05/04/08

LA "PRIMAVERA" DI TESERO


COMUNICATO STAMPA


Si è recentemente costituito a Tesero, nella serata dello scorso 31 marzo 2008, il tanto atteso ed anelato Gruppo di Discussione Critica. A questa iniziativa culturale potranno aderire, senza alcuna formalità, tutte le persone maggiorenni di qualsiasi cittadinanza. Lo scopo sociale è quello di promuovere fra i membri aderenti il confronto ed il dibattito intorno a temi, questioni, moti dello spirito che la Civiltà, particolarmente nel tempo a noi coevo ci propone e che sarebbe vile ignorare.
Pertanto ci si troverà a disquisire di filosofia, di teologia, di politica, delle scienze, delle arti, delle religioni e di tutti i mali che sovrastano deliberatamente il mondo, senza preconcetto alcuno e nella convinzione, tanto dubbiosa quanto necessaria, che attraverso l’argomentare, ora faticoso, ora vigoroso della Ragione, si possa giungere ad una visione più nitida dell’esistente.
Tuttavia, è opinione condivisa dei membri fondatori che l’attività del Gruppo non debba ridursi esclusivamente all’aspetto teoretico-speculativo ma che quest’ultimo debba costituire lo spunto primario per una concreta azione in opposizione all’irragionevolezza e all’insipienza che pervadono la società e che pure si manifestano a profusione – manco a dirlo – nel nostro ameno borgo.
Prudentemente i soci fondatori hanno deciso, unanimemente, di serbare, per ora, l’anonimato.
Ciò trova giustificazione nell’ esigenza di definire in tranquillità e riservatezza le linee programmatiche e di saggiare nel tempo la possibilità di realizzare seriamente gli intenti qui esposti.
Le adunanze del Gruppo, si terranno, pro tempore, in qualunque luogo che occasionalmente si renda all’uopo disponibile. La sede provvisoria è stata domiciliata al civico 7 di via Merisol, in attesa di ottenere, non appena l’attuale condizione criptica sarà superata, adeguata sistemazione presso la Casa della Cultura comunale.


