19/10/16

WARNING

Dato il proliferare di interventi incongrui rispetto agli argomenti trattati nei post, talora calunniosi e/o diffamanti nei confronti di terzi, si comunica che con decorrenza immediata tutti i commenti anonimi non pertinenti, così come quelli anonimi contenenti espliciti riferimenti a chiunque verranno cancellati.

Sarà invece possibile citare in modo esplicito persone, purché nel rispetto dell’argomento di volta in volta trattato, soltanto firmandosi con nome e cognome, in modo che chi ne è oggetto possa eventualmente replicare, facendo valere le proprie ragioni di fronte a un interlocutore certo e casomai adire le vie legali.

L’amministratore del sito

18/10/16

LA CATENA INVERECONDA

Teoricamente, se la democrazia funzionasse, dovremmo essere in una botte di ferro. Il problema Misconel, con i suoi fumi avvelenati che anche ieri, per quasi tutta la giornata, e stamattina hanno 'asfaltato' l'aria della valle da Panchià a Masi, avrebbe dovuto risolversi in quattro e quattr'otto se la catena della rappresentanza politica, con le sue relative responsabilità, avesse un senso compiuto. Perché? Ma perché a Cavalese, terra natia dei Misconel, abita e vive l'assessore all'ambiente della Provincia di Trento (Gilmozzi), il quale - come noto - è sodale e amico del nostro campione in Provincia (Degodenz), che abita invece tra i pini e gli abeti di Propian. Il quale, a sua volta, è il mentore e il co-pilota della nostra sindaca (Ceschini) che vive nella silenziosa e tranquilla Lago e che comanda la giunta comunale di Tesero, che ha - quale vicesindaco - il presidente della Comunità di Valle (Zanon) che dimora vis-á-vis agli impianti dell'anzidetta Misconel. Poiché questi signori sono legati dal comune filo rosso del potere, de relato o direttamente, senza alcun dubbio sono a conoscenza del problema.
Dunque, come giustamente segnalava Secondo in un recente commento,

"17 ottobre un bel profumo denso si innalza dal camino Misconel innondando Tesero, i suoi locali e i polmoni di tutti i paeseni, compreso i bambini portati a spasso dalle mamme (i porton a ciapar en cin de aria bona le dis ste mame o sti noni)ma ca..... ‘n comune no i lo sentelo sto tanfo. Bastava che stamatina la nossa brava giunta la ciame i carabinieri e ‘l comandante dei vigili urbani, i li portava sul parcheggio panoramico con inalazione sopra il cimitero, la ghe faseva veder e anca snasar, dapò far na bela denuncia i ghe meteva i sigilli all'impianto sin che no l'è sta fatto tutte le indaggini, che va via segur 2 agni, dapò se vedrà. No serve a niente tirar su firme e mandarle a Trento. BASTERIA NA GIUNTA CON 2 PA..... MA GNANCA TANTO GRANE”

non occorrerebbe nessuna raccolta di firme e nessun esposto alla Procura della Repubblica per dare una scorlata a chi sta avvelenando sistematicamente l'aria di mezza valle. Con due telefonate degli anelli principali di quella catena (Gilmozzi - Degodenz), perlomeno un fermo impianto, per il tempo di un accertamento fatto come si deve, avrebbe dovuto già esserci stato.

E invece... Invece niente. Questa "catena democratica" che a noi contribuenti costa la bellezza di un settantamila euro al mese come minimo, non produce assolutamente un cazzo. I fumi continuano a uscire dalle ciminiere e noi siamo ancora ad inviare inutili mail all'APPA, che nonostante la segnalazione della sindaca Ceschini di fine settembre (effettivamente fatta, come ci ha confermato ieri un responsabile dell'Agenzia) non si è ancora mossa.

Anzi, proprio quel responsabile ci ha invitati a sollecitare ed informare nientemeno che l'assessore Gilmozzi di Cavalese. Bella questa. Siamo di fronte al più classico dei corto circuito. Perché?

