06/08/25

IL PONTE




Era una mattina tersa e luminosa. Un venticello leggero rendeva piacevole la giornata estiva. Lungo il ponte camminava una donna. Teneva per mano la sua bambina, che saltellava allegra al suo fianco. La bambina chiese: “Mamma, me lo compri il cappellino?” “Certo che te lo compro. Ma non oggi, lo prendiamo per il tuo compleanno”. “E quand’è il mio compleanno?” chiese la bambina. “E’ fra dieci giorni”. La bambina tacque per un attimo, poi disse: “E quanti sono dieci giorni, mamma?” La mamma paziente rispose “Dieci giorni sono domani, poi domani, poi ancora domani, così per dieci volte”. La bambina sorrise soddisfatta. Poco più avanti camminava un uomo ricurvo. Era già avanti negli anni. Stava andando al mercato rionale. Nelle sua testa, ripassava la lista delle cose da comperare: pane, mele, un pò di carote, forse un bel pesce da cucinare in famiglia. In quel momento passò una signora in bicicletta, che salutò l’anziano signore. L’uomo rispose con un sorriso gentile e con un gesto della mano. Chiaramente si conoscevano.



Dieci secondi dopo, nessuno di loro esisteva più. Non esisteva più la signora in bicicletta, non esisteva l’uomo anziano, non esistevano più la madre con la sua bambina. I loro corpi non c’erano più, fisicamente. Si erano letteralmente volatilizzati, scomparsi nel nulla. Il ponte era ancora lì, intatto, ma le persone che lo stavano attraversando non c’erano più.

L’ora era le 8.15 del mattino. Il giorno era il 6 di agosto del 1945. Il luogo era Hiroshima.

Massimo Mazzucco



03/08/25

BRT: SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE

In un'intervista di qualche tempo fa, data alla stampa locale, il presidente di Transdolomites, Massimo Girardi, confrontava l'idea del "Treno dell'Avisio", che l'associazione sta promuovendo da anni, con il cosiddetto BRT (acronimo di bus rapid transit) la cui stazione di Cavalese è in fase di ultimazione. Tra le due soluzioni, per Transdolomites (e anche per noi) la prima sarebbe stata sicuramente preferibile per tutta una serie di ragioni che Girardi ha puntualmente elencato. Peccato che l’idea di una efficientissima mobilità pubblica, davvero alternativa a quella privata, Il Treno dell'Avisio appunto, preveda come scenario principale sul quale tradursi eventualmente in realtà, le valli avisiane di Fiemme e Fassa (Cembra, per sua fortuna, fa storia a sé) accomunate ormai dall'identica inguaribile magagna: l'over turismo.


Il progetto pare quindi di difficile realizzazione, non tanto per le difficoltà tecniche, oggigiorno ampiamente superabili, bensì per lo scoglio culturale insormontabile rappresentato dalle abitudini poco ecosostenibili della massa illimitata dei vacanzieri che invade questi territori da gennaio a dicembre senza soluzione di continuità.



Specialmente il turismo invernale (e di conseguenza i comportamenti di quanti ne fruiscono) è quanto di più distante dal concetto di sostenibilità ecologica si possa trovare. Il cosiddetto circo bianco è sostanzialmente popolato da persone con scarsa consapevolezza dei problemi ambientali connessi e derivati da questo tipo di attività economica. Persone che raggiungono le piste con l’unico scopo di consumare un prodotto, che l’industria dello sci ha furbescamente ben imbandito sulla tavola del divertimento coatto in più di quarant’anni di marketing martellante.

Turisti 4.0 che i grand commis dell’industria dello sci hanno plasmato a loro immagine e somiglianza: rispetto della montagna, dei suoi ritmi, dei suoi silenzi, della sua sacralità, zero! Piste in stile luna park, illuminate a giorno sino a mezzanotte. Neve artificiale, rigorosamente artificiale (perché più performante). Fuochi d’artificio e botti fragorosi come a Napoli a San Silvestro per ogni minima occasione. Questa danarosa moltitudine sin troppo spensierata, forzata dalla propaganda al divertimento senza fine, attirata dagli strateghi del marketing verso questa montagna denaturata e “plastificata” non raggiunge ovviamente la meta in torpedone o in taxi. Nell’andirivieni della statale 48, da Ora a Canazei, sfrecciano per lo più ciclopici suv e berline di gran lusso.

