprattutto per un capopopolo che a Palazzo, per questo primo giro, conta zero.  Però, per la sua gente, dire la verità potrebbe anche bastare. Farebbe bene a spiegare alcune contraddizioni, piccole piccole, che la nossa ŝente, abituata a far di conto, coglie immediatamente  in questa vicenda dall'andamento carsico che in cronaca locale, di tanto in tanto emerge e poi scompare. 
 
Dovrebbe spiegare al Comitato  di difesa e ai tanti cittadini suoi elettori il clamoroso paradosso tra il ribadire la necessità  del ridimensionamento o addirittura della soppressione di alcuni servizi sanitari periferici, accentrandoli nel capoluogo provinciale   per risparmiare risorse, e, contemporaneamente, organizzare un efficientissimo servizio di trasporto notturno delle partorienti, da Cavalese a Trento in elicottero, nonché presentare in gran pompa il rendering di un nuovo ospedale di Fiemme. 
Spiegando questa macroscopica incongruenza  forse il popolo capirebbe di assistere soltanto ad un ennesimo spettacolo d'illusionismo e allora  forse gli animi si accheterebbero.
Poi all'uscita, nella concitazione, forse qualcuno verrebbe preso a calci ed a forcate, ma poi la polemica finalmente cesserebbe. Forse. 

24/01/18

LA COPENAGHIZZAZIONE DI FIEMME. SOLO UTOPIA?

Appena finirà la campagna elettorale nazionale, con le tante irrealizzabili promesse alla pancia dell’italico corpo elettorale, partirà quella regionale/provinciale per le elezioni d’autunno. Attraverso i soliti giochi d'illusionismo cercherà di spronare ai seggi (per votar giusto!) gli stanchi e satolli elettori delle due province autonome. Con meno enfasi in Alto Adige, con toni più da osteria in Trentino.
Un paio di tornate fa l'uscente assessore fiemmese in Provincia ci aveva promesso nientemeno che il treno sulla 48. Chi lo ricorda? Chi l'ha visto (il treno)? Il noto cavaleseno cavalcava allora il tema della mobilità sostenibile e oltre alla nuova strada ferrata, secondo quell'immaginifico filone acchiappavoti, la valle sarebbe stata solcata da piste ciclabili in quota paesi e percorsa da autobus elettrici o a idrogeno.
Finita la festa e riconfermato Gilmozzi a Trento, gabbato l'elettore credulone. Il treno e tutto il resto venne riposto nello scrigno dei sogni e di mobilità sostenibile, targata P.A.T., non se ne parlò più. 
Le ‘politiche verdi' del trasporto pubblico-privato, non più necessarie e urgenti per... arrivare a Trento, furono delegate ai meno fantasiosi consiglieri comunali di valle, riducendosi per lo più nella mai risolta e affannata ricerca di posti auto, parcheggi e nuove strade, oltreché nella reiterata manifestazione propagandistica Fiemme senz'auto. Comoda occasione, quest'ultima, per guadagnarsi gratis l'ennesimo articolo 'verde' in pagina locale. Uniche eccezioni i comuni di Predazzo e (soprattutto) Ziano, che alle chiacchiere hanno fatto seguire anche azioni concrete.
Al netto della propaganda, il tema della mobilità sostenibile nei paesi e tra i paesi della valle, seguendo il virtuoso esempio delle anzidette municipalità, potrebbe però finalmente venire analizzato e approfondito in funzione di un’autentica rivoluzione ecologica.
Con la bici, tradizionale o a pedalata assistita, al centro del progetto.
Se la cosiddetta copenaghizzazione è ormai una magnifica realtà in alcune importanti città del Nord Europa e degli Stati Uniti, com’è possibile che in una valle di appena 20.000 abitanti ci sia ancora tutto questo timore ad avviare un processo così virtuoso? Non dovrebbe essere un tabù per una valle che da decenni vende all'estero l'immagine dell'eccellenza turistica. Anzi! Perché mai, se alcune amministrazioni, dimostrando particolare sensibilità a questo tema, si sono attivate senza indugio con progetti e opere di largo respiro, in altre vi è un'inerzia mortale?
A Tesero, per esempio, fatti nisba. Soltanto chiacchiere da sbandierare di tanto in tanto per darsi un po' di tono. Da decenni si parla del collegamento pedonale Tesero-Piera, così come del rifacimento della piazza principale del paese. Non se ne è fatto nulla, né, probabilmente, se ne farà. La sistemazione in chiave ecologica di piazza Battisti è uno slogan da usare quando la pochezza del pensiero amministrativo supera, anche per chi lo esprime,  la soglia dell’intollerabile. Prefigurare allora biciclette in competizione con l'auto, neanche pensarlo!

