04/03/11

SCELLERATI


Questa volta non faremo né nomi né cognomi. Li chiameremo soltanto scellerati, ché altro appellativo essi non meritano.
Non sappiamo quanta sia la consapevolezza di codesto branco di energumeni in arancione. Ad occhio e croce ben poca, visto che l’aver ripetuto a iosa il concetto non è servito a niente. Non sappiamo neppure chi sia il mandante dell’ennesima eroica intrapresa di costoro: se il sindaco, irrintracciabile, che forse si sta spaparanzando al pallido sole di Oslo, o il signor Paolo, che ieri sicuramente stava in ferie, o addirittura l’assessore competente in materia, unico indiziato presente in loco; se fosse stato lui però sarebbe davvero il colmo. Certo è che ancora una volta le maestranze comunali, “tronfie” di un ingombrante armamentario tecnico, hanno colpito nuovamente. Le solite barbare maestranze. Con la solita inaudita violenza. Con la solita insipienza. Con la solita stupidità.
Hanno ferito mortalmente l’ultimo tiglio superstite davanti al cancello scolastico. Ironia della sorte, proprio domenica scorsa, in compagnia di un esperto forestale, avevamo fatto il giro del paese, constatando quanto compromesso fosse il già limitatissimo patrimonio verde di Tesero. Quasi con preveggenza ci eravamo soffermati ad osservare quel tiglio. Aveva un paio di rami spezzati dalla neve e tanto sarebbe stato sufficiente tagliare, per non assommare danno al danno. E invece ieri la squadraccia in arancione ha fatto molto, molto di più. Quel tiglio è stato decapitato (ma anche in piazza Nuova e forse altrove motosega selvaggia comunale s’è divertita con la stessa cretina violenza). Forse adesso lo abbatteranno del tutto quel tiglio, così come fecero un paio d’anni fa con un suo dirimpettaio compagno di sventura. Di fronte a tanta insensatezza c’è ben poco da ri-dire. Non ci resta che piangere e, inutilmente, per l’ultima volta, formulare le seguenti retoriche domande al signor sindaco contumace, all’assessore competente e al capo uomini in ferie: ma di quale grave colpa s’era macchiata quella inerme pianta d’abbellimento per meritarsi di subire una così stupida brutalità? A cosa avrebbe dovuto servire quell’albero davanti al palazzo scolastico, se non a dargli un po’ di decoro? E adesso, ridotto in tal guisa, che senso potrà ancora avere, quale funzione potrà ancora espletare?

Post scriptum

Diciamola tutta. Le maestranze comunali costano, e se l’amministrazione appalta gran parte dei lavori a operatori esterni, al netto dello sgombero neve, del palco da allestire per un’occasionale carnevalata, dell’esposizione di qualche bandiera lungo la Pontagia, della posa, prima della Marcialonga, delle siluette in compensato di fondisti un po’ qui e un po’ lì e della sostituzione di qualche lampadina pubblica bruciata, a quei signori resta ben poco altro da fare. Per di più la flotta dei mezzi in dotazione, recentemente rinnovata e ampliata, pagata dai contribuenti locali, è imponente e costosa. Per giustificarne quindi la presenza e l’onere bisogna dimostrare di usarla per qualcosa.
Ma se in questo paese la si usa soltanto, o quasi, per far danni, meglio sarebbe che quei signori in arancione restassero imboscati nel magazzino comunale, non mezzo il tempo come già fanno, ma tutto il tempo, da mattina a sera, a grattarsi i coglioni. Molto meglio! Il costo sarebbe uguale, il ricavo pure, e perlomeno la collettività e l’ambiente resterebbero in pace.

L’Orco

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

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