Non c'era bisogno del conflitto in Georgia per capire che i tempi della guerra fredda erano ormai tornati. Un confronto duro con la Russia, armi in pugno, sul filo della deterrenza, è stato iniziato da George W. Bush già nel 2003, quando varò il «progetto Georgia» e il «progetto Ucraina» sponsorizzando il cambio di regime in quei paesi attraverso «rivoluzioni democratiche» e l'insediamento al potere di leader che miravano - in nome della democrazia ma contro la volontà dei loro stessi cittadini - a isolare Mosca e a spostare verso est i confini della Nato. Erano regimi forse più democratici dei precedenti: ma quel che contava erano i leader, scelti per i loro impegni di politica estera con gli Usa, non per il loro (inesistente) impegno libertario e sociale. È da allora che Vladimir Putin ha cominciato a rispondere aggressivamente, prima con discorsi poi con fatti sempre più concreti; mentre gli americani, passando sulla testa dei loro principali alleati europei, avviavano anche il «progetto Scudo antimissile», ipocritamente affermando che esso era mirato contro l'Iran o la NordCorea e non contro Mosca. Adesso uno dei «progetti» di Bush, la Georgia di Mikheil Saakashvili, si è disintegrato in una guerra sanguinosa; il secondo, l'Ucraina di Viktor Yushenko, sta facendo di tutto per arrivare a sua volta a un conflitto, potenzialmente più vasto e terribile. Ma mentre i marinai caricano i cannoni sulle navi nel Mar Nero, George Bush e i suoi invece di calmare gli animi cercano rabbiosamente il modo di stroncare la Russia, «rimettendola al suo posto» prima che un nuovo inquilino si insedi alla Casa bianca e prima che la Nato si spacchi in due. Martedì si riuniranno i ministri degli esteri dell'Alleanza, su richiesta Usa, per riesaminare i rapporti con Mosca. In quella sede si vedrà fino a che punto la «vecchia Europa» è disposta a difendere una sua posizione autonoma, su un terreno che ne mette direttamente in gioco la sopravvivenza energetica e riporta il cuore del vecchio continente sotto la tensione della minaccia nucleare.
Astrit Dakli
Astrit Dakli
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