I soci fondatori

03/04/08

BENE E TERRORE


L’11 settembre inaugura una nuova era della storia del mondo, quella del “terrorismo globale”. “Illimitato”, come scrive Ludovico Incisa di Camerana sulla rivista “Palomar”, “nei bersagli, nei campi di battaglia, illimitato persino negli armamenti, dai più primitivi, i temperini dei dirottatori, al possibile impiego di ordigni sofisticati, chimici, biologici, nucleari”. È una conseguenza logica, e direi anche prevedibile, di un movimento di globalizzazione e di mondializzazione la cui tendenza di fondo è quella di arrivare a uno Stato unico mondiale, a un unico governo mondiale, a un’unica polizia mondiale, a un unico mercato mondiale e a un unico tipo di individuo: il Grande Consumatore. Se lo Stato è unico ne consegue che gli scontri violenti al suo interno non possono più essere – o perlomeno tendono a non essere più – quelli interstatuali delle guerre tradizionali, ma assumono necessariamente le forme del terrorismo.
Questo Stato unico mondiale non si è realizzato, per ora, in modo compiuto, giuridicamente precisato né tanto meno democratico – questa è l’utopia dell’ONU, che proprio dall’11 settembre ha ricevuto il suo colpo definitivo mortale – ma si è venuto formando di fatto, sia pure in modo ancora parziale. C’è una potenza che ha l’egemonia assoluta, gli Stati Uniti, una superpolizia costituita dalle forze militari americane e, quando occorre, dalla NATO, un Tribunale (che non è quello internazionale penale e permanente dell’ONU che, boicottato dagli USA, conta meno di nulla), che si costituisce di volta in volta come Tribunale speciale in modo che i vincitori siano legittimati a processare e condannare i vinti, e c’è un modello economico pervasivo, che è quello occidentale, cui, oltre agli Stati Uniti, partecipano l’Europa, il Giappone, la Russia, presto anche la Cina e ogni paese industrializzato: di fronte a un blocco di potere di questa portata, inattaccabile direttamente e frontalmente, l’unica risposta possibile, per chi voglia contrastarlo con le armi, non è più, come un tempo, la guerra, ma il terrorismo. Osama Bin Laden non è che “l’ombra” dell’Occidente, è una risposta fondamentalista, integralista, totalitaria a un sistema che, nonostante si definisca, in buona fede, democratico e liberale, è fondamentalista, integralista, totalitario. Perché non concepisce e non tollera “l’altro da sé” che, in un modo o nell’altro, con le buone o con le cattive, per ragioni di volta in volta sono economiche o etiche o umanitarie, deve essere omologato al modello egemone che si considera, per dirla con il Candide di Voltaire, “il migliore dei mondi possibili”. Se il nostro modello è il migliore perché non esportarlo e, quando è il caso, imporlo anche agli altri, andando a salvare Safia e tutte le possibili Safia del mondo, anzi del Terzo Mondo? Il destino dell’Occidente sembra quello di essere condannato a capovolgere, in un doloroso contrappasso, la battuta che Goethe nel Faust mette in bocca a Mefistofele: “Io sono lo spirito che vuole eternamente il male e opera eternamente il bene”. Il paradosso dell’Occidente è credersi il Bene e di operare eternamente, in una sorta di eterogenesi dei fini, il Male. E il vizio di fondo sta proprio in questa distinzione manichea fra Bene e Male e nella pretesa prometeica di aumentare continuamente il Bene a spese del Male, cancellandolo dalla faccia della terra, mentre nella realtà Bene e Male sono due facce della stessa medaglia e concrescono insieme, tanto più grande è il Bene, tanto più grande sarà il Male.
La tabe totalitaria dell’Occidente, questo vizio oscuro e inconfessato che segna quasi tutta la sua storia, parte da lontano ed è anch’essa paradossale perché fu proprio il pensiero greco che è all’origine della nostra civiltà, il primo a riconoscere il diritto di esistenza e la dignità dell’ “altro da sé”. Parte dall’evangelizzazione, cioè dall’urgenza non solo di annunciare la “buona novella” al prossimo ma di convertirlo ad essa. C’è qui già, sia pure in nuce, l’ambizione della reductio ad unum, dell’omologazione a sé, dell’intero esistente, che passerà poi per l’eurocentrismo, per il colonialismo, che si basa sulla distinzione fra culture “superiori” e “inferiori” e il dovere delle prime di portare la civiltà, laica e religiosa, alle seconde, per l’Illuminismo, con l’assolutizzazione della Dea Ragione e la concezione, prettamente globalista, dell’uomo come “cittadino del mondo”, per l’internazionalismo proletario di derivazione marxista, e che trova infine la sua più compiuta realizzazione nel modello di sviluppo economico e industriale attualmente egemone, di cui gli Stati Uniti sono la punta di lancia. A questo modello è riuscito, o sta riuscendo, quello che il cristianesimo, il colonialismo classico, il marxismo-leninismo, avevano solo tentato: l’occupazione dell’intero pianeta. Dio è stato sostituito dalla ruspa. Oggi siamo tutti battezzati in un mare di cherosene.


Tratto da "Il vizio oscuro dell'Occidente" di M.Fini

01/04/08

LA BANDA IN PIAZZA: UNA QUESTIONE "APERTA"