Pensare che questi indisciplinati fruitori del territorio altrui, abituati alla confort-zone dei loro esclusivi magnificenti autoveicoli si abbassino all’umiliazione di dover salire su un bus, ancorché efficiente e rapido, per percorrere un tratto di strada a stretto contatto con dei comuni mortali e, soprattutto, si assoggettino ai vincoli di un orario prestabilito, riteniamo sia pura utopia. Potremmo anche sbagliarci, ma molto probabilmente il BRT sarà un flop. Comunque sia, nessun problema. I lavori per la realizzazione della Hauptbahnhof BRT di Cavalese stanno procedendo e i relativi 12 milioni stanziati per l’opera finiranno come previsto nelle tasche giuste. Questo era il vero obiettivo del BRT. Obiettivo pienamente raggiunto!

L.D.

19/07/25

RICORRENZE (1985 - 2025)

Quarant’anni di rilanci, senza se e senza ma, portati avanti da una classe dirigente, generalmente intesa, il cui unico verbo di riferimento è stato approfittare. Dalla tragedia del 1985 conseguenza (anche) dell’insipienza degli amministratori di allora, alla tragedia annunciata prossima ventura (olimpiadi 2026), conseguenza dell'insipienza e dell'avidità spinta al parossismo di quelli attuali. Oltre alle vittime innocenti della prima, a rimetterci, allora come ora, è stato/sarà principalmente il territorio e quella parte preponderante della popolazione (il 65-70%) che, allora come ora, non ne approfittò/non ne approfitterà. Il cerchio dunque sta per chiudersi. Non ci resta che attendere gli eventi.

Dopo gli anni passati a preparare "l'evento", tra disagi, lavori inutili creati ad arte, modifiche territoriali e risorse economiche sperperate a iosa, i prossimi a venire, prima del fatidico febbraio 2026, saranno mesi faticosi, con il territorio militarizzato, con divieti, controlli, pass, strade ovunque intasate e il costo della vita in crescita esponenziale. Una corsa al rialzo dei prezzi generalizzata: dagli affitti ai generi di prima necessità, oltre a quelli energetici, conseguenti alle irresponsabili politiche guerrafondaie dell’UE. Siamo davvero in buone mani...

Qui, oltre a tutto ciò, dovremo registrare fatti del tutto inediti e in controtendenza rispetto alle tanto proclamate (e fasulle) "politiche green". Il principale e il più sottovalutato sarà l'esplosione dei consumi d’acqua. 146.000 presenze attese (così ci dicono) significano moltiplicare per 7,2 il fabbisogno di oro blu (forse serviranno le autobotti…). Mezzo secolo fa, ai tempi del vituperato e ormai dimenticato sindaco Braito, nei consessi del potere locale di fronte a tale prospettiva e prima di qualsiasi altra considerazione si sarebbe ragionato proprio di questo problema. Oggi no. Presi dal luccichio del virtuale, dello smart, dei social nessuno ne parla, la gente è distratta e chi "amministra" troppo intento a far di conto con i mirabolanti "ritorni" d'immagine e non solo, soprattutto personali. Assisteremo, nostro malgrado, anche alla più grande invasione d'autoveicoli della storia, mai vista in valle, con annessi e connessi. Pure in questo caso, silenzio assoluto: andrà tutto bene! Sì, forse. Improbabile.  



La domanda quindi che il valligiano comune si dovrebbe porre è: "ma c'era davvero necessità di arrivare a tanto?" "Per cosa e per chi?" Se ci si fosse accontentati - si fa per dire - della già fin troppa abbondanza attuale, forse il rischio di segare il ramo su cui siamo seduti sarebbe stato meno alto. Qui si scherza col fuoco. "Fassanizzare" la val di Fiemme, ovvero procedere verso la monocoltura turistica, cosa che nei fatti sta succedendo, è un pericolo grave dalle conseguenze potenzialmente irreversibili. Ma, nell'epoca crepuscolare dell'IA, evidentemente, anche il ragionamento elementare è esercizio faticosissimo. E quindi avanti! Chi si ferma è perduto, "Guai che la cambie!" gridano gli stolti.