Non sappiamo come la pensino nel merito i consiglieri dell'Opposizione, ma, ben consci dell'incapacità dell'attuale compagine al comando di elaborare idee innovative, la speranza di arrivare a concretizzare qualcosa entro tempi non biblici dipenderà eventualmente dalle proposte e dalla tenacia con la quale la Minoranza saprà portarle avanti.

A.D.


 

19/01/18

A RIECCO 'L COMUN GENERAL


Scrive bene l'anonimo. Si sarebbe portati a pensare che un signore pagato dalla collettività 20.000 €uro al mese dovrebbe, come minimo, ragionare un po' e non spararle a vanvera come si fa nei bar dopo la quinta media. Invece non è così. Per 'fregarsi' 20.000 €uro (benefit esclusi) ragionare è, evidentemene, un optional non richiesto. Per fare il consigliere regionale e garantirsi quella paghetta, basta presenziare di tanto in tanto alle sedute del consiglio e apparire con una certa frequenza sui giornali e sui media locali azzardando qualche trovata estemporanea. Non è richiesto nulla di più. Né serietà, né saggezza, né responsabilità.

Ad libitum vi si può aggiungere qualche comparsata mondana, che peraltro, di solito, a tali personaggi non pesa affatto, tanto per soddisfare gli ammiratori in estasi. Poi, dopo i bagni di folla, può essere opportuno non disdegnare l'immancabile invito di qualcuno, voglioso di ospitare a casa propria un V.I.P. per un pranzetto o una cena. Di lavoro, come si dice, ovvio. Il lavoro delle forchette, soprattutto...

E' stato probabilmente in conseguenza di una di queste occasioni mondane che è scaturito il sogno della valle unita esternato urbi et orbi e prontamente finito in cronaca locale.




Chissà, forse il Nostro aveva mangiato oltre il lecito ed annaffiato il tutto con un eccesso di vernaccia. Chissà. Fatto sta che la concomitanza del ritorno a casa un po' annebbiato, dell'alcaselzer scaduto e della prolungata incapacità di prender sonno, riducendo di brutto le normali fasi REM, gli partorisce quello strano sogno.

E al risveglio, accortosi che quella magnifica visione stava ancora lì, nel suo cervello, limpida, ammiccante e cristallina, decide di convocare a casa il fido pubblicista, per raccontarglierla. E in fretta fargliela pubblicare. Per i suoi fans, naturalmente, che in coda davanti all'edicola non aspettano altro.

Fare di questa valle un solo Comune! Bello davvero! Sulle prime, appunto, credi che all'origine di questa onirica pensata vi sia un'improvvisa, inconscia e inaspettata cosapevolezza che amministrare costa, e che ridurre il costo della 'macchina' sarebbe cosa buona e giusta. Basta sprechi, ché non è più tempo di buttare denaro pubblico a mantenere uomini e carrozzoni: consigli comunali, sindaci, assessori, uffici tecnici, anagrafi, tributi... Basta! Non ne servono 11. Ne basta uno. E tanto ci voleva? Bene, bravo, bis! Gli avremmo fatto un monumento in piazza!

E invece non è questa la ragione. Figurarsi. Sarebbe stato come mettere il culo nelle pedate. Proprio lui a parlare di sprechi. No, non è lo sperpero da mettere in rilievo e far cessare. E che? Mica c'ha scritto Giocondo? Sarebbe il primo a rimetterci. In immagine, e non solo! Lui che da che esiste altro non fa che succhiare, direttamente e indirettamente, risorse pubbliche e da che siede sullo scranno di Trento se ne impippa annualmente 240.000 (rimborsi e benefit esclusi). Giammai!