Semplice. Perché per quei signori ciò che conta è il potere e il denaro che da esso deriva. E il potere per essere raggiunto e soprattutto mantenuto necessita di un ‘racconto’ ammaliante che non faccia pensare (la nota strategia provinciale dell’immagine) e di due generi di elettori: i 'grandi elettori' come Misconel, ai quali la politica fa i servigi, si inchina e con i suggerimenti dei quali definisce in sinergia le priorità dell’agenda politica del territorio; e i piccoli elettori, il popolino minchione, che serve solo a far numero: sovrano un solo giorno, quello delle elezioni, e coglione tutti gli altri. Della salute pubblica, e di tutte le altre istanze plebee, al potere e a chi lo rappresenta non importa proprio niente.



L’Orco

15/10/16

UNA PAROLA AL GIORNO




Non ci siamo mai illusi che questi giovani amministratori, per il solo fatto di avere trent’anni o giù di lì e non settanta, potessero dare qualità al governo del paese. No, non lo abbiamo mai pensato. Anzi, temevamo esattamente il contrario! Soltanto i poveri di spirito avvezzi ai luoghi comuni e al politicamente corretto potevano crederlo. Noi pensavamo che essi, proprio per il fatto di essere figli della decadenza e del disfacimento sociale, non avrebbero potuto che agire conformemente ai valori di riferimento di questa società. I fatti sinora ci danno ampiamente ragione.

La pecca più clamorosa ed evidente di questi nuovi barbari è ovviamente l'insensibilità. Non hanno la minima consapevolezza delle conseguenze di ciò che fanno o non fanno; dell’enormità di decisioni che, prese con l’ottusa leggerezza dell’insipienza o non prese per l'assoluta mancanza di autorevolezza e conoscenza, da un canto, ad esempio, annichiliscono in un niente decenni di storia e di memoria collettiva e dall'altro pregiudicano gravemente il presente e il futuro della salute pubblica e della nostra qualità della vita.

Ma fa lo stesso, nessun problema. E' il gioco del potere bellezza: "Siamo o non siamo noi gli eletti?"

Così, giratisi dall’altra parte, eccoli sedersi dietro a un tavolo, in una sala qualsiasi di uno dei tanti templi culturali di questo paese analfabeta ed acchiappare ratti, con la consueta disinvolta noncuranza, il loro strumento preferito, il microfono, per parlare a vanvera di toponimi locali, presentare libri di storia patria e disquisire di tradizioni e del tempo che fu…

Purtroppo, come diceva il buon Alex Zanotelli, sono soltanto dei "tubi digerenti", arroganti, viziati e viziosi. Nessuna qualità precipua che ne caratterizzi il legame col territorio e la cultura di provenienza li distingue e li differenzia da altri amministratori di altri luoghi, tanto che, ad esempio, potrebbero essere perfettamente interscambiabili e posti a governare - si fa per dire - una località balneare.

In verità hanno un unico credo autentico, quello del non lasciarsi scappare e del cogliere con astuzia e cinismo, pro domo loro, ogni occasione che gli si presenti.

Non è un caso se questa giunta comunale, il peggior esecutivo della storia del paese, è guidata (in tandem con uno spregiudicato co-pilota) da una trentenne carrierista che non ha esitato a buttarsi in un’avventura davvero fuori dalla sua portata. Però era un’occasione unica per garantire ad entrambi i comandanti un futuro (e un presente) all’altezza delle loro smisurate ambizioni. E, appunto, l'hanno colta. Ma a nostro danno, visto che la loro canaglieria ha trasformato Tesero in un far west in cui vige soltanto la legge dell'appartenenza e dei leccaculo.

D’altronde, la politica della sciatteria e dei circenses non da oggi in questo paese 'paga'. Perché dunque cambiarla? Il problema a questo punto è - se possibile - come uscirne. Siamo pessimisti, i presupposti mancano del tutto. Finché la cassa di risonanza del malcontento sarà relegata in un blog dove le esternazioni di chi si oppone, per fobica paura o per vigliaccheria, non vengono mai sottoscritte e rivendicate alla luce del sole, questi scellerati continueranno a fare ciò che vogliono. Non c'è alternativa: bisogna creare una massa critica di persone ben identificabili (se ce ne fossero almeno dieci, sarebbe già una gran cosa). Soltanto allora si potranno far valere, almeno in parte, anche le ragioni della contrarietà. Se la si vuol capire, bene. Altrimenti non ci resterà che aspettare lungo le rive dell'Avés il passaggio dei loro cadaveri. 