Quante parole vuote sono state pronunciate in questi quarant'anni. Sostenibilità, rispetto, attenzione, cura, limite invalicabile, irripetibile, mai più... Balle, solo balle. E a proposito di chiacchiere, il prossimo 19/07, quarantennale della tragedia, verrà a scomodarsi addirittura il capo dello stato Mattarella, maestro indiscusso di magniloquenza. Sarà l'ennesima occasione per un facile esercizio retorico e per liberare altre vuote parole al vento. Con la solita celebrazione ipocrita alla quale queste classi dirigenti ci hanno abituato da gran tempo: fasce tricolori, megafoni, bande, palchi, parole in libertà, appunto. Finite le cerimonie, terminati i pranzi col gran capo e le autorità locali, e riposti i microfoni nei bauli, "diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascun in suo pensier farà ritorno".

Perché qui l'unica autentica parola d'ordine è arricchirsi! D’altronde se, come si diceva, il verbo di riferimento è approfittare, così dev'essere! E, col senno di poi, anziché trasferire la Coop in piazza, più opportuno sarebbe stato ampliare colà i caveau della cassa rurale.

A.D.


 

24/05/25

BRUCIORI POST ELETTORALI



Da sempre, il passaggio di consegne dai vecchi ai nuovi amministratori dopo il voto, oltre che un dovere istituzionale, è anche un dovere morale ed etico, per garantire continuità nell’azione amministrativa già avviata.

A Tesero, per la prima volta nella storia, questo non è successo. Con una dichiarazione scritta, letta in occasione della seduta inaugurale della nuova consiliatura, l'ex sindaca Ceschini ha reso pubblico il motivo del suo diniego, contestando ai vincitori nientemeno che di aver denigrato la sua lista durante la campagna elettorale. Una sorta di ritorsione per la sconfitta subita, evidentemente non ancora metabolizzata. Dunque, anziché presentarsi quanto meno dissimulando uno stato d'animo esacerbato, ha fatto invece trapelare il suo profondo risentimento per non aver potuto passare alla storia quale "sindaca delle olimpiadi".




Eh sì, questa sconfitta brucia davvero tanto agli ex di maggioranza. Non a caso, nelle fila di costoro, l’unico ad aver apparentemente accettato con spirito decoubertiano l'esito elettorale è stato il giovane neoeletto Walter Volcan (unico volto nuovo della nuova minoranza) che, diversamente dagli altri suoi compagni d'avventura, ha educatamente applaudito il discorso del nuovo Sindaco.

L'ormai ex prima cittadina ha anche dichiarato, tra l'altro, che la clamorosa sconfitta della sua lista (uno schiacciante 30 a 70, insufficiente però per ammettere finalmente un mea culpa…) è dipesa dal fatto che la popolazione non avrebbe compreso le scelte amministrative fatte durante il suo governo. Comunque, bontà sua, darà tempo alla cittadinanza per capirle e accettarle. Quindi, secondo Ceschini, le 1.200 persone che hanno plebiscitato Deflorian e il suo gruppo non avrebbero forse ponderato a sufficienza la sua azione amministrativa?

Proseguendo nel suo sproloquio, lungo ben cinque pagine, l'ex pupilla del D.e.M., ormai caduta in disgrazia,  ha palesato di non aver affatto imparato i doveri e le formalità istituzionali, nonostante i dieci anni trascorsi a palazzo. Infatti, anziché chiedere al consigliere anziano Bortolotti, presidente della seduta, di poter intervenire, come previsto dal protocollo in questi casi, si è rivolta direttamente al sindaco. Dopodiché, presa da “delirio autoreferenziale” e non avendo realizzato che les jeux sont faits, ha proseguito di fatto la sua donchisciottesca campagna elettorale fuori tempo massimo prendendosela con i vincitori, rei di... aver vinto e di non averle fatto fare il tris con encomio per il tanto bene fatto al paese durante i suoi dieci anni di regno!