No, la valle non va unita per fare economia. Le ragioni son ben altre e ben meno prosaiche. Qui si fa filosofia. Siamo nel tempo delle unioni. Economiche, civili, religiose e perché no, adesso anche amministrative. E allora giù a parlar di distanze raccorciate, di coscritti uniti, ubriachi e solidali, di scolari che da Panchià vengono a Tesero, di Comunità maestra di vita, di Obereggen e di Pampeago presto sposi (e ti pareva!) e di casse rurali fuse e di parrocchie sfatte. Così, appena scacciato proprio dalla porta della Comunità (con apposito referendum), ecco tornare dalla finestra il Comun General!

Un unico regno. Da Predazzo a  Tesero, da Cavalese alle Ville, da Lago a Molina, da Castello a Capriana e su su fino a Trodena (o forse no, che là i è todeschi). Insomma: un solo ovile, sotto un solo pastore!
 
L'Orco

LO STATISTA



Da un gentile lettore riceviamo l'intervento, qui di seguito pubblicato, in merito alle esternazioni del consigliere provinciale di Tesero pubblicate due giorni fa dal quotidiano l'Adige. Per maggiore chiarezza ci siamo permessi di inserire le note d.r. tra parentesi.

A proposito del Nostro, avete visto le motivazioni per le quali bisognerebbe istituire un comune unico in valle? Se l'idea potrebbe essere valida, le ragioni per questa grande operazione mi sembrano siano uscite più che da un consigliere provinciale, da una discussione tra amici dopo la quinta media (birra naturalmente).
Forse non sa (il Nostro consigliere n.d.r.) che le scuole sono state chiuse per volere dell'assessorato all'istruzione della P.A.T.
Parla (il Nostro consigliere n.d.r.di coscritti!!! Come se la festa per l'ingresso nell'età da "voto" sia determinante per la buona riuscita dell'operazione.
Accenna (il Nostro consigliere n.d.r.) alle associate definendole dissociate, forse questo nuovo nome è corretto, ma siamo arrivati in questa situazione per l'incapacità e la non volontà di alcuni amministratori di perseguirlo questo obbiettivo, come peraltro deciso dai cittadini di Tesero e Panchià e di Cavalese e Castello nel referendum ormai già entrato nella cartella "dimenticatoio". 


 

 
 

A dar man forte agli amministratori per la creazione della "dissociata" anche taluni dipendenti spaventati dal trovarsi di fronte a situazioni dalle quali sono scappati. Tira in ballo (il Nostro consigliere n.d.r.) anche la Magnifica che, se storicamente è stato il fulcro ed il volano per mantenere viva la nostra valle, ora (i numeri del referendum sullo statuto parlano chiaro) è divenuta solo un'azienda, un po' di folclore e purtroppo poco altro.
Non accenna (il Nostro consigliere n.d.r.) ai risparmi che si potrebbero avere togliendo i compensi agli amministratori attuali e mantenendo solo un consiglio comunale. Avremmo, a spanne, un risparmio di circa 45.000 euro al mese, 540.000 euro all'anno!!!

Anonimo

18/01/18

L'ABUSIVA

Dal capogruppo della minoranza comunale di Tesero - Uniti per crescere -  riceviamo e volentieri pubblichiamo in versione integrale il comunicato stampa pubblicato oggi dal quotidiano l'Adige.


Sull’Adige del 2 gennaio 2018 è stato pubblicato un articolo in cronaca locale riguardante, tra le altre cose, alcune affermazioni della Sindaca di Tesero Elena Ceschini, relative alla doppia convocazione del consiglio comunale dello scorso 21 dicembre, sulle quali non possiamo non esprimere il nostro pieno disappunto.

Ci riferiamo in particolare alla parte virgolettata (ndr. riportata fedelmente da dichiarazioni ufficiali) che qui di seguito trascriviamo: “siamo stati costretti ad adottare la doppia convocazione [….] perché non ci sono i tempi tecnici (ndr. dal 21 dicembre a fine anno ci sono 10 giorni e più di 5 giorni lavorativi liberi richiesti per un’ulteriore convocazione) per organizzare un altro consiglio comunale entro la fine dell’anno e gli argomenti trattati non sono più derogabili”...