L'Orco

13/10/16

LA FESTA DEGLI ALBERI

Mercoledì, 12 ottobre 2016. Primo pomeriggio di una splendida giornata di sole. Di ritorno dalla mia solita passeggiata quotidiana, da via Restiesa, dò un'occhiata in direzione del piazzale delle scuole elementari. Per poco non mi prende un colpo! Cosa succede? Cosa stanno combinando? Apro e chiudo gli occhi un paio di volte per assicurarmi che la vista non mi inganni. Metto a fuoco. No! Non ci posso credere! Sbalordita e incredula mi tocca assistere a uno spettacolo che non avrei mai voluto vedere e che mi spezza il cuore. In diretta, davanti ai miei occhi, un maestoso abete rosso viene abbattuto al suolo senza pietà né possibilità di scampo. Poco più in là altre piante, che prima di lui hanno incontrato lo stesso destino, sono ora enormi montagne di fronde verdi. Intorno ad esse alte e corpulente figure gironzolano armeggiando con scuri, zappini e attrezzi vari accompagnate dall'inconfondibile rumore delle motoseghe. Noo! I peci de le scöle nó i gh'è pü! Allungo il passo per raggiungere il più in fretta possibile il luogo del misfatto e cercare di capire più da vicino cosa stia succedendo. Lo scenario che mi si presenta davanti è a dir poco assurdo. Un'intera fila di conifere (abeti e larici), meravigliosi e rari esemplari di bellezza, da oltre mezzo secolo fedeli compagni di gioco di generazioni e generazioni di bambini non c'è più. Le svettanti creature che io bambina ho visto crescere e diventare sempre più alte, che per anni, come soldatini sull'attenti hanno fatto bella mostra di sé, delimitando il lato sud-ovest del piazzale delle scuole, regalandoci il loro salubre profumo, la loro bellezza, l'ombra e la frescura nei giorni più afosi dell'estate, ora giaciono miseramente a terra, barbaramente e ignobilmente rase al suolo per mano dell'uomo.
Mi chiedo: "Quale mente illuminata può aver decretato una fine così indegna e immeritata di questi esemplari, tra l'altro in perfetta salute e con quale motivazione?"

Mi avvicino a uno degli operai, che mi viene incontro beffardo, con aria quasi compassionevole e mi indica un terzo uomo: "Quello è il capo operai. Chiedi a lui."

Come da copione mi viene risposto che loro non sanno niente, loro eseguono soltanto gli ordini, loro fanno quanto gli si chiede di fare. "Ma qualcuno vi avrà pur detto perché, ditemi qualcosa, inventatevi una scusa, ma parlate!" Ma... forse per motivi di sicurezza... "Ditemi allora dove sta la pericolosità." Ma... gli alberi sono troppo vicini alle case... "(Balle, non mi sembra proprio, una di queste case, tra l'altro, è anche la mia.)" In caso di forte vento potrebbero spezzarsi e fare danni...

Finalmente qualcuno si "sbottona", si fa per dire! Mi sembra di aver capito che vogliano seminare erba, piantare alberi a foglia caduca... "I soliti temeli, immagino..."

"Mi dispiace, ma non me la state raccontando giusta."

Sono delusa, triste e molto arrabbiata. Rimango di cattivo umore tutto il pomeriggio. E intanto continuo a pensare. Sarà per il tendone? Quel bel tendone bianco di plastica profumanta che da giugno a fine agosto / inizio settembre con la sua ingombrante presenza la fa da padrone nel bel mezzo del piazzale, rubando spazio e ostruendo la vista dei prati e dei boschi più lontani?

Sarà per il palco della baby-dance? Altra trovata che da anni, troppi ormai, accompagna obtorto collo le nostre serate estive, con la sua assordante ridicola musica, quando qualcuno forse si augurerebbe soltanto un po' di silenzio e di tranquillità.