Terminata questa sua inelegante autocelebrazione ha chiesto di allegare agli atti del consiglio il documento letto. Una bella mossa per la quale la ringraziamo. Così rimarrà a imperitura memoria, come la peggiore dichiarazione rilasciata da un ex sindaco. E come papa Celestino V, "che fece per viltade il gran rifiuto", passerà alla storia, seppur ben più modesta, per essersi rifiutata, con i suoi assessori, di adempiere ad un dovere istituzionale, per il bene del proprio paese, dimenticando che il compianto ex sindaco Francesco Zanon trascorse giorni e giorni in municipio assieme a lei per il passaggio delle consegne, dandole completa disponibilità.

Documento di Cittadinanza Attiva

05/05/25

SAPIENTI, FINALMENTE!

È arrivato il 5 maggio. L'ex pupilla dell'Innominabile è caduta e gli impostori della prima ora, di quel lontano maggio 2015 che li vide superare Barbolini per 9 (nove) fatidici voti di differenza lasceranno a breve la stanza dei bottoni.

Il ceffone che ieri Tesero ha assestato a questa congrega mediocre e arrogante di prestanome è stato storico e solenne. Un unico rammarico: il ritardo, a buoi ormai scappati, con cui è arrivato l'inappellabile giudizio dei "Sapienti", per l'occasione rivelatisi finalmente tali. Se il ravvedimento popolare fosse arrivato cinque anni prima le vendite a Pampeago, le concessioni olimpiche a Lago con i dissennati espropri per lo ski roll, la cessione parziale di piazza Battisti col pasticciaccio brutto della cooperativa, si sarebbero potuti probabilmente evitare. Comunque, ovviamente, meglio tardi che mai! I burattini lasciano quindi gli scranni, ma il loro mentore, il beneficiario supremo dell'azione amministrativa di PTELSG, ad ogni modo, il malloppo a casa lo ha portato.

Oggi i notabili sono smarriti, increduli. Non potranno più salire, dopo il caffè mattutino, a conferire a Palazzo. Sarà dura per loro abbandonare quel carro giunto ormai a fine corsa. Ci auguriamo che i nuovi amministratori non li lascino facilmente salire su quello che sta per partire.




Due note a margine. Ad Alan, ex capogruppo di minoranza e attuale vicesindaco in pectore, riconosciamo la tenacia con la quale, dopo aver sfiorata l'impresa nel 2015 ed essersi visto superare, col trucco, da avversari mediocri, in questi dieci anni di mortificante opposizione ha saputo stare sempre in prima linea sul campo di battaglia conservando il mordente e il piglio del lottatore di razza. A Massimiliano, nuovo sindaco, va il merito di averci "messo la faccia" e di aver, con grande competenza, saputo formare un gruppo ben assortito ed efficace nel sostenere il confronto elettorale. Senza la sua disponibilità la maggioranza silente della popolazione, da dieci anni prigioniera di una legge elettorale infame, avrebbe probabilmente subito un altro quinquennio di soprusi.

Questo, però, è soltanto l'inizio di un nuovo giorno. Il popolo ha votato sulla fiducia riposta nelle persone, spetterà a loro confermare con i fatti e l'azione amministrativa la bontà della scelta dei Teserani. Bonne chance!

A.D.

03/05/25

SILENZIO, SI MEDITA (SI FA PER DIRE...)

Finalmente è terminata la campagna elettorale. Oggi giorno di silenzio (ma la tempesta whatsApp si sentirà fortissima, altroché!). Ad ogni modo, il popolo potrà meditare sulle impressioni avute sentendo ed ascoltando i due candidati pronti al duello che si disputerà domani nelle urne, ripassando nuovamente i programmi, o, semplicemente, ripensando alle cose accadute nell'ultimo decennio. Noi, che non avevamo certo bisogno di prove ulteriori per capire a chi affidare il nostro voto, meditiamo invece sulla legge elettorale che da trent'anni esatti determina l'assetto delle amministrazioni locali in Trentino Alto Adige.




Si tratta della LEGGE REGIONALE 30 NOVEMBRE 1994, N. 3. Norma infame, che mortifica la partecipazione al voto e concede al vincitore del confronto un potere abnorme. Non è probabilmente un caso se dalla sua entrata in vigore (1995) la disaffezione della cittadinanza alla partecipazione sia via via cresciuta. E, da allora in poi, considerata una fisiologica quota di astensionismo (20 - 25%), la maggioranza della popolazione di Tesero, ma tanto vale anche per altre realtà, non ha più avuto voce in capitolo.