Le argomentazioni addotte dalla sindaca, palesemente infondate, intendevano invece nascondere una mossa studiata a tavolino dalla maggioranza, per far slittare il consiglio in seconda convocazione. Fatto gravissimo mai avvenuto nella storia consiliare di Tesero. Tutto ciò per poter approvare con i soli sette voti della maggioranza, la variante al piano attuativo P.L. 9, di iniziativa privata al fine di favorire, niente di meno che un proprio consigliere di maggioranza, che in riferimento alla realizzazione di tale piano è probabile sia incorso anche in un abuso edilizio.






Nel consiglio del 21 dicembre, l’unico punto non derogabile semmai era la nomina del revisore dei conti – si legge, scaduto già da settembre –. Ma perché allora non pensarci prima nei precedenti consigli del 28 settembre e del 6 novembre, anziché attendere gli ultimi giorni dell’anno?


Nessuno ha costretto nessuno… La maggioranza ha i numeri per approvare tutto quello che vuole senza la presenza della minoranza. Infatti i consiglieri di maggioranza sono 9 e per approvare le deliberazioni in prima convocazione il quorum richiesto è di 8 voti, salvo astensioni che non c’erano nei punti previsti nell’ordine del giorno del consiglio del 21 dicembre, ad esclusione del punto relativo all’approvazione della variante al piano attuativo del consigliere di maggioranza Lucio Varesco.

Il consiglio è convocato dal Sindaco, che solitamente sente la sua maggioranza e quindi sa già se ha i numeri o meno. La “costrizione “ in questo caso è una scusa bella e buona, propinata a tutti i cittadini di Tesero, che evidentemente la Sindaca considera dei creduloni incapaci di valutare la veridicità delle sue continue repliche a mezzo stampa. Ma questo è veramente troppo. Da queste dichiarazioni ci sentiamo tutti offesi ed ingannati.

Ribadiamo che è noto ormai a tutti quale fosse lo scopo del rinvio del consiglio in seconda convocazione: solo ed esclusivamente l’approvazione della variante al piano attuativo P.L. 9 del consigliere Lucio Varesco! Se così non fosse stato, i punti considerati inderogabili dalla maggioranza sarebbero stati inseriti ed approvati all’inizio della seduta consiliare del 21 dicembre, perché i consiglieri presenti in prima convocazione erano 12 e quindi non c’era bisogno di ulteriori convocazioni. Invece è stato fatto esattamente il contrario. E’ stato messo come prioritario il punto che interessava il signor Varesco. Chiara dimostrazione che la maggioranza stessa non aveva interesse che i punti inderogabili venissero approvati.

Anche se la maggioranza poteva pensare che non ci saremmo presentati, essa aveva i numeri sufficienti per approvare i punti inderogabili già in prima convocazione (nove consiglieri). Ovviamente non avrebbe potuto essere approvata la variante Varesco perché due consiglieri di maggioranza (lo stesso Varesco e la cognata Vaia) si sarebbero dovuti astenere. In questo modo però non sarebbe stato possibile rinviare alla seconda convocazione il solo punto della 'variante Varesco', cosa che la maggioranza non voleva succeddesse.

Noi della minoranza avremmo fatto mancare il numero legale solo al punto in questione e lo avevamo anche anticipato al Segretario comunale che nonostante ciò, - con grossi dubbi sulla legalità di questa procedura amministrativa - ha sciolto il consiglio rinviandolo al giorno successivo.

Solo rinviando tutti i punti posti all’ordine del giorno convocato in prima battuta si legittima la trattazione degli stessi in seconda convocazione, dove il quorum di voti favorevoli richiesti per l’approvazione dei provvedimenti scende a sette. E sette sono stati i fedelissimi consiglieri della maggioranza che venerdì 22 dicembre a mezzogiorno hanno approvato la discussa variante al piano attuativo P.L. 9 del consigliere Varesco.

Il nostro intento con questo comunicato, che esamina e riporta in modo oggettivo quanto successo, è di fare chiarezza ed informare senza inganni i cittadini di Tesero su quanto accaduto.

Alla luce di quanto da noi esposto le dichiarazioni del Sindaco perdono ogni fondamento di verità.



Alan Barbolini

17/01/18

16/01/18

AL VOTO, CON FIDUCIA.