O forse il brutale abbattimento arboreo è soltanto la prima mossa di un piano inconfessabile architettato nelle segrete stanze del Palazzo? Parcheggio sotterraneo? Stravolgimento stradale di via Fia?... In paese si mormora di percorsi, di stradine, di scivoli che dal piazzale, lato sud-ovest, lungo la rampa scenderebbero sulla via Fia...

Io, cittadina di Tesero, sono profondamente indignata per il gratuito scempio provocato, l'ennesimo vergognoso sfregio inferto al paese, che è anche il mio paese, oltre e prima che della sindaca e del suo staff! Mi sento privata della possibilità di dire la mia, di salvaguardare quel poco che è rimasto. Mi venga data una risposta!

Ora che il mio bel piazzale non è più e non sarà mai più quello di prima, privato della sua parte migliore, la più antica, la più importante e preziosa, la più caratterizzante, voglio che tutto lo schifo che nelle intenzioni di chi è al comando ci verrà sicuramente riproposto venga allo stesso modo eliminato, senza pietà, senza riserve. Via il tendone, via la baby dance, via l'asfalto, voglio il prato. Ho bisogno e diritto di pace, di silenzio, di aria buona.

Qualcuno dovrà rispondere della gravità di quanto accaduto e palesare le vere ragioni che hanno spinto a tanto.

Stiamo assistendo a continui interventi di questo tipo sul nostro territorio comunale e, se tanto mi dà tanto, da un momento all'altro mi aspetto di vedere la squadra dei boscaioli di nuovo all'opera, questa volta per abbattere l'ultima fila di alberi superstite: gli ippocastani sul ciglio della rampa del Fanin.

E cosa devo raccontare ai miei alunni io, che sono la loro maestra, che magari dovrei insegnare loro l'amore verso la natura e il rispetto del territorio? Cosa risponderebbe la sindaca o l'assessore alla domanda "Perché hanno abbattuto gli alberi? Erano così belli!" "Sì, è vero. Ma il tendone è più bello" oppure "Sì, ma sono più importanti le automobili. Dobbiamo costruire un parcheggio." o ancora "Vedrete, adesso faremo un bel parco nuovo, con tanti giochi, ma senza alberi."

E che nessuno mi venga a parlare di sicurezza, perché allora gli stessi amministratori sono stati degli incoscienti ad autorizzare per anni l'allestimento di tendone e baby-dance in un luogo così pericoloso.

E se poi non si dovesse trovare un'ubicazione alternativa per queste due imprescindibili attrazioni, ve la dò io la soluzione. Lago! Terra di Marcialonghe e di Mondiali, Centro del Fondo, praterie sgombre d'alberi, luogo di ritrovamento del tamburo, patria della sindaca e di altri illustri politici, sede della premiata ditta Misconel, dalle cui ciminiere, ci assicurano, esce solo vapore acqueo. Quale altro posto migliore per accogliere e ospitare alpini festosi e bambini danzanti?



Delia Delladio - Scuola Elementare Tesero

06/10/16

POVERI NOI

L’anonimo 03/10 delle 10,04 è stato chiarissimo. A Tesero c’è la Mafia. Poche balle. Ora è ufficiale. Caro orco, la forza del blog sta proprio nell'anonimato! Viviamo in una realtà dov'è difficile dire ciò che si pensa, per tanti motivi: parentele, interessi economici, interessi di PRG, amicizie, paura d'esporsi, ecc... Ecco quindi che poter esprimere il proprio pensiero (quello vero!!) dietro un commento anonimo libera il "commentatore" da queste paure... Ecco il testo che ne esplicita la pervasiva presenza.

