
Che fine hanno fatto le migliaia di metri cubi di terreno fertile, asportate dalla piana prativa delle Noalacce per far posto al cemento delle nuove infrastrutture del cosiddetto Centro del Fondo? Dove sono state portate? Chi se le è accaparrate? I Cinesi, che, più oculatamente dei montanari nostrani, la terra buona anziché farne scempio la stanno comprando in giro per il mondo?
Un’altra fetta importante di suolo, dall’inestimabile valore ecologico, sottratta a quel luogo, per far posto all’ennesima cattedrale degodenziana. Certo non nel deserto, come correttamente informa il signor P sull’ultimo magazine pubblicitario “Fiemme 2013”, bensì nel mezzo di una delle più importanti zone a vocazione agricola di Tesero. Tra qualche giorno, per la solenne inaugurazione, suoneranno le campane, scorrerà l’acqua santa e la pompa coi soliti tromboni farà gran chiasso e strepito. L’Opera sarà celebrata con aggettivi iperbolici e i cantori di quel Mida pasciuto le dedicheranno un “servizio speciale”. Ma, checché il Nostro possa affannarsi a dire per giustificare il suo nuovo misfatto, vuota cattedrale anch’essa presto diventerà. Come già sono le innumerevoli baracche, gli òlti e i chegadóri che edizione dopo edizione là si sono aggiunti e dispiegati. Strutture inutili (perché l’utilità è un fatto oggettivo mica il prodotto della fantasia) e costose, che solo la miope scaltrezza dell’anzidetto signore poteva cercar di rubricare alla voce “futuri investimenti comunali”.
No, signor P, finita che sarà anche quest’ultima prossima edizione di codesti suoi mondiali (certamente e fortunatamente l’ultima!), quando anche gli occhi dei più orbi si apriranno alla luce e tutti allora rimpiangeremo l’originaria condizione di quei prati, di quel suo nuovo “futuro investimento comunale” resterà soltanto l’orribile skyline e a noi stolti censiti, sotto forma di rincari di oneri e imposte comunali, il salatissimo costo del suo smantellamento.
Ario Dannati
Un’altra fetta importante di suolo, dall’inestimabile valore ecologico, sottratta a quel luogo, per far posto all’ennesima cattedrale degodenziana. Certo non nel deserto, come correttamente informa il signor P sull’ultimo magazine pubblicitario “Fiemme 2013”, bensì nel mezzo di una delle più importanti zone a vocazione agricola di Tesero. Tra qualche giorno, per la solenne inaugurazione, suoneranno le campane, scorrerà l’acqua santa e la pompa coi soliti tromboni farà gran chiasso e strepito. L’Opera sarà celebrata con aggettivi iperbolici e i cantori di quel Mida pasciuto le dedicheranno un “servizio speciale”. Ma, checché il Nostro possa affannarsi a dire per giustificare il suo nuovo misfatto, vuota cattedrale anch’essa presto diventerà. Come già sono le innumerevoli baracche, gli òlti e i chegadóri che edizione dopo edizione là si sono aggiunti e dispiegati. Strutture inutili (perché l’utilità è un fatto oggettivo mica il prodotto della fantasia) e costose, che solo la miope scaltrezza dell’anzidetto signore poteva cercar di rubricare alla voce “futuri investimenti comunali”.
No, signor P, finita che sarà anche quest’ultima prossima edizione di codesti suoi mondiali (certamente e fortunatamente l’ultima!), quando anche gli occhi dei più orbi si apriranno alla luce e tutti allora rimpiangeremo l’originaria condizione di quei prati, di quel suo nuovo “futuro investimento comunale” resterà soltanto l’orribile skyline e a noi stolti censiti, sotto forma di rincari di oneri e imposte comunali, il salatissimo costo del suo smantellamento.
Ario Dannati
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