Se tutto andrà come deve andare, sarà una pacchia. E io per prepararmi, ho già programmato la mia giornata tipo. Dopo il 4 marzo, e una volta che le promesse di tutti i candidati premier saranno com’è prevedibile mantenute, io mi alzerò tardi. Che è già un ottimo inizio. Non avendo impegni incombenti, per la verità non avendone proprio, passerò la mattina guardando la Tv (senza pagare il canone, me l’ha promesso Renzi). Al pomeriggio prenderò la mia auto (senza pagare il bollo, me l’ha giurato Silvio) e mi dirigerò con calma all’Università per seguire qualche lezione (senza pagare le tasse, me l’ha detto Piero Grasso). Sono ancora indeciso tra Paleontologia e Ingegneria spaziale. Magari entrambe, tanto lo farò unicamente per passione personale. Perché al lavoro, quasi sicuramente, non ci andrò. Avrò un reddito minimo garantito da 780 euro al mese, mi ha assicurato Luigi Di Maio. Se poi avrò una moglie e un marmocchio in casa, addirittura 1.250, mi ha confermato Berlusconi. Non avrò fretta.
Se poi per noia o per curiosità mi farò assumere da qualcuno (perché il lavoro non mancherà, mi hanno detto tutti), sappiate che malissimo che vada sarò pagato 10 euro l’ora (parola di Renzi).

Non verrò certo licenziato (che tanto il Jobs act, promessa, verrà abolito) e i soldi che guadagnerò, tutti ma proprio tutti, saranno tassati al 15% (me l’ha giurato Salvini).
Se non l’avrò fatto prima, lascerò il lavoro a circa 60 anni, mica più a 67 (come mi ha assicurato Berlusconi). E lo farò con una pensione minima di mille euro (sempre il Berlusca, in gran forma). Tanto mi basterà per viaggiare il mondo intero e organizzare una grigliata a settimana con gli amici. Alla fine di una vita tranquilla e bellissima, non so ancora se il mio funerale sarà pagato dal mio marmocchio (che spero a sua volta percepisca già il reddito minimo e si alzi tardi al mattino) o mi verrà gentilmente offerto dallo Stato. E anzi, approfitterei di questo contesto per invitare i candidati a formulare una proposta su tale problematica rimasta irrisolta.
Gli economisti dicono che il mio stile di vita, e quello di tutti gli italiani, costerà 200 miliardi l’anno in più allo Stato. Cioè circa 50 mila euro l’anno per ogni singolo contribuente italiano. Cioè più dei soldi che guadagnerò col reddito minimo e quelli che risparmierò non pagando praticamente niente. A parte la casa. E la birra. E il cibo per le grigliate. Ma quelli sono i tecnici, pignoli, saputelli e pure un po’ invidiosi. In realtà andrà tutto come deve andare e vedrete che sarà una pacchia. Me l’hanno promesso tutti.

Anonimo


14/01/18

L'ACCHIAPPABUGIE


Novità in arrivo a Palazzo. Su insistita richiesta della Minoranza consiliare di Tesero, pare che l'amministrazione comunale, pur con qualche mugugno, si sia convinta all'acquisto di un Ballometro. Meglio tardi, che mai!
Si tratta di un nuovo strumento che misura l'affidabilità dei governanti pro tempore al potere. Senz'altro utile nelle realtà amministrative dove è uso corrente dire le cose per dare aria alla bocca, o peggio, per nascondere la verità dei fatti, ordire imbrogli e fare gli affari propri anziché quelli della collettività. Qui a Tesero, in particolare, questa moderna bocca della verità servirebbe, altroché! Da quando il palazzo è stato occupato dalla prestanome del Nostro, se ne raccontano quotidianamente di tutti i colori, con la leggerezza tipica dei bugiardi patologici. Quelli che mentono incessantemente per loro esclusivo tornaconto, senza troppo curarsi delle conseguenze che tale comportamento può avere sugli altri, fossero anche 'solo' conseguenze emotive. Un fatto evidentemente molto grave e ben noto alla Minoranza che appunto, rompendo gli indugi, ha preteso l'acquisto di questo marchingegno.
Nel Celeste Impero, dove il Ballometro è stato inventato e lo si produce, viene di solito sistemato negli atri dei palazzi governativi. Funziona attraverso sofisticatissimi sensori collocati direttamente dentro le stanze del potere, capaci di cogliere ogni nuovo input cerebrale alla menzogna. 