Come nel profondo Sud Italia ci troviamo impaludati tra ominicchi, piglianculo e quaquaraquà e in balia di padrini dalla p più o meno minuscola. La recente approvazione del PRG non va ricondotta dunque a una semplice trattativa privata tra imbelli amministratori e leccaculo beneficiari delle nuove aree edificatorie, ma addirittura a un voto di scambio mafioso. Potere pubblico in cambio di favori personali. Omertà e silenzio in cambio di un terreno con vista panoramica sul quale poter costruire. Ovvero anche, più miseramente, devota obbedienza per garantirsi a vita un microfono con cui liberare su di un palco un’esagerata ridicola voglia di protagonismo. O, scendendo ancora nella gerarchia dei valori, voto e riconoscenza in cambio di un tendone dove ubriacarsi in compagnia e lì sentirsi finalmente liberi di cazzeggiare, al riparo dalle indiscrete orecchie della suocera!

Questo è il fiero popolo di Tesero! Così meschino da temere la propria ombra, che inveisce nascosto e incappucciato lamentandosi all'infinito di essere pessimamente amministrato.

Si cominci con la dignità e poi il resto (forse) verrà! Ma chi sono questi amministratori che incutono così tanta paura da impedire la circolazione del pensiero di chiunque alla luce del sole? Si ragioni! Facciamo un esempio paradigmatico che dà bene l'idea dello stile paesano, ponendo le seguenti domande.

1 - In quanti si sono chiesti perché l'attuale assessore al bilancio di Tesero è ‘amministratore’ del paese da 25 o forse 30 anni? Quale qualità superiore gli riconosce chi lo ha votato e lo voterà chissà quanto ancora per ritenerlo così meritevole di occuparsi da una vita del governo della cosa pubblica?

2 - Tra coloro che lo hanno votato in quanti sono a conoscenza del di lui pensiero riguardo all’urbanistica, alla salute pubblica, alla gestione del bosco, alla viabilità, alla qualità dell’aria che respiriamo, o alle iniziative culturali paesane...? E dunque ribadendo la domanda iniziale:

3 - Perché da 25 o 30 anni lui fa parte ininterrottamente della 'cabina di regia' del paese?

C’è una sola risposta plausibile: perché, probabilmente, è un uomo popolare e simpatico. Ma è sufficiente per gestire e amministrare in modo degno una comunità essere semplicemente popolari e simpatici? Certo che no! Quindi, finché il popolo si accontenterà che per decidere e 'comandare' bastino simpatia e popolarità e non anche e soprattutto la competenza, le idee, la responsabilità, l'onestà e l'indipendenza intellettuale nulla potrà cambiare. Di conseguenza, se un numero via via crescente di persone non troverà il coraggio di dire la propria schiettamente senza incappucciarsi e nascondere la propria identità, ribadendo che l'interesse generale non può e non deve coincidere con gli interessi particolari di pochi, la rappresentanza politico-amministrativa di questo paese continuerà a essere appannaggio esclusivo di persone semplicemente popolari e simpatiche, delle quali sappiamo con certezza soltanto una cosa: condividono obbligatoriamentre IL PENSIERO UNICO TESERANO il cui massimo divulgatore è proprio il nostro campione in Provincia. In secula seculorum, amen.

Povero Clerio, e poveri noi. Chi mai avrebbe pensato che nell’anno del Signore 2016 Tesero sarebbe stato ancora al giogo dell'oscurantismo pretesco anni Cinquanta e la libertà d'opinione un pericolosissimo tabù.



L'Orco

29/09/16

OLIO DI PALMA FREE

Anche stamattina, 28 settembre 2016, l’aria del paese, come ogni aria di montagna che si rispetti, era sana e frizzante, soltanto un pelino torbida, pregna di un soave olezzo di catrame muschiato, arricchito di finissimi balsami idrocarburati e di essenze di cirmolo acetato. E in più, novità di giornata! finalmente certificata Olio di Palma free. Questa sarà la nuova scritta che a breve sostituirà l'ormai logoro e insostenibile Vapore Acqueo sulla sommità degli impianti Misconel. Sì perché lo avrete capito, vivendo di immagine, per cambiare le carte in tavola in un contesto di confusione somma basta uno slogan ben martellato per farci credere qualsiasi cosa. Così, da un po' di tempo ci stanno raccontando che la salubrità alimentare e non solo quella, non può prescindere dall’assenza di quel micidiale olio vegetale. Ora dunque, tolto quell’olio dalla circolazione, anche l’aria del paese tornerà limpida e qui a Tesero ci ritroveremo a brevissimo in un paradiso terrestre. 
 