Concedere il potere assoluto a chi anche per un solo voto di differenza supera gli altri concorrenti produce un deficit di democrazia clamoroso, che consolida il clientelismo, il voto di scambio e la capacità ricattatoria di chi vince, soprattutto in contesti ove all'interno o all'esterno dell'amministrazione (questo è il nostro caso) vi sono figure di riferimento della maggioranza che esercitano da sempre la loro influenza e il loro controllo sul gruppo.

Bene quindi farebbe il legislatore a modificare questa legge limitando il numero dei mandati. Solo così potrà esercitarsi l'alternanza, interrompendo eventuali fenomeni corruttivi in atto, e si potrà garantire il processo democratico della rappresentanza.

Per la storia patria ricordiamo che l'ultimo sindaco eletto col sistema proporzionale e dunque espressione diretta del consiglio comunale fu, dopo una lunga e sacrosanta mediazione tra i consiglieri eletti di ogni schieramento, Maurizio Zeni, nel 1990.

A.D.

 

29/04/25

BUGIE

A futura memoria, proponiamo un incompletissimo collage delle "favole" dette, pro domo sua, dalla prima cittadina, in particolare durante questa campagna elettorale.

Sindaca a tempo pieno

Ma quando mai? Ha dichiarato di esercitare l'incarico a tempo pieno solo per riscuotere l’indennità di fine mandato (5 mensilità ulteriori - mica poco) e per beneficiare magari anche del versamento alla previdenza complementare della parte dei contributi a carico dell'ente pari al 24,2% dell’indennità di carica lorda mensile.

Ascolto e confronto con la cittadinanza

Afferma la sindaca: "ascolto e confronto sono fondamentali - In questi anni abbiamo sempre ascoltato i cittadini cercando di dare risposte concrete… mi impegno di proseguire con questo metodo."

Ascoltare non è sinonimo di sentire. Per ascoltare c'è bisogno di empatia con l'interlocutore e voglia di capire le ragioni dell'altro, per sentire no, basta l'orecchio. In questi dieci anni abbiamo sottoposto alla capa comune qualche nostra istanza, qualche segnalazione, qualche consiglio, sempre in forma scritta ed educata. Cose minime e di buon senso. Ci ha sempre risposto picche.

Sulle questioni di peso, "l'ascolto" è stato ancora meno empatico. Per esempio, sulla cessione di parte di piazza Battisti e dell'ex Cassa rurale, la serata informativa dedicata è stata organizzata (a giochi ormai fatti!) soltanto in conseguenza di una raccolta firme e della contrarietà montante di tanti teserani. Altri incontri di interesse generale non ne sono stati fatti.




Condivisione

La sindaca rivendica, usando l'arte antica della captatio benevolentiae, che il suo programma è frutto di un lavoro sinergico con la cittadinanza, e perciò la ringrazia. Ma quale cittadinanza? Forse quella composta da paesani e paesane scelti e selezionati, ai quali si è permessa di inviare sms personalizzati chiamandandoli “cara, caro, avrei piacere di averti alla serata del..." recuperando i loro numeri di cellulare, a loro insaputa, da chissà quale data base?

Stop al consumo di suolo

Concetto sempre buono, soprattutto in tempi di finzione green, e mai realizzato! Nel mentre lo proclama solennemente, specifica però di voler realizzare la nuova piazzola dell’elicottero (con annessi espropri), di deviare la pista ciclabile di fondovalle verso il laghetto del tamburello (con annessi espropri), di realizzare senza il benché minimo ripensamento la contestatissima pista da ski roll (con annessi espropri), di aver autorizzato la costruzione di una nuova strada ad uso privato ed esclusivo del nuovo albergo Lagorai a Lago. In tutti questi casi andando ad utilizzare e sperperare aree agricole… Bióto coerenza!