La balla in partenza dalla fantasiosa mente dell'amministratore o del politico di turno viene immediatamente bloccata e fatta affluire all'interno del Ballometro prima che possa concretizzarsi e far danni. Il mentitore patologico a quel punto dovrà cogitare qualcos'altro. Finché, esaurita la carica cerebrale di bugie, sarà costretto a dire la verità. Essendo made in China costa, ovviamente, molto poco e la nostra amminstrazione non avrà certo difficoltà ad acquistarlo. L'onere per il nostro paese che più inciderà nella sua gestione deriverà dagli altissimi costi di svuotamento...

L'Orco

11/01/18

BASTA LA TRASPARENZA?

Prima dell'avvento della globalizzazione, madre di tutte le sciagure presenti e future, i consigli d'amministrazione delle piccole casse rurali di paese erano spesso costituiti da persone incompetenti in materia, prive dei rudimenti necessari per il ruolo che ricoprivano. Ciò nonostante, facendo di necessità virtù, qualche volenteroso disposto a darsi coraggio e a immolarsi per la causa lo si trovava sempre. Era prassi 'arruolarlo' per cooptazione attraverso il voto assembleare, quasi sempre pilotato. Per ovvie ragioni, all'interno dell'organo deliberativo, la loro era una presenza più che altro di rappresentanza e non già di effettiva sostanza. Era il direttore, competente per forza e per dovere, che istruiva le pratiche, relazionava sulle richieste, suggeriva le opportunità e poi, tirate le somme anche degli scarni pareri dei consiglieri, indirizzava le scelte della cooperativa di credito. Il consigliere, per quel suo insufficiente sapere, generalmente ascoltava, qualche volta esprimeva un sommesso parere, il più delle volte taceva. Trascorreva il tempo della riunione, dapprima vigile e interessato, poi via via che le questioni si facevano più tecniche e complesse, distraendosi o sonnecchiando.
A quel tempo però, cosa tutt'altro che secondaria, i depositanti cavavano qualcosa dai loro risparmi; le commissioni bancarie erano ridottissime; gli impiegati, già ben pagati (il più ambito posto fisso del tempo!), non erano ancora un esercito. Soprattutto però, i consiglieri 'dilettanti' venivano gratificati soltanto con un modesto gettone di presenza e con il riconoscimento che la comunità di appartenenza tributava loro per il barboso impegno periodico che la carica ricoperta richiedeva. L'è tel consiglio de la cassa rurale! E tanto gli bastava.
Poi arrivò la globalizzazione. Le piccole casse rurali cominciarono a palesare deficit di competitività e si trovarono nella necessità  di 'potenziare il motore', aggiungendo sinergia attraverso operazioni di fusione. Successe così anche da noi. Dapprima Tesero con Panchià e Ziano con Predazzo. Poi Tesero e Panchià con Ziano e Predazzo, che divenne da allora la Cassa Rurale di Fiemme. In un gioco obbligato dove l'istituto originario più piccolo cedeva via via alla cassa più corposa una parte della propria autonomia e specificità. Così, di fusione in fusione, di inglobamento in inglobamento, le peculiari caratteristiche di quei piccoli istituti di credito, tanto care all'ideologo della cooperazione trentina don Lorenzo Guetti, e cioè la vicinanza ai soci, la riconoscibilità sociale, l'attenzione capillare alle istanze della comunità, la modestia e lo spirito di servizio degli amministratori, scomparvero velocemente.
Ad esse subentrarono anonimato, spersonalizzazione, lontananza. Lo 'zio Luigi' - com'era chiamato bonariamente dai soci della cassa rurale di Tesero l'allora direttore Canal - che scendendo dal piano superiore della vecchia sede  incontrava i clienti allo sportello e con essi si soffermava a dire due parole, ora è stato sostituito  da un funzionario di cui la maggioranza dei soci non conosce né il nome, né l'identità.
L'ultima fusione, tra la Cassa Rurale di Fiemme e la Cassa Rurale Centrofiemme, avvenuta pochi giorni fa, non farà che aumentare questo straniamento tra i soci, teorici proprietari dell'istituto, e i propri amministratori.