E a proposito di circolazione, ci sono novità. Come sapete da settembre a maggio è aperto, gratuitamente, il circuito automobilistico detto delle Perfide. Ovvero via Perós – via Fia – via Delmarco. Lo percorrono in auto e a velocità sostenuta le mamme e i papà moderni, più o meno novecento volte al giorno (abbiamo posizionato un contatore proprio sulla strenta del Fanin). Sono premurosi quelle mamme e quei papà con i loro pargoli, ma hanno sempre una fretta del diavolo e lungo le erte del paese lanciano i loro docili mostruosi carri armati come se fossero in una pista a pagamento. Devono accompagnare i figli rispettivamente a scuola, all’asilo e soprattutto alla scuola musicale!

A poco è servito l’apprezzabile appello della sindaca a usare con più frequenza il cavallo di san Francesco e meno quello di san Cristoforo, per il bene dei bambini, degli adulti e della salute pubblica in generale. Peraltro, venticinque anni fa, pur con una situzione complessiva di traffico interno più leggera di quella attuale, lo stesso appello, mediante un documento inviato a tutte le famiglie, lo fece nientemeno che l’ufficiale sanitario del paese, dottor Claudio Romanese, ma dopo qualche giorno di giusto “ravvedimento operoso” tutto tornò come prima. Così, anche l’esortazione di lady Ceschini, ancorché recentissima, sembra già trapassata, ahinoi, nel dimenticatoio.

Sì, quella mezzoretta mattutina di chiusura obbligata, pur a malincuore, è rispettata (ma ci vogliono i gendarmi a sorvegliare). A mezzogiorno però quello stesso divieto, per quei settanta metri di strada, a poco più di una settimana dal varo già viene trasgredito (anche perché stranamente a quell’ora i vigili spesso sono assenti o sono girati dall’altra parte) ed è grasso che cola se in quel frangente lo stop totale al traffico supera il quarto d’ora. Ma al di là di quei settanta metri in quei due brevi orari di blocco, il via vai è perenne e costante. L’auto-mobilità compulsiva purtroppo è un vizio radicato e profondo e non può essere debellato soltanto con le esortazioni.

Di solito nei dintorni dei poli scolastici il transito veicolare viene regolamentato o addirittura precluso. Lo fanno realtà cittadine ben più importanti della nostra e nessuno per questo minaccia rimostranze. Una giovane signora, in occasione dell’avvio del provvedimento di chiusura anzidetto, ci invitò a scrivere qualcosa a sostegno dell’iniziativa comunale, preoccupata per le minacce di insubordinazione immediatamente fatte circolare in paese. Ma benedeta sióra – abbiamo pensato – che vöss che scrivezàn ancora? Su questo blog da nove anni a questa parte l’argomento è stato dettagliatamente analizzato e sviscerato per bene più e più volte. C’è bisogno soltanto di buonsenso, di consapevolezza e di un’amministrazione che voglia risolvere davvero la questione. Nient’altro.

Si risponda alla seguente domanda: a quale grave problema andrebbero incontro uno studente o una studentessa di violino o di violoncello provenienti da fuori paese, che smontassero da un mezzo pubblico in piazza Battisti (o venissero sin lì accompagnati con mezzo privato) e salissero a piedi sino in via Delmarco per raggiungere la scuola musicale? A nessuno, ovviamente! Sono trecentocinquanta passi contati, ma usando certi scortoli possono essere anche di meno, che in termini temporali, tenuto conto della salita e senza correre, corrispondono a cinque o sei minuti di orologio. Non si tratta di fare la maratona di New York!

Ma è possibile che in un paese ad alta densità di atleti e di sportivi come il nostro, non si riesca a indurre una condiscendenza generale rispetto a comportamenti di così modesto impegno personale che produrrebbero però un deciso e immediato miglioramento della vivibilità all’interno dell’abitato? Invitiamo l’amministrazione a insistere con la campagna di sensibilizzazione intrapresa di recente, sostenendola eventualmente con qualche provvedimento ad hoc (per esempio disegnando come in via Fia un percorso pedonale orizzontale da piazza Battisti sino alla scuola musicale e posizionando qua e là qualche dosso rallentatore).