Gentile Euro, mi scuso innanzitutto per il ritardo nella risposta, ma nell’ultimo periodo il tempo per dedicarmi a questo scritto non è stato molto. Ecco che finalmente mi faccio vivo. Premetto innanzitutto che il tema trattato nel presente scritto ha probabilmente una rilevanza oserei dire secondaria rispetto agli argomenti ben più seri ed importanti che ricorrono in questo blog, ma dato che tu stesso hai sollevato la questione, sollecitando un mio intervento, non posso esimermi dal rispondere al tuo post del 26/02.
Il ragionamento che tu proponi, teso ad associare il nuovo piano della mobilità nel centro storico di Tesero con le manifestazioni estive, soprattutto quelle serali, a mio parere (e credo converrai con me) si colloca entro un discorso molto più ampio rispetto ai semplici concerti bandistici all’aperto, nel senso che riguarda un’intera programmazione di eventi che, voglio ricordarlo subito, è di competenza del CML, Comitato Manifestazioni Locali.
In linea di principio è condivisibile il proposito di vivacizzare il centro storico di Tesero, a beneficio di residenti ed ospiti, con un’offerta maggiormente qualificata di proposte, vale a dire con una serie organica di manifestazioni all’aperto, che coprano un periodo temporale più esteso rispetto alla settimana – dieci giorni delle “Corte de Tiéser” e ai lunedì dedicati alla “baby-dance”.
Riguardo a queste due iniziative, vorrei brevemente spezzare una lancia in loro favore, nel senso che sono due manifestazioni che creano aggregazione e animazione serale per le vie del paese. Le Corte: conosco la tua opinione in merito a questa manifestazione (da te esplicitata in un post dell’agosto 2007). Lasciando perdere i temi della rievocazione del passato e del folclorismo, che non è pertinente trattare in questa sede, vorrei farti notare come il nuovo comitato organizzatore, costituito tre anni or sono, si sia riproposto, con notevole impegno e affrontando varie difficoltà, di rilanciare una manifestazione in declino ottenendo un crescente successo e andando proprio nella direzione, che tu auspichi, di animare il centro storico del paese, chiudendolo al traffico per almeno due sere (una caratteristica, quest’ultima, che “le Corte”, a quanto mi risulta, hanno sempre avuto, per quanto riguarda le due serate conclusive). La baby-dance: sarà criticabile per lo stile “spiaggia” che poco si addice ad una località di montagna e per la musica commerciale, però è innegabile che rappresenta un momento di divertimento serale per i bambini che si ritrovano insieme a “danzare” e divertirsi in compagnia. Che poi esistano anche molti altri modi (molto più validi della baby dance) per l’animazione serale rivolta ai bambini, anche questo è fuori discussione.

A proposito di centro storico e traffico automobilistico, ad un certo punto affermi nel tuo post: “Se il centro storico, finalmente, riuscirà ad alleggerirsi della fastidiosa presenza delle auto si potrebbe pensare di organizzare una qualche rassegna bandistica all’aperto”. Permettimi di ribaltare un attimo il tuo ragionamento. Un concerto, una rassegna bandistica o uno spettacolo teatrale all’aperto, nel momento in cui vengono organizzati, richiedono necessariamente una chiusura delle vie al traffico, ma questo indipendentemente dall’esistenza di un “piano mobilità” (di cui pure condivido, con il riferimento al caso specifico teserano, l’impostazione e la filosofia sottostante), nel senso che non occorre attendere una Ztl per suonare o recitare o cantare all’aperto: se si decide di farlo, si richiede l’autorizzazione e il divieto di transito delle automobili e si procede nell’intento. Senza dubbio, però, realizzare una serie organica di eventi all’aperto che richiedano spazi sgombri dal traffico veicolare sarebbe, come ormai è dimostrato, un notevole stimolo per molti residenti (e turisti) per godersi in tutta tranquillità il nostro suggestivo centro storico (passeggiando indisturbati con la possibilità di incontrare altre persone, ecc.) e di conseguenza, se il progetto venisse accompagnato da una campagna di comunicazione mirata, le manifestazioni serali in un centro chiuso al traffico “veicolerebbero” ancor più il messaggio che “senza traffico / senza auto è bello”.