E se, come si racconta, la globalizzazione altro non permette, di questo passo arriveremo tra non molto ad un'unica cassa rurale trentina. A quel punto tutti gli amministratori  saranno persone sconosciute e anonime. Conseguentemente, visto poi che rispetto ai tempi dello 'zio Luigi' di vantaggi economici le casse rurali non riescono più a darne, quale sarà la motivazione per convincere un potenziale nuovo cliente a scegliere esse anziché altre banche presenti sul territorio?
Agli attuali tassi di interesse, per cavar fuori da un qualsiasi strumento finanziario disponibile sul mercato il corrispettivo di quanto percepisce il meno gratificato dei consiglieri, di cui alla sopraesposta tabella,  dovremmo tutti essere dei nababbi, dalla disponibilità di denaro ragguardevolissima.
Ma se questo è ciò che passa il convento globalizzato e però il 'dilettantismo' è ancora ben presente all'interno dei consigli di amministrazione, è onesto nei confronti dei soci liquidare a quegli stessi 'dilettanti' quel po' po' di prebende?   O siamo tutti diventati politici arrembanti a caccia di comode cadreghe ben pagate? Con quale consapevolezza e con quale bagaglio culturale ci si candida ad amministrare una cassa rurale della quale poco o nulla si sa? Dov'è finito lo spirito di don Guetti?
Se depositare denaro non remunera più e  ogni piccola operazione costa indecentemente, sarebbe doveroso ridurre in proporzione agli amministratori  le laute prebende che oggi intascano. Non basta la trasparenza. Serve l'onestà!

A.D.

 

07/01/18

QUARTO POTERE

Oggi, in cronaca locale, l'Adige ha pubblicato un articolo di fondamentale importanza. Trattasi della cronaca minuziosa e ridondante dell'incontro tra le amministrazioni di Tesero e Panchià e i corrispondenti coscritti del '99, avvenuto qualche giorno fa a palazzo Firmian. Iniziativa perfettamente in linea con lo stile propaganda-live, nata nel 2015, anno di  insediamento delle attuali amministrazioni di Tesero e Panchià.  
Che la popolazione tutta sappia ciò che i sindaci hanno conferito ai nuovi 'plotoni'! Giovani concittadini, futuri custodi delle nostre tradizioni, reduci sì dai bagordi di santo Stefano, che però, tra non molto, una decina di mesi appena, saranno chiamati a votare. Questo è il punto. E' bene che in autunno non sbaglino simbolo e nome. Perciò far capire che questa amministrazione gli è vicina, soprattutto in quel delicato momento della loro vita in cui varcheranno la soglia del seggio elettorale, può giovare.  Ne va - detto volgarmente - della riconferma del nostro campione in Provincia, perbacco!

D'ora in poi quindi, almeno sino ad ottobre, ogni occasione per  raccattare voti e consenso (anche la convocazione dei coscritti a palazzo, certo che sì) farà brodo. E la stampa locale sarà precettata e usata come un megafono per ricordare a tutti le tante iniziative fatte dal Nostro ed i suoi prodi, per l'esclusivo bene della comunità
Sulle pagine di Fiemme e Fassa si susseguiranno le veline confezionate dai compiacenti pubblicisti, per lisciare il pelo  agli  amici, agli amici presunti ed anche a chi proprio amico non è, ma nemmeno giurato nemico. Contemporaneamente saranno  silenziate le notizie scomode, o ritenute tali, che in qualche modo potrebbero 'deformare' la suadente immagine del nostro Salvatore della patria.

L'Orco 

06/01/18

ANNO NUOVO, STORIELLA VECCHIA

Mentre a Palazzo si registrano quotidianamente soprusi ed imbrogli  perpetrati dalla nota banda al comando  (che l'intera Enciclopedia delle Malefatte non basterebbe a contenerli tutti), per tacitare il popolino distratto (peraltro già muto e silente di suo) si ripropongono, con intollerabile sperpero di pubblico denaro, i noti e vetusti circenses invernali.
Ecco dunque, per l'ennesima volta,  riapparire nelle cronache locali della stampa trentina la lieta novella del presepe teserano in viaggio alla conquista del mondo. Insomma (traducendo) ...
 


...  continua lo sfruttamento dell'inesauribile e inesausta miniera del consenso ad uso e consumo del sommo Brigante e dei suoi accoliti.

Come scrive giustamente l'estensore dell'articolo, in questo paese sembra proprio di stare in un grande presepio vivente. Con un solo Redentore, molti buoi e numerosissimi asini. 

 L'Orco
 
 

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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