Le compensazioni

E però - ci dice, tranquillizzante - ci sono le compensazioni! Ah, beh, allora... I terreni agricoli sottratti alla loro naturale vocazione per fare le cose di cui sopra e non solo, saranno compensati attraverso recuperi e bonifiche di aree a bosco o a pascolo. Ma di cosa sta parlando? Di compensazione si potrebbe parlare se, per esempio, venisse smantellato l'impianto Misconel di Lago per trasformarlo in un'area verde. Ma non certo bonificando aree a pascolo/bosco già ricomprese nella macro categoria agro-silvo-pastorale. In ogni caso, una compensazione per essere davvero tale dovrebbe essere "equivalente". Ma un "prato" ricavato, per esempio, da una bonifica boschiva in località La Büsa, non può certo dirsi equivalente a un prato originario pianeggiante in località Noalacce.

Finanziamento di Casa Iellici

La sindaca afferma che grazie ai fondi olimpici si ristrutturerà finalmente il vecchio, storico edificio. Balle! Il finanziamento verrà attinto dal Fondo per gli investimenti di rilevanza provinciale - di cui all'art. 16, comma 3 bis della legge provinciale n. 36/1993 (legge sulla finanza locale).

Sempre la sindaca su Casa Iellici riferisce che: “Abbiamo affidato la progettazione esecutiva dell’opera". Altra bugia, non è così. È stata affidata la progettazione esecutiva solo dell’area museale (UMAF 2: Impianti tecnologici, restauro e realizzazione area museale) e non della biblioteca (UMAF 3: Restauro e realizzazione area biblioteca) e l’appalto dell’area museale è previsto per la primavera 2026.

Aggiungendo disinformazione a disinformazione, specifica inoltre che la sede attuale della biblioteca, in via Noval, sarà destinata a Centro giovani. In realtà per la biblioteca non c’è ancora l’incarico di progettazione esecutiva e mancano i fondi. Dunque, il "centro di aggregazione per i giovani" (qualunque cosa voglia essere) al momento non è alle viste.

Area di Propian per prima casa

La sindaca afferma che rispondere alla domanda sui vincoli urbanistici da applicare a quell'area, è come discutere sul nulla, perché la competenza è tecnica! Cazzata. La competenza è politica, altroché. Altrimenti facciamo decidere, scegliere e pianificare agli uffici tecnici.

Ma forse questa è una risposta di comodo per non palesare la mancata intenzione di inserire vincoli (a parte quello di prima casa) nel previsto piano attuativo per tutelare quell'area. E forse anche per non attuare i controlli atti a verificare che le abitazioni siano destinate veramente a prima casa e abitate effettivamente da residenti. È così che si combatte l’over turismo e il proliferare di B&B?

Tesero nell'associazione Borghi Autentici d’Italia

"L'Associazione Borghi Autentici d'Italia è una rete fra territori dove protagoniste sono le persone e le comunità (..), promuove un percorso articolato di sviluppo in sede locale, un approccio che considera i patrimoni esistenti quali punti di partenza per costruire strategie concrete e attuabili di miglioramento del contesto sociale, ambientale e produttivo locale, partendo dalle risorse e dalle opportunità presenti, allo scopo di elevare le condizioni di vita della popolazione e rendere attraente “lo stare”, il vivere e il lavorare in quel luogo."

Insomma, è un'associazione che, in tutta evidenza, con l'attuale paese di Tesero non ha proprio nulla a che fare. Qui si persegue un unico obiettivo, quello della monocoltura turistica, le cui conseguenze sono antitetiche rispetto alle finalità perseguite da quella associazione. Tesero ormai è un paese senz'anima, dove il dialetto è in veloce fase di estinzione, dove i "foresti" abitano il centro storico e i Teserani di nascita, sottraendo nuovo territorio, hanno urbanizzato le periferie, dove le attività artigianali e commerciali dentro l'abitato antico non esistono più, dove nel centro storico, passeggiando di sera, non incontri nessuno, dove le peculiarità identitarie sono al lumicino e gli scorci caratteristici del tempo che fu sono stati sacrificati a beneficio della modernità. Se questo è un borgo autentico, Dio ce ne scampi!

L'ultima

Non paga di questo condensato di parole in libertà, opere e omissioni la Nostra ci rifila l'ultima perla dichiarando di aver sempre lavorato in questi dieci anni per il bene comune e per migliorare la qualità della vita delle persone di Tesero. Oibò, non ce n'eravamo accorti.

A.D.



INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
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SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
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MINU

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