Detto questo, veniamo all’oggetto al centro della questione da te sollevata nel post del 26/02 u.s., ossia la banda in piazza a Tesero. Innanzitutto una precisazione: la banda di Tesero ha effettuato i concerti estivi all’aperto, in paese, fino all’estate 1995, quindi non 25 anni fa, ma 13. Io non ero ancora bandista, ma ricordo benissimo che andavo ad ascoltare la banda, in qualità di allievo, presso il piazzale dietro le Scuole Medie o al piazzale delle Scuole Elementari. In precedenza, come possono confermare in molti e come si evince dalle fotografie, i concerti estivi si svolgevano nel piazzale della Casa di Riposo e, ancora prima, in Piazza Nuova.
Il fatto che la banda di Tesero non tenga concerti in paese da tanto tempo è un dato oggettivo, anche se negli anni recenti ci sono state un paio di eccezioni: il Concertone del 2002 (insieme alle altre bande della valle), il concerto-spettacolo “Non solo banda” (7 luglio 2007, piazzale Scuole Elementari). Se consideriamo invece a livello più generale il semplice “fare musica” all’aperto, in realtà la banda, come dici anche tu, ha sempre suonato e sempre suona per le vie del paese in occasione dei vari interventi consuetudinari a carattere religioso (processioni, prima comunione) e civile (4 novembre), oltre a occasionali sfilate per cerimonie ed eventi sportivi, nonché, da un paio d’anni, in occasione della sfilata con le bande ospiti della Rassegna “Appuntamenti con la Banda”. A questi sono da aggiungere poi, non dimentichiamolo, gli interventi del Bandìn de Tiézer, compagine strettamente legata alla Banda Sociale.
Ci sono stati poi, alcuni anni or sono, dei concerti di corpi bandistici ospiti (invitati dal CML) in piazza Scario e in piazza Nuova (ricordo benissimo le bande di Molina di Fiemme, Vigo di Fassa, Aldino, tanto per citarne alcune). Naturalmente mi rendo conto che un vero concerto all’aperto e la semplice sfilata o la processione sono cose assai diverse, anche agli occhi e alle orecchie del pubblico.

Analizziamo a questo punto le ragioni del “perché la banda in teatro”.
1. La principale motivazione che ha indotto, a partire dal 1996/97, l’allora presidente Lauro Ventura e il direttivo (e i direttivi successivi) all’utilizzo del teatro anche per i concerti di luglio e agosto è da ricondursi, oltre al fatto che il palco in ferro era ormai fuori norma, soprattutto alla sicurezza che la struttura comunale garantisce in caso di maltempo, onde evitare l’annullamento del concerto, cosa che è avvenuta più volte nella stagione estiva 1996. Tale motivazione, a mio parere, era ed è più che giustificata: è un vero peccato infatti, dopo l’impegno profuso dai bandisti durante le prove, vedersi annullata una serata a causa delle bizze del tempo. Non vorrei essere tacciato di “fasciarmi la testa prima di farmi male”, però il problema “meteo” va tenuto sempre in considerazione, dato che dietro all’organizzazione di un concerto c’è comunque un notevole impegno in termini di tempo, energie, risorse. I casi sono due: o si è disposti ad accettare il rischio dell’annullamento delle serate-concerto causa pioggia, o si va sul sicuro ricorrendo a una struttura coperta. Io personalmente, se devo scegliere, opto per la seconda.
Si dirà: perché non programmare il concerto all’aperto ed, eventualmente, prevedere la sua effettuazione in teatro in caso di pioggia? La cosa funzionerebbe e sarebbe una soluzione molto buona, peccato però che occorre fare i conti con la programmazione cinematografica, nel senso che se un concerto viene organizzato all’aperto, il gestore del cinema-teatro, giustamente, si organizza di conseguenza con le varie proiezioni; d’altra parte, la banda o chi per essa, non credo possa pretendere di prenotare due spazi pubblici contemporaneamente per poi utilizzarne solamente uno, soprattutto se uno dei due (il teatro) è anche sede di un’attività lavorativa di tipo soprattutto serale (cinema). Di conseguenza, in caso di pioggia, se il concerto fosse previsto all’esterno, in mancanza di spazi al coperto, il risultato sarebbe, di nuovo, l’annullamento della serata.
Si potrebbe a prima vista obiettare che, in caso di annullamento, un concerto si può anche rimandare al giorno successivo o a un’altra data: va bene, ma questo al limite è ipotizzabile con la banda del paese, mentre direi che è praticamente impossibile con bande o gruppi ospiti, dato che ognuno ha il proprio calendario degli impegni, senza contare che il rinvio dei concerti andrebbe a intralciare le altre manifestazioni programmate nello stesso paese di Tesero e negli altri paesi della Valle (a questo punto, però, il discorso si allarga: qui entra in gioco di nuovo il CML, come dicevo anche in apertura, dato che come noto è compito di tale comitato gestire il calendario delle manifestazioni nel suo insieme).