Tornando brevemente all’aria di cui all’inizio, dopo aver interessato l’APPA via mail senza ottenere nemmeno un rigo di risposta, qualche giorno fa, parlando nel merito con un lettore del blog, ipotizzavamo, vista l’inerzia e il perdurare del problema, di promuovere attraverso queste pagine una raccolta di firme, con la speranza di smuovere qualcosa. In fondo – ci siamo detti guardandoci seri negli occhi e poi scoppiando a ridere amaramente – siamo in democrazia! Se la salute pubblica è prioritario interesse pubblico, la volontà popolare dovrebbe avere la meglio comunque. O no? Ma poi, ragionando ci siamo chiesti perplessi chi avrebbe avuto il coraggio di firmare. Se i commentatori del blog sono la cartina di tornasole di ciò che offre il convento quanto ad ardimento probabilmente ci sarebbe ben poco da sperare. Perché come si sa, una petizione non può prescindere da un elenco di nomi, cognomi ed indirizzi reali ben identificabili, possibilmente cospicuo. Se però alla fine la raccolta si riducesse a una lista sottoscritta da Anonimo delle 23,05 Via dei Fantasmi 7, Anonimo delle 16,18 Via delle Streghe 14, Anonimo delle 10,21 Via del Cimitero 1, e qualcun altro ancora, non andremmo da nessuna parte.

Forse prima di lanciare la sottoscrizione converrà quindi interessare (ammesso che del problema, tra i pini e nella quiete di Propian, non gli sia ancora giunta notizia) il Nostro campione in Provincia. Lui certamente si farà portavoce della cittadinanza che lo ha eletto con una bella e circostanziata interrogazione alla Giunta provinciale. Batterà i pugni sui banchi del Consiglio e gliela farà ben vedere! Ma certo che sì! Sarà proprio così! Qualora poi, malauguratamente, molto malauguratamente, per sfiga addirittura, nemmeno cotanta iniziativa riuscisse a cavare un ragno dal buco, inizieremo senza indugio a raccogliere le firme da allegare ad un esposto alla Procura della Repubblica che abbiamo già confezionato ed è pronto nel cassetto.

Nel frattempo, cari lettori di buona volontà, iniziate ad allenarvi con penna e calamaio: nome, cognome, indirizzo…



L’Orco




17/09/16

... MA AMMINISTRARE È UN'ALTRA COSA

Sono passati 495 giorni dal 10 maggio 2015, data di inizio di questa consigliatura e al netto del flop referendario e della burrascosa vicenda tra il segretario e la giunta, sostanzialmente, sono state due le questioni di interesse generale approdate (e approvate) in consiglio comunale. La prima, il via libera alla progettazione e alla costruzione della pista di ski-roll e la seconda, la recente conclusione dell'iter burocratico della variante del P.R.G.(Piano Regolatore Generale). Due questioni di notevole peso specifico in termini di impatto ambientale, sulle quali speravamo si levasse almeno da parte della minoranza consiliare una qualche voce di critica se non di aperto dissenso. Invece, niente. Sulla pista di ski-roll l'intero gruppo dell'opposizione ha deciso di astenersi, il che in politica equivale di fatto a un comodo assenso. Nel merito l'unica voce contraria, paradossalmente, è venuta dal consigliere di maggioranza Danilo Vinante che ha espresso la sua opinione, e dunque, per rappresentanza, quella dei suoi elettori, in piena autonomia di giudizio e senza farsi intimorire dalle pressioni che forse gli saranno piovute addosso dai suoi stessi compagni di lista. Così vorremmo si comportassero sempre gli eletti di qualsiasi colore e di qualsiasi appartenenza: schiena dritta e autonomia! A Danilo, per questo, va il nostro plauso.
Sul P.R.G. l'Opposizione ha addirittura votato a favore della revisione. Ci saremmo aspettati ben altro. E sì che anche su questa questione di stranezze & incongruenze meritevoli di un qualche appunto ce ne sarebbero state a gogò.

