Le Comunità di Valle sono state istituite con la L.P. 16.06.2006 nr. 3. Principale obiettivo di questa legge è la valorizzazione delle autonomie locali, riducendo il centralismo provinciale, applicando i seguenti principi:
· principio di sussidiarietà: i compiti di gestione amministrativa devono essere affidati all’ente più vicino al cittadino;
· principio di sussidiarietà: i compiti di gestione amministrativa devono essere affidati all’ente più vicino al cittadino;
· principio di adeguatezza: se l’ente non è adeguato a realizzare una funzione, o un servizio richiede un’organizzazione particolarmente complessa, il compito passa all’ente superiore;
· principio di differenziazione: il sistema può essere diversificato, per tener conto delle diverse caratteristiche di ogni singolo paese.
Altro importante obiettivo della legge era quello di garantire a tutta la popolazione trentina medesime opportunità e livelli minimi di servizio, indipendentemente dalle caratteristiche del territorio, dalla collocazione geografica e dalle dimensioni del comune di residenza. Per garantire questo obiettivo la Provincia stabilirà, con effetto su tutto il territorio provinciale, i requisiti di accesso e gli standard o livelli minimi delle prestazioni pubbliche, attraverso parametri qualitativi, quantitativi e temporali. In applicazione di questa legge il territorio del Trentino è stato quindi suddiviso in 15 territori geografici, oltre alla città di Trento, ed in ognuno di essi sono nate le Comunità.
Le Comunità sono enti pubblici locali a struttura associativa e sono costituite obbligatoriamente dai Comuni per l’esercizio in forma associata delle competenze trasferite dalla Provincia, che sono di fatto le materie già delegate ai Comprensori quali: l'assistenza scolastica ed edilizia scolastica relativa a strutture per il primo ciclo di istruzione; l'assistenza e beneficenza pubblica, compresi i servizi socio-assistenziali; l'edilizia abitativa pubblica e sovvenzionata.
Alle Comunità la Provincia ha inoltre trasferito anche le funzioni in materia di urbanistica, di programmazione economica locale e di infrastrutture di interesse locale a carattere sovracomunale.
Alle Comunità infine i Comuni possono trasferire volontariamente funzioni, compiti, attività e servizi propri, per l’esercizio delle stesse in forma associata. Ogni Comunità ha uno Statuto, elaborato da un collegio formato da tutti i sindaci del territorio della costituenda Comunità, che lo approva a maggioranza dei 2/3 e che poi deve essere approvato dai Consigli comunali dei comuni appartenenti alla Comunità (2/3 dei comuni, rappresentativi dei 2/3 della popolazione).La Comunità sostituisce il Comprensorio, che era un braccio operativo della Provincia con limitato potere decisionale e compiti prettamente operativi. La riforma ha quindi previsto un trasferimento di poteri a favore del territorio, che ora dovrà decidere e gestire con responsabilità diretta, svolgendo funzioni di governo, con gli strumenti della programmazione e pianificazione (es. piano urbanistico, programma di sviluppo, piano sociale) nell’ambito degli standard e livelli minimi definiti a livello generale e nei limiti delle risorse a disposizione. La Comunità opera in stretta collaborazione con i Comuni del proprio territorio, assieme ai quali si dovranno riorganizzare i servizi pubblici, utilizzando al meglio le risorse disponibili (personale e mezzi). L'obiettivo è di dare servizi adeguati alle esigenze di sviluppo della popolazione ma con attenzione alla sostenibilità dei costi. I Comuni partecipano attivamente alla vita della Comunità attraverso l'elaborazione e l’approvazione dello statuto, con la presenza negli organi della Comunità, con il coinvolgimento diretto (co-decisione) nell’approvazione degli atti “strategici” e con l’affidamento di funzioni, compiti e attività propri e il relativo apporto finanziario .
Alle Comunità infine i Comuni possono trasferire volontariamente funzioni, compiti, attività e servizi propri, per l’esercizio delle stesse in forma associata. Ogni Comunità ha uno Statuto, elaborato da un collegio formato da tutti i sindaci del territorio della costituenda Comunità, che lo approva a maggioranza dei 2/3 e che poi deve essere approvato dai Consigli comunali dei comuni appartenenti alla Comunità (2/3 dei comuni, rappresentativi dei 2/3 della popolazione).La Comunità sostituisce il Comprensorio, che era un braccio operativo della Provincia con limitato potere decisionale e compiti prettamente operativi. La riforma ha quindi previsto un trasferimento di poteri a favore del territorio, che ora dovrà decidere e gestire con responsabilità diretta, svolgendo funzioni di governo, con gli strumenti della programmazione e pianificazione (es. piano urbanistico, programma di sviluppo, piano sociale) nell’ambito degli standard e livelli minimi definiti a livello generale e nei limiti delle risorse a disposizione. La Comunità opera in stretta collaborazione con i Comuni del proprio territorio, assieme ai quali si dovranno riorganizzare i servizi pubblici, utilizzando al meglio le risorse disponibili (personale e mezzi). L'obiettivo è di dare servizi adeguati alle esigenze di sviluppo della popolazione ma con attenzione alla sostenibilità dei costi. I Comuni partecipano attivamente alla vita della Comunità attraverso l'elaborazione e l’approvazione dello statuto, con la presenza negli organi della Comunità, con il coinvolgimento diretto (co-decisione) nell’approvazione degli atti “strategici” e con l’affidamento di funzioni, compiti e attività propri e il relativo apporto finanziario .
Nella valle di Fiemme, con Decreto del Presidente Provincia Autonoma di Trento n° 1 del 7.1.2009 e con Decreto del Presidente PAT nr. 113 del 25.06.2010.pdf è stata quindi costituita la COMUNITA' TERRITORIALE DELLA VAL DI FIEMME con contestuale soppressione del Comprensorio della valle di Fiemme.
Sono organi della Comunità Territoriale:
1 L'Assemblea
2 Il Presidente
3 L'Organo esecutivo
4 La Conferenza dei Sindaci
Giuliana
Ma è un atto illusorio la provincia valorizza le autonomie locali e mette in carica sempre le stesse persone.È come il cane che si morde la coda.!!!! Possiamo partecipare anche noi a questa assemblea??????
RispondiElimina...certamente; l'assemblea della Comunità è pubblica.
RispondiEliminaGiuliana
Tutti ad ascoltare e non solo!!!
RispondiEliminaNomina degli scrutatori: ragazzi fatevi avanti ,altrimenti arrivano i competenti!!!!!!
RispondiElimina...spero che questa sia una battuta,caro anonimo o anonima!
RispondiEliminaAll'inizio di ogni convocazione, sia di consiglio comunale che di assemblea della Comunità, due o più consiglieri presenti alla riunione vengono incaricati delle funzioni di scrutatori, i quali assistono il Presidente/Sindaco nella verifica della validità delle schede ( nel caso di votazione a scrutinio segreto) e nel conteggio dei voti. Non hanno niente a che fare con gli scrutatori delle elezioni pubbliche!!
Giuliana
Sì,sî
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