2. L’altra motivazione, altrettanto forte e valida, a supporto della scelta di suonare in teatro, ha a che vedere con l’opportunità di svolgere concerti in un ambiente adeguato, ossia in un locale chiuso nel quale i suonatori sono più a loro agio (dal punto di vista dell’acustica) rispetto all’esibizione in piazza e il pubblico può ascoltare in tutta tranquillità e senza essere disturbato.
Un aspetto, questo, di non secondaria importanza, checché ne dicano i sostenitori della tesi per cui “la banda deve suonare in piazza”, affermando ciò con tono quasi spregiativo per la banda in sé e per il repertorio musicale bandistico. Con ciò non voglio assolutamente far passare la banda (e, nello specifico, la nostra banda) per ciò che non è, vale a dire per un’orchestra sinfonica di professionisti che deve suonare per forza in una sala con acustica impeccabile. Credo, tuttavia, che anche la banda di Tesero, alla stessa stregua degli altri corpi bandistici (che in realtà sarebbe più corretto chiamare “orchestre di fiati”), possa rivendicare il diritto di essere messa nelle migliori condizioni possibili per eseguire un concerto in maniera decorosa.
A questo riguardo, da semplice bandista posso dire (ma non sono certo io il primo ad affermare ciò) che svolgere un concerto all’aperto può essere interessante e piacevole, a patto che l’acustica del luogo consenta effettivamente di suonare ed eseguire il programma che si è preparato durante le prove. Purtroppo spesso e volentieri capita di suonare, fuori valle, in piazze dove non esistono le condizioni adatte ad un concerto (e dove gli organizzatori non hanno tenuto conto di tale aspetto o non si sono prodigati per risolvere tale problema): forse ai più questo aspetto sfugge o è sconosciuto o appare secondario, ma va detto che suonare senza punti di riferimento e senza sentire le altre sezioni strumentali è una sensazione molto spiacevole e rischia compromettere il buon esito del concerto stesso. Allo stesso modo è assai sgradevole, per un semplice fatto di concentrazione, suonare davanti ad un pubblico di gente che crede di essere ad una festa campestre (con commenti ad alta voce, conversazioni varie, bambini che saltano chiassosi di qua e di là, passanti con il cane, ecc.): insomma, sappiamo cosa significa un concerto all’aperto, sia dal punto di vista dei suonatori che dal punto di vista di quella parte di pubblico che pure vuole ascoltare e che invece è disturbata da qualche maleducato o da chi proprio non è capace di rispettare l’altrui “diritto all’ascolto” (diritto che in sala, generalmente, è rispettato). Questo discorso vale per la banda di Tesero come naturalmente per tutte le altre bande ospiti che si invitano a Tesero.
Alla precedente considerazione va aggiunto il fatto che nel nostro centro, in ogni caso, non è che esistano molti luoghi adatti allo svolgimento di concerti: Piazza Nuova e Piazza Scario, quando sono state utilizzate per concerti di bande, si sono rivelate abbastanza inadeguate dal punto di vista acustico, almeno dal punto di vista di chi suona (di nuovo, questo è un parere condiviso da vari esperti di musica del paese).
L’ideale sarebbe la creazione di una struttura, in gergo chiamata “conchiglia” (vedi fotografia), come se ne trovano in vari centri altoatesini o anche vicino a noi (a Pozza di Fassa, per esempio). Una struttura con ottima acustica e che può essere usata per varie manifestazioni (spettacoli, premiazioni, ecc.), da localizzare, ad esempio, presso il piazzale delle Scuole Elementari. Mi rendo conto, tuttavia, che non è qualcosa di realizzabile nel breve periodo e comunque una struttura del genere richiede un consistente intervento finanziario da parte dell’ente pubblico.
Parlando di “conchiglia” il discorso si sposta nuovamente sull’opzione “teatro”, la cui acustica è stata notevolmente migliorata con la realizzazione (su progetto del nostro Nicola Ventura e grazie al finanziamento da parte del Comune) di una struttura ad hoc da montare sul palcoscenico: ora che è a nostra disposizione, vale la pena di sfruttarla.