In pratica quella variante approvata placidamente, stravolge e capovolge addirittura il senso etimologico della locuzione P.R.G. Da Generale (cioè di interesse di tutti) a Particolare (cioè ad personam, come qui di recente correttamente qualcuno ha commentato). Tesero dunque sarà inondato da nuove colate di cemento. La relazione accompagnatoria agli elaborati (64 pagine fitte fitte di begli aggettivi e premurose prescrizioni) di ritorno dalla verifica tecnica redatta dalla commissione urbanistica provinciale – una decina di super architetti di fama – serve, come sempre in questi casi, soltanto ad addolcire la pillola. La verità di quest’ulteriore concessione al sacrificio territoriale la scopriremo concretamente quando si attiveranno gli escavatori sui luoghi delle nuove costruzioni ed importanti parti di paesaggio spariranno per sempre, per lasciare il posto a nuovi edifici con relative nuove strade di accesso, nuove automobili che le percorreranno e nuovo traffico che si genererà.
In pratica tutte le richieste di fabbricazione (residenziale e non) sono state accettate ed incluse nel piano senza valutarne e considerarne a sufficienza le conseguenze. Ogni nuovo insediamento esterno, si sa, comporta inevitabilmete un peggioramento generale della vivibilità (e del traffico) del paese in maniera direttamente proporzionale alla distanza tra il nuovo e il vecchio abitato, moltiplicando in modo esponenziale i costi a carico dell'amministrazione.
Si pensi a tal proposito e per esempio come il recente provvedimento giuntale di istituire un divieto di transito temporaneo in via Fia (un'ora al giorno, mezz'ora al mattino e mezz'ora a mezzodì) durante il periodo scolastico per un tratto di strada di 70 (settanta) metri! sia stato percepito da molti come un insormontabile problema. Ebbene, se continueremo a espandere le zone residenziali senza prevedere i relativi sbocchi viari alternativi che diluiscano il peso del traffico e non lo convoglino sul solito paio di strade interne, detti provvedimenti oggettivamente di facile metabolizzazione, appariranno sempre più intollerabili e insuperabili.
Proprio valutare e ragionare su queste cose dovrebbe essere il compito di chi amministra una comunità, ma il sospetto è che anche in questo caso ancora una volta anziché l'interesse generale sia prevalso il proprio esclusivo tornaconto: concedere a tutti in fondo permette di non inimicarsi alcuno e ciò, per coltivare il consenso, è la cosa più tranquilla e semplice da fare.
Purtroppo stiamo pagando l'inconsistenza di amministratori che al di là della facciata e degli schieramenti sono quasi tutti esattamente sovrapponibili e interscambiabili. Non è possibile e non può essere accettato da chi ha votato la lista Uniti per Crescere che essa si azzuffi e faccia il diavolo a quattro solo sulle cosiddette cazzate residuali. Lo sperpero dei bolognini gettati alla malora in località Pertegari grida vendetta, ma non è il problema del paese. Così come non lo è la presunta malversazione legata all'appropriazione degli scalini dell'ex caseificio comunale.
Chi a suo tempo votò quella lista e quegli uomini pretendeva ben altro. Per esempio, almeno un intervento in aula sulla questione Misconel a sostegno di quanti (e non sono pochi) in paese hanno potuto verificare obtorto collo quanto i fumi provenienti dall'asfaltificio siano tutt'altro che una cazzata residuale.
Ecco quindi che avere amministratori comunali assisi in quel consesso solo per interesse personale, ovvero per curare le proprie attività economiche, approfittando di un posto strategico, o per garantirsi una carica in qualche modo remunerativa, o ancora per sentirsi importanti e godere di un presunto prestigio sociale, o, in ultimo (pur non sporcandosi direttamente le mani) per garantirsi a vita un posto al sole in Provincia, è un costo sociale niente affatto marginale che la collettività paesana sta pagando da tempo e pagherà per chissà quanto ancora.

L'Orco



INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

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