Dunque la questione è: concerti estivi all’aperto, sì o no? L’idea di tornare ad eseguire concerti estivi all’aperto non è nuova, nel senso che l’abbiamo più volte presa in considerazione, a livello informale, cioè più di una volta ci siamo detti che un giorno si potrebbe riprovare a suonare in piazza a Tesero.
La mia risposta (condivisa anche dal M° Fabrizio Zanon e da altri) non è un “no” preconcetto, ma è un “sì, a patto che si creino le condizioni adatte”, cioè tali per cui il concerto (inteso anche come rapporto bandisti-pubblico) possa riuscire con un certo decoro, senza elementi di disturbo. Naturalmente: 1. il programma musicale proposto, come affermi anche tu, deve essere adeguato al contesto all’aperto (leggero, non impegnativo, ma nemmeno di “seconda o terza scelta” aggiungo io); il pubblico dovrebbe essere sistemato in maniera tale da sentirsi “quasi a teatro”, in modo da elevare al massimo grado il livello di attenzione e ridurre al minimo la variabile “chiacchiere da mercato”; 3. sarebbe auspicabile poter disporre di uno spazio alternativo in caso di maltempo (pena l’annullamento della serata).
Sia riguardo al comportamento del pubblico che riguardo al fattore meteo mi si dirà che pretendo / pretendiamo di avere la “botte piena e la moglie ubriaca”: può darsi, ma questa è la mia / la nostra idea, il modello ideale verso cui tendere. Riconosco peraltro che anche da parte nostra occorre un certo spirito di adattamento (questo è fuori discussione).

Per quanto riguarda il futuro prossimo, la stagione estiva che ci attende si caratterizzerà per una serie di eventi già programmati e in fase di pianificazione, che in parte vedranno la nostra banda esibirsi anche all’aperto.
In particolare, saremo (anzi, siamo) impegnati nell’organizzazione del 62° Concertone delle Bande Fiemmesi che si terrà nella mattinata di domenica 6 luglio in piazza C. Battisti con un grande concerto a bande riunite (preceduto dalla sfilata per le vie del centro), riprendendo la formula delle origini (già riscoperta nel 1996 a Predazzo e poi nel 2002 proprio a Tesero). In caso di maltempo (incrociamo comunque le dita) è già previsto lo svolgimento della manifestazione presso il teatro con una formula alternativa. Il mercoledì precedente (2 luglio) ci sarà inoltre, quale manifestazione collaterale, un concerto (in teatro) di una banda ospite che stiamo contattando in questo periodo.
Sempre per il mese di luglio (mercoledì 23), avevamo già pensato di programmare, d’accordo con il CML, un concerto a Stava, all’aperto, nella piazza dietro agli alberghi: lì, in caso di maltempo, eventualmente, c’è la palestra sottostante.
Quanto alla rassegna “Appuntamenti con la Banda” (12^edizione), tale manifestazione quest’anno vedrà protagoniste, sabato 7 giugno, la Banda Musicale “F. e G. Fontana” di Pomarolo e la Bandina Giovanile di Fiemme e, sabato 14 giugno la Banda di Tesero con il tradizionale Concerto di S. Eliseo. La scelta di “ridimensionare” la rassegna, è stata dettata da una serie di fattori, tra cui appunto quello di favorire un maggior afflusso di pubblico: così, da due anni, si è optato per il sabato sera, senz’altro migliore rispetto alla domenica tardo-pomeridiana. Anche per quest’anno abbiamo deciso di usufruire del teatro comunale. I motivi richiamano quanto detto sopra: se si invita una banda ospite è giusto e doveroso permetterle di esprimersi al meglio, in un contesto adeguato. Dato che la struttura all’altezza esiste, utilizziamola. Inoltre, non vogliamo rischiare di veder vanificati, in caso di maltempo, gli sforzi profusi nell’organizzazione della rassegna.
Per animare il paese e coinvolgere di più il pubblico, proprio sulla base della constatazione che in effetti a Tesero la banda all’aperto si sente raramente, nell’edizione 2005 della rassegna è stata introdotta la sfilata con partenza da piazza Nuova e arrivo al teatro: la cosa sembra essere gradita alla gente.

La tua proposta di programmare una rassegna estiva di bande che suonino all’aperto in centro a Tesero non è da sottovalutare, in futuro magari si potrà prendere in considerazione ed elaborarla. Naturalmente tale intento, alla luce delle considerazioni sopra riportate, andrebbe ponderato e condiviso con il CML, anche in termini di risorse finanziarie da destinare a questo genere di iniziativa, tenendo conto che esiste peraltro un accordo tra i maggiori comuni della valle di suddividere gli appuntamenti musicali, serali, in base ai giorni della settimana: a Tesero questo giorno è il mercoledì (da cui “I mercoledì musicali”). Inoltre, dobbiamo pensare che non ci sono solo le bande, ma anche i cori e altri gruppi musicali, i quali vanno distribuiti su un calendario di date disponibili che è limitato: di conseguenza una rassegna bandistica estiva non è cosa facile da programmare, ma d’altra parte è vero anche che, se lo fanno pure in altri paesi, non sarà impossibile proporre qualcosa del genere in quel di Tesero.
Mi rendo conto benissimo che se non si prova, se non si fanno dei tentativi, se non si propongono delle novità, non si va da nessuna parte e ci si riduce a ripetere un copione già recitato e noto. Staremo a vedere. Non vorrei sembrare rinunciatario, ma per quest’anno 2008, come banda, abbiamo già abbastanza carne al fuoco: sarebbe controproducente aggiungerne altra. Cerchiamo invece di cuocere bene quella che abbiamo se vogliamo gustarci il “banchetto di iniziative” che abbiamo programmato.

Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.

Massimo Cristel
presidente Banda Sociale Tesero
Tesero, 31/03/2008

31/03/08

UN PESCE D'APRILE LUNGO UN ANNO


Domani 1° aprile 2008 La Casa dell’Orco compirà il suo primo anno di vita. Un blog nato per scherzo, in una notte nevosa, per il narcisistico piacere di vedere di nascosto l’effetto che fa. Dopo 366 giorni possiamo dirlo: l'effetto non è stato un granché, ma ci siamo divertiti. Ed anche se 9.000 contatti circa in 12 mesi - visto il nostro modesto bacino d'utenza - non sono pochissimi, l’obiettivo di coinvolgere nel dibattito un numero crescente di interlocutori, via via che il numero dei contatti quotidiani aumentava, purtroppo non è stato raggiunto. Pazienza.
Un sentito grazie comunque ai pochi collaboratori esterni e a tutti quelli che hanno contribuito con i loro commenti ad ampliare la discussione e a dare un senso un po’ più compiuto a questa strampalata intrapresa.

L’Orco

30/03/08

DEMOCRAZIA IA IA OH


Dice: in giro non si respira poi questo grande entusiasmo per le elezioni imminenti. E ti credo. Stiamo per mandare a Roma mille persone scelte dalle segreterie dei partiti, anziché da noi, in base a due soli criteri: l’obbedienza ai capi e l’impossibilità di far loro ombra. La mancanza di personalità, requisito essenziale per chi voglia fare carriera nelle oligarchie italiane, si intona alla campagna elettorale dei candidati, inesistente, e al lavoro che gli eletti andranno a svolgere in Parlamento: pigiare dei tasti a comando, senza neanche potersi togliere lo sfizio di disobbedire ai propri burattinai, pena l'esclusione dalla prossima giostra. È questo scadimento avvilente della funzione parlamentare, più ancora dello stipendio e dei benefit, che dovrebbe indignare i cittadini. Se il 13 aprile, invece che degli esseri umani, trovassimo sulla scheda le lettere dell’alfabeto, sarebbe lo stesso. E se in Parlamento sedessero mille automi, sarebbe anche meglio, perché i robot non hanno bisogno di scroccare voli aerei e pranzi alla buvette. Quanto a noi, il nostro status di condòmini della democrazia si riduce a mettere una croce accanto al cognome del leader orecchiato alla tv e delegargli per alcuni anni la nostra impotenza, che diventerà ben presto la sua. Perché, per uno di quei paradossi di cui l’Italia è capace, appena il capo onnisciente e vittorioso si siederà nella stanza dei bottoni e comincerà a premerli tutti, scoprirà che sono collegati al nulla.

Massimo Gramellini

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
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SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
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MINU

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